ON. GRIMOLDI (LEGA). URGENTE RIMUOVERE LE SANZIONI ALL'ERITREA: ALIMENTANO POVERTA' ED EMIGRAZIONE.21/9/2018 20 SETT - "Il mutamento della situazione politica richiede l'eliminazione delle sanzioni contro l'Eritrea, sanzioni che alimentano solo la povertà e l'emigrazione verso l'Europa. Per questo ho chiesto in un'interrogazione parlamentare rivolta al Ministro per gli Affari Esteri, e presentata insieme ai deputati leghisti Matteo Bianchi e Alberto Ribolla, quali iniziative il Ministro intenda assumere e promuovere riguardo, sia in ambito nazionale che europeo e internazionale".
Lo dichiara il vice presidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati e deputato della Lega, on. Paolo Grimoldi, che ha presentato un interrogazione parlamentare rivolta al Ministro degli Esteri in cui si ricorda che: "La recente elezione del nuovo premier etiope Abiy Ahmed ha costituito un elemento di svolta positivo per il miglioramento dei rapporti tra Etiopia, Eritrea e Somalia. Ahmed e Isaias Afewerki, presidente dell'Eritrea, hanno firmato congiuntamente, in data 9 luglio 2018, una dichiarazione di pace e di amicizia basata sulla formalizzazione della fine del conflitto e la promozione di una stretta cooperazione in ambito culturale, sociale, economico, politico e di sicurezza, con l'obiettivo di riagganciare i rapporti diplomatici e ripristinare il commercio, le comunicazioni e i collegamenti. Tale dichiarazione di pace è motivo sufficiente per attivarsi al fine di cessare le sanzioni indette nel 2009 e nel 2011, peraltro motivate da presunte interferenze eritree in Somalia; tali sanzioni sono estremamente severe e impediscono una qualsiasi fattiva collaborazione fra Eritrea, in primo luogo, e l'Europa, e a maggior ragione l'Italia, non solo in materia di cooperazione economica o di commercio, ma anche e soprattutto di controllo del fenomeno migratorio". Grimoldi nell'interrogazione parlamentare, sottolinea poi che "il 70% di coloro che giungono nell'Unione europea dichiarandosi eritrei, in realtà, provengono soprattutto da altri Paesi limitrofi (Etiopia, Somalia e Sudan), ciò in conseguenza proprio delle sanzioni del 2009 e 2011, perché sulla loro scia l'Unione europea ha attuato una politica di «fare i ponti d'oro» a qualsiasi eritreo che abbandonasse il Paese, promettendogli rifugio politico e incentivando così la migrazione di giovani eritrei verso l'Europa, in particolare l'Italia, ma soprattutto di cittadini di Paesi limitrofi che, in assenza di documenti, sanno d'aver tutto da guadagnare a dichiararsi cittadini eritrei".
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