La delegazione del governo eritreo inviata dal presidente Isaias Afwerki è arrivata questa mattina ad Addis Abeba per avviare i negoziati sull'attuazione dell'Accordo di Algeri firmato dalle due nazioni nel dicembre 2000 che pone fine alla sanguinosa guerra di due anni.
I membri della delegazione includono Yemane Gebreab, Osman Saleh e Araya Desta. Si prevede che la delegazione incontrerà funzionari etiopi e discuterà sui dettagli dell'attuazione dell'accordo di Algeri e sul ripristino della fraterna amicizia. La decisione dei due paesi di impegnarsi in un dialogo pacifico e porre fine alla loro controversia è arrivata dopo che il neoeletto Primo Ministro Abiy Ahmed, Etiopia, aveva annunciato poche settimane fa la decisione del suo governo di attuare l'Accordo di Algeri senza alcuna condizione preliminare. In seguito alla decisione dell'Etiopia, il presidente Isaias Afwerki dell'Eritrea ha annunciato il suo intendimento di inviare una delegazione ad Addis Abeba. La guerra tra i due paesi ha portato alla morte di oltre 70.000 persone da entrambe le parti e ha anche distrutto beni per centinaia di milioni di dollari, che erano sul porto di Assab importati da imprese e governo etiope. fonte: http://newbusinessethiopia.com/eritrea-delegates-arrives-addis-ababa/
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Da sinistra a destra: H.E. Yemane Gebreab, consigliere presidenziale e capo degli affari politici di PFDJ, H.E. Osman Saleh, ministro degli Esteri dell'Eritrea e H.E. Araya Desta, ambasciatrice dell'Eritrea presso l'UA.
La delegazione dell'Eritrea in visita in Etiopia questa settimana: ha comunicato il portavoce etiopico Una delegazione proveniente dall'Eritrea arriverà ad Addis Abeba questa settimana mentre il primo ministro dell'Etiopia sembra pronto a risolvere uno degli stalli militari più intrattabili dell'Africa. L'Eritrea ha combattuto una guerra di confine con il suo vicino più grande nel 1998-2000 che ha causato la morte di circa 70.000 persone, e le dispute rimangono ancora sulla frontiera tutt'ora militarizzata, in particolare nella città di Badme. Il primo ministro etiopico Abiy Ahmed, che ha delineato una serie di riforme radicali da quando è entrato in carica in aprile, ha preso un impegno sorprendente questo mese per onorare tutti i termini di un accordo di pace che ha posto fine al conflitto. Abiy, che è stato colpito da un attacco con una granata sabato, ha detto all'inizio di questo mese che era pronto ad onorare le decisioni internazionali che hanno messo Badme, che l'Etiopia ha rifiutato di cedere, in Eritrea. Lunedì, un portavoce del ministero degli Esteri etiope ha detto che rappresentanti della vicina nazione del Corno d'Africa sarebbero arrivati ad Addis Abeba. "Una delegazione proveniente dall'Eritrea arriverà ad Addis Abeba questa settimana", ha detto alla Reuters. Il presidente eritreo Isaias Afwerki ha sollevato le speranze di una svolta la scorsa settimana descrivendo le recenti aperture di pace da Abiy come "segnali positivi". L'Eritrea ha ottenuto l'indipendenza dall'Etiopia nel 1991. Comunicato stampa del Governo degli Stati Uniti sul processo verso la pace tra Etiopia ed Eritrea23/6/2018 Gli Stati Uniti trovano incoraggianti i progressi compiuti dall'Etiopia e dall'Eritrea per risolvere la disputa di lunga data e normalizzare le relazioni. Negli ultimi 20 anni, il conflitto congelato tra questi stati ha ostacolato elementi vitali quali la stabilità e la crescita economica nella regione del Mar Rosso. Una pace duratura produrrà maggiore prosperità e sicurezza non solo per i cittadini dell'Etiopia e dell'Eritrea, ma anche per i loro vicini, gli Stati Uniti e il mondo. Gli Stati Uniti si congratulano con la dichiarazione dell'Etiopia del 5 giugno 2018 che annunciava l'accettazione piena dell'Etiopia dell'Accordo di Algeri del 2000, emesso nel contesto di riforme politiche ed economiche positive. Gli Stati Uniti si compiacciono inoltre dell'impegno del presidente eritreo Isaias Afwerki del 20 giugno 2018 a inviare una delegazione ad Addis Abeba, in Etiopia, per portare avanti il processo di pace. Il primo ministro Abiy Ahmed e il presidente Isaias Afwerki adottando questi passi verso la pace hanno dimostrato una leadership coraggiosa . L'Etiopia e l'Eritrea hanno un ruolo fondamentale nel promuovere stabilità e prosperità nel Corno d'Africa. Gli Stati Uniti auspicano una piena normalizzazione delle relazioni e la realizzazione delle nostre aspirazioni condivise per entrambi i paesi per godere di pace e sviluppo duraturi. Come testimone dell'Accordo di Algeri, gli Stati Uniti sono pronti a facilitare il progresso verso questo obiettivo. Fonte: VH.GOV "Illustri partecipanti Signore e signori, Permettetemi innanzitutto di ringraziare tutti coloro che hanno organizzato varie attività, veglie a lume di candela, semina di semi, spettacoli sportivi e culturali, così da permettere a tutti gli eritrei nel paese e all’estero, inclusi bambini e anziani, di rendere omaggio, in questo giorno sacro, ai nostri Martiri che hanno eroicamente sacrificato la loro vita per assicurarci la libertà nazionale e per difendere la sovranità del paese. Signore e signori, L’anno in corso (2018), così come l’anno scorso che aprì l’inizio del secondo quarto di secolo della nostra indipendenza, si presenta come un periodo di cambiamenti epocali e di transizione. Questi eventi non possono far altro che infondere ancora più significato alla Giornata dei Martiri che commemoriamo oggi. Il popolo eritreo, ma anche il popolo etiope, ha perso un’opportunità di due generazioni per oltre mezzo secolo a causa di politiche volte a promuovere programmi esterni globali. Quando raggiunsero le loro rispettive liberazioni nel 1991 attraverso una lotta comune, si imbarcarono, con serietà, in un nuovo capitolo. Ciò era motivato dal loro desiderio di portare avanti i loro complementari interessi bilaterali, nonché di favorire la crescita collettiva nell’intera regione del Corno d’Africa. Sfortunatamente, questo promettente inizio fu annullato a causa del ritorno a politiche globali fuorviate. Le devastazioni, i sacrifici e la perdita di opportunità che ne seguirono furono davvero molto gravi. L’ordine globale filosofico che le tre precedenti amministrazioni statunitensi avevano annunciato, all’indomani del crollo improvviso dell’ex Unione Sovietica, ha comportato enormi perdite economiche per gli Stati Uniti, del valore di bilioni di dollari, negli ultimi 25 anni. Il declino è molto più grave se visto attraverso il prisma del potere di persuasione e di influenza. Anche lo squilibrio e la distruzione che ha prodotto nella nostra regione sono stati significativi.L’ amministrazione Trump, che è in vigore da un anno e mezzo, è essenzialmente il sottoprodotto o il risultato di fallimenti passati. Come tale, ha inviato vari segnali che attestano il suo desiderio di cambiare le defunte politiche dietro a quelle perdite. La resistenza che sta affrontando, al di là di campagne di denigrazione, non è trascurabile. Sebbene possa essere prematuro valutare accuratamente le sue intenzioni finali e le sue capacità, dobbiamo continuare a lavorare insieme con i nostri partner in conformità con la nostra scelta politica di impegno attivo e senza nessuna riserva e pregiudizio per spingere l’attuale Amministrazione USA a correggere le precedenti politiche sbagliate nella nostra regione. Signore e signori, Gli eventi e gli sviluppi che stanno dispiegandosi nella nostra regione, in generale, e in Etiopia, in particolare, nel recente periodo richiedono un’attenzione adeguata. Inutile sottolineare che è il popolo etiope, costretto in legami contraddittori di polarizzazione verticale, a essere la vittima primaria che ha subito il peso maggiore delle politiche distruttive del regime del TPLF e dei suoi amministratori. La seconda perdita, relativamente più grande, è derivata dalla capacità del TPLF di far deragliare e frustrare la crescita positiva bilaterale e regionale a tutto tondo che avrebbe potuto essere ottenuta attraverso le complementari risorse e capacità della popolazione etiope ed eritrea. Ventisette anni sono un intervallo lungo. Le perdite subite e il tempo sprecato sono quindi enormi nei termini di questo parametro. Ma mentre il danno inculcato al popolo etiope diventava sempre più insopportabile, stimolava l’ira e una ribellione nel popolo che affermava: "adesso ne abbiamo abbastanza". Ciò a sua volta ha accelerato la fine dei traffici del TPLF ed è stato giustamente descritto come un "Game Over". L’Etiopia è ora in un punto di svolta o di transizione. Qual è la destinazione? Come sarà raggiunta? Queste sono domande opportune che devono essere sollevate. Ma anche se richiederà tempo e sforzi per rimuovere l’eredità tossica e ostile del TPLF e per creare un clima congeniale, la direzione positiva che è stata messa in moto è chiarissima. La cricca del TPLF, e altri avvoltoi, sono sbalorditi dai cambiamenti in corso. E, poiché sanno perfettamente che il loro gioco è giunto al termine, non si asterranno dall’escogitare varie macchinazioni per ostacolare qualsiasi cambiamento e per attenuare la loro brama ostinata. Uno dei trucchetti logori che cercheranno dimettere in campo per prolungare il loro potere decrescente e per impedire un cambiamento positivo è di lavorare per il perpetuarsi delle tensioni con l’Eritrea e per preservare le sanzioni illecite. Questo è ben descritto dalle loro ambivalenti dichiarazioni pubbliche di "sì ... ma" in questi ultimi giorni. Ciò è stato architettato per prevenire una soluzione duratura all’insensato conflitto di confine che hanno scatenato in primo luogo senza alcuna giustificazione. Ma la loro preoccupazione principale e la loro cattiva volontà è quella di evitare e frustrare qualsiasi cambiamento positivo in Etiopia. Come nel caso dell’Eritrea, anche il popolo dell’Etiopia pregusta pace e armonia con il proprio vicino. Non c’è nulla di nuovo in questo fatto. I segnali positivi emessi in questi ultimi giorni possono essere visti come espressione di questa scelta popolare. La compiacenza di entrambi i popoli e paesi, i loro comuni interessi bilaterali e la prosperità, sono obiettivi sacrosanti per i quali abbiamo faticato e pagato sacrifici per due generazioni. In quanto tale, rimane una priorità per la quale saremo attivamente coinvolti. Per questo motivo e al di fuori di miopi considerazioni sugli espedienti e sui vantaggi di pubbliche relazioni, invieremo una delegazione ad Addis Abeba per valutare gli sviluppi attuali in modo diretto e approfondito e per delineare un piano per un’azione futura continua. Signore e signori, Le nostre valutazioni delle realtà e delle tendenze globali e regionali hanno un impatto significativo sulle politiche che formuliamo e, soprattutto, sulla nostra coesione e sul nostro potere interno, sulla crescita economica e la prosperità del nostro paese a cui attribuiamo la massima importanza e priorità. In questa prospettiva, è naturale vedere i nostri vari programmi di sviluppo settoriale in relazione ai nostri vicini, in generale, e con l’Etiopia, in particolare. I preziosi sacrifici che abbiamo pagato sia durante la lotta per la liberazione che in seguito per proteggere la nostra sovranità sono stati guidati da questi obiettivi. Il nostro impegno per portare avanti questi obiettivi ora con grande vigore è un tributo ai nostri Martiri. Gloria ai nostri eroici Martiri! Vittoria alle masse!" Traduzione di Michela MESSINA Annuncio dopo che Addis Abeba ha detto che rispetterà accordi pace
Asmara, 20 giu. (askanews) – L’Eritrea invierà una delegazione in Etiopia, dopo l’annuncio da parte di Addis Abeba dell’intenzione di rispettare l’accordo di pace, sino ad oggi non onorato. Il presidente Isaias (Afwerki) ha annunciato oggi che l’Eritrea manderà una delegazione ad Addis Abeba per un costruttivo impegno con l’Etiopia”, ha detto Estifanos Afeworki, ambasciatore eritreo in Giappone, commentando una simile comunicazione da parte dell’ambasciatore in Kenya. La svolta arriva dopo che il Fronte democratico rivoluzionario del popolo etiopico, coalizione di governo ad Addis Abeba, ha deciso di applicare appieno gli accordi di Algeri, che misero fine alla guerra con l’Eritrea del 1998-2000 e di implementare la decisione della commissione per il confine creata per la demarcazione della frontiera tra i due paesi del corno d’Africa. (con fonte afp) Oggi è la giornata dell'Eid Mubarak.
Nell'Islam, l'espressione Eid Mubarak [in arabo عيد مبارك; in persiano/urdu عید مُبارک], comunemente 'buona festa', è un augurio usato per le festività dell'Eid al-Adha e l'Eid ul-Fitr. «Colui che digiuna avrà la gioia e la felicità in due occasioni: quando interrompe il digiuno e quando incontrerà il suo Signore il Giorno del Giudizio. (Maometto) » Il primo giorno del mese di Shawwal, dopo l'interruzione del digiuno di Ramadan, si celebra l'Eid-ul-fitr: la festa per la fine del digiuno. Interamente dedicato ai festeggiamenti, l'Eid è un giorno di gioia, in cui si rende grazie ad Allah per aver concluso il digiuno, e per la partecipazione ai doni e alle grazie da Lui promesse (a patto di aver rispettato con fede il suo comandamento). Dopo questa preghiera, i musulmani si augurano l'un l'altro Eid Mubarak. Dopo 15 mesi di battaglia legale contro la municipalità di Veldhoven per aver annullato la nostra YPFDJ Holland Conference nel 2017, il verdetto è finalmente arrivato ... La corte ha deciso che il sindaco Jack Mikkers NON aveva il diritto di usare il suo potere ed emettere un ordine di emergenza. A causa di questa sentenza, il Comitato Organizzatore della Conferenza HA VINTO LA CAUSA CONTRO il Comune di Veldhoven !! La comunità eritrea olandese è una comunità pacifica che ha lo scopo di riunire le persone. Pertanto, la decisione di un gruppo di 3 giudici è una conferma di ciò che noi cittadini eritrei olandesi abbiamo sempre detto. Sta a noi rimanere concentrati e continuare a organizzarci in modo pacifico e armonioso come facciamo sempre! Con la presente ringraziamo umilmente ciascuno e tutti coloro che ci hanno supportato durante questo processo. Questa vittoria è dedicata a tutti i partecipanti alla tredicesima conferenza, il cui spirito positivo ci ha tenuti in cammino, la comunità eritrea olandese in Olanda, i membri del Comitato organizzatore della conferenza in Europa, tutti i membri YPFDJ in tutto il mondo e tutti gli altri sostenitori. Il cammello continua a marciare! Wetru Awet N’Hafash fonte:https://www.rechtspraak.nl/Organisatie-en-contact/Organisatie/Rechtbanken/Rechtbank-Oost-Brabant/Nieuws/Paginas/Burgemeester-Veldhoven-mocht-geen-noodbevel-geven-voor-verbod-Eritrese-conferentie.aspx Etiopia decide di applicare accordi di Algeri con Eritrea che misero fine alla guerra 1998-20005/6/2018 Roma, 5 giu. (askanews) – Il Fronte democratico rivoluzionario del popolo etiopico, coalizione di governo ad Addis Abeba, ha deciso di applicare appieno gli accordi di Algeri, che misero fine alla guerra con l’Eritrea del 1998-2000, e la decisione della commissione per il confine creata per la demarcazione della frontiera tra i due paesi del corno d’Africa. È quanto si legge in un comunicato diffuso al termine della riunione del comitato esecutivo dell’Eprdf (la sigla del fronte etiopico) tenuta oggi, riportato dal quotidiano etiopico The Reporter.
La Commissione per il confine assegnò nel 2002 all’Eritrea la città di Badme, al centro del conflitto tra i due Paesi. Alla firma degli accordi di Algeri, nel 2000, Addis Abeba e Asmara si erano impegnate a rispettare qualsiasi decisione della Commissione come “finale e vincolante”, ma l’Etiopia venne meno a tale impegno. Da allora truppe etiopiche sono presenti a Badme e il confine tra i due paesi è fortemente militarizzato, con scontri scoppiati più volte nel corso degli anni. L’ultimo risale solo al giugno del 2016. Nel comunicato diffuso oggi, l’Etiopia ha invitato l’Eritrea ad accettare a sua volta gli accordi di Alegeri, senza precondizioni, per garantire pace e stabilità ai popoli dei due Stati. Il rifiuto del defunto premier etiopico Meles Zenawi di riconoscere la decisione della Commissione ha creato una situazione di “né guerra né pace” che ha spinto Asmara a prolungare a tempo indeterminato il servizio nazionale, sebbene la legge fissi la durata della leva a 18 mesi, giustificando tale decisione con il timore di un attacco dall’Etiopia. Una decisione che di fatto ha spinto negli ultimi anni migliaia di giovani eritrei a lasciare il Paese alla volta dell’Europa. Accettando gli accordi di Algeri, l’Etiopia dovrà quindi ritirare le proprie truppe da tutti i territori riconosciuti dalla Commissione all’Eritrea. Asmara ha sempre sostenuto di essere pronta a riavviare il dialogo con Addis Abeba non appena quest’ultima avrà ritirato le truppe dal proprio territorio. Garanti e testimoni dell’accordo di Algeri sono Usa, Onu, Ue, Ua e Algeria, da sempre accusati dall’Eritrea di non aver mai fatto pressioni sull’Etiopia perché ritirasse le truppe. |
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Settembre 2024
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