Altri sette pazienti hanno recuperato completamente e, dopo i test standard presso il National Laboratory, sono stati dimessi dall'ospedale oggi.
Ciò porta ad oggi il numero di pazienti guariti a ventisei (26). Il numero totale di casi confermati nel paese fino ad ora è di trentanove (39). Ministero della Salute Asmara 30 aprile 2020
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Dichiarazione indecente sull'Eritrea da parte della Commissione parlamentare tedesca.
Nelle sue deliberazioni sulla "Cooperazione economica con l'Eritrea" del 22 aprile scorso, il comitato per lo sviluppo del Bundestag tedesco ha fatto di tutto per accumulare insulti contro il governo dell'Eritrea. Ed è andato oltre pubblicando un comunicato stampa offensivo circa i suoi procedimenti mal informati e fuorvianti. Perché la commissione parlamentare abbia scelto di soffermarsi su questa questione banale in questo momento in cui il grave pericolo di COVID-19 è la preoccupazione principale di fondamentale importanza per tutti i paesi e le persone nella nostra comunità globale, è difficile da capire o decifrare. A parte l'ottica e il cattivo gusto, quali sono i fatti? 1. Il Comitato per lo Sviluppo del Bundestag afferma che il governo federale tedesco "non prevede alcuna possibilità di cooperazione bilaterale allo sviluppo" perché "la leadership dell'Eritrea rifiuta qualsiasi cooperazione". Il Comitato lamenta inoltre la mancanza di interesse dell'Eritrea per "migliorare le relazioni commerciali, sebbene abbia diritto a un accesso esente da dazi e quote ai mercati europei". Allo stesso tempo, tuttavia, il Comitato afferma che l'Eritrea "non soddisfa i requisiti per la cooperazione bilaterale tedesca a causa delle sue gravi violazioni dei diritti umani". Queste affermazioni non sono solo incoerenti e contraddittorie, ma sono anche in contrasto con i fatti. Prima di tutto, l'Eritrea non può essere incolpata poiché è la parte tedesca che ha per prima posto ostacoli e precondizioni per la cooperazione allo sviluppo. Questa nuova posizione non riflette anche l'accordo sulla cooperazione economica bilaterale raggiunto tra i due paesi quando una delegazione ministeriale eritrea di alto livello ha visitato Berlino a settembre 2016 per incontri fruttuosi con le loro controparti. In secondo luogo, l'Eritrea mantiene legami commerciali e di cooperazione allo sviluppo normativi con diversi paesi europei. E questo è stato anche il caso della Germania fino a quando quest'ultima ha bruscamente rescisso un accordo commerciale a lungo negoziato all'ultimo minuto nel 2009 a causa delle pressioni del Dipartimento di Stato americano. Il Comitato per lo sviluppo del Bundestag potrebbe avere memoria corta. Ma questo è di dominio pubblico. È stato infatti pubblicato nei documenti Wikleaks. Per farla breve, l'Eritrea e Nevsun hanno negoziato, nel 2009, prestiti commerciali con la Banca di sviluppo tedesca e l'IDC sudafricano per le spese in conto capitale dell'impianto di lavorazione dell'oro Bisha. L'accordo includeva disposizioni di prelievo per la Germania per l'importazione di rame dall'impianto minerario a prezzi di mercato. Quando tutti i negoziati furono conclusi, la parte tedesca si ritirò dal consorzio perché il Dipartimento di Stato americano fece pressioni come parte integrante della sua posizione di contrasto contro l'Eritrea e alla politica prevalente di affondare il progetto minerario. In breve, la Germania ha rinunciato ai suoi interessi commerciali e alla sua credibilità all'ultimo minuto perché ha scelto o è stato criticato per far valere la politica americana prevalente sull'Eritrea. 2. Possiamo anche invocare altri atti ostili. Per ora, ricordiamo il sostanziale sostegno finanziario/di bilancio della Germania al regime TPLF e alle sue macchine da guerra in tutti gli anni, mentre quest'ultimo ha continuato ad occupare territori sovrani eritrei in violazione del diritto internazionale e dell'accordo di pace di Algeri, mediato dall'UE. 3. Il Comitato per lo sviluppo del Bundestag allude alle considerevoli "domande di asilo" eritree in Germania. Anche in questo caso, il Comitato non può ignorare le politiche permanenti dell'UE e della Germania di attirare i giovani/il servizio nazionale dall'Eritrea con trattamenti preferenziali e altri incentivi per ulteriori scopi politici. Nel caso, la valutazione del comitato per lo sviluppo è scadente, sbilenco e molto superficiale. Un approccio costruttivo sarebbe stato la convocazione di una riunione ministeriale di follow-up adeguata e strutturata e di un dialogo tra i due paesi al momento opportuno. Ambasciata dello stato dell'Eritrea presso la Repubblica federale di Germania Berlino 30 aprile 2020 Credit Media Comunità Eritrea.it
Sei pazienti si sono ripresi completamente dopo i test standard presso il National Laboratory e sono stati dimessi dall'ospedale oggi.
Ciò porta ad oggi il numero di pazienti guariti a diciannove (19). Il numero totale di casi confermati nel paese fino ad oggi è 39. Ministero della Salute Asmara 28 aprile 2020 Due pazienti si sono ripresi completamente dopo i test standard presso il National Laboratory e oggi sono stati dimessi dall'ospedale.
Ciò porta al momento i il numero di pazienti guariti a tredici. Il numero totale di casi confermati nel paese fina ad ora è 39. Ministero della Salute Asmara 25 aprile 2020 Con molta dignità, l'Eritrea combatte in solitario e con grande efficacia contro il Coronavirus. Grande è anche l'aiuto che i membri della Comunità Eritrea danno al nostro paese, con donazioni di sangue ed offerte di denaro.
credit Filippo Bovo Secondo i dati forniti dallo stesso Ministero della Salute di Asmara in Eritrea, ad oggi e dall’inizio dell’emergenza Coronavirus nel mondo, sono stati registrati solo 39 casi, e ci sono già i primi guariti. E’ un fatto di per sé quasi straordinario, se non proprio straordinario levando il “quasi”, dato che nel resto del Continente Africano al contrario si profila già da tempo una situazione a dir poco allarmante. Il paese, come anche altri autori della materia hanno scritto ancor più minutamente e frequentemente, ha infatti elaborato fin dal principio stringenti norme di controllo e di precauzione che a quanto pare a qualcosa sono effettivamente servite. L’Eritrea è un paese a noi molto vicino, storicamente e culturalmente, che sa razionalizzare e valorizzare al meglio le sue risorse, non sempre abbondanti. In neanche trent’anni d’indipendenza ha fatti passi in avanti mostruosi, letteralmente incredibili, al contempo affrontando sfide ed attacchi di tutti i generi e d’una portata normalmente ben al di sopra di quella che un piccolo paese sovrano, appena uscito dalla culla, potrebbe solitamente pensare di poter vincere. Però c’è riuscito, ed ha vinto contro la guerriglia dei fondamentalisti di alQaeda nel 1993, contro l’attacco dell’esercito etiopico ovvero del più potente di tutta l’Africa nel 1998-2000, e poi ha potenziato l’agricoltura, rimesso in esercizio ferrovie e realizzato nuove strade, garantito l’istruzione e la sanità gratuita alla popolazione, ecc. Il tutto, come ben sappiamo, senza indebitarsi col Fondo Monetario o con altre realtà ad esso consimili, secondo il principio per cui se si vuol essere autonomi lo si dev’essere anche nel proprio sviluppo, anche a costo di tirare un po’ la cinghia. Non stupisce che, dinanzi a questa nuova e dolorosa prova costituita dal Coronavirus, il paese sia stato capace di dimostrarsi nuovamente all’altezza e d’affrontare il problema a testa bassa ma senza perdere il senso della logica, come da sua tradizione. Ci limitiamo semplicemente a riportare tutti questi dati, e se vogliamo anche a fare un po’ di “storia spicciola”, perché sono cose che non vediamo mai nei nostri giornali, dove invece anche fino a pochissimo tempo fa era facilissimo imbattersi con una certa frequenza in articoli di ben altro tono, a dir poco denigratori nei confronti del governo di quel paese o della sua storia, e funzionali magari a sostenere le ragioni e le attività dei negrieri e dei trafficanti delle varie ONG che in Italia si fanno la villa e “le budella d’oro” piazzando schiavi su schiavi ed esseri umani su esseri umani in nome d’una tanto sbandierata “accoglienza”. Peraltro, nessuno di costoro risultar aver donato il sangue o fatto donazioni economiche sia per il proprio paese che per il nostro, mentre l’hanno subito fatto i membri della Comunità Eritrea in Italia, a cui è quindi doveroso da parte di noi cittadini italiani rivolgere il nostro più sincero ringraziamento. A Roma i membri della Comunità Eritrea hanno donato il sangue per i malati di Covid-19, ed altre donazioni di sangue vi saranno anche a Milano il 28 e 29 p.v. Inoltre, al pari delle altre Comunità della “Diaspora”, sparse in tutto il mondo, anche quella italiana ha raccolto grandi fondi per dare sostegno all’Eritrea, oltre a sottoscrizioni pure per il nostro paese: questo solo per quanto riguarda l’Italia. E’ un’importante testimonianza di spirito di comunità e d’appartenenza, che davvero merita la più sincera ammirazione. Quando si parla di lotta ad una grave malattia od emergenza, gli esempi nel mondo sono tutti validi: anche quelli di coloro che siamo soliti guardare dall’alto al basso, senza che nemmeno se ne capisca poi il perché, fra l’altro. Ecco perché anche l’esempio brillante e degno di massimo rispetto che ci viene offerto dall’Eritrea non fa alcuna eccezione. da L'Opinione Pubblica Cinque pazienti si sono ripresi completamente dopo i test standard presso il National Laboratory e sono stati dimessi dall'ospedale oggi.
Ciò porta a undici il numero di pazienti guariti. Il numero totale di casi confermati nel paese fino ad oggi è di 39. Ministero della Salute Asmara 23 aprile 2020 Dal 23 al 25 aprile del 1993 si svolge il referendum popolare, sotto l’egida dell’O.N.U., per la proclamazione dell’indipendenza dell’Eritrea. Il 99,8% dei votanti si esprime a favore dell’indipendenza. Il 24 maggio l’Eritrea viene dichiarata indipendente e Isaias Afewerki eletto Presidente.
Nasce così il cinquantatreesimo stato africano. L'Etiopia e l'Eritrea firmano un protocollo di intesa chiamato "Agreement of friendship and cooperation" che concede (articolo 4 ) all'Etiopia l'utilizzo di Assab e Massawa in regime di porto franco e successivamente un ulteriore protocollo chiamato "Protocol of Agreement on Armonization of Economic Policies". Il periodo di transizione termina nel 1993 ma per la trasformazione vera e propria bisognò aspettare ancora un anno, esattamente fino al 3° congresso del Fronte che avvenne a Nakfa nel 1994, un momento che segnò la vera svolta politica in Eritrea. In questo congresso il F.P.L.E. cambia denominazione e da movimento militare si trasforma in movimento politico, con il nome di P.F.D.J. (Fronte popolare per la giustizia e democrazia), e approva la National Charter lungamente elaborata duranti gli anni della lotta per l'indipendenza e contenente i principi ispiratori della futura Costituzione. Il 3 marzo 1994 viene costituita la commissione costituzionale eritrea. Nel mese di luglio ha inizio il servizio militare nazionale obbligatorio (addestramento Sawa). |
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