Ritiro delle truppe eritree, aiuti umanitari, indagini indipendenti su crimini di guerra e posizione Ue: tutti i punti su una storia che va capita
di Marilena Dolce da Affari Italiani L’Occidente fatica a comprendere lo scontro iniziato lo scorso novembre nella regione del Tigrai a nord dell’Etiopia. Una guerra trasformata ora in guerriglia tra il governo federale di Addis Abeba e le milizie del Tplf, che al momento sono rifugiate nelle aree rurali. Per capire l’accaduto, bisogna destreggiarsi nell’incredibile quantità di fake news costruite più o meno maldestramente a beneficio della stampa internazionale. La verità è che nelle situazioni di emergenza quali catastrofi naturali, disastri e anche guerre, la disinformazione viene spesso utilizzata come arma e le voci non confermate finiscono per trasformarsi in notizie screditando anche fonti solitamente affidabili. Il lavoro del giornalista dovrebbe essere quello di verificare i rapporti e le storie che vengono riportate. Un esempio eclatante è il caso di Monna Liza, giovane donna tigrina presentata dalla stampa internazionale come vittima civile delle sevizie dei soldati eritrei. Il suo nome rinascimentale conquista in Italia il titolo di un quotidiano che chiede addirittura al premier Abiy Ahmed di restituire il Nobel per la Pace ricevuto nel 2019 perché ne sarebbe indegno, per la terribile amputazione inflitta a una ragazza innocente. Il premier Abiy Ahmed ha risposto agli atti di guerra e di destabilizzazione riprendendo il controllo militare del Tigrai e affermando che l’intervento dell’esercito federale aveva lo scopo di ristabilire pace e sicurezza nella regione, di combattere i terroristi miliziani del Tplf e di proteggere la popolazione civile. Dopo la riconquista del capoluogo Mekelle, l’obiettivo principale è stato perciò ricostruire le infrastrutture distrutte dalla guerra e sostenere la popolazione civile con adeguati aiuti alimentari, riportando ordine e legalità. L’esercito tigrino del Tplf, sconfitto militarmente, inizia però una guerriglia sulle montagne del Tigrai, ricorrendo anche a minacce e ricatti contro i cittadini che rischiano rappresaglie se non si arruolano per combattere il nemico federale. “Il Tplf non può vincere perché non ha sbocco”, spiega una fonte diplomatica, che aggiunge, “non ricevono aiuti dal confine Nord del Tigrai, perché c’è l’Eritrea, neppure però a Sud. Sono circondati. In questa condizione non può reggere neppure la guerriglia”. Che possa diventare una guerriglia ad oltranza invece è quello che teme l’International Crisis Group che lo scrive nel report di questo mese, nel quale si legge che il Tplf è presente nelle aree rurali del Tigrai centrale e meridionale, mentre le truppe federali controllano le strade principali e le città. Le truppe eritree, entrate nel Tigrai per proteggere il confine, scoperto dopo il ritiro delle truppe federali etiopiche, hanno iniziato a ritirarsi dopo l’ultima visita di Abiy Ahmed ad Asmara, che ha avuto lo scopo di dare garanzie all’Eritrea sulla protezione del confine con il Tigrai dopo il ritiro delle proprie truppe e di consolidare le relazioni tra i due Paesi. In quell’occasione, l’Eritrea ha ribadito la volontà di avviare rapporti di collaborazione stretti con il Tigrai e con la sua popolazione ma di ritenere il Tplf responsabile della crisi umanitaria in atto. Una serie di accordi nei settori delle telecomunicazioni, dello sviluppo delle energie rinnovabili e per la costruzione comune di infrastrutture civili che consentano all’Etiopia l’utilizzo dei porti di Massawa e Assab, ha permesso il rilancio degli accordi di cooperazione avviati negli ultimi due anni dal governo Abiy. In risposta alle accuse delle organizzazioni internazionali contro l’esercito federale etiopico e contro l’esercito eritreo, il premier Abiy Ahmed e il presidente Isaias Afwerki hanno comunicato la necessità di una verifica seria e indipendente sui fatti realmente accaduti, dicendo di voler punire in maniera esemplare i responsabili, indipendentemente dalle loro origini e dalla loro identità. Tuttavia, secondo i due leader, l’Unione Europea non sta capendo gli sforzi dei rispettivi governi per combattere il Tplf, grave minaccia d’instabilità per tutto il Corno d’Africa. Hanno inoltre denunciato lo spazio dedicato dai media internazionali alla campagna di disinformazione condotta da quello che considerano un movimento terrorista che vuole la destabilizzazione in Etiopia e nel Corno d’Africa. Sull’incontro di Asmara si esprime, con richiesta esplicita di anonimato, un alto funzionario Ue: “che Abiy sia andato adesso in Eritrea è un passo importante”, dice. “Innanzi tutto” prosegue “è stata l’occasione per ammettere la presenza di truppe eritree sul confine tra Eritrea e Tigrai. Inoltre, Abiy ha consentito l’accesso nel Tigrai non solo alle organizzazioni internazionali umanitarie, ma anche a chi potrà condurre un’indagine indipendente sui crimini di guerra”. In effetti un’indagine indipendente è necessaria, ma sarebbe importante che le parti in causa fossero coinvolte, per evitare pericolose strumentalizzazioni. Gli chiedo, quindi, di capire la posizione Ue sulla vicenda. “Premetto” dice, “che la conoscenza che l’Occidente ha del Tigrai e dell’Eritrea è così superficiale che ogni tanto è difficile capire le decisioni che la Ue prende, anche per chi ne è all’interno”. “Sulla situazione del Tigrai va sottolineato che è l’Etiopia ad aver chiesto all’Eritrea di intervenire e nell’incontro di fine marzo Abiy ha detto che i loro due paesi devono restare uniti”. Il 5 aprile, infatti, pochi giorni dopo l’incontro di Asmara, il Ministero degli Esteri etiopico, con un comunicato stampa, esprime la propria gratitudine per l’appoggio militare eritreo contro l’attacco del Tplf. “Mentre il mondo sembra aver frainteso gli sforzi dell’Etiopia per riportare nel Tigrai legge e ordine, il popolo eritreo e il suo governo hanno capito la situazione e ci hanno sostenuto”. “L’Italia non può chiudere gli occhi”, chiede la comunità etiopica in Italia. Un appello che la diaspora etiopica in Italia vorrebbe che il nostro Paese portasse a Bruxelles. Ma accadrà? Risponde il diplomatico Ue, “Certo l’Italia avrebbe potuto essere più presente nella questione del Tigrai. Però abbandonare il mainstream non è semplice…neppure l’Unione Europea l’ha fatto. Hanno detto invece che per fermare il massacro nel Tigrai, le parti, (ndr, Tplf e governo federale) avrebbero dovuto mettersi intorno a un tavolo per discutere. Senza capire che era come chiedere al governo di Madrid, attaccato militarmente dalla Catalogna, di sedersi al tavolo e trattare. Poi va anche detto che nella Ue ci sono molte persone che conoscono bene i vecchi rappresentanti del Tplf che erano al governo con Meles Zenawi (ndr, primo ministro etiopico, dal 1991 alla morte, 2012). Gente considerata l’intellighenzia del Paese da cui per tanti europei è difficile prendere le distanze”. Gli chiedo cosa pensi delle accuse rivolte agli eritrei sulle violenze che avrebbero fatto contro i civili tigrini. “Per esperienza sono diffidente verso i rapporti internazionali. Tuttavia, in una guerra che ci siano orrori è purtroppo vero. Ho dubbi però che possano essere stati gli eritrei. Con la loro etica e con la disciplina militare che li caratterizza è difficile immaginare che si siano dati al saccheggio e allo stupro, come banditi sudanesi in Darfur. A questo racconto veramente non crede nessuno…”. I motivi dell’intervento eritreo in Etiopia sono legati sia alla storia sia alla geografia dei due Paesi. Quando negli anni Settanta i guerriglieri eritrei ed etiopici combattevano contro il feroce regime del colonnello Menghistu Hailè Mariam, era il Fronte Popolare di Liberazione Eritreo che andava nel Tigrai per lottare a fianco dei guerriglieri tigrini. Erano gli eritrei i soldati più forti. E del resto sono loro, gli eritrei del Fronte, ad entrare nel 1991 ad Addis Abeba per liberare la città e cacciare il governo di Menghistu. “Anche stavolta”, spiega il mio interlocutore, “gli eritrei sono stati molto importanti nella lotta di Abiy contro il Tplf. Questa è una considerazione che fanno in molti all’interno della Ue. Inoltre, ricordiamo, è il Tplf ad aver cercato di allargare il conflitto sparando razzi su Asmara. Tutti da mesi sapevano che i tigrini si stavano preparando all’attacco, che stavano assembrando armi e truppe sul confine. Questo è anche uno dei motivi per cui la frontiera tra Tigrai ed Eritrea non era stata ancora aperta”. Il prossimo 22 aprile il Ministro per gli Affari Esteri finlandese Pekka Havisto, riferirà all’Unione Europea l’esito del nuovo viaggio nel Tigrai. Una visita programmata per accertare la situazione degli aiuti umanitari, la condizione dei rifugiati interni, l’inizio del ritiro delle truppe eritree dal confine e per conoscere dall’EHRC (Etiopia Human Rights Commission) la situazione su violenze, abusi e crimini di guerra avvenuti in questi mesi, anche se una commissione indipendente che verifichi tutte le false testimonianze e le rappresentazioni organizzate e trasmesse dai miliziani del Tplf deve ancora essere istituita. Il conflitto provocato dal Tplf nel Tigrai, regione con circa sei milioni di abitanti, ha costretto decine di migliaia di persone ad abbandonare le proprie case spostandosi all’interno o nei campi profughi del vicino Sudan. L’intervento umanitario in atto nel paese sta portando cibo, acqua e medicine nelle zone più danneggiate. Il governo federale ha comunicato il rifornimento di derrate alimentari a circa 4.2 milioni di persone, mentre le organizzazioni internazionali affermano di aver portato aiuti a circa un milione di persone, per alleviare la grave crisi umanitaria in atto. Nel frattempo il governo etiopico ha annunciato di aver avviato il ripristino delle infrastrutture, cominciando dagli aeroporti, la riattivazione della rete telefonica, di internet e dell’elettricità, che in alcuni villaggi è ancora intermittente. La situazione resta comunque critica. Già prima del conflitto nella regione c’era carenza di cibo, aggravata dalla peggiore invasione di locuste degli ultimi decenni. Ora il timore che vada persa la prossima stagione del raccolto, per il perdurare dell’instabilità, è forte. L’Europa per evitare lo stallo dovrebbe favorire il ritorno alla normalità in Etiopia e nel Corno d’Africa, sostenendo la stabilizzazione di un’area che comprende 200 milioni di persone e smettendo di appoggiare e divulgare la narrativa del Tplf. Ricordando che non si tratta di un piccolo partito d’opposizione schiacciato dal governo centrale, ma della parte residua di quello che era un gruppo forte e spietato. Una minoranza al potere dal 1992 fino al 2018, che sta usando le ingenti risorse sottratte in quel periodo al Paese per finanziare campagne diffamatorie e screditare i governi della regione, come denunciato ripetutamente dal primo ministro Abiy Ahmed nelle audizioni del Parlamento federale etiopico . credit Affari Italiani
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Lettera dell'Ambasciatore dell'Eritrea alle Nazioni Unite all'attuale Presidente dell'UNSC17/4/2021 A S.E. Mr. Dang Dinh Quy
Presidente del Security Council of the United Nations New York, NY, 10017 Ho l'onore di segnalare con forza lo sgomento del mio governo per le dichiarazioni ingiustificate rilasciate dal Rappresentante permanente degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite durante la sessione chiusa del Consiglio di sicurezza dell'ONU di ieri. A questo proposito, il ruolo flessibile e non costruttivo dell'OCHA, e in particolare la sua posizione persistente di avventurarsi in aree al di là del suo mandato, è sfortunato e inaccettabile. Per cominciare, chiariamo i fatti. La crisi nella regione del Tigray dell'Etiopia è scoppiata solo perché la cricca del TPLF, sostenuta e incoraggiata per decenni da alcune potenze, ha scatenato un massiccio attacco preventivo su tutti i contingenti dell'intero Comando settentrionale etiope. Lo scopo di questo "blitzkrieg" era neutralizzare il più grande contingente dell'esercito dell'Etiopia, confiscarne le armi (80% dell'arsenale totale del DF) e prendere il potere in Etiopia con la violenza e successivamente invadere l'Eritrea. Il Comitato Centrale del TPLF ha approvato questo atto di insurrezione senza precedenti e di grave destabilizzazione regionale nella sua riunione all'inizio del mese. L'attacco non provocato del TPLF ha avuto luogo anche durante i mesi critici del raccolto nella regione del Tigray. La tempistica dell'attacco del TPLF dimostra la sua insensibilità in particolare nel contesto del fatto che 1,6 milioni di agricoltori poveri nel Tigray dipendono - dal 2009 - dall'assistenza umanitaria nell'ambito della Rete di sicurezza globale. Nelle dichiarazioni dell'OCHA e dell'ambasciatore degli Stati Uniti all'ONU, questi fatti vengono ignorati. Invece, abbiamo sentito false accuse di "uso della violenza sessuale e della fame come arma". Siamo davvero sconvolti dai tentativi di incolpare coloro che sono stati costretti a ricorrere a misure legittime di autodifesa che altri paesi avrebbero fatto in circostanze simili. Le accuse di stupro e altri crimini mosse contro i soldati eritrei non sono solo oltraggiose, ma anche un feroce attacco alla cultura e alla storia del nostro popolo. Indipendentemente dalla colpevolezza della cricca defunta del TPLF, i civili innocenti nella regione del Tigray non dovrebbero essere vittime in alcun modo. L'assistenza umanitaria deve essere fornita. Questi sono i compiti urgenti del momento. Inoltre, poiché la grave minaccia incombente è stata ampiamente sventata, Eritrea ed Etiopia hanno concordato - ai massimi livelli - di imbarcarsi nel ritiro delle forze eritree e nel simultaneo ridistribuzione dei contingenti etiopi lungo il confine internazionale. L'Eritrea coglie questa occasione per ringraziare gli Stati membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che hanno insistito sul rispetto delle norme stabilite anche in questo caso. Voglia accettare, Eccellenza, l'assicurazione della mia più alta considerazione e sarei molto grato se la lettera potesse essere fatta circolare tra tutti i membri del Consiglio di Sicurezza Unito. Sophia Tesfamariam Ambasciatore e Rappresentante Permanente da Shabait L'Ambasciatrice Demitu ha incontrato ieri diversi leader delle associazioni.
Nell'occasione l'Ambasciatrice ha parlato di vari argomenti di attualità: la situazione della sicurezza interna al paese, la diga del Rinascimento, le problematiche con il Sudan e le prossime elezione nazionali. I leader delle associazioni hanno confermato che continueranno a seguire gli argomenti di attualità del Paese e a lavorare a stretto contatto con l'ambasciata. L'Ambasciatrice ha chiesto il sostegno dei leader delle associazioni e della diaspora in generale in vari progetti, soprattutto per la ricostruzione della diga, e per il continuo sostegno. L'Ambasciatrice Demitu ha promesso di lavorare a stretto contatto con la diaspora, con le diverse organizzazioni e i loro membri. estrapolato da Amicizia Italo-Etiope ( Italo-Ethiopians Friendship) Cos'ha l'ambasciata americana in #Eritrea con la sua ossessione per il #Tigray?
Il Tigray è un paese indipendente di cui non siamo a conoscenza? Il Tigray non è la minuscola provincia settentrionale dell'Etiopia devastata dalla guerra e dalla povertà, che è anche la base dell'ormai defunto terrorista etnofascista #TPLF che aveva imposto il suo governo di minoranza tirannica sull'Etiopia per 27 anni? Non c'è un'ambasciata degli Stati Uniti ad Addis Abeba, #Etiopia? Il suo compito è occuparsi del Tigray? Forse l'ambasciata americana sogna di chiudere la sede ad #Asmara e trasferirsi a Mekelle? Credit Elias Amare Da una nuova schiacciante rivelazione dal Tigray raccontata venerdì da un avvocato europeo dei migranti, la dott.ssa Natalia Paszkiewicz, risulta che a dicembre mentre uomini della milizia del Tigray si stavano "preparando a filmare una scena" che inscenava soldati eritrei che mutilavano il seno delle donne, gli ostaggi rifugiati che erano divenuti attori costretti a vestirsi con l'uniforme dell'esercito eritreo, tentarono un'audace fuga . L'antropologa polacco-europea, la dott.ssa Natalia Paszkiewicz, è stata un nome ben noto tra le decine di migliaia di rifugiati eritrei che hanno attraversato il confine con la regione settentrionale dell'Etiopia del Tigray dal 2002. In qualità di critico del governo eritreo e esperto di studi sulla migrazione, documenta da anni la difficile situazione di questi immigrati e sostiene il reinsediamento dei richiedenti asilo. Da quando la guerra nel Tigray è scoppiata a novembre dopo che il Fronte locale di liberazione popolare del Tigray (TPLF) ha condotto un'insurrezione coordinata contro il governo etiope, i resoconti della dottoressa Paszkiewicz sono stati una delle fonti di informazioni più affidabili. Nelle ultime settimane, ha raccontato che diversi testimoni rifugiati del campo di Hitsats sono stati colpiti da colpi di arma da fuoco da parte delle milizie locali del Tigray e degli abitanti del villaggio affiliato al TPLF. Mentre il governo eritreo è noto per opporsi a questi campi che sono diventati una calamita per i suoi dissidenti, i rifugiati eritrei sono stati recentemente coinvolti nel mezzo di entrambi i lati del conflitto dallo scoppio della guerra. Molti di loro sono già morti. Mentre il TPLF ha affrontato la sconfitta per mano delle forze etiopi e dei loro alleati eritrei, i disperati combattenti del Tigray hanno spinto le teorie del complotto secondo cui gli innocenti rifugiati eritrei erano "Shabiya" e hanno brutalmente sparato contro di loro, secondo la dottoressa Paszkiewicz. Il suo ultimo resoconto degli eventi, tuttavia, ha gettato ancora più attenzione su come numerosi video "autoincriminanti", presumibilmente filmati dall'esercito federale etiope, siano misteriosamente finiti nelle mani dei media del TPLF come Tigray Media House (TMH) che in seguito inoltrato alla CNN e ad altri media occidentali. Secondo il racconto della dottoressa Paszkiewicz circa un altro gruppo di rifugiati fuggiti dal campo di Hitsats, la milizia locale del Tigray ha tenuto in ostaggio un gruppo di 40 rifugiati. "Poi hanno selezionato 10 rifugiati e hanno detto loro di indossare le uniformi dell'esercito eritreo". In seguito, gli uomini della milizia hanno dato loro "coltelli e hanno detto loro di tagliare i seni delle donne del gruppo". "Mentre gli uomini della milizia (TPLF) si stavano preparando a filmare la scena con i loro telefoni cellulari", sono scoppiati scontri con un altro rifugiato che ha tentato di scappare. “Altri hanno sfruttato questa opportunità per scappare. Alcuni sono stati uccisi. È stato allora che il ragazzo con cui ho parlato è stato colpito alle mani", ha detto la dottoressa Paszkiewicz, rivelando una foto del testimone rifugiato a cui hanno sparato. Questo resoconto indipendente delle milizie locali affiliate al TPLF che utilizzano un'uniforme dell'esercito eritreo a scopo di sabotaggio conferma i precedenti rapporti di TPLF che produceva uniformi dell'esercito etiope e dell'esercito eritreo nella sua fabbrica tessile di Almeda dalla metà del 2020. Tuttavia, questa è la prima conferma indipendente sull'uso del TPLF di dispositivi di registrazione video per inscenare atrocità - o in questo caso commettere atrocità - nel tentativo di incastrare le forze governative etiopi ed eritree. I critici della goffa e remota indagine sul conflitto del Tigray da parte delle organizzazioni occidentali affermano che questa ultima rivelazione potrebbe essere una delle prove più dannose che confuta le narrazioni mediatiche di "crimini contro l'umanità" da parte delle forze etiopi ed eritree. Awasa Guardian (AG) non può verificare in modo indipendente se tutti i video di presunte atrocità nel Tigray utilizzati dai media occidentali e dalle organizzazioni per i diritti sono stati prodotti in modo simile. Tuttavia, la CNN e altri media hanno anche ammesso la loro incapacità di verificare in modo indipendente se gli autori delle atrocità siano effettivamente forze etiopi ed eritree, come affermato dalle fonti dei media del TPLF che hanno fornito i video alla giornalista sudanese della CNN Nima Elbagir, tra gli altri. Tuttavia, questa non è la prima volta che Nima Elbagir della CNN e altri giornalisti che riferiscono da lontano sono stati accusati di utilizzare informazioni manipolate esclusivamente da fonti pro-TPLF Tigrayan in Sudan. La giornalista di Getty Images Jemal Countess ha documentato le prove che i rifugiati di Amhara fuggiti in Sudan a causa del massacro di Maikadra sono stati costretti a tornare in Etiopia quando i combattenti del TPLF sono poi entrati in Sudan. Questa realtà ha fatto dubitare dei critici sull'affidabilità di quelle fonti in Sudan che forniscono gran parte dei resoconti alternativi pro-TPLF pubblicati dai media occidentali e dalle organizzazioni per i diritti umani sul Tigray. Violentata e gettata nel fosso Ulteriori prove raccolte dalla dottoressa Paszkiewicz hanno mostrato che la brutalità della milizia del Tigray non era limitata ai campi, poiché i rifugiati eritrei sopravvissuti hanno affrontato ripetutamente più milizie mentre cercavano di uscire dal Tigray. Migliaia di profughi sfollati fuori dai loro campi hanno viaggiato in piccoli gruppi numerosi e spesso isolati fino a quando hanno attraversato il confine del Tigray verso la sicurezza della regione di Amhara. In un incidente, i rifugiati sopravvissuti a un precedente attacco da parte di combattenti del TPLF hanno incontrato una milizia del Tigray dopo l'altra. Secondo la dottoressa Paszkiewicz, i sopravvissuti hanno detto che alcuni dei miliziani hanno brutalmente "violentato le donne" e poi giustiziate le donne rifugiate. La milizia del Tigray ha anche “radunato altri rifugiati, in tutto 80, in una miniera d'oro. Poi hanno lanciato bombe a mano nel fosso, uccidendo alcuni e ferendo altri, che non sono sopravvissuti a causa della mancanza di assistenza medica ". "L'uomo con cui ho parlato ha dovuto uscire rimuovendo i cadaveri che lo circondavano nel fosso", ha detto la dottoressa Paszkiewicz, aggiungendo che ha aspettato circa 30 minuti fino alla partenza della milizia. Non è noto se questa milizia del Tigray (TPLF) abbia fotografato o filmato in modo simile quei cadaveri per essere utilizzati a scopo di propaganda contro i governi etiope ed eritreo. Tuttavia, le fonti di Awasa Guardian (AG) possono confermare che la tv satellitare TPLF e gli agenti dei media affiliati della diaspora hanno ripetutamente pubblicato o trasmesso tattiche per istruire il loro pubblico nel Tigray su come produrre contenuti antigovernativi, come interagire con giornalisti stranieri e persino dove incontrarsi. quei giornalisti. Da quando il governo etiope ha aperto la regione della zona di guerra ai giornalisti dei media internazionali nel 2021, Addis Abeba ha presumibilmente tentato, ma soprattutto fallito, di disturbare questi canali satellitari affiliati al TPLF che trasmettono dall'esterno. Il direttore di WPF rende omaggio AG ha anche precedentemente riferito dei problemi di credibilità che devono affrontare questi media e attivisti pro-TPLF che alimentano i media occidentali e promuovono la narrativa del "genocidio del Tigray" senza prove. I critici hanno anche citato problemi di conflitto di interessi e affidabilità con analisti politici stranieri con una lunga storia di attaccamento al TPLF che risale agli anni '90, tra cui Martin Plaut e Alex De Waal che è stato assunto come Direttore della World Peace Foundation (WPF). Da quando è scoppiata la guerra nel Tigray, Alex de Waal ha presumibilmente diffuso la propaganda di comunicati militari direttamente dai leader del TPLF e pubblicato oltre 25 articoli su vari media occidentali in difesa del TPLF. Nel suo articolo più bizzarro, il direttore del WPF ha scritto un tributo per rendere omaggio a Seyoum Mesfin, leader caduto del TPLF, che ha famigeratamente promesso di "trasformare l'Etiopia in Siria" nell'ottobre 2020. Recentemente, molti Tigrayans pro-TPLF della diaspora hanno anche assunto costosi lobbisti negli Stati Uniti per promuovere fatti alternativi sul Tigray; compresa un'organizzazione Tigrayan con sede in Virginia, mentre i gruppi pro-TPLF hanno anche pagato decine di migliaia di dollari per la pubblicità nei mercati dei media occidentali. Di conseguenza, i critici si sono affrettati a contrastare i milioni di dollari sprecati dalla diaspora del Tigray per aiutare il TPLF da un lato; rispetto ai milioni di dollari raccolti dagli etiopi per sostenere i soccorsi nel Tigray, comprese le donazioni delle amministrazioni regionali etiopi a livello nazionale e persino di famosi amhara e artisti come The Weeknd. I fautori della risposta di Addis Abeba all'insurrezione del TPLF dicono che gli attivisti del Tigray, che hanno recentemente raccolto oltre 2 milioni di dollari per i ribelli, non vogliono che la crisi umanitaria migliori poiché la sopravvivenza del TPLF dipende dal peggioramento della situazione; mentre al contrario, il primo ministro vincitore del Premio Nobel Abiy Ahmed vuole che le condizioni tornino normali per l'immagine del suo governo. In alcuni casi, le milizie del Tigray sono state accusate di aver teso un'imboscata a veicoli per le consegne di passeggeri e aiuti umanitari nelle strade che portano alle città. Di conseguenza, i funzionari ad interim del Tigray sul campo hanno confermato che gli insorti del TPLF stavano intenzionalmente bloccando le rotte degli aiuti alimentari e hanno chiesto alla comunità internazionale di condannare questi atti illegali, invece di diffondere la narrativa degli insurrezionalisti del TPLF. Gli storici del Corno d'Africa hanno notato che, mentre le probabilità sono contro di loro questa volta, le strategie utilizzate oggi dal TPLF sono un'immagine speculare dell'insurrezione del Tigray degli anni '80. Secondo la BBC e altri media, diversi ex membri del TPLF e informatori hanno rivelato come i combattenti del TPLF hanno messo in scena attori e commercianti per "ingannare" gli operatori umanitari occidentali. I rapporti esplosivi hanno rivelato che fino al 95% del denaro raccolto per la carestia è stato rubato dai leader del TPLF negli anni '80, provocando la morte di centinaia di migliaia di loro stessi - etnici Tigrini. Di conseguenza, molti osservatori indipendenti ritengono che la chiave per ridurre ulteriormente la crisi umanitaria e il bilancio delle vittime nel Tigray oggi sia la comunità internazionale che condanna gli insorti del TPLF i cui leader sono stati incoraggiati dal successo della loro campagna di propaganda che influenza i media occidentali. credit Media Comunità Eritrea.it
di Jeff Pearce 9 apr 2021
È più sinistro di quanto pensassi. Metti insieme i pezzi, ed è difficile sfuggire all'implicazione che il TPLF ha sempre voluto fare un bagno di sangue, forse uno in tutto il paese e ad Addis se avesse avuto più successo in battaglia. Gli indizi ci sono. E le prove aspettano di essere esaminate. Sfortunatamente, i principali giornali e reti televisive del Nord America e dell'Europa si rifiutano di guardare, guardare davvero. All'inizio di marzo, un certo corrispondente ha difeso le accuse altamente discutibili su Axum e mi ha detto in un messaggio diretto su Twitter: "L'idea che le indagini a distanza non contino è del tutto falsa". Conosco alcuni accademici che sputerebbero il loro caffè a questo. E la sua logica presume che il reportage debba essere o-o. Sì, certo, potresti ottenere alcune risposte preziose da dietro la tua scrivania. Ma è meglio che tu creda che andare lì batte sempre le chiamate interurbane, le immagini satellitari sfocate e le supposizioni. Jemal Countess è un vero giornalista. È andato dov'è la storia. Fotografo freelance ed ex corrispondente regionale per Getty Images, si è recato a Mai Kadra all'inizio di marzo e ha parlato con testimoni e sopravvissuti degli orrori avvenuti alla fine dell'anno scorso. Un dettaglio importante da tenere a mente: quando Mai Kadra è apparso per la prima volta nelle notizie occidentali, i principali organi di stampa come Reuters e il Washington Post hanno riferito che gli incidenti di persone "pugnalate, strangolate e bastonate a morte" hanno avuto luogo il 9 novembre - stavano seguendo la narrazione stabilita da Amnesty International nel suo primo rapporto e dalla Commissione etiope per i diritti umani, che ha visitato Mai Kadra, Gondar e altre città della regione per indagare tra il 14 e il 19 novembre e ha pubblicato i risultati il 24 novembre. Ma i testimoni con cui Jemal Countess ha parlato e fotografato datano la violenza e l'omicidio al 6 novembre e fino al 10 novembre. "La maggior parte delle vittime sono state tagliate o violate", ha scritto Countess nella sua didascalia che accompagna le sue foto. "Molte vittime sopravvissute agli attacchi iniziali con armi da taglio sono state uccise a colpi di arma da fuoco". Ed è possibile che alcuni omicidi isolati siano avvenuti ben prima ancora di quella linea temporale. Un testimone, Selemon Abera, 40 anni, gli ha detto che pensa che il massacro sia stato ben pianificato con molto anticipo - almeno entro due settimane. "I ricchi tigrini che possedevano fattorie non pagavano i loro lavoratori i loro stipendi e li trattenevano perché sapevano che il genocidio stava arrivando. Ci sono indicazioni che sapessero tutto ciò che era stato pianificato e che stava per accadere ... So anche che le forze speciali del Tigray stavano arrivando a Mai Kadra durante i giorni precedenti al massacro ". Selemon dice che gli omicidi iniziali - quelli dei lavoratori che vivevano nelle fattorie - erano nascosti alla popolazione locale, con funzionari e proprietari di fattorie che utilizzavano trattori per scaricare i loro corpi nei fossi o nella vicina boscaglia oltre il fiume Mai Kadra e talvolta nei campi di Shilela Mocha. Gashaw Birhanu, 43 anni, sapeva degli orrori che stavano arrivando. Sebbene sia etnicamente Amhara, è stato scambiato per Tigray dai leader della comunità di Mai Kadra e invitato a due riunioni a porte chiuse prima del fatidico attacco alla base della Difesa settentrionale etiope. Secondo Gashaw, i tigrini alla riunione hanno discusso di come sopravvivere alla guerra imminente, prendere il controllo delle risorse nella regione e sterminare l'Amhara locale. Alla fine, la sciarada di Gashaw non lo ha protetto, ed è stato aggredito da sette uomini armati di bastoni, riuscendo a scappare ma perdendo i denti anteriori nell'attacco. Le implicazioni di tutti questi racconti sono ovvie. Countess dice che diversi sopravvissuti e testimoni hanno condiviso tra loro diverse informazioni e sono giunti alla conclusione che il massacro era stato pianificato molto tempo prima. Puoi anche guardare indietro e considerare il comportamento degli agricoltori del Tigray, spesso veterani in pensione ricompensati per il servizio con la terra quando il TPLF manteneva la sua stretta presa sul paese. "Hanno smesso di pagare le persone una settimana e qualche cambiamento prima che iniziasse l'omicidio", dice la Contessa. "Quindi, fondamentalmente, hanno detto alla gente di restare a Mai Kadra o di far rimanere i lavoratori a giornata nelle fattorie". Con il conto alla rovescia dei giorni prima del massacro, gli obiettivi dell'ira del TPLF non potevano andare da nessuna parte senza un passaggio. "Hanno proibito a qualsiasi Amhara di lasciare Mai Kadra." Furono costretti operai a mietere i campi e poi a morire. I risultati preliminari dell'EHRC corrispondono ad alcune delle dichiarazioni dei testimoni che hanno parlato con la Contessa, come la restrizione di movimento per Amhara e gli ufficiali che controllano le loro carte d'identità. Eppure né Amnesty né la Commissione etiope per i diritti umani nei loro primi rapporti hanno fissato le violenze prima del 9 novembre, né hanno fatto quello che sembra un ovvio collegamento con gli attacchi del TPLF agli avamposti del Northern Defense Command del 4 novembre. Ma come, potremmo chiederci, i residenti e gli agricoltori del Tigray hanno scelto quelle date per massacrare i loro lavoratori e vicini di casa Amhara? Se hanno tenuto due riunioni locali in cui è stato discusso l'omicidio, è ragionevole dedurre che questi residenti sapessero in anticipo dagli ufficiali del TPLF quando sarebbe iniziata la spinta principale. E perché i media occidentali non chiedono mai a Debretsion Gebremichael di questo? Del resto, perché nessuno chiede a Kjetil Tronvoll - "un esperto del TPLF con contatti profondi all'interno del partito", come una volta gli aveva annunciato Al Jazeera - se avesse saputo dalle sue fonti esattamente quando sarebbe avvenuto l'attacco al Comando della Difesa del Nord? ? E se avesse saputo che i residenti innocenti di Mai Kadra sarebbero stati accoltellati e picchiati a morte? E forse altri? Perché se un occidentale merita un giorno di essere trascinato come testimone in un'aula di tribunale per possibili crimini di guerra - se non come un potenziale imputato che potrebbe benissimo sapere cosa stava per accadere - è Kjetil Tronvoll, che ha scritto quello che equivaleva a un annuncio del TPLF per mesi di secessione prima che i soldati venissero attaccati nei loro letti e che da allora fa il tifo per i ribelli. "Si troveranno più corpi" Quando la Commissione etiope per i diritti umani ha visitato a novembre, il suo team "ha notato che l'odore pungente dei corpi in decomposizione aleggiava ancora nell'aria". All'inizio di marzo, se non riuscivi ancora a sentirne l'odore, potresti trovarli. Una trentina di testimoni e sopravvissuti hanno accompagnato Jemal Countess mentre si recava a vedere le fosse comuni, indicando le circa otto diverse trame, dove 50 persone potevano essere sepolte in una mentre 60 erano probabilmente sepolte in un'altra. La gente lo portò anche ai margini della città, dove gli mostrarono come venivano sepolti i corpi in un fosso. In alcuni casi, non sono stati in grado di rimuovere i cadaveri per una corretta sepoltura perché "erano in cattive condizioni per muoversi", non solo perché forse erano mutilati, ma forse a causa del caldo che accelerava il tasso di decomposizione. I rapporti iniziali suggerivano che furono uccise da 600 a 700 persone. Il bilancio delle vittime è stato regolarmente rivisto al rialzo e la Contessa lo ha messo a 1.300, aspettandosi che aumentasse. "Se la regione rimane calma", dice la Contessa, "e inizi a raggiungere una parte di quella proprietà privata dove avevi quei pensionati del TPLF che hanno commesso quei crimini nelle loro fattorie, troverai altri corpi". E sarà difficile contestare chi sia il responsabile, dato chi possedeva la terra in cui sono sepolti. Sentiremo negare che oh, i corpi sono stati sepolti all'insaputa di un contadino e che semplicemente non si è accorto del nuovo spostamento della terra? Più che mai, l'Etiopia non ha bisogno di gruppi per i diritti umani che facciano telefonate a lunga distanza o interviste nei campi profughi con fonti non verificate: ha bisogno di esperti forensi esperti in grado di misurare il tasso di decomposizione del corpo, che sappiano come studiare gli edifici mitragliati dalle macchine colpi di arma da fuoco e chi può intervistare testimoni autentici, traumatizzati e più discutibili con la stessa misura di compassione e distacco di un professionista. Perché Mai Kadra dimostra fin troppo bene il pregiudizio in corso. A dicembre, i media occidentali hanno cambiato tono dopo le prime notizie scioccanti. La colpa è stata spostata e "più di una dozzina di rifugiati del Tigray hanno detto all'AP che era il contrario: in storie sorprendentemente simili, hanno detto che loro e altri erano stati presi di mira dalle forze federali e dalle truppe regionali alleate dell'Amhara". Questa storia ha più sottotitoli, ma uno di questi è Ana Cara. Ricorda quel nome. Oh, e da allora anche Amnesty si è lamentata, suggerendo che è "possibile che i civili di entrambe le etnie siano stati presi di mira a Mai Kadra". Ma ci sono più di un paio di ragioni per cui le storie potrebbero essere così "sorprendentemente simili". Considera l'esperienza di Tilahun Baye, 35 anni, che era rimasto alla periferia della città nei campi coltivati ed era fuggito con altri lavoratori per il Sudan il 10 novembre. Lungo la strada, il suo gruppo si è imbattuto in circa 20-30 membri dell'ala giovanile del TPLF, Samri e soldati della TPLF diretti a Mai Kadra. “Hanno iniziato a sparare contro di noi, uccidendo alcuni di noi e ferendone altri. Ero tra i feriti, ma fingevo di essere morto." Con l'aiuto di altri sopravvissuti, è riuscito a completare la distanza di 40 chilometri per raggiungere il Sudan, ma ha subito un terribile shock. Al campo c'erano alcuni dei giovani che li avevano attaccati lungo la strada - ora affermavano di essere rifugiati civili. "Quando mi hanno riconosciuto, mi hanno persino accusato di essere un assassino", dice Tilahun, e hanno cercato di impedirgli di ricevere cure mediche. "Il 15 novembre, un generale sudanese mi ha portato in un centro medico e sono tornato in Etiopia con l'aiuto dell'ambasciata etiope". A certi giornalisti occidentali non è venuto in mente di poter intervistare gli stessi autori che hanno hackerato e picchiato a morte le persone, fingendo ora di essere vittime. Ora incolpare l'ENDF. Incolpare milizie Amhara o Fano. La contessa Jemal ha interrogato un funzionario regionale che lo mostrava in giro per la città e ha chiesto di nuovo all'uomo quando ha fatto il follow-up: "Qualche Amhara ha ucciso qualcuno? C'era Fano qui? '"La risposta è stata un no inequivocabile. Ma se questo sembra troppo facile da accettare, la Contessa sostiene che un attacco di Fano semplicemente non avrebbe senso dal punto di vista militare. “Fano non sarà con ENDF. E le prime persone ad entrare in Mai Kadra sono state ENDF. Quindi hai tre grandi basi militari "in fondo alla strada". Hai almeno un plotone di carri armati "in fondo alla strada". E quindi prima di tutto se guidi in Mai Kadra, come diavolo sta arrivando Fano? Mai Kadra è un po 'remota ... Da dove verrebbe Fano? Cosa, stanno facendo arrivare gli autobus? " I sopravvissuti di Amhara sottolineano anche come alcuni Tigrini abbiano lasciato la città prima del massacro. Mi chiedevo se alcuni volessero forse anticipare un'offensiva dell'EDNF o se non volessero essere parte di ciò che sarebbe accaduto. "Penso che ci siano due lati in questo. Penso che ci siano persone per bene, e poi ci sono solo persone che se ne sono andate perché erano tipo, "Sì, lo sappiamo, ce ne andiamo ..." La contessa mi ha ricordato che nei primi rapporti sui rifugiati che affluivano nei campi del Sudan, era difficile non notare che molti erano uomini giovani e sani. “E quelli erano i Samri, e in realtà la persona del governo regionale di Amhara che stava viaggiando con me, ha detto che erano Samri e uomini adulti che se ne erano appena andati dopo il massacro. Quindi Samri, che erano i giovani, e poi era o regionale, polizia locale o milizia locale ". Ovviamente, il TPLF non si è infiltrato solo nei campi profughi. Man mano che perdono più territorio nel mondo reale, catturare le alture nell'opinione internazionale è diventato essenziale. La contessa dice che quando è arrivato per la prima volta a Mai Kadra, una giornalista e un fotografo uomo per Reuters erano già sul posto. Mentre entrava nel cortile di una chiesa con il funzionario regionale di Amhara, l'uomo lo informò casualmente: “Sì, vedi quei ragazzi, abbiamo dovuto cambiare il loro traduttore perché stava alimentando loro la propaganda. Era un ragazzo della TPLF. " Anche i testimoni ei sopravvissuti che parlavano con il giornalista della Reuters si sono resi conto che qualcosa non andava, notando come il traduttore ha iniziato a raccontare storie su Fano che veniva avanti e commette crimini di guerra. Nel processo di tutto questo gaslighting, le vere vittime vengono eclissate. Abrehuley Fontahun, 48 anni, si è ritrovato radunato con altri 50 importanti leader d'affari dell'Amhara e gettato in prigione la mattina del 9 novembre. Era programmato per essere giustiziato nel pomeriggio del giorno successivo, e in effetti, altri tra i 50 avevano già stato assassinato. Ma l'ENDF si stava avvicinando alla città e i suoi carcerieri sono fuggiti. Reporter di grandi organi di stampa come The Guardian e analisti di operazioni come Human Rights Watch e Crisis Group hanno accusato le restrizioni di accesso del governo federale. Ma anche quando l'accesso è stato concesso, questi osservatori non rivedono le loro narrazioni. Qualunque dei principali media di New York, Londra, Francoforte o Toronto potrebbe utilizzare queste storie. Questi dettagli orribili, distillati nelle didascalie, insieme alle foto di testimoni e sopravvissuti, sono disponibili da circa un mese. I suoi scatti di Mai Kadra sono datati 5 marzo e puoi vederli di persona qui. Non esiste un importante giornale o rete televisiva in Occidente che non disponga di un abbonamento a Getty Images. Ma la Contessa dice che una ricerca casuale gli dice che solo tre pietosi punti vendita - Der Spiegel, Sowetan e Süddeutsche Zeitung - si sono avvalsi dell'uso del suo materiale. Tutte le notizie adatte ai creduloni Invece, i media occidentali si sono lasciati diventare il garzone di una sofisticata macchina di propaganda. Gli esempi sono vicini alla farsa, ma gli etiopi non ridono. Non ad Addis Abeba e non in molte comunità della diaspora nel Nord America e in Europa. Prendiamo il caso delle uccisioni di massa che presumibilmente hanno avuto luogo a Mahibere Dego e che sarebbero state riprese in video da un soldato federale pentito diventato informatore. BBC News ha collaborato con Bellingcat e Newsy, mentre la CNN ha collaborato con Amnesty per indagini separate. È sicuramente interessante come le principali operazioni mediatiche su entrambe le sponde dell'Atlantico abbiano rilasciato la loro copertura lo stesso giorno. A meno che tu non stia coprendo qualcosa di enorme, come l'11 settembre o l'attacco al Campidoglio degli Stati Uniti, semplicemente non vedi la copertura internazionale sincronizzata come un coro. E questi non erano solo documenti ordinari di storie, erano entrambi rapporti investigativi. Hmm ... Entrambe le squadre hanno fatto enormi affari con la loro analisi delle immagini satellitari e la geolocalizzazione, come se wow, dovremmo essere tutti impressionati dai loro giocattoli. Peccato che il buon senso non facesse parte del loro arsenale. Perché la loro prova consiste in un distintivo sul braccio che appare su un'uniforme (ma non su quelle delle altre), il "taglio e lo stile delle tasche" e il fatto che questi soldati parlano amarico, ignorando il fatto che molti tigrini nel regione sono bilingue. Come un amico della diaspora etiope mi ha mandato un'e-mail chiedendomi: perché un soldato federale dovrebbe fare un massacro con la telecamera telefonica quando sarebbe così chiaramente incriminante? Un analista mi ha fatto notare una cosa ancora più ovvia: ai soldati federali non è permesso usare i loro telefoni cellulari mentre sono sul campo per operazioni. Ci sono molte buone ragioni per questo, ma che ne dici, il tuo telefono può fungere da pratico localizzatore GPS. Inoltre, è stato dimenticato il fatto che molti tigrini dell'ENDF che hanno disertato indossano le loro vecchie uniformi, mentre i tigrini che erano in posizioni chiave per gestire la logistica al comando settentrionale hanno avuto facile accesso alle uniformi. E durante gli attacchi a sorpresa nella notte agli avamposti del Northern Command all'inizio di novembre, i soldati del TPLF hanno costretto le loro controparti ENDF a rimuovere i loro vestiti. Anche i cadaveri furono spogliati e trovati nudi. Né la BBC né la CNN sembrano preoccuparsi del fatto che il video sia stato fornito da Stalin Gebreselassie, un giornalista della Tigrai Media House. Questo è un ragazzo che una volta ha affermato in una trasmissione - ed era serio - che un singolo proiettile del TPLF ha fatto fuori tre carri armati e un camioncino. La clip di questo ha fatto il giro più di una volta sui social media. La CNN ha proseguito con la sua storia, informando i lettori del suo sito web: "Senza il filmato grezzo e i metadati associati, la CNN non può confermare il dispositivo originale su cui sono stati girati i cinque video, chi li ha filmati, la data in cui sono stati filmati o se sono stati modificati selettivamente. " Posso assicurarti che c'è stato un tempo in cui se avessi provato un'acrobazia come questa con una scusa così dispiaciuta per mancanza di informazioni fattuali - e una dichiarazione di non responsabilità per l'avvio - verresti deriso da un bullpen di notizie e non funzionerebbe per molto tempo. E martedì, l'AP ha pubblicato un'altra storia di Ana Cara, che sembra intenzionata a incriminare le forze federali con la sua copertura. Questo proclama che "un'etnia è stata cancellata" e probabilmente gareggia per l'indagine della CNN per l'accusa più stupida fino ad ora. Nell'elaborare i mali dei rifugiati del Tigrino, Cara scrive: “Ora, per la prima volta, portano anche la prova di un tentativo ufficiale di quella che viene chiamata pulizia etnica sotto forma di una nuova carta d'identità che elimina ogni traccia del Tigray, come confermato all'Associated Press da nove rifugiati di diverse comunità . Scritte in una lingua diversa dalla loro, rilasciate da autorità di un altro gruppo etnico, le carte d'identità sono l'ultima prova di una spinta sistematica da parte del governo etiope e dei suoi alleati a distruggere il popolo tigrino ". Ebbene, prima di tutto, l'amarico è la lingua nazionale dell'Etiopia. È stato da quando un tigrino, l'imperatore Yohannes IV, si basò su di esso nelle sue comunicazioni con i leader regionali nel 1800. E mentre le fonti di Ana Cara, Kenneth Roth, di Human Rights Watch e altri possono belare di "cancellare" un'etnia, ci sono milioni di etiopi che sono profondamente risentiti per un sistema di carte d'identità - quello introdotto dal TPLF durante i loro 27 anni al potere - che equivale all'apartheid. Dato che milioni, e intendiamo che milioni di etiopi hanno origini miste, è assurdo suggerire che qualsiasi funzionario federale che rilascia una nuova carta d'identità potrebbe appartenere tutti a un blocco monolitico di un diverso gruppo etnico. Soprattutto se le carte vengono stampate ad Addis. Quindi sono curioso: come funziona? Presumibilmente stai commettendo un genocidio dei Tigray, secondo i lobbisti del TPLF, i troll e coloro che si preoccupano sinceramente ma potrebbero non averci pensato, ma rimuovi proprio la cosa sulla carta d'identità che li identifica come Tigrayan? I sopravvissuti di Mai Kadra, a proposito, ricordano facilmente come i funzionari Tigrini usassero le loro carte d'identità per identificarli come Amhara. Si scopre che ciò che veramente cancella un'etnia è uccidere i suoi membri e sparargli. Per quanto riguarda la storia di Ana Cara, il verso etiope su Twitter è entrato nel caso e molti hanno notato che la "A" sugli esempi delle "nuove" carte è scritta in uno stile comune tra i tigrini. Questo, per loro, è una soffiata che si tratta di falsificazioni. Il modo in cui mi è stato spiegato è stato con questo grafico utile: Mi è stato detto: "Il 2 ° A è quello più comunemente usato dai parlanti tigrini ed è più vicino alla lingua originale Ge'ez. Prova a immaginare due persone dello stesso paese o massa terrestre e che parlano la stessa lingua ma con dialetti e linguistica da abbinare ". Mentre le accuse più ridicole da parte del TPLF ottengono grandi titoli e fatturazione superiore sulle reti, i crimini verificabili contro altri gruppi vengono rapidamente archiviati e dimenticati ... e anche quando sono stati segnalati per la prima volta, tutti gli orrori sono stati sanati. Ricordo Twitter che esplode con foto grottesche e indignazione per il cannibalismo presumibilmente perpetrato nel massacro di Metekel contro le persone di Amhara e Agaw dalla milizia Gumuz alla fine di dicembre del 2020. Non volevo crederci. Gli etiopi non potevano fare niente del genere, mi dissi, non l'avrebbero fatto. Ho aspettato notizie "reali" per dirmi cosa stava succedendo. Solo così non è stato. Non lo troverete nel racconto dell'AP del 23 dicembre 2020. Non lo troverete nel racconto del New York Times del 13 gennaio. Non lo troverete in un racconto di France 24 dei primi di febbraio. Questo era strano. Il giornalismo è dove "se sanguina, conduce", quindi semmai i giornalisti avrebbero dovuto avventurarsi sui dettagli più disgustosi. Ma poi Metekel non è Tigray. E la BBC ha persino obbligato i lettori del suo sito web rispondendo alla domanda: "La violenza è collegata al conflitto nel Tigray?" Ultimamente, a nessuno sembra importare più di quello che è successo nell'attacco Benishangul-Gumuz. Tranne forse i sopravvissuti e i testimoni. E un corrispondente di Getty Images - che nasconde la propria identità per motivi di sicurezza - che, giorni dopo il massacro, si è recato in un campo profughi a Chagni per parlare con coloro che hanno visto e sopportato l'accaduto. "A Gilgel Belese, abbiamo visto un corpo umano tagliato come un cavolo che era stato mangiato da altri esseri umani", ha ricordato una donna di Chagni che non voleva dare il suo nome. "Come potrebbe essere nel 21 ° secolo? ... È così che sono stati uccisi tre dei nostri mariti. Sono stati uccisi barbaramente. Gli aggressori hanno mangiato i loro corpi e abbiamo trovato solo parti dei loro corpi. I loro organi, come il fegato e lo stomaco, non sono stati trovati con i loro corpi. È terrificante e non vogliamo vederlo mai più ". "Vogliamo tornare indietro e ritirare le nostre proprietà da Mandura", ha detto al corrispondente Sintayehu Assefa, 41 anni. “È difficile tornare lì in modo permanente. Abbiamo visto i nostri vicini mangiare la nostra carne, il nostro corpo, il nostro fegato. Ci hanno massacrati e hanno preso i nostri corpi e i corpi delle nostre famiglie. Li ho visti con i miei occhi nudi mangiare carne umana. Allora come è possibile vivere con loro? Come possiamo diventare amici e tornare insieme a loro dopo questo? " E come le dichiarazioni e le foto dei testimoni di Mai Kadra, le storie e le immagini che testimoniano quanto accaduto nella regione di Benishangul-Gumuz sono state a disposizione dei principali media per un bel po 'di tempo. In questo caso, per mesi. I media occidentali dovrebbero preoccuparsene. Un sopravvissuto dice che i soldati della milizia Gumuz fanno regolarmente la spola avanti e indietro per il Sudan, dove ricevono cure mediche, riposano e riforniscono. Non sarebbero in grado di farlo senza che le autorità sudanesi guardassero dall'altra parte. L'ironia è che i mercanti della crisi, le organizzazioni per i diritti umani e gli esperti hanno affermato l'anno scorso fino a quando non ci annoiarono scioccamente che la crisi del Tigray avrebbe inghiottito il Corno. Ora ecco un altro suggerimento che un'altra nazione potrebbe aiutare a destabilizzare l'Etiopia, ma i Chicken Littles lo stanno ignorando. Ma poi, non si è mai veramente trattato di mantenere stabile l'Etiopia, vero? "Predano l'ignoranza occidentale dell'Africa" Mentre parlavamo, Jemal Countess era chiaramente frustrata. Gli ho chiesto cosa c'era dietro, se fosse la mancanza di dettagli completi nella copertura occidentale o forse l'inclinazione e il pregiudizio ...? Prese fiato e considerò: Poi: "È solo un giornalismo di bassa lega". Mi ha detto di essere profondamente deluso dalla CNN e ha notato come il loro giornalista, Nima Elbagir, ha definito la guerra un "conflitto per il potere" e in realtà ha usato il termine "Amharazation". L'avevo notato io stesso, poiché è uscito direttamente dal manuale di propaganda del TPLF e dei gruppi estremisti Oromo. "E io sono seduto lì", ha ricordato la Contessa, "e sto guardando quel documento, il Manifesto TPLF che afferma che gli Amhara sono il tuo nemico numero uno, e che è uscito nel 1976, molto prima che tutto questo iniziasse e niente di tutto ciò entra in gioco. Giocano a questi giochi, perché depredano l'ignoranza occidentale dell'Africa, l'ignoranza occidentale della storia profonda e della complessa storia dell'Etiopia. E lo prendono semplicemente come 'Abbiamo i pezzi grossi, la gente ci ascolta, possiamo semplicemente lanciare qualsiasi cosa contro il muro e la gente lo mangerà.' ... "Persone sono molto ignoranti o pagati. Odio essere grossolano al riguardo, ma non riesco a spiegare quanto sia brutto il giornalismo, e quanto sia stato unilaterale e sbilenco ". Gli avevo chiesto in precedenza di aver tracciato una connessione tra l'attacco a sorpresa del TPLF contro la Northern Defense Force il 4 novembre e i primi omicidi conosciuti a Mai Kadra il 6 novembre. Anche se ignori i sopravvissuti che hanno parlato con lui e ti aggrappi ostinatamente al cronologia di credere che la violenza sia iniziata il 9 novembre, le date sono troppo vicine per essere ignorate. Eppure, finora, non ho trovato notizie su questo argomento da parte di importanti testate giornalistiche occidentali. "Penso che questo sia ciò che ha fatto sì che le persone non volessero toccarlo", ha osservato la Countess. "Sul serio?" Ho chiesto, perché sì, sono davvero così ingenuo. "Sì", ha risposto. "I social media correvano con esso, il governo dell'Etiopia lo seguiva, l'ambasciata [etiope] lo seguiva, ma in termini di grandi media, no, perché questo distrugge completamente alcune delle loro narrazioni, e se sono impegnati a proteggere il TPLF, quindi li mette semplicemente dalla parte sbagliata della storia ". credit Jeff Pearce Il giornalista di Asahi ha visitato Mai Kadra e ha intervistato un sopravvissuto al massacro.
La signora Agerey (28) ha parlato con il giornalista e gli ha mostrato il luogo della loro casa bruciata che si trovava nella città di Mai Kadra. Lei ha raccontato: "Mio marito è stato ucciso qui e il suo corpo è stato gettato nella casa in fiamme dai miliziani davanti a me e alla nostra figlia di 7 anni" Il conflitto è iniziato il 4 novembre 2020. Il primo ministro Abiy ha ordinato un "contrattacco" dicendo che il TPLF, che ha perso il suo potere nel governo nazionale, ha attaccato le strutture militari del governo nel nord. Le forze militari governative hanno successivamente preso il controllo di Mekele e hanno dichiarato la loro vittoria, ma la resistenza del TPLF ha continuato. Più di 28mila persone sono fuggite da questa zona e si sono rifugiate in Sudan. Le telecomunicazioni in quest'area sono state interrotte quando è iniziata la battaglia e il governo nazionale ha controllato rigorosamente l'accesso ai media, ma è stato riferito che sia il TPLF che il governo hanno commesso uccisioni e violenze sessuali. Il 2 aprile i ministri degli Esteri del G7 hanno espresso forte preoccupazione. Abiy ha vinto il premio Nobel per la Pace, ma occupa una posizione di rilievo in questo conflitto. La commissione per i diritti umani ha riferito che l'esercito eritreo dalla parte del governo etiope ha ucciso più di 100 persone a novembre. Il governo eritreo lo ha negato. L'UNHCR intende condurre ricerche sugli abusi dei diritti umani nella provincia. L'incidente è avvenuto il 9 novembre, poco prima che le forze governative entrassero in città. Secondo il Comitato governativo per i diritti umani, la milizia e i gruppi giovanili (che hanno perpetrato il crimine) provenivano principalmente dal Tigray. Più di 600 persone che furono uccise da loro provenivano principalmente dalla regione Amhara. La signora Agerey ha testimoniato che: “Armati di coltelli e machete, sono apparsi all'improvviso davanti a casa nostra. E' arrivato anche un gruppo con le pistole. La mia famiglia ha cercato di scappare dal cortile sul retro, ma mio marito è stato colpito ed è morto immediatamente. Il gruppo ha attaccato il marito caduto con i coltelli e ha gettato il suo corpo nella casa in fiamme da loro accese. Il gruppo ha perquisito una ad una le case e ha controllato la lingua e i documenti di identità delle persone per scoprire se fossero Amhara e ha ucciso gli Amhara ". Il 10 novembre, quando le forze governative sono arrivate in città, le uccisioni erano già terminate e le forze del Tigray erano fuggite dalla città. Il sindaco della città dice che hanno ucciso molte persone mentre lasciavano la città. Secondo AFP, il TPLF ha negato di aver commesso gli omicidi. La copertura di questo articolo è stata fatta nell'area sotto il controllo del governo. Il permesso è stato dato dal governo. Non c'è stato né intervento nella nostra attività né censura sull'articolo da parte del governo ... articolo di Endo Yuji credit Shabait |
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Agosto 2024
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