ERITREA ETIOPIA
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ERITREA ETIOPIA

Lettera aperta di Lamina sulla questione eritrea (seconda parte)

6/12/2017

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La prima parte è stata pubblicata il 12/9/2017

Secondo me cosa poteva o potrebbe ancora fare l’Italia riguardo al problema che costringe alcuni giovani di quell’area a venire in Italia, in Europa ecc., è possibile vedere i principali punti chiave che il governo italiano dovrebbe far valere, affinché possa in parte risolvere il problema degli sbarchi incontrollati di provenienza da quell’area. Non iniziative teoriche e di propaganda, ma fatti concreti che sono alla sua portata. Ecco i principali punti :

1) cercar di far applicare nelle sedi competenti quanto approvato dalla commissione delle Nazioni Unite cioè la demarcazione dei confini fra Eritrea ed Etiopia e far rispettare gli accordi di Algeri. Ho indicato l’Italia, perché uno dei garanti era l'italiano Rino Serri in rappresentanza dell’UE.

2) informare a tutte le istituzioni nazionali ed internazionali dicendo la verità cioè che i veri eritrei non sono immigrati per motivi politici, per conferma si può sentire non direi il governo eritreo perché sarebbe considerato di parte, ma l'ambasciata italiana in Eritrea, e non solo, ma anche le ambasciate degli stati europei e uffici EU ed altro d'istanza in Eritrea.

Dico questo perché tutti gli eritrei accolti come richiedenti asilo politico e che sbarcano a Lampedusa o nelle altre coste dopo aver ottenuto il documento di rifugiato in Italia o in altri stati europei, minimo dopo un anno tornano in Eritrea a vedere i loro cari e stare nel proprio paese, che in precedenza quando sbarcavano nelle coste italiane dichiaravano scappo perché c’è un “ presidente dittatore”, perché “mi ammazzano”, perché “mia famiglia perseguitata”, perché “stuprata” perché...ecc. tutte scuse false per ottenere il comodissimo documento per stare in Italia, o in Europa. 

Un cittadino italiano che non ha conoscenza profonda sul mondo dell’immigrazione spontaneamente si chiede: “ma se sono richiedenti asilo politico, come fanno di nuovo a tornare nel proprio paese in Eritrea e stare con i propri cari “? A questa domanda deve rispondere e spiegare il governo italiano, e in prima persona la presidente della Camera, se per caso il governo eritreo cosiddetto “ dittatore”, “ che ammazza ” , “ che imprigiona”, “che violenta “, “ che stupra “ ecc. è cambiato.

Fino a prova contraria queste persone che ritornano incontrano lo stesso loro Presidente carismatico, lo stesso Governo, ma con il paese Eritrea cambiata da come l’hanno lasciata, migliorata nel settore elettrico, sanitario, conservazione dell’acqua, siti minerari, ecc. Tutte opere portate a termine con tanto sacrificio dal governo stesso con la partecipazione della propria gente, e dei propri giovani. 

Opere portate avanti nonostante l’embargo, nonostante i falsi racconti dei mass media italiani che da lontano stando nei loro uffici di Milano e Roma seduti davanti al computer ricevendo i falsi personaggi e utilizzando il metodo del copia ed incolla denigrano il paese, che se fossero giornalisti professionali sull’Eritrea avrebbero sì raccontato molte cose belle o brutte, ma vere, reali, concrete che potrebbero in un certo senso essere d’aiuto per lo sviluppo non solo dell’Eritrea, ma anche dell’intera Africa. 

I comuni cittadini italiani che sono i primi a rispondere e collaborare nell’aiutare persone in difficoltà concludono dicendo: può essere che il nostro governo ci dice delle cose non vere? Ma perché sull’immigrazione non controllata racconta bugie? Altrimenti come si spiega che i diretti interessati riescono a tornare in Eritrea? C’è qualcosa che ci sfugge. 

Ecco allora che il comune cittadino italiano che aveva lo spirito di aiutare il prossimo, si cambia in colui che è stato preso in giro, fregato, e se la prende con l’immigrato stesso, che è stato fatto arrivare in Italia da falsi personaggi e organizzazioni illudendoli false promesse. 

In questo modo si è contribuito a far nascere il problema fra i poveri e far nascere il problema di ordine pubblico, es. Piazza Indipendenza a Roma, tutto a scapito dell’ignaro cittadino italiano.
3) promuovere iniziative per far togliere l'ingiusto embargo all'Eritrea. Questo embargo inventato appositamente per sottomettere economicamente il paese Eritrea, e che nonostante per l’ennesima volta la commissione delle Nazioni Unite incaricata abbia dato il suo parere dicendo non ci sono nessun tipo di evidenze che indicano l’aiuto dell’Eritrea ad guerrieri somali di Al Shabab, e nonostante è stato accertato che era falso il motivo per la quale all’inizio è stato fatto l’embargo, ancor’ oggi si continua a mantenerlo. Per questo bisognerebbe toglierlo perché tramite questo strumento si sottomette un paese frenando il possibile sviluppo dove vedrebbe alcuni dei giovani che emigrano a rimanere nel proprio paese ed essere i protagonisti di questo sviluppo. ( Vedi vari dichiarazioni del Monitoring Group delle Nazioni Unite – SEMG, ecc. fra cui http://www.african-for-africa.it/onu.html
​
4) Se l’Italia non ha altri interessi nascosti, non può e non deve essere una promotrice del Migration Compact
dove vuole convincere l’Unione europea a finanziare l'Etiopia, sapendo che è il principale problema di quell’area. Finanziare l’Etiopia per risolvere il problema degli immigrati significa mettere la benzina sul fuoco, perché :

a) la maggioranza degli immigrati che vengono in Italia sono proprio dell'Etiopia, ma per comodità dicono che
sono eritrei (perché ottenimento automatico di status di rifugiato)
b) la causa per la quale molti immigrati di quell'area vengono in Italia per poi proseguire in altri stati europei è
dovuto ai problemi che l'Etiopia stessa crea in quell’area
c) in Etiopia da un anno a questa parte c'è il continuo massacro dei cittadini etiopi di cui nessuno parla, praticato da parte del gruppo di minoranza al potere del Tigrai ( 6% ), in particolare nei confronti dei cittadini etiopi di etnia Amara ( 30% ) e Oromo ( 40% ). (per conferma vedere e sentire l'ambasciata italiana ed europee d'istanza in Etiopia).

Vedi:
 http://www.bbc.com/news/world-africa-38091258
 https://www.nytimes.com/2017/02/24/sports/olympics/feyisa-lilesa-marathon-olympic-protest.html
 https://www.tesfanews.net/irreecha-massacre-hundreds-oromo-festival-dead-bishoftu/

Sempre il comune cittadino italiano dovuto alla sua curiosità nel conoscere, studiare, e approfondire la vera situazione dell’area, e arricchito dai racconti e dichiarazioni che gli stessi immigrati raccontano all’arrivo nelle coste italiane per ottenere lo status di rifugiato, confrontando con le dichiarazioni e racconti che pian piano cominciano a emergere dagli stessi immigrati dopo l’ottenimento dello status e documento di rifugiato ed essere in regola per vivere e stare tranquillamente in Italia o Europa comincia a notare e conoscere altre realtà e verità, che i Mass media o altri in tutti questi anni passati hanno appositamente nascosto all’opinione pubblica italiana.

Comincia a conoscere l’altra faccia dell’immigrazione non controllata di cui arriva a una conclusione ponendo una domanda: è più motivato a scappare il giovane proveniente da uno stato dichiarato stato di emergenza, tipo l’Etiopia dove ti ammazzano con le pistole puntate, solo per la tua appartenenza a una o altra etnia o emigrare da uno stato tipo Eritrea dove alcuni scappano per motivi economici, altri per non fare il servizio militare obbligatorio? Penso che la risposta sia logica. I giovani scappano dai paesi come l’Etiopia perché solo l’essere di un etnia diversa da quella al potere sono facili bersagli con le pistole puntate su di loro, e affrontano il viaggio avventuroso perché non hanno niente da perdere.

Per il caso dell’Eritrea, a parte il lavoro sporco invitante dell’Etiopia, fatto in collaborazione con vari personaggi tipo il prete, l’associazione chiamata Gandi, la scrittrice, ecc. il semplice cittadino italiano confronta la stessa, con quello che alcuni anni fa i giovani italiani cercavano varie scuse per non andare a fare il servizio militare che era obbligatorio anche in Italia. Quindi anche in Eritrea alcuni giovani, come i giovani italiani si stufano di fare il servizio militare e cercano di emigrare. Altri emigrano per motivi economici provocato dall’embargo che blocca lo sviluppo del paese. Non so in altri paesi, ma in Eritrea lo spirito di andare a fare il servizio militare è una cosa gradita da tutti i genitori e figli perché è la fase in cui stai lontano dalla tua famiglia, ti senti maggiorenne e dipendere da te stesso.

​Purtroppo la gioia di andare a fare il servizio militare si rompe, se il paese confinate non fosse il governo guerrafondaio dell’Etiopia (popolazioni 90milioni ) che ogni giorno non creasse dei problemi in quell’area e in particolare ai confini con l’Eritrea (popolazioni 4milioni), per la quale alcuni giovani eritrei che fanno servizio militare sono costretti anche a presidiare. Se si volesse avere conferma di quanto viene detto e fatto, in merito al significato di fare il servizio militare in Eritrea è possibile sentire le ambasciate del mondo occidentale d’istanza in Eritrea, che sono i diretti testimoni di quanto accade in Eritrea, e non del falso prete, o falsa scrittrice, dottoressa, ecc. che dicono di essere di origine eritrea, o politici del PD, PSI, SEL che non sanno manco dove si trova l’Eritrea, oppure giornalisti del copia ed incolla che non sono mai stati in questo paese.

Continua .........


La terza parte è stata pubblicata il 10/12/2017
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