Corridoi umanitari pericolosi: perché allo sbarco in Italia gli etiopi diventano eritrei?28/12/2017 di Daniel Wedi Korbaria*
Della serie a Natale siamo tutti più buoni, il 22 dicembre 2017 sono stati fatti sbarcare all’aeroporto militare di Pratica di Mare circa 160 migranti africani provenienti direttamente dalla Libia. Invece che dai soliti barconi fatiscenti a cui siamo abituati, questa volta sono stati impiegati, in due distinti voli, i C130 dell'Aeronautica militare. Tutto questo alla presenza del Ministro dell’Interno Minniti, del Cardinale della CEI Bassetti e della stampa italiana. Il primo aereo partito alle 16 è atterrato dopo sole due ore e mezzo di viaggio, giusto in tempo per il saluto ai bambini del Ministro e per una breve conferenza stampa sotto bordo. Finito lo show i richiedenti asilo sono stati fatti scendere e condotti nell’hangar dell’aeroporto con l’assistenza di mediatori culturali per essere identificati, foto segnalati e poi rifocillati con il cibo della Caritas Italiana. In seguito nell’arco della nottata, con numerosi pullman organizzati dalla Prefettura, sono stati tutti quanti smistati in vari centri di accoglienza in Italia, da Ferrara a Biella, da Firenze a Teramo, da Roma a Milano. E fin qui tutto bene. Ma chi sono questi migranti sbarcati con gli aerei dell’Aeronautica militare italiana? Secondo l’Avvenire erano tutti “con particolari fragilità che hanno diritto alla protezione internazionale” selezionati dall’UNHCR direttamente nei centri d’accoglienza libici. Eritrei, somali, etiopici, yemeniti. È forse per questo mix di paesi d’origine che il Ministero dell’Interno e l’Ufficio Immigrazione della Questura di Roma hanno richiesto vari mediatori culturali che parlassero amarigna (lingua ufficiale dell’Etiopia), tigrigna, somalo ed arabo? Si sa che agli eritrei, unici tra i 54 paesi africani, viene concesso in automatico lo status da rifugiato, ai somali e agli yemeniti viene invece offerto quello umanitario mentre agli etiopici non viene riconosciuto nulla e quindi, ufficialmente, un terzo dei passeggeri sarebbero dei migranti economici e dunque dovrebbero essere rimandati nel loro paese di origine. Il fatto che questo non sia successo in passato e che non succederà nemmeno adesso è perché tutti allo sbarco dichiareranno di essere eritrei. Eppure in Etiopia si sta rischiando il genocidio così come successe nel Ruwanda. Le proteste anti governative non si fermano più e i morti si contano a centinaia. Il paese sta per esplodere. Gli Oromo, e non gli Omoro come scrive l’Avvenire, sono l’etnia di maggioranza (circa il 40% della popolazione) che da anni sta subendo ogni sorta di violenza dal regime minoritario al potere (6% sono i Tigrini), un regime che sta soffocando le loro legittime proteste con i proiettili delle sue forze speciali: Federal police, Agazi e Liyu police.
0 Comments
L'evento di Roma si terrà dalle ore 21,00 alle ore 04,00 del giorno 23 dicembre in via di Casal Bruciato 15. Vedi cartina qui sotto. Ingresso per gli over 18 anni euro 20. Sull'ultimo numero di Panorama in edicola in questi giorni è pubblicato un interessante articolo a firma di Fausto Biloslavo. L'indagine giornalistica, una volta tanto condotta secondo i crismi deontologici oramai dimenticati dalla maggior parte dei pennaioli nostrani, svela i retroscena più amari del fenomeno non tanto della migrazione clandestina in se ma quanto di strumentale gira intorno a questo fenomeno che muove interessi milionari. Una lettura consigliata della cronaca di una indagine che noi tutti speriamo abbia un seguito che riveli al grande pubblico la mistificazione tragica del caso Eritrea nel suo intero complesso. Stefano Pettini 14 dicembre 2017 - Esteri - Eritrea - Panorama [PDF PAGINA 1]
L’imbroglio dei finti profughi eritrei Nei centri di accoglienza che ho girato nell’ultimo anno almeno un terzo degli eritrei sono finti. In gran parte si tratta di etiopi del Tigrai, che parlano la stessa lingua e hanno tratti somatici simili ai nostri». A denunciare lo sconcertante imbroglio è un richiedente asilo che viene da Asmara. L’aspirante rifugiato prosegue: «In Africa, grazie alla corruzione, rubano e vendono le nostre identità perchè abbiamo diritto alla protezione internazionale, ma ci meravigliamo che questo venga tollerato in Italia». Gli eritrei in attesa dell’asilo politico nel nostro Paese adesso sono pochi, 2.651 e gli arrivi in calo (6.386 nel 2017). Però dal 2013, quand’è iniziato il boom dopo il terribile naufragio di Lampedusa (368 morti), sono sbarcati in Italia 109.266 migranti che hanno dichiarato di essere eritrei. In gran parte hanno proseguito verso Svizzera, Germania o paesi del Nord Europa. Oltre un terzo sarebbe in realtà di nazionalità etiope, ovvero migranti per motivi economici che non hanno diritto automatico all’asilo politico. Già due anni fa l’ambasciatore austriaco in Etiopia, Andreas Melan, aveva denunciato l’inghippo sostenendo che «il 30-40 per cento dei rifugiati eritrei in Europa sono in realtà etiopi». Una precisazione: fra Etiopia ed Eritrea non corre buon sangue, dopo la sanguinosa guerra del 1998, che ancora non ha tracciato un confine definitivo. L’uomo forte di Asmara, il presidente Isaias Afewerki, è accusato di autoritarismo e scarso rispetto dei diritti umani, anche se ultimamente la situazione starebbe migliorando. Ma i giovani continuano a scappare: per non sottoporsi al gravoso servizio militare e per motivi economici, alla ricerca dell’Eldorado occidentale. Oggi anche l’ambasciatore eritreo a Roma, Pietros Fessahazion, ribadisce: «Il 40 per cento di quelli che ottengono l’asilo sono in realtà etiopi». Panorama ha indagato sulla vicenda, portando alla luce un meccanismo che si basa su furti di identità a partire dai campi profughi dell’Onu in Etiopia e Sudan, su mediatori culturali compiacenti che sorvolano sulla vera nazionalità del migrante e su personaggi, come l’eritreo don Mussie Zerai, capaci di mobilitare i soccorsi in mare per recuperare i barconi al largo della Libia. Finalmente, dopo tante attese, vi confermiamo che la Eritrean Airlines ha iniziato i voli da Milano Malpensa per Asmara a partire dal 09/12/ 2017. I voli Eritrean Airlines: partiranno da Milano alle ore 18.00 di ogni sabato, con uno scalo tecnico al Cairo (non si scende dall'aereo) e arrivo ad Asmara alle 03.15, quindi incluso lo scalo il volo dura 7 ore. Da Asmara partiranno tutti i sabato mattina alle 00.15 (quindi bisogna andare in aeroporto il venerdì sera, sempre con scalo al Cairo e arrivo a Malpensa alle ore 5,30 del mattino, con una dura del volo di 7 ore e 15 minuti. Le tariffe, tutto incluso, voli andata e ritorno, costano € 540 validità un mese, € 740 validità due mesi. Solo andata costa € 435. La franchigia bagaglio registrato è di 32Kg, oltre al bagaglio a mano 8 kg. Per qualsiasi info scrivete a [email protected] o telefonate allo 02.29512185 Afro Nine 8 dicembre 2017
la Comunità #Eritrea in Italia si è riunita nella città di Bari per rendicontare il semestre trascorso e per programmare le attività dei prossimi sei mesi. Nella riunione la Comunità ha approvato la risoluzione di stare col proprio Governo e con il popolo eritreo che instancabilmente sta ricostruendo il Paese nonostante le difficoltà e gli ostacoli esterni. Nell'occasione la Comunità ha eletto i suoi rappresentanti per i prossimi due anni: Gotie (Presidente) Nega (segretario) Arefaine (tesoriere) Buon lavoro a tutti e Awet n'Hafash! da Media Comunità Eritrea.it IL POPOLO ERITREO INSIEME AL SUO GOVERNO CHIEDONO ALL’ITALIA SOLO E SOLAMENTE DI NON ESSERE L’AMBASCIATA DELL’ETIOPIA IN EUROPA 5) consigliare e insegnare i politici e rappresentanti del popolo italiano tipo:
1. Lia Quartapelle, 2. Giuseppe Civati, 3. Erasmo Palazzotto 4. Enrico Buemi 5. Longo Fausto Guilherme 6. Emanuele Fiano, 7. Gennaro Migliore (ex SEL) http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-eaa15fa8-fd75-4bf6-84d6-44b2e8a7cfa6.html#p=0 8. Laura Boldrini, http://presidente.camera.it/20?raccolta=1553&pager.offset=516 9. ed altri, di lavorare nell’interesse dell’Italia. Come politico rappresentate del popolo italiano, prima di parlare di un paese innanzitutto bisogna conoscerlo fino in fondo, in più anziché giocare nascondendosi dietro requisiti di facciata chiamate “ Democrazia”,“ Diritti umani “, “ Costituzione” “ Liberta di stampa” ecc. che valgono solo per l’Eritrea, tra l’atro basandosi su dichiarazioni di falsi eritrei o comodissime testimonianze preparati a tavolino oppure traduzioni o suggerimenti fatti tramite i mediatori culturali che si trovano nei posti di accoglienza con il compito di ricattarli facendoli dire agli immigrati eritrei e ai falsi eritrei cose che rafforzano l’accusa al governo eritreo, del tipo devi dichiarare dicendo che il governo eritreo mi ha fatto questo, quello, quell’altro, ecc. Penso che il popolo italiano ha eletto i suoi parlamentari non per prenderlo in giro con informazioni non vere e avere probabilmente qualche tornaconto personale, ma per guidare un paese tutelando gli interessi dei cittadini italiani, basati su considerazioni e informazioni vere, con soluzioni pratici atti a dare un immagine positiva dell’Italia nel mondo. Inoltre non puoi, tu carica istituzionale presentare un interrogazione parlamentare o promuovere un incontro parlamentare con qualche falso prete, scrittrice, dottoressa (??), o singola persona di nazionalità italiana allontanata dall’Eritrea parecchi anni fa’ per comportamento ritenuti non corretti, solo perché si dichiarano appartenenti a un movimento denominato Eritrea Democratica che nessun cittadino eritreo vero, o membro della vasta comunità Eritrea in Italia è a conoscenza. SHARJAH, 5 dicembre 2017 (WAM) - Air Arabia ha annunciato oggi che Asmara diventerà la sua prima destinazione in Eritrea, a partire dal 10 dicembre 2017.
Il volo sarà operativo una volta a settimana la domenica, con partenza dall'aeroporto internazionale di Sharjah alle 22:00 e arrivo all'aeroporto internazionale di Asmara alle 01:00 ora locale. Il volo di ritorno partirà da Asmara il lunedì alle 01:40, atterrando a Sharjah il giorno successivo alle 06:20 ora locale. Adel Al Ali, Chief Executive Officer di Air Arabia, ha dichiarato: "L'Eritrea è sulla buona strada per diventare un mercato importante per gli Emirati Arabi Uniti: attraverso il lancio di questa rotta, cercheremo di rafforzare il commercio e le relazioni bilaterali tra i due paesi, ed espanderemo la nostra impronta nel continente africano iamo entusiasti di iniziare le nostre operazioni ad Asmara, che fornirà opzioni di viaggio a prezzi accessibili per i passeggeri che viaggiano dall'Eritrea verso destinazioni attraverso la nostra rete e oltre ". La prima parte è stata pubblicata il 12/9/2017
Secondo me cosa poteva o potrebbe ancora fare l’Italia riguardo al problema che costringe alcuni giovani di quell’area a venire in Italia, in Europa ecc., è possibile vedere i principali punti chiave che il governo italiano dovrebbe far valere, affinché possa in parte risolvere il problema degli sbarchi incontrollati di provenienza da quell’area. Non iniziative teoriche e di propaganda, ma fatti concreti che sono alla sua portata. Ecco i principali punti : 1) cercar di far applicare nelle sedi competenti quanto approvato dalla commissione delle Nazioni Unite cioè la demarcazione dei confini fra Eritrea ed Etiopia e far rispettare gli accordi di Algeri. Ho indicato l’Italia, perché uno dei garanti era l'italiano Rino Serri in rappresentanza dell’UE. 2) informare a tutte le istituzioni nazionali ed internazionali dicendo la verità cioè che i veri eritrei non sono immigrati per motivi politici, per conferma si può sentire non direi il governo eritreo perché sarebbe considerato di parte, ma l'ambasciata italiana in Eritrea, e non solo, ma anche le ambasciate degli stati europei e uffici EU ed altro d'istanza in Eritrea. Dico questo perché tutti gli eritrei accolti come richiedenti asilo politico e che sbarcano a Lampedusa o nelle altre coste dopo aver ottenuto il documento di rifugiato in Italia o in altri stati europei, minimo dopo un anno tornano in Eritrea a vedere i loro cari e stare nel proprio paese, che in precedenza quando sbarcavano nelle coste italiane dichiaravano scappo perché c’è un “ presidente dittatore”, perché “mi ammazzano”, perché “mia famiglia perseguitata”, perché “stuprata” perché...ecc. tutte scuse false per ottenere il comodissimo documento per stare in Italia, o in Europa. Un cittadino italiano che non ha conoscenza profonda sul mondo dell’immigrazione spontaneamente si chiede: “ma se sono richiedenti asilo politico, come fanno di nuovo a tornare nel proprio paese in Eritrea e stare con i propri cari “? A questa domanda deve rispondere e spiegare il governo italiano, e in prima persona la presidente della Camera, se per caso il governo eritreo cosiddetto “ dittatore”, “ che ammazza ” , “ che imprigiona”, “che violenta “, “ che stupra “ ecc. è cambiato. Fino a prova contraria queste persone che ritornano incontrano lo stesso loro Presidente carismatico, lo stesso Governo, ma con il paese Eritrea cambiata da come l’hanno lasciata, migliorata nel settore elettrico, sanitario, conservazione dell’acqua, siti minerari, ecc. Tutte opere portate a termine con tanto sacrificio dal governo stesso con la partecipazione della propria gente, e dei propri giovani. Opere portate avanti nonostante l’embargo, nonostante i falsi racconti dei mass media italiani che da lontano stando nei loro uffici di Milano e Roma seduti davanti al computer ricevendo i falsi personaggi e utilizzando il metodo del copia ed incolla denigrano il paese, che se fossero giornalisti professionali sull’Eritrea avrebbero sì raccontato molte cose belle o brutte, ma vere, reali, concrete che potrebbero in un certo senso essere d’aiuto per lo sviluppo non solo dell’Eritrea, ma anche dell’intera Africa. I comuni cittadini italiani che sono i primi a rispondere e collaborare nell’aiutare persone in difficoltà concludono dicendo: può essere che il nostro governo ci dice delle cose non vere? Ma perché sull’immigrazione non controllata racconta bugie? Altrimenti come si spiega che i diretti interessati riescono a tornare in Eritrea? C’è qualcosa che ci sfugge. Ecco allora che il comune cittadino italiano che aveva lo spirito di aiutare il prossimo, si cambia in colui che è stato preso in giro, fregato, e se la prende con l’immigrato stesso, che è stato fatto arrivare in Italia da falsi personaggi e organizzazioni illudendoli false promesse. In questo modo si è contribuito a far nascere il problema fra i poveri e far nascere il problema di ordine pubblico, es. Piazza Indipendenza a Roma, tutto a scapito dell’ignaro cittadino italiano. |
Archivi
Settembre 2024
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Italia. |