La Conferenza episcopale eritrea ha diffuso oggi, domenica 28 aprile, una Lettera pastorale in occasione della Pasqua Orientale del rito copto alessandrino cattolico. Il documento di 30 pagine, è un richiamo alla riconciliazione nazionale e ha per titolo: “Pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini” (Ef. 2,17)
Sarà diffusa oggi la Lettera pastorale che la Conferenza episcopale dell'Eritrea ha scritto ai fedeli per sostenere il processo di pace in corso tra il loro Paese e l'Etiopia avviato lo scorso giugno, dopo 20 anni di guerra. Nell’introduzione, i vescovi esprimono gioia e gratitudine al Signore per questo, mentre assicurano di pregare per gli immigrati, i carcerati, per le vittime dei trafficanti, per tutti quelli che hanno perso la vita a causa delle violenze perché trovino accoglienza nella casa del Padre. Augurano al loro popolo pace e serenità e auspicano che quanti vivono in condizioni difficili nelle zone di frontiere tra i due Paesi possano tornare alla normalità della vita. “Preghiamo – scrivono - perché la demarcazione delle frontiere avvenga in maniera soddisfacente per il bene di tutti due i popoli, perché possano continuare le loro relazioni normali di ogni giorno” e si dicono pronti a collaborare, come leader religiosi, perchè ciò si realizzi. Il passato doloroso del Paese: no ai muri, sì ai ponti In questo mondo senza scrupoli dove si vuole costruire i muri della divisione – si legge nel testo - noi vogliamo eliminare ogni separazione, solo così possiamo costruire una nazione caratterizzata da unità e armonia. E affrontano una questione centrale: a causa della guerra il nostro Paese nel passato ha vissuto una grande marginalizzazione. Per vari motivi il destino dei nostri giovani, delle nostre madri, e delle famiglie - scrivono - era diventato soltanto immigrare e abbandonare la propria casa. In mancanza di soluzioni adeguate, tutto questo continua e la diaspora della nostra gente mette in pericolo l’esistenza e la continuità del Paese stesso. Superare le difficoltà attraverso il dialogo Nella loro Lettera, i presuli propongono soluzioni che aiutino ad uscire dalla difficile situazione in cui si trova il Paese. Prima fra tutte il dialogo che deve coinvolgere sia chi sta nel Paese chi fa parte della diaspora, perché solo sulla base solida del dialogo, della pace e del perdono è possibile costruire il futuro. E’ necessario - scrivono - crescere insieme come popolo e come Paese, senza lasciare nessuno indietro. L'invito a pregare perchè il Signore doni il suo aiuto I vescovi eritrei richiamano il loro popolo a porre la speranza e la fede nel Signore, in questo momento di dura prova per il Paese c'è bisogno più che mai della Sua protezione che ha guardato al suo popolo sempre con uno sguardo di misericordia e di amore. I presuli innalzano quindi una preghiera a Dio, dicendosi sicuri che Egli verrà in suo aiuto: “Dio ci illumini e ci doni la sua grazia. Benedica il nostro popolo e la nostra patria. Ci doni la luce della Sua resurrezione”.
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Settembre 2024
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