L'Opinione Pubblica: "Roma: preoccupante aggressione all’ambasciatore eritreo, Fessehazion Pietros"8/7/2017 di Filippo Bovo
La grave aggressione di cui è stato vittima a Roma l'Ambasciatore dello Stato di Eritrea in Italia, Fessehazion Pietros, è dimostrativa del clima di demonizzazione di cui l'Eritrea e la sua Comunità sono oggetto in Italia. Due giorni fa, per l’esattezza lo scorso 5 luglio, l’ambasciatore presso la Repubblica Italiana dello Stato d’Eritrea, Fessehazion Pietros, è stato aggredito mentre usciva da un ristorante del centro di Roma, presso la Stazione Termini, mentre lo accompagnava una delegazione eritrea venuta a partecipare ad una festa della comunità che si teneva proprio in quel locale Nell’aggressione l’ambasciatore ha riportato delle lievi ferite, mentre altri membri della delegazione hanno riportato lesioni più gravi ed uno di loro ha addirittura riportato un trauma cranico. L’assalitore è un giovane eritreo, già noto alle Forze dell’Ordine anche per precedenti minacce rivolte allo stesso ambasciatore, a cui è stato contestato il reato di tentato omicidio, con moventi individuabili in non precisate motivazioni politiche. Il tutto avviene in un clima di omertosa ostilità nei confronti della Comunità Eritrea in Italia e dei rappresentanti politici ed istituzionali dell’Eritrea in Italia. Per elementari questioni di “ragion politica”, infatti, le autorità italiane mantengono nei confronti dell’Eritrea e dei suoi esponenti in Italia un atteggiamento fondamentalmente ostile, e si girano dall’altra parte di fronte ad ogni concreto e lampante atteggiamento di boicottaggio o di disturbo nei loro confronti. Per esempio lo scorso 1 luglio si è tenuto a Roma, nella zona di Fiumicino, il Festival Eritreo, e a soli settanta metri di distanza, nel totale e complice silenzio delle istituzioni, si è svolto un sit-in di protesta di presunti rifugiati eritrei. Il Senatore Aldo Di Biagio aveva a tal proposito denunciato il fatto senza ricevere particolare ascolto. Fatto molto preoccupante, se pensiamo che all’evento, oltre allo stesso ambasciatore, era presente anche il Ministro eritreo degli Esteri Osman Saleh insieme al Consigliere politico del Presidente eritreo, Yemane Gebreab. Sul grave fatto dell’aggressione ai danni dell’ambasciatore eritreo lo stesso Senatore Di Biagio ha fatto un’altra interrogazione al Ministro dell’Interno e a quello degli Esteri. La Redazione di Opinione Pubblica esprime con questo articolo la sua piena solidarietà all’ambasciatore Fessehazion Pietros, condannando simili atti alimentati certamente da un insano clima di demonizzazione a cui l’Eritrea e la sua Comunità sono soggetti in Italia.
1 Comment
Solidarietà a S.E. Ambasciatore Fessahazion Pietros
Come cittadini eritrei siamo rimasti sconvolti nel leggere la notizia dell’attacco violento contro il nostro... rappresentante istituzionale Ambasciatore Fessahazion Pietros da parte di un gruppo di facinorosi delinquenti. Siamo sollevati nell’aver appreso dalla nostra Ambasciata che S.E. sta bene. Condanniamo questo vile atto violento e auspichiamo che le forze dell’ordine italiane individuino i responsabili il prima possibile. Chi volesse scrivere un messaggio di solidarietà all’Ambasciatore può mandarlo a questo indirizzo e-mail: [email protected] Media Comunità Eritrea.It Interrogazione a risposta scritta
Ai ministri dell’Interno e degli esteri Per sapere, premesso che: Risulta all’interrogante che in data 5 luglio in tarda serata, l’Ambasciatore Eritreo a Roma, Pietros Fessehazion, sia stato vittima di una violenta aggressione, insieme ad una delegazione eritrea, all’uscita di un ristorante romano in zona centrale, dove si stava svolgendo una festa di referenti della comunità eritrea in Italia; nell’aggressione l’ambasciatore ha riportato ferite lievi, mentre alcuni referenti della delegazione sarebbero stati colpiti violentemente con gravi ferite ed un trauma cranico; all’assalitore, un giovane eritreo già conosciuto alle forze dell’ordine anche per pregressi episodi di annunciata aggressione nei confronti dello stesso Ambasciatore, è stato contestato il reato di tentato omicidio ed il movente, stando alla ricostruzione operata dagli inquirenti sarebbe da rintracciare in generici motivi politici; l’aggressione della delegazione dell’ambasciata eritrea è esemplificativa di un clima di ostilità che coinvolge tanto la comunità eritrea in Italia tanto forze e rappresentanze esterne ad essa che risulta ulteriormente esasperata dallo scenario di criticità afferenti il versante emergenziale della gestione dei flussi migratori e delle realtà che ne detengono interessi correlati e che per eccesso di sintesi si tende a liquidare come questioni “politiche” tutte interne allo scenario eritreo; Già da tempo l’interrogante ha denunciato con appositi atti di sindacato ispettivo ed interventi in sede politico-istituzionale il suddetto clima di criticità e la potenziale escalation di violenza correlata che ha assunto un tratto di maggiore emergenza in occasione del festival eritreo, svoltosi lo scorso 1 luglio 2017 in occasione del quale, come denunciato dall’interrogante con l’Atto n. 4-07712, Pubblicato il 27 giugno 2017, nella seduta n. 84, era stata pianificata a soli 70 metri dall’area del Festival una manifestazione di protesta organizzata da presunti rifugiati eritrei, i cui dubbi sull’opportunità in termini di sicurezza ed incolumità della platea accorsa al festival erano stati da me sollevati nel citato atto ai Ministri in indirizzo; vale la pena segnalare, a corredo degli elementi meritori di interesse già segnalati, che al festival Eritreo, sarebbero stati poi presenti autorevoli esponenti istituzionali del Governo eritreo, in particolare Yemane Gebreab, consigliere politico del Presidente Eritreo nonché con il Ministro degli Affari esteri eritreo Osman Saleh Mohammed, la cui presenza è stata opportunamente segnalata dall’ambasciatore Eritreo ai Ministri in indirizzo, a cui era seguita una segnalazione anche da parte dell’interrogante appositamente orientata alla richiesta di un incremento dei livelli di sicurezza e alla possibilità di impedire la suindicata contromanifestazione in ragione dell’autorevolezza dei profili che avrebbero partecipato all’evento e alla preminente esigenza di garantire l’ordine pubblico; le proteste e l’ultima aggressione di questi giorni si inseriscono in un trend drammatico di cui si rinvengono molteplici precedenti, che sia in Italia, nello specifico a Bologna, che all'estero, in Olanda nelle scorse settimane, dove le manifestazioni di protesta sono sfociate in veri e propri picchetti per impedire con la forza e con la violenza la libera partecipazione ad aventi organizzati dalle istituzioni eritree in Italia; nello specifico vale la pena sottolineare ulteriormente che i presunti rifugiati o sedicenti oppositori del governo di Asmara in realtà non organizzino manifestazioni motu proprio ma siano appositamente organizzati ed in un certo qual modo pilotati da rappresentanti di centri sociali o associazioni in qualche modo correlate alla gestione dei flussi migratori dal corno d’Africa ed in particolare dall’Eritrea in Italia pertanto appare presumibile e degno di approfondimento che le motivazioni che sottendono la richiamata escalation di protesta e disturbo non si rinvengano in scenari meramente politici ma afferiscono a contesti molto più complessi in cui si inseriscono interessi economici e strategici di specifici gruppi, interessati a garantire la promozione dell’immagine del Governo Eritreo come quella di un “rogue state” al fine di rendere legittima la richiesta di status di rifugiato da parte dei migranti di cui gli stessi gruppi sostengono l’accesso; siffatte dinamiche contribuiscono, erroneamente, ad alimentare un immagine del paese africano assolutamente distante dalla realtà, esorcizzandone l’elevazione ad interlocutore di bilaterali strategiche con l’Italia anche sul versante della più corretta gestione dei flussi migratori senza trascurare la sedimentazione di pregiudizi che contribuiscono ad esorcizzare l’ipotesi di progettualità di cooperazione economiche con un Paese storicamente amico e vicino, che – di contro – è già valido partner economico e commerciale di molti Paesi europei, in primis la Germania, il cui pragmatismo di lungo periodo rimarca la distanza che sussiste con Roma nella capacità di individuare proficue potenzialità economico oltre la coltre di preconcetto geopolitico; l’interrogante, pertanto, in più occasioni ha denunciato e segnalato la delicatezza dello scenario entro il quale si stanno consumando i suddetti episodi di violenza evidenziando l’opportunità di un livello di attenzione maggiore da parte delle istituzioni italiani anche in ragione dei profili istituzionali coinvolti, ma stando anche agli ultimi eventi, appare palese quanto si stia ancora sottovalutando la questione etichettandola come una semplice querelle per malumori politici tra connazionali; se si è a conoscenza degli eventi in premessa e come si è inteso gestire la questione, anche nella prospettiva di garantire la sicurezza dei profili istituzionali eritrei in Italia; se si intende elevare il livello di sicurezza verso iniziative promosse dall’Ambasciata e dalle istituzioni Eritree per le quali sono previste contromanifestazioni o picchetti di disturbo in ragione del suddetto clima di ostilità, al fine di esorcizzare il ripetersi di eventi spiacevoli e potenzialmente in grado di compromettere la credibilità dei dispositivi di sicurezza e di garanzia dell’ordine pubblico del nostro Paese. Se si intende accertare eventuali responsabilità in capo alle autorità competenti in merito alla mancata attivazione di uno specifico protocollo di sicurezza malgrado la segnalazione del complesso clima di ostilità di cui in premessa, effettuata anche dall’interrogante; se si intende approfondire lo scenario entro il quale sono attive quelle realtà, associative e non, che sembrano fomentare le ostilità contro il Governo Eritreo in Italia al fine di chiarire quali siano effettivamente le ragioni di questa presunta messa inscena e se sussistono ragioni di interesse economico o affini correlati alla stessa, anche nella prospettiva di superare l'immagine che tali scenari sembrano fomentare dell'Eritrea e promuovere una stagione di rinnovato approccio bilaterale con il Governo di Asmara. Sen. Aldo Di Biagio Senato della Repubblica ISMA -Istituto Santa Maria in Aquiro Piazza Capranica, 72 00186 Roma Tel. 06 6706 3094/4094 Fax 06 6706 6094 [email protected] ...Parlare di questi luoghi significa ricordare al mondo l’importanza storica di un paese che può tornare a svilupparsi, a prosperare e a raccontare tutto il suo fascino al mondo intero.
Facciamolo per le future generazioni, per i giovani eritrei e per la nostra umanità. “Gli eritrei furono splendidi. Tutto quello che potremo fare per l’Eritrea non sarà mai quanto l’Eritrea ha fatto per noi”, ha detto Amedeo Guillet. Oggi l’Eritrea continua a lottare per una propria presenza autonoma nel mondo contro le sanzioni dell'ONU, contro i tentativi di invasione, contro l’isolamento, le ingerenze e per un Corno d’Africa libero da intromissioni imperialiste, contro le predazioni e le colonizzazioni. Trent’anni di lotta non le sono bastati. Ma la sua forza sta nella sua storia. Il cuore di Asmara batte in nome dell’intero continente africano. Alessandro Pellegatta Eritrea: dall’Italia non vogliamo soldi, ma investimenti.
Roma, 3 lug. (askanews) – L’Eritrea non vuole “i soldi dell’Italia, non vuole assistenza, nè aiuti”, ma “investimenti italiani”, perchè “siamo sempre stati la via di ingresso per l’Italia nel Corno d’Africa e noi crediamo ci siamo moltissime opportunità per le aziende italiane, non solo di lavorare nel mercato eritreo, ma anche per insediarsi in Eritrea e poi espandersi nel Corno d’Africa e nei Paesi del Golfo”. E’ quanto ha detto ad askanews Yemane Gebreab, consigliere del Presidente eritreo, durante una visita a Roma. Nel 2014, l’ex viceministro agli Esteri italiano Lapo Pistelli era stato in visita ad Asmara per “attivare un cammino di cooperazione su tutti i settori di reciproco interesse” a fronte del massiccio arrivo di migranti eritrei sulle coste italiane. Ma secondo le autorità eritree, una volta uscito di scena Pistelli, “si è fermato tutto”. Lo scorso ottobre il ministro degli Esteri eritreo, Osman Saleh Mohammed, aveva detto ad askanews: “Stiamo collaborando con l’Ue, con la Germania e altri Paesi europei, ma non con l’Italia … l’Italia non vuole collaborare con l’Eritrea e non sappiamo perchè”. Per arginare la fuga dei propri giovani dal Paese, il governo eritreo ha puntato sulla creazione di occupazione, chiedendo su questo il sostegno dell’Europa. Nel gennaio 2016 l’Unione europea ha annunciato aiuti da 200 milioni di euro a favore dell’Eritrea nella lotta alla povertà e per lo sviluppo socio-economico del Paese, attraverso l’11esimo Fondo europeo di sviluppo (Fes) del periodo 2014-2020. Nel settembre 2016 le autorità eritree hanno firmato un protocollo di cooperazione con la Germania volto proprio a creare opportunità di lavoro per i giovani attraverso la formazione professionale; e nel dicembre 2016, attraverso il Fondo Africa creato a Malta nel 2015, l’Ue ha stanziato 13 milioni di euro, a cui Berlino ne ha aggiunti altri tre, per un progetto volto a sostenere lo sviluppo di piccole e medie imprese attraverso corsi di formazione dedicati ai giovani. Se nel 2015 sono stati oltre 36.000 i migranti eritrei arrivati sulle coste italiane, dall’inizio del 2017 al 30 giugno scorso il ministero dell’Interno italiano ha registrato 2.690 eritrei. “I numeri di arrivi di eritrei stanno calando drasticamente grazie ai cambiamenti in atto all’interno del Paese – ha detto Yemane – ma per noi, che siamo un piccolo Paese, qualsiasi numero di eritrei voglia lasciare il Paese è troppo grande, anche se si tratta di piccoli numeri”. Se i numeri sono calati, ha aggiunto, è perchè “stiamo offrendo ai giovani corsi di formazione, la situazione lavorativa sta migliorando, l’economia sta crescendo e inoltre i giovani stanno prendendo consapevolezza della situazione in Europa. Prima pensavano che la vita in Europa fosse facile, che avrebbero avuto successo, ma ora sanno che la vita in Europa è difficile, che si trascorrono mesi e mesi in centri di accoglienza”. “Noi vogliamo promuovere investimenti italiani in Eritrea, vogliamo che imprenditori italiani vengano a lavorare in Eritrea, vogliamo che gli italiani vengano a visitare l’Eritrea in numeri più consistenti, vogliamo che professionisti italiani vengano in Eritrea – ha detto Yemane – noi non siamo interessati ai soldi dell’Italia, non vogliamo assistenza, né aiuti. Quello che vogliamo è sviluppare una partnership che faccia tornare l’Italia nel Corno d’Africa e nel Golfo in modo massiccio. E il punto di ingresso naturale per l’Italia è l’Eritrea. Questo è quello che stiamo cercando di promuovere in termini di idea, di modo di pensare. E non vogliamo parlare solo con il governo, ma anche con la società italiana, con il mondo imprenditoriale, con il mondo accademico”. Yemane ha infatti ricordato i “rapporti molto stretti tra Italia ed Eritrea, rapporti storici, culturali, tecnologici”, sottolineando che il Paese del Corno d’Africa, colonia italiana fino alla II Guerra Mondiale, vuole “costruire rapporti tra i due popoli, tra i rispettivi mondi universitari, sviluppare ogni forma di cooperazione con l’Italia”. Ma secondo il consigliere del presidente eritreo, “in Italia non c’è ancora consapevolezza di quanto l’Eritrea possa essere importante per l’Italia. E fino a quando non ci sarà tale consapevolezza non credo che cambierà qualcosa” nei rapporti tra i due Paesi. askanews In occasione del Festival Eritreo svoltosi a Roma ho avuto il piacere e l'onore di confrontarmi con Yemane Gebreab, consigliere politico del Presidente Eritreo nonché con il Ministro degli Affari esteri eritreo Osman Saleh Mohammed in visita in Italia proprio in occasione dell'evento promosso dalla Comunità eritrea in Italia.
E' stata un'occasione molto interessante per affrontare tematiche di comune e condiviso interesse con un sguardo rivolto all'attualità, in particolare all'emergenza migratoria, che vede tirare in ballo a più riprese il Governo eritreo senza che però questo sia mai stato interpellato ufficialmente dalle autorità italiane ed europee nelle dinamiche di confronto costruttivo teso alla migliore gestione dei flussi. Di contro i referenti istituzionali eritrei hanno rinnovato la piena volontà di dialogo con il nostro Governo anche in ragione del sempre maggiore coinvolgimento europeo nelle dinamiche di cooperazione in terra #eritrea e dei sempre più proficui e fattivi rapporti economici e commerciali con i Paesi europei, in primis Germania, che sottolineano con maggiore forza quanto sia difficilmente comprensibile l'assenza di una valida bilaterale con l'Italia a 3 anni dall'apertura dell'allora Vice Ministro Pistelli, momento dal quale si è persa ogni traccia di Italia in Eritrea per ragioni difficilmente rintracciabili. La vicinanza storica tra i due Paesi uniti al costante e rinnovato desiderio di Asmara di privilegiare la bilaterale con Roma d'Africa rappresentano delle premesse sebbene al momento la posizione maggioritaria del Paese sembra essere orientata su altri trend. L'emergenza migratoria può rappresentare un'occasione irripetibile per un confronto serio tra Roma ed Asmara anche in ragione della delicatezza del momento in termini di gestione dei flussi, tanto sbandierata nei circuiti politici e istituzionali, che imporrebbe il mettere da parte i pregiudizi che certi segmenti politici hanno contribuito a sedimentata, privilegiando finalmente una geopolitica del pragmatismo di cui non se ne vede traccia da qualche anno. Soprattutto in un momento di emergenza come questo come si può auspicare di diventare referente attivo e protagonista in Africa se si continuano ad ignorare paesi africani determinanti nello scenario geopolitico della regione? Aldo Di Biagio |
Archivi
Settembre 2024
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Italia. |