YPFDJ @Wembley Stadium aprile 2019
A nome dell'Ambasciata dello Stato dell'Eritrea vorremmo ringraziare l'Hilton Wembley, il Wembley Park, lo stadio di Wembley, tutta la direzione per aver ospitato la Conferenza dei YPFDJ a Wembley. Wembley è uno degli stadi più famosi al mondo. È un luogo di livello internazionale che attrae alcuni dei più grandi eventi sportivi, musicali e di intrattenimento e oltre 2 milioni di visitatori all'anno. Essendo il più grande stadio di calcio e luogo di concerti nel Regno Unito, con una storia leggendaria, Wembley offre un'esperienza di prima classe per gli appassionati di calcio, musica e sport. È il luogo perfetto per organizzare e celebrare gli eventi più importanti del mondo, come la XV° Conferenza Europea YPFDJ. Wembley è la sede della nazionale di calcio inglese, così come della finale di FA Cup e le semifinali, lo stadio ospita regolarmente anche altri importanti eventi sportivi tra cui partite della stagione regolare della NFL ed è conosciuto in tutto il mondo per i suoi epici concerti musicali. Embassy Media
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La Conferenza episcopale eritrea ha diffuso oggi, domenica 28 aprile, una Lettera pastorale in occasione della Pasqua Orientale del rito copto alessandrino cattolico. Il documento di 30 pagine, è un richiamo alla riconciliazione nazionale e ha per titolo: “Pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini” (Ef. 2,17)
Sarà diffusa oggi la Lettera pastorale che la Conferenza episcopale dell'Eritrea ha scritto ai fedeli per sostenere il processo di pace in corso tra il loro Paese e l'Etiopia avviato lo scorso giugno, dopo 20 anni di guerra. Nell’introduzione, i vescovi esprimono gioia e gratitudine al Signore per questo, mentre assicurano di pregare per gli immigrati, i carcerati, per le vittime dei trafficanti, per tutti quelli che hanno perso la vita a causa delle violenze perché trovino accoglienza nella casa del Padre. Augurano al loro popolo pace e serenità e auspicano che quanti vivono in condizioni difficili nelle zone di frontiere tra i due Paesi possano tornare alla normalità della vita. “Preghiamo – scrivono - perché la demarcazione delle frontiere avvenga in maniera soddisfacente per il bene di tutti due i popoli, perché possano continuare le loro relazioni normali di ogni giorno” e si dicono pronti a collaborare, come leader religiosi, perchè ciò si realizzi. Il passato doloroso del Paese: no ai muri, sì ai ponti In questo mondo senza scrupoli dove si vuole costruire i muri della divisione – si legge nel testo - noi vogliamo eliminare ogni separazione, solo così possiamo costruire una nazione caratterizzata da unità e armonia. E affrontano una questione centrale: a causa della guerra il nostro Paese nel passato ha vissuto una grande marginalizzazione. Per vari motivi il destino dei nostri giovani, delle nostre madri, e delle famiglie - scrivono - era diventato soltanto immigrare e abbandonare la propria casa. In mancanza di soluzioni adeguate, tutto questo continua e la diaspora della nostra gente mette in pericolo l’esistenza e la continuità del Paese stesso. Superare le difficoltà attraverso il dialogo Nella loro Lettera, i presuli propongono soluzioni che aiutino ad uscire dalla difficile situazione in cui si trova il Paese. Prima fra tutte il dialogo che deve coinvolgere sia chi sta nel Paese chi fa parte della diaspora, perché solo sulla base solida del dialogo, della pace e del perdono è possibile costruire il futuro. E’ necessario - scrivono - crescere insieme come popolo e come Paese, senza lasciare nessuno indietro. L'invito a pregare perchè il Signore doni il suo aiuto I vescovi eritrei richiamano il loro popolo a porre la speranza e la fede nel Signore, in questo momento di dura prova per il Paese c'è bisogno più che mai della Sua protezione che ha guardato al suo popolo sempre con uno sguardo di misericordia e di amore. I presuli innalzano quindi una preghiera a Dio, dicendosi sicuri che Egli verrà in suo aiuto: “Dio ci illumini e ci doni la sua grazia. Benedica il nostro popolo e la nostra patria. Ci doni la luce della Sua resurrezione”. Un viaggio-racconto tra Etiopia ed Eritrea, due Paesi che dopo anni di conflitto hanno avviato un percorso di riconciliazione, culminato con la firma di uno storico accordo di pace.
È questa la cornice in cui prende il via “Passaggio in Eritrea ed Etiopia”, progetto curato dal fotografo e giornalista Antonio Politano e dall’associazione Cultura del Viaggio e realizzato con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, nell’ambito del programma "Italia, Culture, Africa". I paesaggi, la cultura, ma anche i volti delle persone e le loro storie di vita quotidiana saranno raccontati dagli scatti e dalle parole di un gruppo di allievi fotografi italiani, eritrei ed etiopi coordinato da Politano. In ciascuno dei due Paesi, un fotografo/narratore locale si unirà al gruppo per approfondire ed arricchire di punti di vista il racconto. Ad Asmara e ad Addis Abeba, sono inoltre previste delle sessioni di formazione aperte a fotografi e studenti locali che contribuiranno con loro contenuti al progetto. Partito dall’Etiopia, in Dancalia, il gruppo si sposterà nelle prossime settimane lungo la rotta storica, fino al Lago Tana e ad Addis Abeba, per poi arrivare ad Asmara e proseguire attraverso l’altopiano eritreo fino a città-mercato e isole più remote. Un viaggio di quaranta giorni che la Farnesina seguirà attraverso i propri canali social media. (aise) ASMARA - Il vice ministro agli Affari Esteri Emanuela Claudia Del Re ha ricevuto ieri la Vicepreside della Scuola Italiana Statale di Asmara, Rossana Di Bianco, che le ha consegnato i disegni degli alunni della Scuola Primaria relativi al Concorso "Io e la Pace: cosa è cambiato dal 9 luglio 2018".
Questo concorso è stato fortemente voluto dal vice ministro al fine di cementare l'unione tra le due scuole italiane di Asmara e Addis Abeba e iniziare un percorso di arricchimento e di scambi culturali fra i due Paesi, Eritrea e Etiopia, dopo tanti anni di scontri. È stata anche l'occasione per discutere delle ormai note criticità che la scuola Italiana di Asmara sta affrontando quotidianamente a seguito dell'applicazione del decreto Legislativo 64/17 e della riduzione del contingente di ruolo prevista dal DM 2501/18. Il vice ministro ha accolto le istanze e garantito un suo intervento congiunto con il Miur. (r.d.b.\ aise) E’ entrato finalmente in distribuzione il primo romanzo dell’artista e intellettuale eritreo Daniel Wedi Korbaria “Mother Eritrea”. Dopo tanta attesa seguita alla prenotazione sabato l’ho ricevuto e ho voluto dedicare il giorno di Pasqua alla sua lettura. Conosciuto per il suo grande impegno a favore dell’Eritrea espresso attraverso un’infinità di scritti e opere teatrali, ma soprattutto per l’incessante attivismo politico, Daniel è stato per anni la tipica spina nel fianco dei tanti pennaioli che hanno imperversato liberamente attraverso i media ufficiali e il più vasto mondo della pseudo informazione via Web. Innumerevoli i suoi interventi puntuali e circostanziati a contrastare le più sfacciate campagne mediatiche orchestrate da forze occulte al solo scopo di demonizzare l’Eritrea e il suo governo che gli hanno fruttato l’ostracismo di quanti venivano sbugiardati e ridicolizzati agli occhi del grande pubblico che cominciava grazie a lui a ragionare con crescente cognizione di causa e farsi domande. Da alcuni mesi i tempi sono cambiati e con i profondi avvicendamenti al vertice del potere in Etiopia la verità è venuta alla luce. Il mondo intero ha dovuto riconoscere i grandi meriti del Governo eritreo capace di traghettare il proprio paese attraverso il mare in tempesta delle ingiustizie e delle oppressioni fino alla promettente calma piatta della pace, anche se il prezzo da pagare per la sua gente è stato altissimo. Daniel con il suo primo romanzo ha voluto affrontare questo tema doloroso e descrivere quanto ha sofferto la povera gente eritrea in tutti questi anni di soprusi e privazioni, attraverso le vicende umane di una giovane Madre che si ritrova sola a dover trovare il modo giorno dopo giorno di sopravvivere crescendo allo stesso tempo due figli piccoli. Il risultato è un’opera avvincente che tiene il lettore in una costante condizione di compartecipazione e condivisione tale da rendere arduo perfino il solo sospendere la lettura. Le emozioni si susseguono a ritmo serrato in una ambientazione talmente familiare che ognuno di noi potrebbe facilmente riconoscersi in alcuni dei personaggi descritti. Mother Eritrea è un romanzo imperdibile per chiunque ami la buona lettura e abbia a cuore l’Eritrea, ma in particolar modo per chi ha vissuto in Asmara il periodo buio dell’oppressione del Derg durato fino alla liberazione del paese. per ordinare il libro cliccare qui
Si è riunita il 19 aprile a Londra la XV° Conferenza YPFDJ-Europa il sotto il tema "La costruzione della nazione nell'era della pace e dello sviluppo".
La conferenza è stata ufficialmente aperta dal sig. Yemane Gebreab, capo degli affari politici della PFDJ. Alla conferenza di quattro giorni partecipano ambasciatori e diplomatici eritrei e circa 700 rappresentanti dei giovani provenienti da Europa e America. Indicando che la pace prevalente è il risultato di una forte capacità di ripresa del popolo eritreo e della sua leadership, la signora Rahel Seyum, presidente della YPFDJ-Europa, ha auspicato il trasferimento dei nobili valori dell'Eritrea alle prossime generazioni. Sottolineando che la conferenza si svolge nel momento in cui il popolo eritreo è emerso vittorioso contro cospirazioni esterne che hanno come obiettivo la sovranità eritrea, il sig. Estifanos Habtemariam, ambasciatore eritreo nel Regno Unito e nell'Irlanda del Nord, ha chiesto il rafforzamento della capacità organizzativa e del contributo all'unità di sviluppo. Il presidente della National Union of Eritrean Youth and Students, il signor Saleh Ahmedin, da parte sua, ha chiesto la partecipazione attiva dei giovani al processo di costruzione della nazione. Nel suo discorso, il sig. Yemane Gebreab, indicando che le cospirazioni per invertire l'indipendenza e la sovranità dell'Eritrea sono state sventate per la seconda volta, ha sottolineato che l'era della pace richiede di canalizzare tutte le risorse per lo sviluppo del paese. La presidentessa della filiale dell'Unione nazionale delle donne eritree in Europa, la signora Negisti Tsegai e la signora Ruby Sandhu, amica dell'Eritrea, hanno diffuso messaggi di solidarietà. ETIOPIA
Il governo etiopico ha reagito agli sviluppi politici nel vicino Sudan con una dichiarazione rilasciata dall'ufficio del primo ministro Abiy Ahmed. La dichiarazione di lunedì 15 aprile arriva quasi una settimana dopo che Omar al-Bashir è stato costretto a lasciare il potere dai militari. Egli era stato sottoposto da mesi di pressioni da parte di proteste anti-governative. La dichiarazione contiene elogia i manifestanti per la loro capacità di recupero, pur rimanendo organizzati e ordinati. "I vostri sforzi per esprimere le richieste in modo responsabile riflettono le aspirazioni per un Sudan rafforzato e democratico", si legge nella dichiarazione. È importante anche garantire che qualsiasi differenza nelle idee che si presentano sia trattata in modo pacifico e paziente per giungere alla comprensione e all'allineamento reciproci. Il vostro vicino Etiopia sarà sempre con voi. Nella dichiarazione è anche stato lodato il consiglio militare che ha supervisionato la transizione per i suoi sforzi nell'ascoltare l'appello del popolo sudanese esortando le varie parti interessate a continuare nello spirito di dialogo e confronto di idee per realizzare un Sudan unito. Il Sudan ha chiuso tutti i suoi confini e lo spazio aereo sulla scia della cacciata di Bashir. A Khartoum i manifestanti continuano con il decimo giorno di una campagna di sit-in nei locali del quartier generale dell'esercito. L'azione ha costretto i militari a deporre Bashir e annunciare una transizione di due anni che è stata respinta dai leader della protesta. I militari hanno ribadito che volevano solo detenere i ministeri della difesa e dell'interno e che offrivano ai manifestanti di nominare un primo ministro incaricato delle attività del governo. I manifestanti e la comunità internazionale stanno spingendo per un immediato ritorno al dominio civile con rapporti che dimostrano che i gruppi di opposizione fanno anche richieste per le riforme del sistema politico ed elettorale. Il 20 marzo 2019, presso il Centro internazionale di Vienna (palazzo delle Nazioni Unite) a Vienna, la Federazione della pace universale ha co-sponsorizzato una conferenza sul tema: "Prospettive per la pace e lo sviluppo sostenibili nel Corno d'Africa", che è stata organizzata dal missione dell'Eritrea alle Nazioni Unite a Vienna.
200 ospiti hanno partecipato all'evento. La conferenza è stata organizzata sulla base dell'importante cambiamento avvenuto nel Corno d'Africa, quando i leader dell'Etiopia e dell'Eritrea, il 9 luglio 2018, hanno firmato una dichiarazione che poneva fine allo stato di guerra tra i due paesi. Il summit tra il presidente eritreo Isaias Afwerki e il primo ministro etiope Abiy Ahmed nella capitale eritrea, Asmara, aveva segnato l'incontro dei capi di stato per la prima volta dopo due decenni. Questo è stato un punto di partenza di incontri che hanno creato nuove relazioni tra Gibuti, Eritrea, Etiopia, Somalia, Sud Sudan e Sudan. Nelle sue osservazioni di benvenuto, il dott. Martin Nesirky, direttore dell'UNIS di Vienna, ha ricordato l'audince che nel 2019 le Nazioni Unite celebrano il loro 40° anno a Vienna. Ha citato il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, che ha affermato che il nostro mondo sta subendo forti sollecitazioni. Ma ci sono anche segni di speranza come la dichiarazione firmata dall'Eritrea e dall'Etiopia dopo 20 anni di conflitto e stallo. Questo è un esempio di coraggio che ha un effetto positivo in tutta la regione. La prima sessione è stata moderata da Peter Haider, Presidente di UPF Austria. Nelle sue osservazioni introduttive ha detto: "Il Corno d'Africa gode di un'eccellente posizione strategica a sud-ovest del Mar Rosso e del Golfo di Aden. Si riferisce a quattro paesi - Etiopia, Eritrea, Somalia e Gibuti - ma, nel suo più ampio contesto politico ed economico, il termine include anche il Sudan e il Sud Sudan. L'importanza strategica di questa regione dell'Africa orientale deriva dalla sua origine del Nilo e da una porta sul Mar Rosso e sul Golfo di Aden. La sua posizione su un lato di alcune delle principali rotte marittime e terrestri commerciali del mondo conferisce un'importanza vitale. La sua importanza aumenta a causa della sua vicinanza alla penisola araba ricca di petrolio. L'area è sempre stata una calamita per le potenze internazionali a causa del traffico marittimo che scorre, dei principali porti della zona, delle incredibili ricchezze nelle vicinanze, del commercio di armi, dei punti di attraversamento per le persone e le merci e dei pericoli della pirateria. Il Corno d'Africa, con la sua posizione geostrategica, è una fonte, nonché un'area di transito e destinazione di flussi migratori misti, e un centro di rotte migratorie verso l'Europa, i paesi del Golfo e il Medio Oriente e l'Africa meridionale. La sessione ha visto discorsi di diplomatici di alto livello dall'Austria e nazioni del Corno d'Africa. Il dott. Werner Fasslabend, presidente di AIES e ex ministro della Difesa austriaco, ha descritto il significato della svolta politica nel Corno d'Africa e le prospettive che ha aperto per quella regione e le regioni circostanti. Rappresentando le nazioni del Corno d'Africa, l'Ambasciatore del Sudan in Austria, H.E. Mirghani Abbaker Altayeb Bakhet, l'ambasciatore di Gibuti in Germania e H.E. Aden Mohamed Dileita, l'Incaricato d'Affari e Assessore del Ministro della Missione Permanente della Somalia all'UNIDO, ha condiviso le loro prospettive sulle opportunità e le sfide per lo sviluppo della loro regione. Il dott. Andreas Melan, capo del dipartimento Africa presso il ministero austriaco per gli affari europei e internazionali - ex ambasciatore austriaco in Etiopia - ha esaminato la situazione dei rapporti tra l'Austria e il Corno d'Africa con una prospettiva dell'Unione europea. H.E. Abdukadir Bakri Hamdan, il rappresentante della Missione permanente dell'Eritrea presso l'ONU, principale organizzatore dell'evento, ha concluso ricordando la lotta del suo paese per ottenere l'indipendenza e il riconoscimento dalla comunità internazionale, e ha sottolineato come il recente accordo di pace tra Eritrea e l'Etiopia ha segnato una nuova era per il popolo eritreo e per i popoli del Corno d'Africa. La seconda sessione è stata moderata da Tageldin Hamad, Vice Presidente di UPF International e Direttore dell'Ufficio UPF per le relazioni delle Nazioni Unite. Facendo luce sul loro campo di attività nella regione, diversi esperti hanno preso la parola: Shaukat Abdulrazag, direttore per l'Africa presso il Dipartimento di cooperazione tecnica dell'AIEA; Abdalla Sharief, il Presidente dell'Associazione dei Corrispondenti delle Nazioni Unite a Vienna; Il capitano Simon Gebre Yohannes Neguse, del programma Eritrean Nuclear Security; Mr. Hassan Eltigani Malic, di Awethu, Forum per promuovere l'Unità africana nella diversità. L'imprenditore austriaco Reinhard Trinkl ha parlato del progetto dell'Associazione per lo scambio di concetti ambientali per il Corno d'Africa. E Jacques Marion, segretario generale di UPF Europe, ha concluso la sessione con un rapporto sulle attività di UPF in Africa e ha menzionato il terzo premio Sunhak per la pace recentemente assegnato dal fondatore dell'UPF a due vincitori africani: il dott. Akinwum Adesina, presidente dello sviluppo africano Bank e la top model somala Waris Dirie ambasciatrice delle Nazioni Unite che aveva iniziato la campagna per denunciare le mutilazioni genitali femminili. Per concludere l'evento, la signora Camilla Habsburg ha letto una lettera di apprezzamento, che sarà inviata al presidente eritreo Isaias Afwerki e al primo ministro etiope Abiy Ahmed: "I partecipanti alla conferenza" Prospettive per una pace e uno sviluppo sostenibili nel Corno d'Africa , "Che si è svolto il 20 marzo 2019, nel Centro Internazionale di Vienna (Nazioni Unite), vogliono esprimere la loro gratitudine per il coraggio e la visione che i leader politici delle nazioni del Corno d'Africa stanno mostrando per poter ricominciare verso la pace e la prosperità reciproca. Questo serve da esempio per l'intero continente africano e per il mondo. ". Corno d'Africa Iniziativa di pace - Federazione universale di pace - Forum Awethu per promuovere l'unità africana nella diversità - Federazione delle donne per la pace mondiale - Associazione dei corrispondenti delle Nazioni Unite Vienna - Istituto austriaco per la politica europea e di sicurezza Dichiarazione del presidente della Commissione dell'Unione Africana sulla situazione in Sudan12/4/2019 Addis Abeba, 11 aprile 2019 Il presidente della Commissione dell'Unione africana, Moussa Faki Mahamat, segue da vicino gli sviluppi in corso in Sudan, in particolare l'annuncio del primo vice presidente e ministro della Difesa, il generale Awad Ibn Auf, sulla sospensione della Costituzione, lo scioglimento dell'Assemblea nazionale, la formazione di un governo di transizione a guida militare che regnerà per due anni e l'arresto del presidente Omar Al Bashir, nonché l'imposizione di uno stato di emergenza per tre mesi. Il Presidente esprime la convinzione dell'Unione Africana che un governo transitorio a guida militare non è la risposta adeguata alle sfide che il Sudan ha di fronte e alle aspirazioni della sua popolazione. Il presidente ricorda la Dichiarazione di Lomé del 2000 sul cambio di governo incostituzionale e la Carta africana su democrazia, elezioni e governance, che condannano fermamente qualsiasi cambiamento incostituzionale del governo e impegna gli stati membri al rispetto dello stato di diritto, dei principi democratici e della diritti. In considerazione degli sviluppi in corso, il presidente ribadisce tali disposizioni e attende con impazienza che la riunione del Consiglio per la pace e la sicurezza affronti rapidamente la situazione e prenda decisioni appropriate. Nel frattempo, il presidente invita tutti gli interessati a esercitare la calma e il massimo rispetto e a tutelare i diritti dei cittadini, degli stranieri e della proprietà privata nell'interesse del paese e della sua popolazione. Il presidente invita inoltre tutte le parti interessate a impegnarsi in un dialogo inclusivo per creare le condizioni che consentano di soddisfare le aspirazioni del popolo sudanese alla democrazia, al buon governo e al benessere e ripristinare quanto prima l'ordine costituzionale. Il presidente esprime la solidarietà dell'Unione africana con il popolo del Sudan e si impegna a sostenere il Sudan durante questo periodo, in linea con gli strumenti e i principi pertinenti dell'UA. Ebba Kalondo Portavoce del presidente della Commissione dell'Unione Africana |
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Settembre 2024
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