- Noi eritrei crediamo che quando si fa quello in cui si crede, le proprie azioni parlano ad alta voce per noi; quando non si fa quello in cui si crede, allora si deve parlare più forte per farsi sentire -
Ho dovuto ricorrere alla pubblicazione di questo articolo e indagine come blog dal momento che nessun giornale riporta alcun punto di vista diverso da quello della insana narrazione sensazionalistica in chiave anti-Eritrea. Il mio riferimento alla Cultura del Silenzio e l'Eritrea si fonda su un'indagine realizzata a seguito di una serie di dibattiti e incontri con la diaspora eritrea residente qui nel Regno Unito, in Europa, negli Stati Uniti e in Eritrea, sulla diffusa campagna di informazione contro l'Eritrea. Questo è stato dopo la mia esperienza e il viaggio in Eritrea, l’incontro con alti funzionari, diplomatici, eritrei e uomini d'affari e la nostra comune esperienza della descrizione nei media occidentali rispetto alla realtà sul terreno in Eritrea. Ed è da queste discussioni dirette e spontanee che mi è apparsa con una schiacciante consapevolezza, la cronaca distorta e squilibrata contro l'Eritrea deliberatamente diffusa dai nostri supposti: giornalismo libero, stampa e media occidentali. Il mio viaggio in Eritrea è stato avviato un paio di anni fa, quando sono stata incaricata da un cliente di valutare la legittimità della Tassa per la Ricostruzione a carico della Diaspora(2%) - vedi sotto. La mia ricerca preliminare e superficiale era basata su riferimenti a rapporti autentici sui diritti umani esacerbati dai mass media e dal giornalismo sensazionalistico. Da questo punto di vista emotivo e di giudizio ho concluso con un approccio clinico al diritto internazionale che l'Eritrea era effettivamente uno stato senza legge, despota e “ Corea del Nord” dell’ Africa. Così ho dato consigli non fondati su alcuna comprensione contestuale o qualsiasi vera e propria ricerca da parte mia, di fatto agendo sulla esperienza come avvocato e attivista. In seguito ho continuato l'inchiesta nel mio ruolo di Vice Presidente del SIHRG (Gruppo internazionale per i diritti umani del Solicitor). Ho attivato all'interno del SIHRG un gruppo di lavoro sulla Business Ethics incorporando un'indagine sull'attuazione dei principi guida delle Nazioni Unite sul dovere dello Stato di proteggere e il dovere delle imprese di rispettare i diritti umani e le soluzioni attraverso meccanismi di reclamo adeguati in Eritrea.
0 Comments
Dott. Kassa Kebede: "Il presidente Isaias ha combattuto per l'esistenza di un’Etiopia unita29/4/2016 da Tesfa News - L’Ambasciatore Dr. Kassa Kebede per molti etiopi non è un estraneo, ma quanto agli eritrei solo pochi lo ricordano quando era parte del gruppo dei funzionari di governo consiglieri di Mengistu Hailemariam nei negoziati di Londra con il Fronte di Liberazione Popolare Eritreo (EPLF) e il Fronte di Liberazione Popolare del Tigray (TPLF).
L’abortita conferenza di Londra di metà 1991 aveva lo scopo di mediare la fine della disastrosa guerra e salvare l'Etiopia da una possibile disintegrazione. Come ministro e diplomatico civile di alto rango, il Dr. Kassa Kebede è stato determinante nel sollecitare Mengistu, nel corso delle numerose trattative e incontri a porte chiuse a Londra, a scendere a compromessi con gli eritrei e con il Fronte di Liberazione del Tigray, per risparmiare l’ Etiopia dalla disintegrazione. Oltre a questo, la conferenza aveva dato Ambasciatore Kassa Kebede diverse opportunità uniche per incontrare personalmente e intrattenere alcune conversazioni aperte con l'allora Presidente dell'EPLF, Isaias Afwerki e del TPLF, Meles Zenawi. Per non parlare degli eritrei, anche molti etiopi non conoscono dettagli di queste riunioni di crisi a porte chiuse. Ma quando l'ambasciatore Kassa ha iniziato a vuotare il sacco l'anno scorso in una conferenza a Washington, ha catturato l'attenzione di molti eritrei. Dall’alto della sua esperienza politica, si tratta di un tipo di persona che non si tira indietro dal chiamare le cose col loro nome. Egli ha sostenuto per la prima volta in pubblico che, ci si possa credere o no, "il presidente Isaias ha una fede inflessibile nell'esistenza di un’Etiopia unita". di Daniel Wedi Korbaria “Oh, ma hai sentito cosa ha detto Rutelli in Tv sul tuo paese?” mi hanno chiesto dei conoscenti. Io, che non possiedo e quindi non guardo la televisione, ignoravo cosa avesse detto l'Onorevole Francesco Rutelli. Conoscendo però il soggetto mi aspettavo che potesse dire di tutto, non sarebbe certo stata la prima volta che qualcuno abbia criticato il mio Paese senza esserci mai stato. Volevo fingere indifferenza ma la curiosità era troppa, era più forte di me. Quali scemenze avrà mai sparato stavolta mi chiedevo e così sono andato ad informarmi sul web. E cercando, cercando l’ho trovato seduto in uno studio de LA7, ospite di un programma in prima serata dal titolo PiazzaPulita[i]. Gli sedevano di fronte alcuni giornalisti anche di destra ma nessuno così preparato sull’#Eritrea da poterlo contraddire. In fondo non mi stupisce più nulla, nemmeno che Sallusti non sappia dove si trovi l’Eritrea geograficamente. Nonostante l’Onorevole l’abbia sparata grossa i giornalisti sono rimasti ammutoliti della serie: “Eritrea boh! Il #colonialismo non si studia nella scuola italiana...” Chissà perché poi? Cosa ha detto Rutelli a Piazza Pulita sul paese del Corno d’Africa? “Gli Eritrei sono assoggettati alla coscrizione, al servizio militare obbligatorio fino, mi pare, a settant’anni o ottant’anni, anche le donne, c’è il diritto di fuggire da una dittatura purtroppo… molto triste.” In quel momento il suo “mi pare” è passato in televisione come una verità incontrastabile. Io ho pensato subito a mia madre, poverina, settantenne e acciaccata, che per accontentare Rutelli lascia Asmara per trasferirsi a Sawa a fare il servizio militare. Me la immaginavo correre sotto al sole cocente del bassopiano con un’arma sottobraccio. E pensavo: “Povera mamma, ma perché non me ne ha mai parlato? Perché mi ha tenuto nascosta questa sua “coscrizione” che la obbliga a mirare e a sparare senza neanche essere stata liberata da quella cataratta che tanto la tormenta?” Ovviamente mia madre non mi nasconde nulla, sono le cose che in Eritrea non stanno affatto così. Il povero Rutelli non sa quel che dice! Se fosse vero che nel mio Paese si prestasse servizio militare alla veneranda età di ottant’anni questo sarebbe da Guinness dei primati, caro Rutelli. [i] Rutelli alla 7, trasmissione televisiva di Piazza Pulita del 28/01/2016 http://www.la7.it/piazzapulita/rivedila7/chi-%C3%A8-stato-29-01-2016-173198
di Yrghy Elsiey Habte - Mi sembra di essere in Un Grande Fratello, in cui sorvegliano l'Eritrea dall'alto e che il suo popolo, sia all'estero che all'interno, sia in prova di superare l'esame per avere una vittoria. Mi viene quasi da ridere. Forse vi chiedete il motivo di questo post. Stanotte, stavo male, e ho cominciato a guardare quasi tutti i video di Yonas.
E' nel DNA. Anche quando si sta male, non si può far a meno dell'Eritrea. E' l'unica medicina senza contaminazione chimica. Esagerata? Forse, ma per me ' così. Non sono molto brava a parlare, a fare dei video come Yonas, ma mi piace scrivere. Se facessi dei video, mi sentirei una cretina che parla sola Emoticon grin. E' passato dall'Africa in generale all'Eritrea. Mi sono accorta che in quasi ogni video, cercava di non dilungarsi, ma non ne poteva fare a meno, e ho notato una differenza anche nel modo di parlare. Prima di tutto mi congratulo con te Yonas, per il lavoro continuo che fai, per i continui aggiornamenti e per i tuoi punti di vista. Si è vero, siamo tutti Eritrei e dobbiamo parlare civilmente. Ma non dimenticare che alcuni di quelli che mettono pietra nera sull'Eritrea, sono per metà Ethiopi. Chi parlerebbe male del proprio paese? Chi vorrebbe la morte di qualcuno? Chi pubblicherebbe dei video modificati e inventerebbe che c'è una guerra o che ci siano stati tot di morti a causa del governo o ecc? Il Vero Eritreo, nel Bene e nel Male, è accanto al suo popolo a dare la vita, se è necessario. di Fikrejesus Amahazion - In uno dei suoi dibattiti con Socrate, Trasimaco sostiene che "la giustizia non è altro che l'interesse del più forte." Spostandoci a migliaia di miglia di distanza e migliaia di anni avanti dall'antica Grecia, i recenti eventi presso le Nazioni Unite sembrano riflettere appropriatamente il suo punto di vista. In particolare, la settimana scorsa, Matthew Russell dell’Lee Inner City Press ha rivelato che l'Egitto, il prossimo presidente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha proposto un viaggio in Somalia, Egitto ed Eritrea.
Tuttavia, gli Stati Uniti hanno esitato davanti l'inclusione dell’Eritrea - secondo l’Inner City Press gli Stati Uniti "non vogliono che il viaggio del Consiglio includa l’Eritrea" – il che porta alla probabilità che la visita in Eritrea verrà abbandonata. In puro stile orwelliano, mentre è diventato comune sentire l’Eritrea, un giovane, a basso reddito, paese in via di sviluppo che si trova all'interno del volatile, politicamente irritabile Corno d'Africa, spregiativamente descritta come solitaria, segreta, la "Corea del Nord d'Africa", o anche il "regno eremita ", le recenti rivelazioni dimostrano che, ancora una volta, l'Eritrea è stata invece oggetto di tentativi pilotati esternamente per isolarla o metterla da parte. Per esempio, nel 2011, quando l'Eritrea stava affrontando un altro giro di sanzioni, "solo gli Stati Uniti" si sono opposti a che il Presidente eritreo, H.E. Isaias Afewerki, parlasse al Consiglio, e hanno agito per bloccare il suo intervento. In netto contrasto Baso Sangqu, il rappresentante permanente del Sudafrica, ha dichiarato "io non credo che ci sia qualcosa di sbagliato nell’ascoltare il Presidente [dell'Eritrea]", mentre la Cina ha sostenuto la richiesta dell’Eritrea di arringare al Consiglio. Rimane altamente sconcertante e profondamente preoccupante che un paese di fronte a gravissime accuse (e le loro gravi, conseguenze disastrose) è stato effettivamente messo da parte nell’esprimere i propri punti di vista. da Virgin Money Marathon - Il campione del mondo di maratona Ghirmay Ghebreslassie correrà per l'oro di nuovo questo fine settimana quando tenterà di interrompere il dominio del Kenya alla Virgin Money London Marathon 2016.
In vista del suo debutto nella maratona di Londra Domenica 24 aprile, il giovane corridore eritreo sembrava rilassato mentre prendeva il suo posto tra i migliori maratoneti del mondo per riflettere sulla sfida delle 26,2 miglia che li attende. Seduto al fianco del campione in carica Eliud Kipchoge, del campione del New York Stanley Biwott, ex detentore del record mondiale Wilson Kipsang, dell’attuale detentore del record mondiale Dennis Kimetto e della leggenda della pista Kenenisa Bekele, Ghebreslassie ha detto che prenderà ispirazione dalla sua performance della medaglia d'oro ai Campionati del Mondo a Pechino la scorsa estate. "Tornare in Eritrea dopo aver vinto la maratona ai Campionati del Mondo è stato uno dei momenti più speciali della mia vita", ha detto. "Mi sentivo come se tutta la gente di Eritrea mi avesse accolto a casa. La cerimonia quando sono tornato è stata un'ispirazione davvero speciale per me ". Il ventenne è diventato il più giovane campione del mondo di maratona di sempre da quando ha trionfato nella capitale cinese la scorsa estate, dimostrando che la sua giovane età non era un ostacolo al successo. da LetsRun - ISTANBUL, Turchia - Ali Kaya della Turchia e Violah Jepchumba del Kenya hanno dominato la terza edizione della Vodafone Istanbul Half Marathon, una Corsa IAAF .
Kaya, campione europeo di cross country dello scorso anno, è arrivato con un tempo di 01:00:16 vincendo per 15 secondi una gara che è stata caratterizzato da una rara battaglia testa a testa tra i primatisti mondiali Zersenay Tadese e Leonard Komon. Ordine di arrivo Uomini 1. Ali Kaya, Turkey, 1:00:16 2. Zersenay Tadese, Eritrea, 1:00:31 3. Leonard Kipkoech Langat, Kenya, 1:00:39 4. Leonard Komon, Kenya, 1:00:48 5. Kenneth Kipkemoi Kiprop, Kenya, 1:01:09 6. Vincent Rono, Kenya, 1:01:23 7. Titus Mbishei, Kenya, 1:01:55 8. Evans Kigen Kurui, Kenya, 1:02:08 9. Emmanuel Bor, Kenya, 1:02:23 10. Evans Kiplagat, Kenya, 1:02:50 Donne 1. Violah Jepchumba, Kenya , 1:08:17 2. Meskerem Assefa, Ethiopia, 1:09:39 3. Amane Gobena, Ethiopia, 1:09:50 4. Alemitu Bekele, Turkey, 1:15:26 5. Chaltu Negesse, Ethiopia, 1:15:38 6. Gulsen Kilinc, Turkey, 1:22:49 7. Diana Lobacevske, Lithuania, 1:26:25 da TesfaNews - 175 paesi, tra cui l'Eritrea, Cina e Stati Uniti, hanno firmato venerdì l'Accordo di Parigi sul Cambiamento Climatico presso la sede delle Nazioni Unite a New York.
Il rappresentante permanente dell'Eritrea presso le Nazioni Unite, l'ambasciatore Girma Asmerom ha firmato l'accordo per conto dell’Eritrea in rappresentanza del presidente Isaias Afwerki. Ieri è stato il primo giorno della cerimonia della firma che coincideva con la "Giornata Internazionale della Madre Terra ". L'accordo sarà aperto alla firma per un anno, fino al 21 Aprile 2017. La cerimonia della firma arriva sulla scia del successo dell'adozione dell’Accordo di Parigi sul Clima da parte di 195 paesi a Parigi il 12 dicembre 2015. Prima che entri in vigore dovranno ratificare l'accordo almeno 55 paesi che rappresentano, secondo le stime, il 55 per cento del totale delle emissioni globali di gas serra. |
Archivi
Settembre 2024
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Italia. |