ERITREA ETIOPIA
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ERITREA ETIOPIA

L'Importanza di chiamarsi Tedros: di Francesca Ronchin

25/5/2022

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di Francesca Ronchin
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Tedros Adhanom Ghebreyesus è stato riconfermato ieri alla guida dell'OMS per un altro mandato.

Nonostante una gestione più che controversa della pandemia Covid e nonostante abbia mostrato sistematicamente (basta leggere i suoi tweet e le sue dichiarazioni per accorgersene) di avere a cuore più la politica che la sanità mondiale.

La giravolta da "amico di Pechino", di cui inizialmente l'OMS copriva le reticenze sul virus, a forte critico dell'attuale strategia cinese di zero Covid, così come il graduale avvicinamento agli Stati Uniti è tutt'altro che casuale, e affonda le radici in quel suo partito, in Etiopia, rispetto al quale continua a comportarsi come il principale portavoce. Con grande interesse di Washington.

Con il rischio di nuove ondate e altre pandemie, possiamo permetterci un direttore dell'OMS che più che alla salute di tutti sembra pensare a fare gli interessi del suo partito e dei suoi alleati?

Ne scrivo oggi su Panorama.it

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24 Maggio 1991 - 24 Maggio 2022

24/5/2022

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31° Festa dell'Indipendenza Eritrea

23/5/2022

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Il 24 maggio 1991 il Fronte Popolare di Liberazione dell'Eritrea entra nella capitale Asmara ponendo fine alla lunga guerra per la conquista dell'Indipendenza durata trent' anni.

Il F.p.l.e affida a Isaias Afwerki la guida del Governo di Transizione mentre una conferenza di riconciliazione sancisce il diritto all’autonomia dell’Eritrea da esercitarsi attraverso un referendum popolare che avrà luogo due anni dopo.

Il 24 maggio 1993 con un risultato plebiscitario l'Eritrea viene dichiarata Indipendente divenendo il più giovane Stato africano. 

​Nei prossimi giorni si terranno da parte delle Comunità Eritree di tutto il mondo le Celebrazioni dell'evento storico che ha cambiato il volto dell'Eritrea proiettandola come protagonista fra i paesi emergenti dell'intera Africa.

Questi gli appuntamenti in Italia:



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Ciclismo: Ciclisti eritrei al "Giro d'Italia 2022"

5/5/2022

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I ciclisti Eritrei: Merhawi Kidus, Biniam Ghirmay e Natnael Tesfatsion parteciperanno al Giro d'Italia 2022 in programma dal 6 al 29 maggio.
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Poveri combattenti del Tigrai sono stati sacrificati mentre le famiglie dei leader del TPLF e le famiglie allargate erano al sicuro da qualsiasi ripercussione e violenza...

29/4/2022

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Ann Fitz-Gerald @afitz3105
#TPLFCrimesExposed
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I seguenti 7 punti che ho ritenuto importanti  possono  essere utilizzati per riscrivere la relazione di cui sopra: 

1- Il forte consenso sul fatto che l'ideologia, la rete e il sistema di governance del TPLF debbano essere sradicati è anche indice di una mancanza di interesse per la sua agenda radicale e di un alto livello di rancore verso quello che è stato definito un piccolo gruppo di leaders che accumulano sia potere che ricchezza.

2- Al contrario, ci sono notevoli prove di sostegno a un'Etiopia unita e a una costituzione appena riformata che non facilita la continuità dell'attuale ideologia e delle disposizioni di governance TPLF, tra cui la rete repressiva "uno su cinque" lavoro.

3- La paura delle ripercussioni in corso sembra anche aver spinto i Tigrayani a lasciare la regione o incitato paura tra i combattenti tigrayan catturati/arresi, a questi ultimi è stato istruito di togliersi la vita prima di catturare o credere che ci non tornare al Tigray a causa di questo ordine. Le tensioni sembrano più prominenti tra i gruppi politici, piuttosto che tra la gente comune. Infine, e soprattutto, i molti combattenti maschi e femmine di età inferiore ai 18 anni reclutati sotto la regola "una famiglia, un combattente" e addestrati dai comandanti del TPLF richiedono un supporto psico-sociale per garantire che questi giovani adolescenti possano trans Ritorna in un'esistenza civile stabile in età scolare.

4- Sulla base del feedback solidale sulla cooperazione tra i Tigrayani in fuga e le comunità Amhara e Afar - che, nelle stesse comunità che i combattenti tigrayan hanno occupato e lasciato distrutti, hanno fornito a molti di loro cibo, acqua e riparo – la narrazione che circonda le tensioni tra il Tigray e il suo Le regioni frontaliere non sembrano essere così problematiche come suggerito dai leader del TPLF.

5- Le conclusioni riportate sopra hanno implicazioni per qualsiasi discussione su mediazione, responsabilità, sicurezza e sicurezza, e per qualsiasi questione legata al dialogo nazionale sulle future disposizioni di governance nel Tigray.

6- Il feedback di questi campi fornisce anche la prova che la narrazione riportata dai sostenitori del TPLF che vivono al di fuori dell'Etiopia non si allinea con la voce delle comunità tigrayane sul campo.

7- Ci sono anche problemi riguardanti la sicurezza e la sicurezza di circa 16.000 Tigrini (un numero che continua a crescere man mano che più IDP attraversano Amhara e Afar) attualmente ospitati sia nei luoghi del campo Awash che Jarra e implica per le agenzie di assistenza nazionali e internazionali il garantire che i requisiti nutrizionali, acqua e medici di questi IDP siano supportati e non dimenticati.

Ann Fitz-Gerald è la direttrice del Balsillie Scuola di Affari Internazionali e un Professore in Scienze Politiche della Wilfrid Laurier University Dipartimento. Ha lavorato in entrambi i King's College, Centro per la Difesa dell'Università di Londra Studi presso l'International Policy Institute e presso Cranfield University, di cui era direttrice, Leadership in difesa e sicurezza.

La ricerca di Ann si concentra sulla sicurezza nazionale e la governance del settore della sicurezza. È ampiamente pubblicata su questi problemi e ha una vasta esperienza di lavoro nelle capacità di insegnamento e ricerca dei laureati in Etiopia e nella più ampia regione del Corno d'Africa dove ha anche sostenuto a livello internazionale- colloqui di pace sponsorizzati. Nel 2013 il governo del Canada ha assegnato ad Anna la "Queen's Diamond Jubilee Medal" per i suoi sforzi a sostegno del conflitto risoluzione e costruzione della pace postbellica in Africa.

Ann è un membro del consiglio del canadese Ditchley Foundation, un ricercatore associato per il Royal United Services Institute di Londra, e un ricercatore presso il McLaughlin College York University.
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Dopo la 16esima Conferenza Europea del YPFDJ: tra Eritrea e Panafricanismo

22/4/2022

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Davvero ricca ed emozionante la 16esima Conferenza Europea del YPDFJ (i giovani del Fronte Popolare per la Democrazia e la Giustizia Eritreo), tenutasi a Roma dal 14 al 18 aprile scorsi e dove l'identità eritrea si è mescolata al futuro del Panafricanismo.

di Filippo Bovo 22 Aprile 2022

E’ stata davvero un’esperienza di grandissimo impatto quella della 16esima Conferenza Europea del YPFDJ (Young People’s Front per Democracy and Justice, area giovanile del Fronte Popolare Eritreo per la Democrazia e la Giustizia), che ha visto a Roma dal 14 al 18 aprile scorsi riunirsi moltissimi giovani eritrei provenienti non soltanto da tutta Italia ma anche dal resto d’Europa, così come dal Nord America, da altre parti del mondo e dal paese dove il PFDJ è forza di governo ed erede di quel Fronte Popolare di Liberazione Eritreo (FPLE) che gli diede la libertà, l’Eritrea.
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Indubbiamente, dopo che i problemi legati al Covid per lungo tempo avevano impedito assembramenti e spostamenti, ripartire con un evento dal vivo poteva anche sembrare una scommessa, a dir poco qualcosa di temerario. L’organizzazione aveva voluto così puntare su numeri “prudenti” proprio per darsi un nuovo “rodaggio”, senza quindi troppo esagerare. Eppure, il numero di presenti è stato assai maggiore rispetto al previsto; non solo, ma tra di loro vi erano anche tantissime persone che da tempo non si rivedevano più, al fianco di altre che invece da sempre sono state delle gradite e puntuali costanti, oltre a tantissime altre di nuove, soprattutto ragazzi formatisi nel frattempo e pertanto oggi pronti e maturi per questa loro nuova avventura. Che dire? Già questo, appare come una ripartenza assai promettente, connotata da messaggi davvero molto incoraggianti per il futuro del Movimento, del Paese e della Comunità.

Certamente, vi erano dei buoni motivi a spiegare questo ritorno così forte e beneaugurante. Gli scorsi mesi ci hanno consegnato un quadro della realtà non soltanto relativa al Corno d’Africa ma persino dell’intero Continente Africano certamente densa di prove, ma anche di capacità di reagire e soprattutto di vincere. I nuovi tentativi condotti nella regione etiopica del Tigray dal TPLF (Tigray People’s Liberation Front, il partito che ha guidato l’Etiopia dal 1991 al 2018, portandola alla dura e sanguinosa guerra contro l’Eritrea del 1998-2000, all’invasione della Somalia nel 2006 e a nuovi e vari scontri successivi anche con altri paesi limitrofi come il Sudan, per poi rivoltarsi nel 2020 e nel 2021 contro il governo centrale etiopico nel tentativo di rovesciarlo e di compromettere il processo di pace ed integrazione nel Corno d’Africa) si sono infatti infranti non soltanto con la reazione risoluta, coordinata e vittoriosa dei governi etiopico ed eritreo, ma anche del resto dell’Africa e di molti altri importanti paesi al mondo, dalla Cina alla Russia, che senza esitare hanno sposato la causa di Addis Abeba e di Asmara. Anche istituzioni sovranazionali in precedenza piuttosto caute sulla questione come l’Unione Africana, così come numerosi paesi africani e mediorientali giudicati “insospettabili” dato il loro storico orientamento filo-occidentale, in quella circostanza non hanno avuto alcun dubbio su cosa fare.

L’Eritrea, che da trent’anni, fin dal suo primo giorno d’indipendenza, portava avanti una linea di pace ed integrazione auspicandola per tutta la Regione e il Continente, è uscita da quei giorni con un riconoscimento ed un prestigio immensi, ponendosi a nuovo paese di riferimento nella regione del Corno d’Africa così come agli occhi degli altri popoli e governi africani. Sono un riconoscimento ed un prestigio che le derivano anche dal trentennale e pervicace lavoro per salvaguardare l’autonomia e la sovranità nazionali senza mai ledere quelle altrui, così come per conseguire l’autosufficienza economica ed alimentare, e dare a tutti i suoi figli copertura scolastica e sanitaria: un esempio preziosissimo per molte nazioni africane e non solo. Ecco perché, dopo trent’anni di così duro e coerente lavoro, giungono oggi tutti questi preziosi riconoscimenti che pongono Asmara come nuovo paese guida nell’ambito del Panafricanismo, dell’Internazionalismo, dell’Anticolonialismo e dell’Antimperialismo. Non è dunque un caso che di tutte queste cose nella conferenza se ne sia trattato, respirandole con grande orgoglio.
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Vi era anche una bellissima galleria fotografica, curata da un bravo artista eritreo, che trattava proprio la storia del Continente Africano dalle più lontane origini della civiltà umana ai giorni odierni, comprendendo nei suoi vari passaggi anche i drammi del colonialismo e del neocolonialismo così come le lotte panafricaniste di grandi uomini come il ghanese Knrumah, il tanzaniano Nyerere, il congolese Lumumba e il burkinabe Sankara: solo alcuni dei tantissimi che si potrebbero ricordare, perché la storia africana è piena di questi grandi uomini così come di grandi donne. Ognuna delle immagini, in alto a destra, presentava l’hashtag #NoMore, divenuto celebre proprio nei giorni dell’ultima crisi provocata nel Tigray dal TPLF: quello slogan, nato fra i giovani etiopici ed eritrei in America ed Europa, ha ben presto dilagato trascinando dietro di sé un immenso movimento d’opinione che ha messo a nudo anche le ipocrisie del mondo politico e mediatico occidentale, e ha senza dubbio dato un grande contributo al cambiamento che oggi vediamo sotto i nostri occhi. 

Importantissimi i vari seminari tenutisi nel corso di questa sostanziosa e gioiosa “quattro giorni”, con la partecipazione del ministro eritreo Yemane Ghebreab, a capo dell’ufficio per gli Affari Politici e Consigliere Presidenziale, della scienziata e panafricanista Rahel Weldeab, esperta anche di questioni relative all’emancipazione femminile, dell’alto diplomatico Biniam Berhe, a capo della missione eritrea nell’Unione Africana, del professore Mohammed Hassan, analista e scrittore, di Simone Tesfamariam, coniatore del movimento #NoMore, del giornalista americano Eugene Puryear, esperto nella lotta alla propaganda e alla disinformazione a fini imperialisti e neocolonialisti, così come numerosi altri, intervenuti in presenza o in videoconferenza. In generale erano davvero molte le persone presenti e salite sul palco, a testimoniare l’onore che rendono alla loro bandiera nel mondo. Non mancava neppure Abraham Zerai, archeologo dedito alla riscoperta delle preziose testimonianze storiche, artistiche e culturali eritree ad Adulis, a riprova che coltivare e riscoprire la propria storia significa anche tutelare e rafforzare la propria identità: dopotutto, è proprio ciò che ci rende più sicuri di noi stessi in un mondo “villaggio globale”, dove l’aspirazione di tutti dev’essere quella di vivere in un clima di reciproco rispetto, a formare una grande “casa comune” in cui tutti abbiamo qualcosa da insegnare così come da imparare. E poi, se ci pensiamo bene, l’integrazione regionale nel Corno d’Africa è partita anche con questo intento, e non è un caso che oggi sia un esempio tanto per il Panafricanismo quanto per l’Internazionalismo in un senso ancora più ampio. 

​da l'Opinione Pubblica



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Ciclismo Eritrea 2022

30/3/2022

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Dichiarazione del Governo Etiope sulla Situazione attuale degli aiuti umanitari

29/3/2022

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Va ricordato che il governo etiope ha dichiarato una tregua per i bisogni umanitari delle persone nella regione del Tigray. Dopo la decisione, il governo etiope ha adottato una varietà di azioni. Una delle iniziative era consentire per un'intera settimana il trasporto aereo a diverse organizzazioni umanitari internazionali . Di conseguenza, sono aumentati i trasporti aerei di prodotti farmaceutici, apparecchiature mediche, denaro e gli integratori alimentari.

Inoltre, il governo ha consentito anche il trasporto aereo di altri aiuti umanitari. A questo proposito il governo ha preso provvedimenti immediati, a meno che non vi sia una mancanza di capacità o un ritardo nelle procedure burocratiche. Per ampliare l'accesso all'assistenza umanitaria, il Programma alimentare mondiale (WFP) è stato autorizzato a trasportare 43 camion di aiuti alimentari a persone bisognose nella regione del Tigray attraverso Abala Road.

Di questi, 20 camion che trasportano aiuti umanitari sono di stanza nella città di Semera, nella regione di Afar. Il Governo etiope ha utilizzato tutti i mezzi disponibili per salvare i suoi cittadini nella regione del Tigray, ma non è stato in grado di ottenere garanzie alla cooperazione dalla conto parte. 43 camion di aiuti alimentari del Programma Alimentare Mondiale (WFP) non so no arrivati nella regione del Tigray a causa della chiusura della Abula Road da parte dei militanti del TPLF.

Il governo dell'Etiopia riafferma il suo impegno a lavorare a stretto contatto con le parti interessate per garantire la piena consegna dell'assistenza umanitaria ai bisognosi. Per questo il governo dell'Etiopia esorta i militanti del Tigray ad astenersi dal muovere pretesti e a diffondere informazioni fuorvianti e a fare la loro parte per facilitare l'erogazione degli aiuti. Inoltre, il governo fa appello alla comunità internazionale per fare pressione sui militanti del Tigray affinché si ritirino da distretti  Afar e Amara, dove le popolazioni sono tenute in ostaggio, e di rispettare i loro impegni di cessate il fuoco.

Il governo etiope spera che tutte le parti interessate nella regione del Tigray lavoreranno insieme facilitare la consegna degli aiuti e garantire una vita stabile a tutti .

FDRE Servizi di comunicazione del governo

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Discorso del Ministro degli Esteri dell'Eritrea alla riunione del TICAD8

27/3/2022

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Ministro degli Esteri HAYASHI Yoshimasa Onorevoli Ministri degli Esteri dei paesi africani presenti illustri co-organizzatori di TICAD8 e partecipanti.

Permettetemi innanzitutto di cogliere questa opportunità per esprimere il mio apprezzamento e gratitudine per il continuo sostegno e amicizia che il Giappone ha esteso agli sforzi di costruzione della nazione dell'Eritrea sin dalla sua indipendenza. Ciò è stato particolarmente vero dopo il lancio di TICAD nel 1993.

Eccellenze,

Potrebbe essere storia adesso. Ma la prima metà degli anni '90 ha visto notevoli cambiamenti nel paradigma delle relazioni tra i paesi del Corno d'Africa, del bacino del Nilo, della regione del Mar Rosso e degli Stati del Golfo. Questo è stato davvero un momento spartiacque. Ha segnato l'inizio di una nuova era di pace e di promettente sviluppo economico nella nostra regione. Sfortunatamente, la speranza e l'ottimismo generati in quel momento furono presto delusi.

La regione è stata nuovamente immersa in un'altra spirale di guerre inutili e inevitabili, instabilità e crisi prolungate. Ciò non poteva che ostacolare il progresso nella regione nonostante la sua posizione strategica, le abbondanti risorse naturali e le potenziali opportunità di investimento e di mercato.

Come si ricorderà, il governo etiope, guidato dal TPLF, nel 1998 dichiarò guerra non provocata all'Eritrea con il fragile pretesto di una disputa di confine. La feroce guerra infuriò per due anni causando enormi perdite di vite umane e distruzione di proprietà. Infine, Eritrea ed Etiopia hanno firmato l'accordo di pace di Algeri nel dicembre 2000. Questo è stato mediato e firmato sotto gli auspici della comunità internazionale.

La Commissione di frontiera Eritrea-Etiopia ha annunciato la sua sentenza definitiva e vincolante nell'aprile 2002. Ma il TPLF ha rinnegato le comunità internazionali e ha respinto la decisione. La comunità internazionale non ha condannato questo atto. La situazione "niente guerra, niente pace" che ne seguì, e gli assalti militari intermittenti del TPLF, rimasero causa di tensioni e instabilità nella nostra regione per i successivi 18 anni. Fortunatamente, e dopo la rimozione del TPLF dal potere nel 2018, Eritrea ed Etiopia hanno firmato l'accordo congiunto di pace e amicizia. Ciò è stato fatto per loro volontà e senza intermediari terzi.

La nuova realtà ha riacceso speranza e ottimismo. Ha rinvigorito il desiderio, la buona volontà politica e la determinazione per una solida cooperazione nella nostra regione. Le prospettive restano quindi positive nonostante gli sforzi inutili e disperati del TPLF per far affondare il processo di pace.

In questo contesto, il governo dell'Eritrea è pronto a impegnarsi in una cooperazione significativa e di grande impatto con il Giappone. In tal caso, il GOE chiede umilmente al governo del Giappone, ai co-organizzatori del TICAD e ad altri partner di sviluppo di cogliere lo slancio prevalente per la pace come una buona opportunità per portare avanti lo sviluppo sociale ed economico a beneficio dei popoli della regione.

Concludo esprimendo i miei migliori auguri di buona riuscita della sessione della Riunione Ministeriale.

Vi ringrazio

da shabait 

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L'Eritrea prende la parola per spiegare le ragioni del suo voto dopo l'adozione del progetto di risoluzione A/ES-11/L2 (Conseguenze umanitarie dell'aggressione contro l'Ucraina)

25/3/2022

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Signor Presidente,

L'Eritrea prende la parola per la spiegazione della posizione dopo l'adozione del progetto di risoluzione A/ES-11/L2 (Conseguenze umanitarie dell'aggressione contro l'Ucraina)

Il progetto di risoluzione appena adottato fa purtroppo riferimento alla risoluzione adottata il 2 marzo e al quale la mia delegazione ha votato contro. L'Eritrea è delusa che la questione umanitaria sia politicizzata. L'Eritrea rifiuta qualsiasi politicizzazione della questione umanitaria in quanto mina le azioni volte ad affrontare la situazione umanitaria centrale dei popoli e dei paesi colpiti. Se il testo presentato per l'esame dell'assemblea generale fosse stato incentrato solo sulle priorità umanitarie, sarebbe stato possibile adottare il testo per consenso, raccogliendo una voce molto più forte e unita sui principi umanitari che più attenevano al punto all'ordine del giorno che abbiamo discusso da due giorni.

L'Eritrea apprezza l'iniziativa del Sudafrica nella presentazione denominata L3. La bozza si è concentrata sulle priorità umanitarie ed ha evitato di polarizzare i contenuti politici già affrontati nella precedente occasione. L'Eritrea era pronta a sostenere la bozza del testo L3. Nell'esame dell'assistenza umanitaria, è importante che i principi di umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza siano rispettati e tutte le azioni umanitarie siano guidate dal pieno rispetto di questi principi. Nonostante le differenze geopolitiche tra la NATO e la Russia guidata dagli Stati Uniti, che sta avendo gravi conseguenze umanitarie per l'Ucraina, l'Eritrea desidera sottolineare che tutte le parti in conflitto intraprendono misure concrete per rispettare gli obblighi previsti dall'interno i principi umanitari, per garantire che tutti i civili e le nazionalità, compresi i cittadini africani siano completamente protetti.

È importante fare ogni sforzo possibile per ridurre al minimo le conseguenze umanitarie sulla popolazione civile. L'evolversi della situazione umanitaria richiede di concordare un cessate il fuoco e di raggiungere pause umanitarie per garantire un'evacuazione sicura, rapida, volontaria e senza ostacoli. Mentre il compito dell'assistenza umanitaria è in corso, ci si dovrebbe impegnare seriamente sulla pista politica per porre fine al conflitto e, a questo proposito, l'Eritrea desidera ribadire il proprio appello alla risoluzione pacifica del conflitto attraverso il dialogo e la diplomazia.

Infine, su una nota politica più seria, l'attuale campagna o indirizzo a tornare ad un ordine mondiale unipolare, cito, "stringendo il cappio alla Russia", sta diventando più pericoloso e a rischio di uno scontro militare che va in contrasto con i pilastri fondamentali del forte multilateralismo così come le legittime aspirazioni della maggioranza dei popoli e delle nazioni del mondo. Dobbiamo rimanere guidati dalla Carta dell'ONU nel pieno rispetto della sovranità, dell'integrità territoriale e dell'indipendenza politica degli Stati per un ordine mondiale pacifico.

In questo tumultuoso periodo di grande incertezza, l'Eritrea augura pace all'Ucraina e alla Russia oltre che al resto della regione.

Grazie.

da Shabait 
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