Martedì scorso, 27 giugno l'Africa Center del Consiglio Atlantico ha ospitato una tavola rotonda con il signor Louis Mazel, incaricato d'affari presso l'ambasciata degli Stati Uniti nello Stato di Eritrea.
Nel suo intervento, Mazel ha sottolineato l'importanza del vasto litorale dell'Eritrea e la sua posizione strategica nel Corno d'Africa. Ha discusso anche del potenziale contributo nelle misure di antiterrorismo dell'Eritrea nella regione. L'ex Assistente Segretario di Stato per gli affari africani e l'Africa Centrale signora Constance Berry Newman ha introdotto Mazel e l'amb. Princeton Lyman, assistente segretario di stato per gli affari africani e consigliere del presidente degli Stati Uniti presso l'Istituto per la Pace , e ha moderato la discussione che ne è seguita, che ha incluso funzionari di governo passati e presenti, e rappresentanti del non-profit e del settore privato.
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Se ne parla ad ARONA venerdì 23 giugno
Arona, Piazza San Graziano, venerdì 23 giugno, ore 18 Angelo Castiglioni (CeRDO, Centro Ricerche Deserto Orientale) parlerà di Adulis, una Pompei d’Africa, come lui stesso l'ha definita e degli scavi condotti in questi anni in Eritrea. Angelo e Alfredo, il fratello gemello mancato purtroppo nel 2016, hanno avviato sei anni fa una missione archeologica in Eritrea cha ha coinvolto moltissime persone e istituzioni di entrambi i paesi. Archeologi, architetti, cartografi provenienti da diverse Università italiane lavorano da allora per riportare alla luce Adulis, città scomparsa. A circa 70 chilometri a sud di Massawa Adulis, forse la mitica terra di Punt, è stato il porto più famoso del Mar Rosso. La sua prosperità durante il regno aksumita e il suo abbandono dopo la conquista araba dell’Oriente, trovano conferma nelle ricerche inglesi e francesi di fine Ottocento e negli scavi condotti nel 1906 da Roberto Paribeni. Il sito, prima dell’inizio degli scavi recenti, però, non rivelava più nulla dei propri tesori, coperti e nascosti da cumuli di sabbia e limo. Il ritrovamento della chiesa paleocristiana che Paribeni aveva chiamato “Ara del Sole” appoggiata su una piramide tronca “a gradoni” è tuttavia la conferma che si sta scavando nel posto giusto. Ma cosa è successo alla città di Adulis? Perché è scomparsa? Lo spiegheranno venerdì sera Angelo Castiglioni e Serena Massa (Università Cattolica, Milano). Per altre info su Adulis: https://www.youtube.com/watch… https://www.youtube.com/watch… www.eritrealive.com Il 20 giugno è il giorno dedicato alla memoria dei Martiri eritrei. In tutto il mondo nei prossimi giorni si terranno commemorazioni in ricordo dei combattenti che sono morti per una Eritrea libera e indipendente.
A Roma e a Milano la cerimonia si sono tenute secondo le modalità riportate nelle locandine:. Sono tempi di sviluppo rapido e fluido nella nostra area geografica.
Le novità - fattuali e speculative - scatenate nei giorni scorsi in relazione al ritiro delle truppe del Qatar sono state davvero molte. Il governo dell'Eritrea si è finora astenuto dal rilasciare alcuna dichiarazione. Soprattutto perché non ne è titolato e perché non ha ancora ottenuto alcuna informazione circa il ritiro da parte dell'interessato: che è lo Stato del Qatar. Il governo dell'Eritrea ritiene che la decisione frettolosa presa dal Qatar sia avvenuta nel contesto di un clima turbolento. Non è quindi opportuno impegnarsi in un'analisi speculativa in questa fase. Il Governo di Eritrea renderà note le proprie opinioni al momento dell'ottenimento di informazioni complete sull'intero episodio. Ministero dell'Informazione Asmara 17 giugno 2017 Ginevra, 13 giugno 2017
Signor Presidente, Distinti Delegati, Signore e signori Nel maggio del mese scorso, il popolo eritreo ha celebrato il suo 26° anniversario di indipendenza. Le celebrazioni si sono svolte in lungo e largo nel paese, così come nella diaspora, con spettacolari eventi pubblici con un immancabile entusiasmo che ha pochi uguali altrove. Le Liberation e Martyr’s Avenues di Asmara sono state affollate da decine di migliaia di residenti durante il Carnevale del 22 maggio e la festa durante la notte della vigilia dell’Independence Day. Questo è successo nelle città e villaggi di tutto il paese. Per una nazione che doveva affrontare la lotta armata per la liberazione più lunga e più difficile dell'Africa, i festeggiamenti dell'indipendenza non potevano che essere ancora vibranti, a 26 anni di distanza. Leggere, in questo contesto, la surreale relazione di Sheila di fronte a questo augusto consesso su un paese che lei odia di cuore, ma del quale conosce poco o nulla, può solo suscitare indignazione e oltraggio. Come è accaduto in passato, Sheila ha elaborato la sua ultima relazione ignominiosa nel corso di diversi viaggi in Etiopia e/o con famosi collaborazionisti che alimentano programmi dannosi contro il paese. Bisogna ricordare che l'Etiopia non solo ha una posizione belligerante contro l'Eritrea, ma è anche un paese che si trova sotto uno stato di emergenza e che ha ucciso oltre 800 civili e ne ha imprigionati oltre 26.000 altri nelle proteste dello scorso anno. Sheila lamenta che il governo dell'Eritrea "ha continuato a rifiutarsi di collaborare con il mandato per il quinto anno consecutivo". Quello che non dice a questa assemblea è che: - Lo scorso anno 43.000 Eritrei nella Diaspora hanno scritto lettere di protesta per le sue scandalose relazioni; - Più di 1.000 altri si sono proposti come volontari per recarsi a Ginevra per incontrarsi con lei e con gli altri membri del COI; - Oltre 220.000 Eritrei nella Diaspora e 32 gruppi della società civile in Eritrea le hanno inviato petizioni. Ha ignorato tutti questi punti di vista e ha respinto tutte le richieste di incontri. Ambasciatori Residenti e funzionari delle Nazioni Unite in Asmara che hanno tentato di incontrarsi e di discutere con lei hanno invariabilmente espresso disagio per il suo atteggiamento rude; La sua totale incapacità di tollerare o contemplare opinioni dissenzienti rispetto alla versione straniera che sente di dover diffondere con zelo messianico. 14 giugno, nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, MediaComunitàEritrea.It ha presentato "#Eritrea, una stella nella notte dell'Africa".
COMUNICATO STAMPA... Il 14 giugno, nella gremitissima Sala della Protomoteca del Campidoglio, il gruppo Media della Comunità Eritrea in Italia ha presentato il docu-film: "Eritrea una stella nella notte dell'Africa". Oltre agli autori Fulvio Grimaldi e Sandra Paganini erano presenti S.E. Ambasciatore dello Stato d'Eritrea a Roma Dr. Fessahazion Pietros e la Senatrice Ornella Bertorotta. Perché il gruppo Media Comunità Eritrea.it sta promuovendo il docu-film di Fulvio Grimaldi? Il Gruppo Media è un gruppo di volontari della Comunità Eritrea in Italia che, stufo di sentire le solite menzogne e fake-news sul proprio Paese frutto di un’autentica disinformazione di giornalisti che scrivono per sentito dire e senza essersi mai recati in Eritrea, ha deciso di fare controinformazione per spiegare agli italiani in buona fede la verità sull’Eritrea e sulla nostra Comunità. La nostra è una delle prime comunità straniere d’Italia, composta da persone perbene, lavoratori onesti, aperta ed integrata e con tanti figli italo-eritrei. Per difenderci dagli attacchi di ogni sorta, in questi ultimi anni abbiamo scritto lettere a giornalisti e personaggi politici ma, inutilmente, perché non abbiamo mai ricevuto nessuna risposta. Tanto per fare alcuni nomi: Laura Boldrini, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Angelino Alfano, Francesco Rutelli, Nichi Vendola, Giuseppe Civati e anche l’Ordine dei Giornalisti. Abbiamo mandato lettere a tutte le redazioni giornalistiche ma nessuno si è mai degnato di ascoltare la nostra voce. Finalmente, dopo tante delusioni e sofferenze, un giornalista e documentarista di nome Fulvio Grimaldi ha avuto quella umiltà ed onestà intellettuale, che la deontologia giornalistica dovrebbe imporre, e con i suoi risparmi si è recato in Eritrea per filmare liberamente. Fra poco scoprirete quello che ha scoperto laggiù. Ed è per questa sua scoperta che il Gruppo Media, con i suoi pochissimi mezzi, ha cercato di pubblicizzare il suo docu-film e lo farà ancora in futuro. Media Comunità Eritrea.It di Asmait Futsumbrhan
Recentemente, ho avuto il piacere di incontrare un uomo che ha un amore illimitato per l'Eritrea, Giovanni Fasanella, dell'ambasciata italiana. Lui sa molto dell’Eritrea anche di cose alle quali alcuni di noi non prestano molta attenzione. L’Eritrea, come nazione e la sua gente, ha una grande parte nel suo cuore. La chiama "La mia casa in un posto lontano da casa". Vi presento Giovanni. - Grazie per essere con noi oggi, signor Giovanni. Piacere mio, grazie per avermi invitato. - Una piccola introduzione su di lei. Io provengo da una piccola regione in Italia che ha un ottimo collegamento con l'Eritrea. È il villaggio che ha dato vita a Abune Yaqob, il primo uomo che ha portato la fede cattolica in Eritrea. Mia nonna mi raccontava le sue storie e l'amore appassionato che aveva per il paese. È arrivato in Eritrea molto prima che gli italiani vi stabilissero la loro colonia. Ha vissuto la sua vita qui e ha scelto di essere sepolto vicino alle persone che amava, agli Eritrei. Sono cresciuto ascoltando le sue magnifiche storie che hanno fatto crescere i miei interessi per il paese. Inoltre, ho anche avuto lo zio di mia madre, che ha vissuto in Eritrea. Ha lavorato con nella costruzione delle case qui, ed è stato anche un fotografo. Mi divertivo ascoltando i suoi viaggi e guardando le foto che aveva scattato. Poi ho iniziato a leggere e scavare di più su questo paese storico e magnifico. Inoltre, quando stavo studiando legge presso l'Università di Perugia, dovevo presentare un documento di ricerca sui rapporti internazionali. Ho scelto di presentare un argomento sull 'Eritrea: “La colonizzazione”. Poi, poiché sono un impiegato del Ministero degli Affari Esteri in Italia, mi è stata presentata una lista con di più di 100 paesi fra i quali scegliere la sede di lavoro e senza esitazione l’Eritrea è stata la mia scelta. - Il suo ruolo all'ambasciata. Sono l’attaché amministrativo responsabile degli affari culturali e commerciali. Fondamentalmente, quello che faccio è promuovere le iniziative legate alla cultura e agli affari commerciali. È evidente che l'ambasciata è un collegamento tra i due paesi. Dal momento che mi piace il dipartimento culturale mi sono sentito responsabile di preservare la cultura tra i due paesi. Sento quanto la gente delle due nazioni sia vicina e quanto questa amicizia si di lunga data. Quindi, è importante mantenere vive le grandi culture. Altrimenti, sarebbe un peccato dimenticare queste eredità comuni. L'ambasciata promuove le missioni archeologiche italiane in Adulis e Buya in collaborazione con le istituzioni eritree. I risultati sono stati resi noti in tutti i media italiani. Quasi 100 articoli sono stati pubblicati in Italia e altri 70 sono distribuiti in tutto il mondo. Inoltre, l'ambasciata sostiene le attività del progetto Heritage del quale ha preparato il dossier per la candidatura della Città all'UNESCO, che credo sia un compito importante. È bello vedere che i due paesi utilizzano la loro storia passata di fratellanza per aiutarsi reciprocamente. - L’Eritrea per gli italiani ... Assolutamente la loro seconda casa. Come persone che condividono una lunga storia. Si sentono a casa, naturalmente, in nessun altro posto. Possono andare in un bar e trovare anziane persone eleganti che li chiamano wedey (figlio mio) mentre giocano a biliardo. Andare in un caffè e vedere la gente che si gusta una colazione con macchiato e cornetto. Questa è la tradizione italiana, ancora apprezzata dalla presente generazione. Per gli italiani, queste abitudini sono una delle tante cose preziose. Inoltre le strade, l'architettura, i cinema e le strade ferrate sono quasi simili a quelle in Italia. Quindi, credo che vogliono visitare e godere di queste esperienze. - L’architettura del paese ... La parte più interessante è quella degli antichi edifici in art deco che avete qui. Asmara è una delle architetture modernistiche del mondo. Infatti, il prossimo mese è un grande mese per l'Eritrea poiché verranno rivelati i risultati per l’inserimento del Paese nell'elenco del patrimonio mondiale dell'UNESCO. Spero che ce la farà perché sarà un grande successo per il paese. Il numero di turisti aumenterebbe moltissimo. La gente pagherebbe molto per rimanere qui. Entrare nell'elenco aiuterà l’Eritrea ad essere riconosciuta per i suoi luoghi e gli ambiti storici. Ci sono alcuni edifici che potrebbero essere alcuni dei primi in Africa. Sono anche notevoli, per come gli italiani li costruirono per la prima volta in Asmara e poi in Massawa.A ben guardare, Massawa è una città completamente diversa. Ovviamente hanno usato il loro ingegno ma hanno usato anche l'architettura locale. Abbiamo un bellissimo esempio nella Chiesa di Enda Mariam. La forma è di un tipico stile italiano del tempo, ma la costruzione tecnica è Eritrea. Lo stesso vale per gli edifici di Massawa.Non solo gli edifici, ma anche le ferrovie sono le migliori caratteristiche del paese. È in realtà una delle ferrovie più belle. Anche dopo 100 anni dalla sua fondazione, la sua base tecnica è ancora funzionale. - Ti piace fare lunghe passeggiate fuori della città ... Sì. Abbiamo un gruppo escursionistico in Asmara. Andiamo a fare escursioni e godere delle splendide risorsa naturale offerta dall’Eritrea. È bello trascorrere del tempo godendo la natura. Ma il momento più bello l’ho avuto percorrendo a piedi il vecchio tracciato della ferrovia fino a Keren, che è un bel posto come attrazione turistica. I tunnel e la vista dalle colline superiori sono ipnotizzanti. Sono andato a Ghindae attraverso la valle di Durfo. Ho letto un libro in passato che ha parlato di un tempo durante la colonizzazione italiana nella valle di Durfo. Volevo vederlo e sono rimasto veramente impressionato nel vedere persone che parlano lingue diverse di diversi gruppi etnici. Per essere onesti, la diversità in Eritrea è ciò che la rende più interessante e bello, direi. - Luoghi che ti hanno stupito? Oltre alle infrastrutture, all’art deco, alle ferrovie, ai cinema e alle grotte storiche. Le isole Dahlak. Il Mar Rosso è la miniera dell'Eritrea. Mi sembra che sotto le acque ci sia il paradiso. Non esistono molti luoghi tanto puri quanto le acque dell'Eritrea. A proposito non è solo questo che mi ha stupito in Eritrea, ma anche la bontà della gente. Un popolo molto amichevole e pacifico. Come straniero, potevo camminare nel bel mezzo della notte senza temere di cosa mi sarebbe successo. Sono sempre lì per aiutarti se ne hai bisogno e lo apprezzo. - Stai andando via Eritrea entro la fine di quest'anno, come ti senti? A disagio! Male. Sono stato qui per quasi sei anni e mezzo. Avrei dovuto lasciare l'anno scorso, ma ho pregato il mio ministero di poter rimanere per un altro anno, e l'ho avuto. Quando l'anno è finito ho chiesto un ulteriore periodo, ma non sembra accadere. Mi mancherà moltissimo tutto di qui. - Qualcosa che in conclusione vuoi condividere con noi? Grande gente e grande cultura. Quello che raccomando agli Eritrei è prendere tempo per saperne di più sul loro paese storico. Per godere dei vantaggi naturali che hanno, perché la gente pagherebbe molto per vedere questi luoghi. Inoltre, penso che il governo dell'Eritrea sta facendo un ottimo lavoro nel preservare gli edifici art deco. È un grande patrimonio e penso che è giunto il momento che l'Eritrea sia considerata uno dei luoghi più belli del mondo. da Shabait.com In una lettera inviata a vari Capi di Stato e di governo, il Presidente eritreo Isaias Afewerki ha invitato ad un maggior rispetto del diritto internazionale, di cui solo il Consiglio di Sicurezza dell'ONU dovrebbe essere il custode, senza le interferenze e gli arbitri di nessuno.
di Filippo Bovo - 12 giugno 2017 Pochi giorni fa il Presidente eritreo Isaias Afewerki ha mandato un importante messaggio a vari Presidenti e premier del mondo chiedendo loro d’esercitare tutta l’influenza di cui dispongono sul Consiglio di Sicurezza dell’ONU, affinché questi possa rivedere le proprie posizioni sull’Eritrea e comprendere le grandi ingiustizie a cui essa è da tempo sottoposta. Nel suo messaggio, il Presidente Afewerki ha ribadito che il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha l’obbligo, la responsabilità primaria e il mandato legale per assicurare e promuovere la sicurezza e la pace delle nazioni sovrane e di conseguenza anche per garantire il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali. A tal proposito Afewerki ha voluto spendere alcune parole a proposito della crisi frontaliera fra Etiopia ed Eritrea, frutto della guerra del 1998-2000. Questa disputa di confine, secondo il Presidente eritreo, è dovuta all’azione di Washington che ha cercato di mettere contro due popoli, quello etiopico ed eritreo, uniti da profondi legami storici, culturali e religiosi, per crearsi l’occasione con cui ingerire negli affari interni del Corno d’Africa. Infatti, malgrado il raggiungimento degli Accordi di Algeri nel 2000, gli Stati Uniti hanno sempre usato tutta la loro influenza nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU affinché essi rimanessero inapplicati e la crisi venisse addirittura esacerbata. Successivamente gli Stati Uniti e i loro alleati hanno accusato l’Eritrea di sostenere le milizie di al Shabaab in Somalia, malgrado non vi fosse alcuna prova che potesse suffragarlo. Ma, senza tener conto di ciò, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU emise delle ingiuste sanzioni contro l’Eritrea nel dicembre del 2009. Come se non bastasse tutto ciò, il Presidente Afewerki ha ricordato che per destabilizzare ed indebolire l’Eritrea sono state poi attuate altre provocazioni, come ad esempio le varie accuse di violazioni dei diritti umani, i frequenti attacchi militari lanciati contro il paese ed infine il traffico di esseri umani organizzato da varie reti criminali finalizzate ad incitare molti giovani ad abbandonare il paese. Secondo Isaias Afewerki il diritto internazionale deve finalmente essere rispettato e pertanto si deve smettere, una volta per tutte, di seguire la legge della giungla. Solo il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, liberato da certi condizionamenti esterni, potrà pertanto sindacare sul diritto internazionale e sul suo rispetto, cominciando per esempio a deliberare sull’occupazione di territori sovrani da parte di altri paesi, a ritirare le sanzioni finora indette e a chiedere il termine di tutte le varie provocazioni sinora attuate, tutti danni dei quali l’Eritrea in questi anni ha dovuto dolorosamente fare le spese. E’ evidente, nelle parole usate da Afewerki, la preoccupazione per la situazione internazionale, che sta conoscendo una sempre maggior recrudescenza. La rottura fra Arabia Saudita, coi suoi relativi alleati, ed il Qatar, può portare a conseguenze anche nel Corno d’Africa, dopo che già ha creato non pochi problemi nello Yemen, un paese che con l’Eritrea vanta forti e storici legami. La rivalità fra sauditi, qatarioti ed iraniani ha già profondamente segnato le vicende politiche della regione, coinvolgendo non solo l’Eritrea ma anche Gibuti, la Somalia e l’Etiopia (a tacere del Sudan e dell’Egitto, fino ad estendersi a tutto il Maghreb). In uno scenario di crescente tensione regionale ed interregionale, l’Eritrea ribadisce dunque l’importanza del diritto di fronte al facile uso della forza e ai danni provocati da qualsiasi irragionevole arbitrio. da Opinione Pubblica Il passato? Da studiare, metabolizzare e lasciare in archivio per avere la lucidità di ricominciare. Lo scorso 24 maggio sono stati celebrati i 25 anni di indipendenza dell'Eritrea.
Quale l'immagine di Asmara nel dibattito internazionale e quale può essere il ruolo italiano? “Ad oggi esiste un problema di base ancora irrisolto che crea disagio nelle relazioni internazionali”, racconta l'esperto Stefano Pettini, animatore del magazine “eritreaeritrea.com”: l'Italia ha disatteso i patti che aveva assunto in occasione della conferenza di Algeri. L'ultima guerra con l'Etiopia si è conclusa nel 2000 con un arbitrato internazionale che ha nominato una commissione per un accordo sottoscritto da Usa e Ue. I firmatari però non hanno osservato gli esiti a favore dell'Eritrea, consentendo all'Etiopia di continuare a occupare militarmente parte del Paese, creando un problema di stabilità internazionale senza alcun precedente al mondo. continua a leggere.... |
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