ERITREA ETIOPIA
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ERITREA ETIOPIA

Eritrea 2020

1/1/2020

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Il Teff dell’Etiopia trova un compratore grazie ad Alley Oop

28/12/2019

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 scritto da Micaela Cappellini

Questa è la nostra storia di Natale. Un post scritto nel luglio scorso per far conoscere una realtà etiope e dare la possibilità di avere una vetrina in Italia. Un’azienda italiana che intravede una possibilità commerciale, la esplora e conclude un accordo. Non cambierà il mondo, ma se anche solo una famiglia avrà garantite condizioni di vita migliori, per noi di Alley Oop sarà un traguardo importante. Grazie a Micaela Cappellini che ha saputo vedere e raccontare questa storia, che oggi è sulla prima pagina del Sole 24 Ore.

Ecco la storia:

Due sorelle, un mulino tra le lamiere e il fango nelle baraccopoli alla periferia di Addis Abeba. Un cereale prezioso, il teff, che cresce solo in Etiopia e ha il dono di essere senza glutine. Un viaggio, un incontro che lascia un nodo alla gola. Un tentativo un po’ ardito: «Chi mi aiuta a trovare un compratore in Italia per il teff delle sorelle Ture?». Finiva così, con un messaggio lanciato in una bottiglia, il post pubblicato su Alley Oop, il blog al femminile del Sole 24 Ore, con la storia di queste due donne etiopi determinate a dare un futuro migliore ai loro figli e ai contadini degli altipiani.

Poi capita che i messaggi nelle bottiglie arrivino da qualche parte. E che i giornali finiscano con l’aiutare qualcuno: «Il suo articolo apparso il 10 di luglio è stato illuminante – scrive Giacomo Bartoloni, consulente della Italian Luxury Taste di Corridonia, provincia di Macerata – dopo due viaggi ad Addis Abeba insieme a Marco Valle, il titolare dell’azienda, il 4 di dicembre abbiamo firmato l’accordo per la distribuzione della farina di teff prodotta dal Molino Ture. Abbiamo l’esclusiva per l’Europa continentale, per la Russia e per tutta l’Asia tranne la Cina».

La storia in prima pagina sul sole 24 Ore del 27 dicembre 2019

Giacomo Bartoloni mi scrive due giorni prima di Natale. E questa è una storia di Natale. In tutti i sensi. Marco Valle, il titolare della Italian Luxury Taste, è un imprenditore marchigiano che di solito si occupa di import-export di vini e prodotti alimentari di lusso. Ma ha una figlia, Sofia, che neanche a farlo apposta ha compiuto cinque anni il giorno di Natale, ed è celiaca. Per questo Marco Valle conosce l’importanza dei cereali senza glutine. Sa quanto possano essere ricercati questi superfood in un Occidente sempre più disposto a pagare caro per una dieta all’insegna della salubrità.

Il teff, però, cresce solo in Etiopia e in Eritrea, a duemila metri d’altezza. Sono spighe millenarie, e soprattutto, sono spighe che il governo di Addis Abeba ha sempre vietato di esportare in quanto costituiscono la base dell’alimentazione della popolazione etiope. Fino a qualche mese fa: dopo tre anni di trafile burocratiche, sono proprio le sorelle Ture a ottenere la licenza numero 001. La prima, in tutto il Paese, che le autorizza a esportare il teff all’estero. «Se potessi venderlo in Europa a dieci, venti volte il prezzo che ha oggi qui sul mercato etiope, potrei pagare di più i contadini che riforniscono il mio mulino – mi confessa a luglio Sozit Ture – potrei reinvestire i soldi dell’export nella modernizzazione agricola. Potremmo raddoppiare la produzione». 

​E mandare a scuola tutti i bambini di queste campagne e di queste baraccopoli.


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Progetto minerario Colluli: "Un altro importante passo in avanti"

23/12/2019

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Personale di Danakali, CMSC ed ENAMCO, tra cui Hagos Gebrehiwet, responsabile Affari economici, Eritrea e Berhane Habtemariam, ministro delle finanze, Eritrea (secondo e terzo davanti a destra); AFC; Afreximbank; Consiglio del mutuatario e del prestatore; e Endeavour Financial per la firma.

Danakali ha sottoscritto un prestito di 200 milioni di dollari USA;
In corso l'esecuzione del progetto Colluli


Danakali Ltd (ASX: DNK) (LSE: DNK) ha sottoscritto un finanziamento di 200 milioni di USD per lo sviluppo e la costruzione del progetto Colluli Sulphate of Potash in Eritrea.

Ciò conferma l'impegno di finanziamento totale di 250 milioni di USD a seguito del recente impegno azionario di 50 milioni di USD di Africa Finance Corporation (AFC), per il quale è stata ricevuta la prima tranche di 21,6 milioni di USD.

Questi fondi rappresentano la maggior parte dei finanziamenti necessari per lo sviluppo e la costruzione del progetto e indicano l'inizio dell'esecuzione del progetto con la prima produzione prevista nel 2022.

I documenti sono stati eseguiti dall'operatore del progetto Colluli Mining Share Company (CMSC), AFC e African Export Import Bank (Afreximbank).

CMSC è posseduta al 50% da Danakali e dalla Eritrean National Mining Corporation (ENAMCO).

“Pietra miliare”

L'amministratore delegato di Danakali, Niels Wage, ha dichiarato: “La finalizzazione della struttura di debito  CMSC da 200 milioni di dollari è un'altra pietra miliare per Colluli.

"Danakali è molto lieto di lavorare con due importanti istituti di finanziamento dello sviluppo, AFC e Afreximbank, per far avanzare Colluli attraverso la costruzione e la produzione, promuovendo lo sviluppo sostenibile in Eritrea e offrendo valore ai nostri azionisti."

Ognuno dei principali arrangiatori incaricati, AFC e Afreximbank, contribuirà con $ 100 milioni.

La Export Credit Insurance Corporation del Sud Africa SOC Limited (ECIC) fornirà supporto di credito per la parte della struttura di AFC.

ECIC è il fornitore statale di crediti all'esportazione e assicurazioni sugli investimenti esteri del Sudafrica.

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Eritrea: continua il detto “Pian piano tutti i nodi vengono al pettine”

13/12/2019

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di Lamina 

   

ITALIA SVEGLIATI
                                     
Durante il governo di Renzi e Gentiloni, alcuni massimi esponenti politici italiani, insieme alla Chiesa, Caritas, ARCI, UNHCR Italia e alcune ONG, nonché mass-media tipo Avvenire, Internazionale, Repubblica, La Stampa e altri, quando affrontavano argomenti che riguardano gli immigrati denigravano sempre (alcuni continuano ancora) il piccolo e grande stato africano affacciato sul Mar Rosso di nome Eritrea, diventando indirettamente protettori e megafoni dei falsi richiedenti asilo politico. Oggi questa falsità di richiedenti asilo si scoperchia da sola in rete e la conferma arriva dagli stessi falsi richiedenti che in parte erano e sono immigrati provenienti dall’Etiopia in possesso di falsi documenti eritrei. 

  • Nel 2015 l’ex ambasciatore austriaco in Etiopia
  • Da circa 3 anni il settimanale Panorama, e il quotidiano Il Giornale
  • Per circa 10 anni la Comunità Eritrea presente in Italia 

avevano informato pubblicamente e denunciato ai vari uffici competenti circa i cosiddetti falsi immigrati eritrei. In particolare a livello europeo l’Ambasciatore Austriaco ufficialmente aveva rilasciato interviste informando che il 40% degli immigranti che dichiarano di essere eritrei sono in realtà etiopi. La rivista settimanale Panorama in data 30 agosto 2018, https://www.panorama.it/news/cronaca/migranti-attivisti-eritrei/ dal titolo “Eritrei: Double face” con tanto di testimonianze pubblicava un articolo dove informava il meccanismo. 

In modo continuo e dettagliato la Comunità Eritrea in Italia a chi di competenza aveva sempre informato dicendo:  ogni tanto con il supporto di alcuni giornalisti, partiti e noti personaggi politici della sinistra italiana, associazione ARCI, Chiesa, alcune ONG, ecc. che a Roma, Bologna, Lampedusa organizzano manifestazione contro l’Eritrea, e anniversario “ 3 ottobre ”, dichiarandosi che sono eritrei scappati dal “ regime dittatoriale ”, in realtà sono etiopi della regione del Tigray
  nemici n°1 del popolo eritreo e della maggioranza popolo etiope. 

Questi etiopi con la maschera da eritrei, risiedendo in Italia organizzano manifestazioni contro l’Eritrea, usufruendo della preziosa collaborazione di alcuni personaggi politici di rilevo italiani, e di un certo tipo di mass-media sempre italiana che per vari interessi e senza accertamenti fanno da eco alle varie falsità strappalacrime che vengono raccontate di volta in volta contro l’Eritrea, per rafforzare e portar avanti il progetto politico dell’allora stile mafioso governo etiope.
In modo differente, ma con stesso obbiettivo e coordinato dagli stessi sotto indicati attivisti rientra anche il disordine e la manifestazione di sgombero ex uffici Federconsorzi di Via Curtatone avvenuto il 23 agosto 2017 in Piazza indipendenza a Roma. 


Nel 2018 con l’arrivo in Etiopia del nuovo Primo Ministro Abiy, che prese il posto dell’allora destabilizzatore del Corno d’Africa governo etiope e promuovendo la pace tra Etiopia ed Eritrea, indirettamente questo cambio al potere in Etiopia scoperchiava anche lo sporco gioco dei vari loro referenti in Italia. Questi attivisti/referenti alcuni con la maschera di collaboratori/mediatori nei porti dove sbarcano gli immigrati, altri da Roma e Bologna portatori di false testimonianze presso le scuole, che a loro volta sono coordinati da altri attivisti - referenti legati alla chiesa e che sono i personaggi tipo:

  • l’ex recluso per droga a Rebibbia, nonché espulso dall’Italia, oggi indagato dalla procura di Trapani
  • la signora dei Corridori umanitari da Milano
  • giornalista dichiarante di essere italo-eritreo, ex fidanzato di una ex massima carica di stato italiano

noti a tutti noi perché in tutti questi anni e in modo continuo in particolare i primi due attivisti legati alla chiesa, facevano spola fra Italia ed Etiopia per coordinare le varie attività da intraprendere mirate sempre a denigrare l’Eritrea.

Continuando nel loro lavoro di imbrogliare le istituzioni italiane dichiarandosi eritrei, in questi giorni i cittadini etiopi residenti in Italia, in Europa, appartenenti all’ex governo etiope, hanno iniziato a scambiarsi e postare su Facebook e Messenger dei post tipo “quasi autodenunciante” dove informano a tutti i loro compaesani etiopi originari del Tigray e titolari di DOCUMENTI ERITREI, di NON PARTECIPARE all’incontro programmato lo scorso 24 Novembre presso l’Ambasciata etiopica di Roma, (ved. avviso in lingua etiopica nella foto in apertura) per paura che in qualche modo possano essere scoperti. L’iniziativa dell’invito genuino promossa dall’Ambasciata Etiope a Roma serviva per parlare, discutere e migliorare i servizi e altre iniziative future che l’ambasciata sarebbe per offrire ai propri concittadini residenti in Italia.
​ 

Grazie anche a questo sopra documentato post, si può concludere dicendo che questi falsi immigrati richiedenti asilo che sono di NAZIONALITA’ ETIOPE, ma presentandosi alla prima frontiera italiana tipo Lampedusa o altro, con documenti eritrei ottenuto probabilmente rubando, falsificando o anche acquistando, si trovano a essere in possesso di DOCUMENTI ITALIANI ( permesso di soggiorno, carta di soggiorno, nazionalità italiana, ecc. ) dove alla voce originario viene indicato eritreo, ma che in pratica non lo sono. Come descritto sopra, nonostante le varie denunce e informazioni fatte e dette alle istituzioni, ma mai ascoltate e non prese in considerazione per essere verificate, oggi il gioco si scoperchia da solo. 


Alla luce dei fatti il meccanismo dei falsi eritrei, di nazionalità etiopica è che:
  1. Essendo non eritrei, non possono produrre documenti dall’Ambasciata Eritrea. Per ovviare questo, negli anni passati abbiamo assistito a vari racconti di questi etiopi, aiutati anche da alcuni parlamentari di rilievo della sinistra per continuare tranquillamente nello loro sporco gioco di falsificazione. Ad es. se qualche serio funzionario della questura, comune o altri uffici pubblici, per vari motivi chiede all’interessato immigrato, di presentare qualche documento rilasciato dall’Ambasciata o Consolato eritreo in Italia, tutti i falsi eritrei per giustificarsi hanno inventato la falsa storia dicendo : “ non posso presentare un documento che attesti il mio essere eritreo, perché se per richiederla ci presentiamo all’Ambasciata eritrea, ci segnalano e arrestano i nostri genitori in Eritrea ”. Nonostante questa giustificazione sia una bufala, un ingenuo funzionario pubblico ci crede non per quanto detto dall’immigrato falso eritreo che ha tutto l’interesse in capitolo, ma perché un parlamentare del partito socialista Senatore Buemi nel 2017 insieme ad altri parlamentari della sinistra senza documentarsi avevano presentato un’interrogazione parlamentare in merito.
  2. Viceversa, nonostante siano etiopi, non possono presentarsi all’Ambasciata dell'Etiopia, perché:   alla richiesta da parte dell’Ambasciata etiopica, che per qualche motivo chiede di esibire un documento italiano (foglio di soggiorno, carta di soggiorno, carta d’identità, passaporto italiano, ecc.) rilasciata dalle autorità italiane è indicato che sono cittadini eritrei oppure​ se per qualche motivo l’Ambasciata Etiopia rilasciasse qualche lettera o attestazione indirizzata alla questura, comune ecc. deve per forza indicare che è cittadino etiope, altrimenti non ha senso presentarsi, motivo per cui si scoperchia la falsità Pertanto se i loro amici giornalisti e alcuni politici di rilievo non fossero anche i loro protettori italiani, tutto quanto che sembra essere scoperchiato solo ora, in un paese che non è l’Italia, questo non sarebbe mai accaduto, e il problema dell’immigrazione avrebbe avuto una soluzione più semplice. Dico Italia perché tutto parte dal territorio italiano con il primo sbarco, di solito a Lampedusa ecc. dove li aspettano i cosiddetti mediatori culturali, amici dei sopra descritti attivisti, che a seconda del caso facilitano nella traduzione la  storia che i richiedenti asilo raccontano. Racconti che per forza di cose devono essere contro il governo eritreo e rigorosamente strappalacrime. 

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Il PM Abiy Ahmed nel discorso di accettazione del Nobel ha dichiarato:

10/12/2019

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"Accetto questo premio a nome del mio collega e compagno in pace Isaias Afwerki, la cui buona volontà, fiducia e impegno sono stati fondamentali per porre fine allo stallo di due decenni tra i nostri paesi".

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Pranzo presso Casa Nakfa a Roma

8/12/2019

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Generazione senza diritti

6/12/2019

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