"Illustri partecipanti Signore e signori, Permettetemi innanzitutto di ringraziare tutti coloro che hanno organizzato varie attività, veglie a lume di candela, semina di semi, spettacoli sportivi e culturali, così da permettere a tutti gli eritrei nel paese e all’estero, inclusi bambini e anziani, di rendere omaggio, in questo giorno sacro, ai nostri Martiri che hanno eroicamente sacrificato la loro vita per assicurarci la libertà nazionale e per difendere la sovranità del paese. Signore e signori, L’anno in corso (2018), così come l’anno scorso che aprì l’inizio del secondo quarto di secolo della nostra indipendenza, si presenta come un periodo di cambiamenti epocali e di transizione. Questi eventi non possono far altro che infondere ancora più significato alla Giornata dei Martiri che commemoriamo oggi. Il popolo eritreo, ma anche il popolo etiope, ha perso un’opportunità di due generazioni per oltre mezzo secolo a causa di politiche volte a promuovere programmi esterni globali. Quando raggiunsero le loro rispettive liberazioni nel 1991 attraverso una lotta comune, si imbarcarono, con serietà, in un nuovo capitolo. Ciò era motivato dal loro desiderio di portare avanti i loro complementari interessi bilaterali, nonché di favorire la crescita collettiva nell’intera regione del Corno d’Africa. Sfortunatamente, questo promettente inizio fu annullato a causa del ritorno a politiche globali fuorviate. Le devastazioni, i sacrifici e la perdita di opportunità che ne seguirono furono davvero molto gravi. L’ordine globale filosofico che le tre precedenti amministrazioni statunitensi avevano annunciato, all’indomani del crollo improvviso dell’ex Unione Sovietica, ha comportato enormi perdite economiche per gli Stati Uniti, del valore di bilioni di dollari, negli ultimi 25 anni. Il declino è molto più grave se visto attraverso il prisma del potere di persuasione e di influenza. Anche lo squilibrio e la distruzione che ha prodotto nella nostra regione sono stati significativi.L’ amministrazione Trump, che è in vigore da un anno e mezzo, è essenzialmente il sottoprodotto o il risultato di fallimenti passati. Come tale, ha inviato vari segnali che attestano il suo desiderio di cambiare le defunte politiche dietro a quelle perdite. La resistenza che sta affrontando, al di là di campagne di denigrazione, non è trascurabile. Sebbene possa essere prematuro valutare accuratamente le sue intenzioni finali e le sue capacità, dobbiamo continuare a lavorare insieme con i nostri partner in conformità con la nostra scelta politica di impegno attivo e senza nessuna riserva e pregiudizio per spingere l’attuale Amministrazione USA a correggere le precedenti politiche sbagliate nella nostra regione. Signore e signori, Gli eventi e gli sviluppi che stanno dispiegandosi nella nostra regione, in generale, e in Etiopia, in particolare, nel recente periodo richiedono un’attenzione adeguata. Inutile sottolineare che è il popolo etiope, costretto in legami contraddittori di polarizzazione verticale, a essere la vittima primaria che ha subito il peso maggiore delle politiche distruttive del regime del TPLF e dei suoi amministratori. La seconda perdita, relativamente più grande, è derivata dalla capacità del TPLF di far deragliare e frustrare la crescita positiva bilaterale e regionale a tutto tondo che avrebbe potuto essere ottenuta attraverso le complementari risorse e capacità della popolazione etiope ed eritrea. Ventisette anni sono un intervallo lungo. Le perdite subite e il tempo sprecato sono quindi enormi nei termini di questo parametro. Ma mentre il danno inculcato al popolo etiope diventava sempre più insopportabile, stimolava l’ira e una ribellione nel popolo che affermava: "adesso ne abbiamo abbastanza". Ciò a sua volta ha accelerato la fine dei traffici del TPLF ed è stato giustamente descritto come un "Game Over". L’Etiopia è ora in un punto di svolta o di transizione. Qual è la destinazione? Come sarà raggiunta? Queste sono domande opportune che devono essere sollevate. Ma anche se richiederà tempo e sforzi per rimuovere l’eredità tossica e ostile del TPLF e per creare un clima congeniale, la direzione positiva che è stata messa in moto è chiarissima. La cricca del TPLF, e altri avvoltoi, sono sbalorditi dai cambiamenti in corso. E, poiché sanno perfettamente che il loro gioco è giunto al termine, non si asterranno dall’escogitare varie macchinazioni per ostacolare qualsiasi cambiamento e per attenuare la loro brama ostinata. Uno dei trucchetti logori che cercheranno dimettere in campo per prolungare il loro potere decrescente e per impedire un cambiamento positivo è di lavorare per il perpetuarsi delle tensioni con l’Eritrea e per preservare le sanzioni illecite. Questo è ben descritto dalle loro ambivalenti dichiarazioni pubbliche di "sì ... ma" in questi ultimi giorni. Ciò è stato architettato per prevenire una soluzione duratura all’insensato conflitto di confine che hanno scatenato in primo luogo senza alcuna giustificazione. Ma la loro preoccupazione principale e la loro cattiva volontà è quella di evitare e frustrare qualsiasi cambiamento positivo in Etiopia. Come nel caso dell’Eritrea, anche il popolo dell’Etiopia pregusta pace e armonia con il proprio vicino. Non c’è nulla di nuovo in questo fatto. I segnali positivi emessi in questi ultimi giorni possono essere visti come espressione di questa scelta popolare. La compiacenza di entrambi i popoli e paesi, i loro comuni interessi bilaterali e la prosperità, sono obiettivi sacrosanti per i quali abbiamo faticato e pagato sacrifici per due generazioni. In quanto tale, rimane una priorità per la quale saremo attivamente coinvolti. Per questo motivo e al di fuori di miopi considerazioni sugli espedienti e sui vantaggi di pubbliche relazioni, invieremo una delegazione ad Addis Abeba per valutare gli sviluppi attuali in modo diretto e approfondito e per delineare un piano per un’azione futura continua. Signore e signori, Le nostre valutazioni delle realtà e delle tendenze globali e regionali hanno un impatto significativo sulle politiche che formuliamo e, soprattutto, sulla nostra coesione e sul nostro potere interno, sulla crescita economica e la prosperità del nostro paese a cui attribuiamo la massima importanza e priorità. In questa prospettiva, è naturale vedere i nostri vari programmi di sviluppo settoriale in relazione ai nostri vicini, in generale, e con l’Etiopia, in particolare. I preziosi sacrifici che abbiamo pagato sia durante la lotta per la liberazione che in seguito per proteggere la nostra sovranità sono stati guidati da questi obiettivi. Il nostro impegno per portare avanti questi obiettivi ora con grande vigore è un tributo ai nostri Martiri. Gloria ai nostri eroici Martiri! Vittoria alle masse!" Traduzione di Michela MESSINA
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Settembre 2024
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