Il Messaggero.it - «Non bastano gli orrori della guerra, gli stenti di fughe interminabili, i rischi del mare aperto, lo sfruttamento economico e sessuale. Sulla pelle dei migranti sta emergendo un ennesimo scandalo: il sospetto - che purtroppo non sembra totalmente privo di fondamento - di una manipolazione a fini economici e politici anche delle operazioni di salvataggio». Lo sottolinea l' Osservatore Romano riferendosi alle polemiche di questi giorni sul ruolo delle Ong nelle operazioni di soccorso dei migranti... continua a leggere dalla fonte Leggi anche:
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Domenica 23 aprile si è tenuto a Milano un seminario dell'Ambasciatore Fessahzion Pietros su argomenti riguardanti lo sviluppo nazionale e questioni di politica internazionale.
Gli aggiornamenti proposti sono stati incentrati sullo stato dei programmi in corso di attuazione in Eritrea seguiti da approfondimenti sulle maggiori tematiche che stanno attualmente caratterizzando le relazioni fra nazioni che vedono come protagonista l'Eritrea. L'incontro ha visto una nutrita partecipazione da parte dei membri della Comunità. Crisi dei migranti in Italia: le associazioni di beneficenza colludono con i contrabbandieri24/4/2017 Un procuratore italiano afferma che ha delle prove che alcune delle associazioni per il salvataggio dei migranti nel Mar Mediterraneo sono in collusione con i contrabbandieri.
Carmelo Zuccaro ha detto a La Stampa che le telefonate per salvare le navi arrivavano dalla Libia. Le organizzazioni coinvolte in operazioni di salvataggio hanno respinto le accuse di collusione, dicendo che la loro unica preoccupazione è salvare vite umane. L'Italia è la via principale per i migranti che cercano di raggiungere l'Europa. Secondo l'agenzia di rifugiati delle Nazioni Unite, quasi un milione di persone sono annegate nelle acque tra Libia e Italia quest'anno. Nello stesso periodo sono state salvate quasi 37.000 persone , un aumento di oltre il 40% rispetto allo scorso anno, secondo le cifre. "Abbiamo prove che esistono contatti diretti tra alcune ONG [organizzazioni non governative] e i trafficanti di persone in Libia", ha detto il sig. Zuccaro a La Stampa. Ha detto che le chiamate telefoniche sono state fatte dalla Libia e che i soccorritori utilizzavano segnali luminosi per dirigere i contrabbandieri e spegnevano i transponder per non far tracciare le imbarcazioni. Ma non ha detto che avrebbe aperto un'indagine penale. I commenti di Zuccaro arrivano in mezzo a una crescente critica dell'attività delle ONG nel Mediterraneo. L'agenzia di frontiera UE Frontex ha dichiarato che il lavoro era equivalente al fornire un servizio taxi in Europa. Ma Chris Catrambone, che ha co-fondato la ONG della Migrant Offshore Aid Station per salvare i migranti, ha detto all'agenzia di stampa Reuters "se noi non fossimo stati là ci sarebbero stati più morti". fonte BBC Una delegazione guidata da Ahmed Mohamed Mahmud, presidente della British Eritrean Community Organisation & Network (Becon) ha presentato una lettera insieme con una petizione firmata da 3985 persone all'ufficio del primo ministro Theresa May a Downing Street n° 10 martedì 2 Febbraio 2017.
L' oggetto della petizione è quello di presentare al governo britannico e al primo ministro Theresa May: 1. Un richiamo, come generazioni di eritrei hanno fatto prima, di porre fine al ciclo storico di ingiustizie contro l'Eritrea. 2. Un richiamo ai garanti dell'accordo di Algeri tra Eritrea ed Etiopia ad assumersi le loro responsabilità legali e prendere le misure necessarie per forzare l'Etiopia a liberare i territori occupati eritrei. 3. Un appello al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per annullare e abrogare le ingiuste sanzioni imposte sull'Eritrea. 4. Un invito al governo britannico, come membro permanente del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, a svolgere il proprio ruolo responsabile nel premere l'Etiopia affinché rispetti gli obblighi del trattato. di Daniel Wedi Korbaria
Era tutto organizzato. Arrivati in Olanda i 600 eritrei provenienti da tutta Europa hanno trovato ad accoglierli al cancello del NH Hotels di Veldhoven giornalisti, televisione e fotoreporter per filmare e raccontare ciò che una trentina di hooligans pseudo eritrei avrebbero combinato fintamente contenuti dalla polizia olandese. Proprio per la gioia dei media olandesi questo esiguo gruppo di facinorosi ha gridato a squarciagola minacciando di uccidere uno ad uno tutti i partecipanti alla 13esima conferenza dei giovani eritrei del YPFDJ. Come facevano media e teppisti a sapere il luogo esatto della conferenza quando gli stessi organizzatori non l’avevano rivelato nemmeno ai partecipanti? A rendere pubblico il nome dell’hotel è stato lo stesso sindaco di Veldhoven Jack Mikkers e l’ha fatto senza aver avuto l’autorizzazione degli stessi organizzatori e senza aver consultato il manager del NH Hotels. Di solito, l’indirizzo della conferenza non viene mai rivelato a nessuno fino all’ultimo proprio per evitare che il regime in Etiopia mandi i suoi scagnozzi con la bandiera della Federazione a fare da guastafeste. Gli eritrei lo hanno imparato da varie esperienze passate durante la festa dell’Indipendenza o il Festival eritreo. Che fosse un atto premeditato è stato chiaro da subito a tutti i partecipanti alla conferenza: qualcuno aveva organizzato quella brutta accoglienza, qualcuno voleva far saltare la conferenza. Proprio in quei giorni, uno degli hooligans di nome Kubrom Dafla conosciuto dai più per i suoi legami con i TPLF al potere in Etiopia, ha postato sul suo profilo facebook un appello che sa di confessione dove chiamava all’adunata tutti gli anti eritrei residenti in Olanda e li invitava a recarsi sul luogo della conferenza dicendo: “L’Amministrazione comunale e il governo centrale olandese stanno solo aspettando la nostra manifestazione per cancellare la conferenza. Anche i giornalisti e i media stanno già lì ad aspettarci (…) gli oppositori internazionali ci stanno finanziando e ci incoraggiano, il governo e i media olandesi sono con noi”. Ma a tirare i fili della marionetta Dafla c’erano il giornalista anti eritreo Martin Plaut, numero uno per le sue fake news sull’Eritrea, e l’accademica e attivista del regime-change Mirjam van Reisen già proprietaria di EEPA una Ong indirettamente finanziata da Soros. Questi due “signori” hanno fatto appello al governo olandese chiedendogli la cancellazione della conferenza. “Qualcuno ha un’idea di come possiamo fermare questo?” chiedeva la professoressa sul suo profilo facebook. Per raggiungere il loro scopo hanno incitato all’odio e alla rivolta alcuni poveri rifugiati in attesa dei documenti di soggiorno chiedendogli di partecipare alla dimostrazione se davvero erano contro il governo eritreo. E i ricattabilissimi rifugiati “eritrei” hanno lasciato i campi di accoglienza per partecipare a questa manifestazione violenta senza sapere che sarebbero stati usati come Black Block per fermare una conferenza pacifica e ufficialmente autorizzata da un anno. I poveri rifugiati sono serviti per dare un volto africano alla contestazione organizzata dagli olandesi stessi usando la tecnica che gli USA hanno adottato quando per sanzionare l’Eritrea la fecero passare per un’iniziativa del Gabon o di Gibuti. La violenza scatenata dai rifugiati era necessaria per far saltare la conferenza. Senza il loro contributo il sindaco non avrebbe potuto fermarla. Difatti così è stato. Quando sono arrivati i pullman pieni di ignari e pacifici eritrei è partita la farsa e nello scontro qualcuno dei partecipanti è stato vittima di aggressioni non solo verbali ma anche fisiche come riportato dal tweet di un giornalista: quello con la giacca blu ha colpito qualcuno in testa. di Daniel Wedi Korbaria
Il business dell’immigrazione, chi se ne occupa vince! tratto da "TANGENTOPOLI MEDIATICA"... Chi non vorrà fare outing è sicuramente Gabriele Del Grande, giornalista del Redattore sociale e proprietario di Fortress Europe che è diventato famoso occupandosi di “immigrati”. Monotematico, ha girato film e scritto libri sempre sull’immigrazione perché sa che con l’immigrazione si mangia, eccome se si mangia. Sul sito della OSF c’è scritto: “Open Society Foundations ha già sostenuto il regista Gabriele Del Grande e il suo blog Fortress Europe”. Così come è stato finanziato il progetto Io sto con la sposa: quando i migranti diventano eroi , un film-documentario ideato per promuovere la migrazione clandestina in nome dei diritti umani. Del Grande è lontano dall’essere un paladino dei Diritti Umani in quanto nelle sue campagne contro l’Eritrea promuove quell’idea assai poco democratica che, con la scusa di tutelare i rifugiati eritrei, nega di “dare voce” alla Comunità Eritrea in Italia sospettata di essere come la Gestapo che fa arrestare i genitori dei migranti rimasti in Eritrea. Eppure non c’è mai stato un solo caso del genere ma a lui basta solo il sospetto. Purtroppo Del Grande non è il tipo da “Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo” ed anche: “Tutti sono innocenti finché non viene dimostrata la loro colpevolezza”. Secondo la Carta dei Doveri: “Il giornalista rispetta sempre e comunque il diritto alla presunzione d'innocenza.” di Elias Amare
Emergono altre prove che coinvolgono il #governo olandese nella violenta perturbazione alla conferenza del Movimento giovanile #ypfdj #Eritrea in Veldhoven, Paesi Bassi, il 13 aprile, 2017. Uno dei principali organizzatori di questa violenta azione di disturbo da teppisti è un uomo chiamato Kubrom Dafla Hosabay, che è un complice di bassa lega della donna olandese, Mirjam Van Reisen, un auto-proclamata "esperta di Eritrea", ma in realtà attivista/agente anti-Eritrea e a favore del Regime-Change. Il 13 aprile, 2017 alle 10:08 am, ore prima che la violenta agitazione da parte di circa 30 teppisti, Kubrom Dafla Hosabay ha scritto il seguente post in tigirnya sul suo diario di Facebook, che ho tradotto in inglese: " Chiamata per coloro che vivono in Olanda, in particolare quelle in prossimità di Eindhoven, per andare alla conferenza di Veldhoven, oggi. La nostra intenzione è andare la con l'unico presupposto di chiudere o bloccare la conferenza. L' Amministrazione Comunale di Veldhoven e, il governo centrale Olandese stanno aspettando la nostra opposizione. Al fine di chiudere la conferenza hanno bisogno della nostra opposizione. La stampa e i media sono tutti lì. Questa è un'opportunità storica che non dobbiamo perdere. Quelli in prossimità di Eindhoven dovrebbero essere sul posto di fronte a noi alle 2:00 [PM] e noi ci aggiorniamo più tardi. Non e' necessaria altra preparazione. Molti "in cerca di giustizia" provenienti da tutto il mondo ci stanno regalando soldi e sostegno morale per andare a Veldhoven. I media e il governo sono solidali con noi. Diffondere il mio messaggio ampiamente tramite facebook e Twitter. Telefonare per ricordarlo a coloro che in sono in Olanda. Invitate tutte le persone che conoscete". Questo significa che le autorità olandesi hanno saputo in anticipo della violenta agitazione. Su youtube c'è anche un video messaggio caricato il 9 aprile dallo stesso uomo, Kubrom Dafla, che essenzialmente richiama alla violenta contestazione dell'imminente Conferenza giovanile eritrea del 13 Aprile https://youtu.be/jZa06ZsRIt0 Come conseguenza circa 30 elementi violenti si sono riuniti all'ora stabilita nel pomeriggio del 13 aprile di fronte all'hotel che era il luogo di lavoro per la 13° Conferenza del movimento giovanile eritreo YPFDJ. I 650 partecipanti alla conferenza sovrastavano per numero i circa 30 teppisti. Alcuni dei partecipanti alla conferenza sono stati attaccati dai vandali e minacciati apertamente con un linguaggio volgare, violento. I teppisti continuavano a gridare "ኣቱም ደቂ ሸ *^ ጣ : ክንቀትለኩም ኢና" (figli di puttana, vi ammazziamo) mentre la polizia olandese si è limitata a guardare anche se i poliziotti erano in gran numero. Vedere questo breve video reportage: https://youtu.be/gMN5eWpUSmk Nonostante tutti questi ostile e violenti attacchi e minacce, i partecipanti alla pacifica conferenza YPFDJ sono rimasti disciplinati e non si sono fatti provocare dalla violenza. Invece hanno continuato con la loro conferenza il 14 aprile. In ogni caso la Conferenza YPFDJ non poteva essere chiusa. Nella tipica ingegnosità e flessibilità eritrea, gli organizzatori YPFDJ hanno diviso i 650 partecipanti in tre gruppi e hanno continuato la conferenza in tre città Bruxelles, Amsterdam e Rotterdam. Paradossalmente, invertendo l'aggressore con la vittima, il sindaco di Veldhoven, Jack Mikkers, ha vietato la pacifica e legalmente riconosciuta conferenza del YPFDJ, mentre i violenti facinorosi sono stati liberati dopo una breve detenzione senza alcuna conseguenza. Questa è la parodia della giustizia olandese. |
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Agosto 2024
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