“Anche le immagini uccidono” è il titolo della campagna di sensibilizzazione sociale promossa da Redani – Rete della Diaspora Africana Nera in Italia. Il progetto nasce nel 2015 e ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e di coinvolgere le Istituzioni su un tema delicato e quanto mai attuale: l’uso indiscriminato delle immagini da parte delle associazioni e organizzazioni non governative per la raccolta fondi da destinare agli aiuti umanitari e alla solidarietà internazionale.
Sempre più spesso assistiamo a campagne di raccolta fondi per interventi umanitari costruite su immagini drammatiche di bambini e donne africane denutriti e sofferenti. Si tratta di precise strategie di comunicazione che intendono suscitare la compassione e la reazione emotiva dei potenziali donatori. Così facendo, non solo vengono calpestate le carte deontologiche giornalistiche – in particolare la Carta di Treviso del 1990 – ma viene lesa la dignità della popolazione destinataria degli interventi umanitari. Vi sono anche aspetti legali da considerare: è lecito domandarsi se i genitori dei bambini ripresi negli spot pubblicitari abbiano rilasciato regolari liberatorie, e comunque se il loro consenso sia stato dato in modo pienamente consapevole. Inoltre, bisogna ragionare sull’impatto di tali strategie di comunicazione: se nel breve periodo campagne mediatiche del genere possono portare a un aumento delle donazioni, nel medio e lungo periodo potrebbero svilupparsi atteggiamenti di assuefazione o rifiuto da parte dei cittadini. Il pagamento del modesto contributo del 2% del proprio salario è considerato dagli eritrei della diaspora come un orgoglioso segno di appartenenza alla Comunità e in tutto il mondo viene versato con fierezza come partecipazione ai progetti di sviluppo nel proprio paese di origine.
Le ambasciate e i consolati sono deputate alla raccolta dei contributi e al rilascio delle relative quietanze secondo regole che tengono conto con molta elasticità della reale capacità produttiva dei connazionali. Non sono infatti tenuti a pagare i disoccupati o quelli che hanno perso il lavoro, e anche chi non ha mai potuto contribuire per le più diverse ragioni può facilmente sanare la propria posizione negoziando un piano di recupero. Nei mesi scorsi i detrattori dell’Eritrea nel tentativo di disturbare questo virtuoso legame con la propria terra dei tanti eritrei che vivono in diaspora, avevano imbastito una lunga teoria di accuse nei confronti del Governo di Asmara basate sulla presunta illegalità della cosiddetta “tassa del 2%” suscitando in alcuni casi l’interesse delle autorità dei paesi interessati come ad esempio quelle della Svizzera. da Affaritaliani.it - 24 novembre 2015
E' di poco più di 600mila euro l'export 2014 della Puglia in Eritrea, per la maggior parte, 424mila, dalla Terra di Bari e dalla Bat. Per la quasi totalità si tratta di prodotti manifatturieri. Una buona base di partenza su cui lavorare, intensificando la conoscenza fra le due realtà attraverso i rapporti diplomatici. Questo l'obiettivo al centro della visita della delegazione dell’Ambasciata dello Stato di Eritrea, guidata da S.E. Fessahazion Pietros alla Camera di Commercio di Bari. A fare gli onori di casa il presidente dell'ente Alessandro Ambrosi e il presidente dell’Azienda Speciale AICAI Mario Laforgia. Ciao a voi tutti, da nakfa; dove incredibili storie sono ancora in fase di realizzazione.
Queste sono le banconote Nakfa nuove di zecca. Possono sembrare esattamente le stesse di quelle precedenti, ma guardandole da vicino sono completamente diverse in molti dettagli, comprese le nuove aggiunte caratteristiche di sicurezza. da Eritrea in Pictures da ADNKRONOS.IT - Fai Bene gli aiuti, ma il primo obiettivo per gestire efficacemente i flussi migratori è fare rispettare gli accordi di pace già firmati. L’ambasciatore eritreo in Italia, Fessahazion Pietros, commentando gli esiti del primo summit Europa Africa appena conclusosi a Malta è esplicito: "Per risolvere il problema dell'emigrazione dei nostri giovani dall'Eritrea bisogna affrontare le cause che spingono questi giovani a lasciare il Paese”. “La causa principale è la situazione di insicurezza creata dall'occupazione di una parte del territorio eritreo. Per risolvere questo problema – ha detto Pietros all’Adnkronos - la Comunità internazionale ed i Garanti in particolare, dovrebbero fare applicare gli accordi di Algeri del Dicembre 2000 e la Risoluzione del 13 Aprile 2002 che delimitava e demarcava i confini fra i due paesi”. “Questa situazione di occupazione – ha proseguito l’ambasciatore - ha costretto il Governo eritreo a prolungare il servizio di leva ed ha impedito al Paese di tornare in una situazione di normalità. E' bene segnalare anche che, le massime autorità etiopiche minacciano periodicamente di attaccare l'Eritrea con l'obiettivo di destabilizzare il paese creando insicurezza. Queste minacce vengono accompagnate dalle frequenti incursioni in territorio eritreo da parte dell'esercito etiope”. RAPPORTI COMMERCIALI CON I PAESI IN VIA DI SVILUPPO. QUESTO POMERIGGIO VISITA DELL'AMBASCIATORE DELL'ERITREA ALLA TIMAC DI BARLETTA, AZIENDA CHE PRODUCE FERTILIZZANTI PER L'AGRICOLTURA.
da TgNorba24 Presidente Isaiss afeworki, ha inviato un messaggio di condoglianze al governo e al popolo della Repubblica di Francia, dopo la notizia angosciante di attacchi terroristici coordinati in sei diverse sedi in tutta Parigi. Gli attacchi dei barbari, che hanno ucciso almeno 129 persone e ferito oltre 350 altre, con 99 molto gravi, si sono verificati nella serata di venerdì 13 novembre 2015, a Parigi. Nel messaggio per il suo collega francese, il presidente François Hollande, il presidente Isaiss Afeworki per conto dello Stato di Eritrea, ha esteso le sue più sentite condoglianze al presidente francese, e attraverso di lui, al governo e al popolo di Francia, in particolare alle famiglie in lutto per la perdita irreparabile sostenuta come risultato dei tragici attacchi. Il giorno dopo gli attacchi di Parigi, Isaias Afewerki, presidente dello Stato di Eritrea, ha voluto presentare al presidente François Hollande, le famiglie delle vittime e al popolo francese, il suo grande shock e tristezza: "Mi congratulo con il lavoro e lo sforzo del governo francese per affrontare e gestire questo evento". "Condanno fermamente questi attacchi perpetrati da gruppi terroristici dello Stato islamico e presento per conto del governo dello Stato di Eritrea le mie più sentite condoglianze e la più profonda simpatia. Plaudo al lavoro e allo sforzo del governo francese per affrontare e gestire questo evento." Fai clic qui per effettuare modifiche.
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Agosto 2024
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