Daniel Sillas
Io sono africano, provengo dall’Eritrea dove ho vissuto tutti gli anni drammatici del Colonnello Mengistu Hailemariam. Sono stati anni molto dolorosi per la mia famiglia e per l’intero paese. Ho lasciato la mia città Asmara un anno prima dell’Indipendenza ma sono sempre tornato a casa. Ci ritorno appena metto da parte dei soldini, quando sono fortunato mi ci vogliono 3 anni. Dall’ultima volta però ne sono già passati 4 che per mia madre sono quaranta. Quando si parla dell’Africa ho come l’impressione, e credo di non essere il solo, che l’Occidente non faccia altro che demolire e denigrare tutto il bello dell’Africa. Ucciderne l’Anima. Mi chiedo: e se l’Africa non fosse tutto quell’Inferno che ci mostrano in tv e fosse invece una specie di Eden dove c’è tutto e non manca niente? Allora la vedo ricca di frutta e fiori, ricca di cibo ed acqua. I suo paesaggi, i suoi animali e i suoi tramonti sono i più belli del pianeta, la sua terra è ricca di giacimenti d’oro, di diamanti, petrolio e gas. Possiede grandi risorse naturali che possono risolvere qualsiasi suo problema, compreso il virus letale appena scappato alle case farmaceutiche. Voi mi direte che è un’utopia degna di un infante, di un pazzo. Ma quest’Africa c’è vi dico e per toccarlo con mani bisogna svegliarsi quantomeno dal letargo. I mainstream media occidentali dicono che l’Africa non è più casa per i giovani africani, infatti in tv li vediamo mentre fuggono da lì in massa sopra a camion o ai gommoni. I titoli dicono: Scappano dalla guerra, dalla fame, dalla mancanza di diritti umani.
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Egregio Presidente Dott. Vincenzo Iacopino,
Le scriviamo nuovamente per informarLa che la Comunità Eritrea in Italia promuove assieme alle Comunità eritree di tutta Europa una manifestazione a Ginevra contro il falso rapporto della Commissione d’Inchiesta delle Nazioni Unite che mira a destabilizzare la sovranità e l’esistenza del nostro paese. Noi eritrei della diaspora ci ribelliamo alle menzogne delle Nazioni Unite che sin dal 1952 ci hanno negato ogni diritto umano compreso quello dell’autodeterminazione dei popoli. Andremo a Ginevra per dir loro “Basta!” Avremmo voluto invitare i giornali italiani alla nostra manifestazione se solo fossimo stati sicuri della loro onestà intellettuale e della loro imparzialità. Invece, visti gli ultimi sviluppi nati in seguito al discusso rapporto e il continuo infierire sulla nostra Patria accusata di crimini contro l’umanità, ci siamo ulteriormente convinti del loro coinvolgimento nella maledetta politica del regime-change che da qualche decennio sta rendendo il mondo un inferno. Come comunità eritrea percepiamo il gioco sottile, il martellare quotidiano dei giornali militarizzati, un gioco psicologico al massacro fatto di falsi scoop per sfiancarci e per deprimerci fino all’estremo. Dopo aver dato per morto il nostro Presidente (per la seconda volta in poco tempo) oggi l’Avvenire titola: “Dittatura, Eritrea, fallito nuovo colpo di Stato” Il Rapporto della "Commissione d'inchiesta": Cinica parodia politica che mina i diritti umani
Asmara 09.giugno - Il popolo e il governo dell'Eritrea ritengono che le selvagge accuse mosse contro di loro dalla "Commissione d'inchiesta" istituita dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite di "violazione sistematica e massiva dei diritti umani", sono totalmente infondate e prive di ogni merito. Queste accuse sono semplicemente la continuazione e l'escalation della campagna a sfondo politico per minare il progresso politico, economico e sociale che il Paese sta realizzando, anche nel settore dei diritti umani. Sono un attacco, non tanto sul governo, ma su un popolo civile e una società che hanno a cuore i valori umani e la dignità. Queste accuse e i tentativi spregevoli di mettere a tacere coloro che hanno qualcosa di positivo da dire sull'Eritrea, sono un tentativo trasparente di correre contro il tempo per impedire il crescente e sempre più produttivo impegno internazionale con l'Eritrea. Chiaramente, il ricorso ad accuse estreme e iperbole indecenti, tra il cinico e l’ingiustificato riferimento a "possibili crimini contro l'umanità", ha lo scopo di prevenire una riflessione sobria sulle realtà in Eritrea e di forzare le cose prima che l’equità e la giustizia possano prevalere . E 'anche innegabile che ci sono quelli che si nascondono dietro a queste affermazioni oltraggiose per mistificare le loro trasgressioni contro l'Eritrea e cercare pretesti per i loro atti di destabilizzazione. Caro Daniel seguo e leggo sempre con molto piacere e condivisione i tuoi scritti precisi e circostanziati incentrati sull’Eritrea. Su quello che non conosco più che bene non mi misuro, ma l’Eritrea rappresenta una specie di cartina tornasole e oramai dopo tanti anni sul campo, conoscendo approfonditamente l’argomento, è diventato per me fin troppo facile riconoscere i rarissimi giornalisti provvisti di un minimo di coscienza deontologica e ridere del resto della marmaglia parassita e soggiogata dai poteri forti, proprio leggendo i loro commenti sull’Eritrea. Giuseppe Severgnini, detto Beppe, che sull’autoreferenziale descrizione di Wikipedia è presentato come “giornalista, saggista e opinionista italiano” (già solo questo tutto un programma), fa ridere.
Animato da questo spirito un gran numero di eritrei, portandosi per mano i loro bambini, già verso le 13 hanno iniziato ad affluire nel Teatro Tendastrisce adornato dalle colorate bandiere dell’Eritrea. Sotto quel tendone si respirava un’aria di festa accompagnato dall’effluvio dell’immancabile zighini e della dolce himbascia, la focaccia eritrea della festa. In un megaschermo ERI-TV trasmetteva in diretta il discorso del Presidente Isaias Afeworki dallo stadio di Asmara gremito per l’occasione.
Lettera della Comunità degli Eritrei residenti in Italia all’Ordine dei Giornalisti Italiani (ODG)18/10/2015 Egregio Presidente Dott. Vincenzo Iacopino,
la Comunità degli Eritrei residenti in Italia Le scrive per comunicarLe il disagio che tutti viviamo da anni per colpa di giornali e giornalisti italiani che hanno preso di mira il nostro Paese pubblicando, quasi quotidianamente, articoli denigratori e infamanti sull’Eritrea. Queste incessanti e crudeli notizie ci feriscono a tal punto che ci sentiamo oramai additati e perseguitati dai media italiani. Se Lei, egregio Dottore, volesse assumersi l’incarico di contare quante volte, ad esempio negli ultimi due anni, i giornalisti italiani abbiano abusato del nome Eritrea vedrebbe come il nostro Paese sia l’unico, dei 54 africani, a godere di questa morbosa attenzione. Comprenderebbe così il nostro profondo malessere. Alcuni giornalisti in particolare ci preoccupano in quanto a toni e contenuti apparendo ai nostri occhi molto aggressivi quasi quanto una dichiarazione di guerra, mentre altri giornali sembrano essere strumenti di propaganda del governo dell’Etiopia. Secondo noi, a tutti sfugge che la storia dell’Eritrea è, purtroppo, ancora legata all’Etiopia che, nonostante l’Indipendenza del 1993, continua ad occupare illegalmente i territori sovrani eritrei e continuamente minaccia una nuova guerra. Ognuno è libero di schierarsi con l’uno o l’altro paese ma bisognerebbe dichiararlo apertamente e soprattutto, in un paese democratico come l’Italia, si dovrebbe essere disponibili al contraddittorio e offrire spazi anche ai propri avversari, una specie di par condicio. Purtroppo l’Etiopia, che ha scelto di essere il braccio armato degli USA, continua di fatto a destabilizzare tutto il Corno d’Africa ed è proprio con l’avallo del suo alleato che da 13 anni si rifiuta di firmare l’implementazione della Commissione EEBC delle Nazioni Unite la quale ha sancito che Badme, causus-belli del 1998, appartiene all’Eritrea. Poi oltre il danno la beffa: ingannando l’ONU ha promosso due sanzioni contro l’Eritrea accusata di finanziare i terroristi somali di Al-Shabaab. Accuse rivelatesi, successivamente, infondate. L’Eritrea, infatti, è l’unico Stato laico in tutta l’Africa che da sempre lotta contro ogni fanatismo di tipo etnico-religioso. Intervento di S.E. Osman Saleh Mohammed Ministro degli Affari Esteri dello Stato di Eritrea
Teheran, 28-29 agosto 2012Eccellenze e cari colleghi, Signore e Signori Vorrei estendere la mia gratitudine e l’apprezzamento al popolo e al governo della Repubblica islamica dell'Iran per la calorosa accoglienza e la generosa ospitalità estesa alla mia delegazione fin dal nostro arrivo. Vorrei congratularmi con la Repubblica islamica dell'Iran per la sua assunzione della presidenza del Movimento dei Non Allineati. A nome del popolo eritreo e del mio governo porgo le condoglianze al popolo e al governo della Repubblica islamica dell'Iran, sulle conseguenze del tragico terremoto. Vorrei anche esprimere il più vivo apprezzamento della mia delegazione al Governo della Repubblica Araba d'Egitto, presidente uscente dell'Ufficio di coordinamento, per la sua leadership eccezionale e la capacità di guidare il lavoro del nostro Movimento negli ultimi tre anni. ![]() di Daniel Wedi Korbaria Ho incontrato Yonas a Francoforte quando il Giro per la verità, la pace e la giustizia all’Eritrea era arrivato a metà del suo percorso iniziato a Goteborg e che si sarebbe concluso a Ginevra. Quando gli strinsi la mano mi accorsi che indossava dei guanti neri per nascondere calli vistosi e continuava a sorridermi. Non riuscivo a credere di poter trovare un sorriso così gioioso sul volto di un disabile ed è stato proprio quel suo sorriso ad incoraggiarmi a chiedergli: “Perché ti sei unito al Giro spingendo la tua carrozzina dietro ai ciclisti?” “Volevo simbolicamente partecipare almeno ad una tappa del Giro giusto per dire che c’ero anch’io ma veder piangere le tantissime madri e sentire le loro suppliche mi ha davvero incoraggiato a proseguire” mi confessò Yonas commosso a sua volta. Infatti le donne eritree che aspettavano l’arrivo del Giro a Francoforte sono rimaste sorprese di vederselo arrivare in carrozzina spinto dalla sola forza delle sue braccia. Sono state proprio loro, piangendo e promettendo di sostenerlo anche materialmente, ad incoraggiarlo a proseguire verso Ginevra. La commozione a Francoforte era palpabile anche tra i ciclisti, che spinti dalla nuova forza di questo giovane in carrozzina sarebbero arrivati in cima la mondo. |
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Settembre 2024
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