ERITREA ETIOPIA
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ERITREA ETIOPIA

Aggressione all'Ambasciatore Fessehazion: interrogazione del senatore Aldo Di Biagio

7/7/2017

2 Comments

 
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Interrogazione a risposta scritta
Ai ministri dell’Interno e degli esteri
Per sapere, premesso che:
 
Risulta all’interrogante che in data 5 luglio in tarda serata, l’Ambasciatore Eritreo a Roma, Pietros Fessehazion, sia stato vittima di una violenta aggressione, insieme ad una delegazione eritrea, all’uscita di un ristorante romano in zona centrale, dove si stava svolgendo una festa di referenti della comunità eritrea in Italia;

 nell’aggressione l’ambasciatore ha riportato ferite lievi, mentre alcuni referenti della delegazione sarebbero stati colpiti violentemente con gravi ferite ed un trauma cranico;

all’assalitore, un giovane eritreo già conosciuto alle forze dell’ordine anche per pregressi episodi di annunciata aggressione nei confronti dello stesso Ambasciatore, è stato contestato il reato di tentato omicidio ed il movente, stando alla ricostruzione operata dagli inquirenti sarebbe da rintracciare in generici motivi politici;

l’aggressione della delegazione dell’ambasciata eritrea è esemplificativa di un clima di ostilità che coinvolge tanto la comunità eritrea in Italia tanto forze e rappresentanze esterne ad essa che risulta ulteriormente esasperata dallo scenario di criticità afferenti il versante emergenziale della gestione dei flussi migratori e delle realtà che ne detengono interessi correlati e che per eccesso di sintesi si tende a liquidare come questioni “politiche” tutte interne allo scenario eritreo;

Già da tempo l’interrogante ha denunciato con appositi atti di sindacato ispettivo ed interventi in sede politico-istituzionale il suddetto clima di criticità e la potenziale escalation di violenza correlata che ha assunto un tratto di maggiore emergenza in occasione del festival eritreo, svoltosi lo scorso 1 luglio 2017 in occasione del quale, come denunciato dall’interrogante con l’Atto n. 4-07712, Pubblicato il 27 giugno 2017, nella seduta n. 84, era stata pianificata a soli 70 metri dall’area del Festival una manifestazione di protesta organizzata da presunti rifugiati eritrei,  i cui dubbi sull’opportunità in termini di sicurezza ed incolumità della platea accorsa al festival erano stati da me sollevati nel citato atto ai Ministri in indirizzo;

vale la pena segnalare, a corredo degli elementi meritori di interesse già segnalati, che al festival Eritreo, sarebbero stati poi presenti autorevoli esponenti istituzionali del Governo eritreo, in particolare Yemane Gebreab, consigliere politico del Presidente Eritreo nonché con il Ministro degli Affari esteri eritreo Osman Saleh Mohammed, la cui presenza è stata opportunamente segnalata dall’ambasciatore Eritreo ai Ministri in indirizzo, a cui era seguita una segnalazione anche da parte dell’interrogante appositamente orientata alla richiesta di un incremento dei livelli di sicurezza e alla possibilità di impedire la suindicata contromanifestazione in ragione dell’autorevolezza dei profili che avrebbero partecipato all’evento e alla preminente esigenza di garantire l’ordine pubblico;
 
le proteste e l’ultima aggressione di questi giorni si inseriscono in un trend drammatico di cui si rinvengono molteplici precedenti,  che sia in Italia, nello specifico a Bologna, che all'estero, in Olanda nelle scorse settimane, dove le manifestazioni di protesta sono sfociate in veri e propri picchetti per impedire con la forza e con la violenza la libera partecipazione ad aventi organizzati dalle istituzioni eritree in Italia;
 
nello specifico vale la pena sottolineare ulteriormente che i presunti rifugiati o sedicenti oppositori del governo di Asmara in realtà non organizzino manifestazioni motu proprio ma siano appositamente organizzati ed in un certo qual modo pilotati da rappresentanti di centri sociali o associazioni in qualche modo correlate alla gestione dei flussi migratori dal corno d’Africa ed in particolare dall’Eritrea in Italia pertanto appare presumibile e degno di approfondimento che le motivazioni che sottendono la richiamata escalation di protesta e disturbo non si rinvengano in scenari meramente politici ma afferiscono a contesti molto più complessi in cui si inseriscono interessi economici e strategici di specifici gruppi, interessati a garantire la promozione dell’immagine del Governo Eritreo come quella di un “rogue state” al fine di rendere legittima la richiesta di status di rifugiato da parte dei migranti di cui gli stessi gruppi sostengono l’accesso;
 
siffatte dinamiche contribuiscono, erroneamente, ad alimentare un immagine del paese africano assolutamente distante dalla realtà, esorcizzandone l’elevazione ad interlocutore di bilaterali strategiche con l’Italia anche sul versante della più corretta gestione dei flussi migratori senza trascurare la sedimentazione di pregiudizi che contribuiscono ad esorcizzare l’ipotesi di progettualità di cooperazione economiche con un Paese storicamente amico e vicino, che – di contro – è già valido partner economico e commerciale di molti Paesi europei, in primis la Germania, il cui pragmatismo di lungo periodo rimarca la distanza che sussiste con Roma nella capacità di individuare proficue potenzialità economico oltre la coltre di preconcetto geopolitico;
 
l’interrogante, pertanto, in più occasioni ha denunciato e segnalato la delicatezza dello scenario entro il quale si stanno consumando i suddetti episodi di violenza evidenziando l’opportunità di un livello di attenzione maggiore da parte delle istituzioni italiani anche in ragione dei profili istituzionali coinvolti, ma stando anche agli ultimi eventi, appare palese quanto si stia ancora sottovalutando la questione etichettandola come una semplice querelle per malumori politici tra connazionali;

se si è a conoscenza degli eventi in premessa e come si è inteso gestire la questione, anche nella prospettiva di garantire la sicurezza dei profili istituzionali eritrei in Italia;

se si intende elevare il livello di sicurezza verso iniziative promosse dall’Ambasciata e dalle istituzioni Eritree per le quali sono previste contromanifestazioni o picchetti di disturbo in ragione del suddetto clima di ostilità, al fine di esorcizzare il ripetersi di eventi spiacevoli e potenzialmente in grado di compromettere la credibilità dei dispositivi di sicurezza e di garanzia dell’ordine pubblico del nostro Paese.

Se si intende accertare eventuali responsabilità in capo alle autorità competenti in merito alla mancata attivazione di uno specifico protocollo di sicurezza malgrado la segnalazione del complesso clima di ostilità di cui in premessa, effettuata anche dall’interrogante;

se si intende approfondire lo scenario entro il quale sono attive quelle realtà, associative e non, che sembrano fomentare le ostilità contro il Governo Eritreo in Italia al fine di chiarire quali siano effettivamente le ragioni di questa presunta messa inscena e se sussistono ragioni di interesse economico o affini correlati alla stessa, anche nella prospettiva di superare l'immagine che tali scenari sembrano fomentare dell'Eritrea e promuovere una stagione di rinnovato approccio bilaterale con il Governo di Asmara.
 
Sen. Aldo Di Biagio
Senato della Repubblica
ISMA -Istituto Santa Maria in Aquiro
Piazza Capranica, 72
00186 Roma
Tel. 06 6706 3094/4094
Fax 06 6706 6094
aldo.dibiagio@senato.it
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2 Comments
Mihreteab Paolos
9/7/2017 05:06:10 am

Lei caro senatore,non ha la minima idea di cosa sta parlando.Ha creduto a tutte le fandonie che Le hanno profilato l'ambasciatore e gli altri scagnozzi di Isayas.Il popolo Eritreo, e' stato imprigionato, schiavizzato dai traditori che sono al governo.Isayas "Non lo chiamo presidente perche' per me non lo e'".Questo decide vita e morte di tutti ,e' uno dei dittatori piu' spietati al mondo. I giovani Etrtrei, vengono costretti al servizio militare a vita, questo e' uno dei tanti motivi per cui lasciano la loro amata patria. Potrei dire tante altre cose ma diventerebbe troppo lungo.Quindi, prima di emettere sentenze, se e' una persona onesta, senta anche l'altra campana perche' e' cosi' che si comportano le persone sagge.

Reply
Lamina
9/7/2017 05:33:45 pm

Egregio Sig. Mihreteab,
Le posso solo dire che il vero eritreo se avesse a cuore il paese in questione non avrebbe il tempo e la voglia di scrivere il contenuto da Lei indirizzato al senatore.

Solo chi non è eritreo riesce a vendere il suo paese per avere qualche spicciolo che non lo porta lontano. Nonostante Lei possa essere contrario al presidente, se Lei è un eritreo vero sa benissimo che coloro che stanno al potere, che Lei chiama traditori, hanno dato la propria vita per l'Eritrea e sono persone che combattendo per 30 anni, liberando il paese dall'occupazione, MAI e poi MAI arrivano come dice Lei a schiavizzare o imprigionare il proprio popolo.

Se ci sono problemi in Eritrea, bisogna risolverli stando all'interno del caso, magari contribuendo con visioni diversi e non vendendo il paese.

A differenza di Lei il senatore che da alcuni anni a questa parte segue la realtà eritrea, ha le possibilità e conoscenza per presentare una interrogazione o dare una propria opinione o giudizio che potrebbe essere positivo o negativo. Questa iniziativa o propria visione viene da un arricchimento di conoscenza che lo si ottiene solo andando di persona in Eritrea e guardando come è la realtà, bella o brutta che sia, ma sempre andando in loco. Inoltre per una migliore visione del caso, si va conoscendo e partecipando alle iniziative che vengono fatte dalla comunità proveniente da quel paese.

Da come scrive noto che Lei è molto lontano dalla conoscenza vera della realtà Eritrea, perché in partenza parte con dei preconcetti che si conosce già da dove proviene, perché se fosse un vero eritreo saprebbe perché c'è il servizio militare così lungo, saprebbe benissimo chi c'è dietro ai giovani che lasciano il paese, saprebbe bene che la maggioranza di coloro che dicono eritrei sono etiopici, saprebbe bene che è quasi l'unico paese tranquillo dove convivono varie etnie e religioni, ed altro.

Il suo modo di usare parole e frasi denigratoria, è identico a quella di alcuni, che in questi ultimi anni potrebbe essere servito a qualcuno per far fare l'embargo e far star male il popolo eritreo. Fortunatamente ora qualcosa sta cambiando perchè alcune cose cominciano a venire a galla, pertanto Le consiglio di vedere Lei ( e non il senatore ) come stanno veramente le cose ragionando a 360 gradi.

Nonostante il nome ed il cognome che Lei porta, sembra che anche Lei conosce l'Eritrea solo dagli scritti ed altro riportati da vari esponenti della politica italiana ( Quartapelle, Civati, Migliosi, Fiano ) che senza mai essere stati in Eritrea parlano dell'Eritrea con la procedura di copia ed incolla.

Non mi fraintenda, il mio è solo un consiglio.






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