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ERITREA ETIOPIA

Oliver Wedemeyer dalla Germania: "Dare all'Eritrea un'opportunità"

5/1/2017

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Il numero di migranti che raggiungono l'Europa dall'Africa e dal Medio Oriente è cresciuta in maniera massiccia negli ultimi due anni. Il modo in cui i paesi europei hanno gestito la questione è abbastanza discutibile, soprattutto nel nostro caso, in cui  l'asilo viene concesso quasi automaticamente a tutti coloro che affermano di essere eritrei.

Oliver Wedemeyer viene dalla Germania, è nato a Hildesheim, ha studiato filosofia e inglese presso l'Università di Oldenburg e Scienze Sociali e Scienze della Formazione presso l'Università di Vechta. Attualmente sta lavorando a Oldenburg con i migranti provenienti dall'Africa.

Oliver è stato qui in Eritrea nel mese di dicembre, per due settimane e mezzo, nella speranza di sapere di più sulla reale situazione in Eritrea. Ho parlato con lui poco prima della sua partenza e questo è ciò che Oliver Wedemeyer aveva da dire.

-Quale era lo scopo della tua visita in Eritrea?
Un mio amico mi ha invitato a unirmi a lui nel suo viaggio in patria.
Inoltre, ero molto curioso su come non c'era molta informazione in Germania circa l’Eritrea. Qualunque cosa senta nel mio lavorare con i migranti è molto discutibile e certamente mai abbastanza.

L'Eritrea ha una storia di lotta; sentiamo parlare di lotte simili di altri paesi, ma nulla sull’Eritrea. Ed è molto recente, non è accaduto 70 o 100 anni fa, è successo solo 25 anni fa, e ancora poco si parla di essa.
Quindi ero molto curioso di conoscere l'Eritrea, e, naturalmente, quando sono arrivato in Eritrea mi sono reso conto di quante poche informazioni avessi sull’Eritrea.

-Cosa ti aspettavi?
Non sapevo cosa aspettarmi. Avevo ricevuto alcune informazioni dai migranti e dai miei amici eritrei in Germania, ma  davvero non sapevo cosa aspettarmi.

A dire il vero mi ero formato  l'immagine dell'Eritrea come un paese molto repressivo e soggetto allo sfruttamento. Lo credevo  perché ci sono un sacco di migranti in Germania che affermano di essere eritrei e che per questo hanno un'alta probabilità di rimanere. Mentre quelli provenienti da altri paesi come il Camerun, per esempio, vengono inviati automaticamente indietro. E io in realtà sono andato in Camerun e mi sento molto più sicuro qui, e penso che l'Eritrea sia molto meglio in molti sensi.

Tecnicamente, quindi, questo sarebbe riassumere, i pensieri che avevo sull’ Eritrea.

-E allora sei arrivato in Eritrea ....
E poi sono arrivato in Eritrea, e ho notato che la gente non sembrava infelice o qualcosa del genere. In realtà ho visto che le persone qui sono felici, sicure ed estremamente eleganti!

-Visite
Ho visitato Asmara e sono anche andato a Keren e Massaua. E' stata un'esperienza molto interessante quella di essere in realtà parte della gente, che è  molto ospitale. Ho apprezzato la superba cerimonia del caffè.

Siamo andati a Keren, e lì ho incontrato due signore, che ci hanno parlato dell’organizzazione delle donne in Eritrea. Mi hanno detto che questa ha preso il via durante la lotta armata per l'indipendenza e che si è da allora e fino ad oggi, occupata dei diritti delle donne in tutti gli aspetti. Mi hanno detto che l'Unione delle Donne ha fin dal tempo di guerra lavorato per eliminare la discriminazione nei confronti delle donne e di come il ruolo delle donne è stato ugualmente stratificato ai posti di governo.

Mi hanno anche detto che le donne hanno combattuto ugualmente al fianco degli uomini per l'indipendenza. E mi ha stupito come non questo non sia un evento comune. E quello che ho trovato interessante è di come le donne eritree sono ugualmente trattate, in realtà questo potrebbe essere nuovo per me e ordinario per  voi, ma ho notato che le donne qui sono molto consapevoli.

Straordinariamente, in tutto il resto del mio viaggio mi sentivo al sicuro, molto sicuro di fatto, anche se, questa è la mia prima volta qui in Eritrea, a volte ho pensato di essermi sentito più al sicuro qui che in Germania. Voglio dire, sono stato qui per due settimane e mezzo finora e mi sento estremamente a mio agio.

-Massawa
Mi è piaciuto il porto antico, è stato impressionante vedere tutti gli edifici e monumenti di centinaia di anni fa. Ho anche notato come la guerra ha portato distruzioni, gli edifici hanno ancora le tracce della guerra; Mi chiedo perché non vi è alcun restauro. Avete questi bellissimi monumenti che penso abbiano realmente bisogno di ristrutturazione e riparazione accurata.

E’  triste vedere questi monumenti antichi senza attenzione, non sto suggerendo di eliminare le tracce della guerra, dopo tutto è successo solo venticinque anni, tuttavia un po' di restauro renderebbe Massaua ancora più sorprendente. Credo che ha storie interessanti da raccontare che farebbero bene alle persone che si trovano all'estero.

-Parli costantemente  di sicurezza ...
Credo che la sicurezza è in realtà uno dei fattori più importanti che  un paese ha bisogno di fornire a tutti i costi ai suoi cittadini e visitatori.

Anche se, purtroppo, la sicurezza non è una dote in molte parti del mondo. Tuttavia, mi è stato detto, che le persone qui hanno grandi attenzione per i valori morali tradizionali e si vede chiaramente. È il senso di rispetto che le persone hanno per uno e l'altro e per gli estranei che rende il paese estremamente sicuro.

Ho sentitoche  il nostro ambasciatore tedesco in Eritrea raggiunge il suo ufficio a piedi, e sono rimasto stupito, davvero. Le donne vanno a casa a piedi da sole anche di notte senza paura di nulla.

-Cosa ti è piaciuto di più?
Per esempio mi piace e rispetto come il popolo eritreo viva in armonia, nonostante le differenze religiose. Anche in Germania si può sentire che a volte ci sono tensioni tra i seguaci delle religioni opposte; vi è la tendenza a pensare che le altre religioni siano peggiori.

Ho parlato con alcuni cristiani e musulmani qui. Le donne con cui ho parlato a Keren, ad esempio erano seguaci musulmane, erano molto aperte verso le altre culture e religioni.

Ho letto una lettera sul giornale Eritrea Profile  scritta da un professore americano, Prof. Theodore, che si stupisce per questo particolare aspetto del popolo eritreo. Prima del suo arrivo aveva sentito che l’ Eritrea era etichettata come la Corea del Nord Africa, ma alla fine durante la sua visita si è convinto del contrario.

-C’è qualcosa che vuole dire in conclusione?
Si c'è. Mi dispiace molto per le persone che lasciano il paese. Ho l'impressione che stanno correndo troppo e non capisco il motivo di questo quando chiaramente  dispongono di un buon paese in fase di costruzione. L'Eritrea è stata costruita sui principi di uguaglianza, come l'istruzione gratuita per tutti e servizio sanitario per tutti i suoi abitanti.

E tutto quello che ho sempre sognato pensando  a una  buona nazione in cui vivere, è che non si debba costringere  il proprio popolo a pagare enormi quantità di tasse per i servizi primari, né discriminare fra ricchi e poveri quando si accede alla sanità e all'istruzione, nonché ai servizi sociali.

Forse le persone che stanno lasciando l'Eritrea non stanno dando al loro paese il tempo sufficiente per formarsi e, a tempo debito diventare un posto  comodo come società in cui vivere. Forse se danno all'Eritrea po' di tempo, in realtà potrà  essere quel luogo splendido che si immaginano.

Il paese è stato indipendente solo per 25 anni e gli storici suggeriscono che dopo una lotta rivoluzionaria, sono necessari almeno 30 anni perchè una nazione possa essere di nuovo in piedi. Inoltre, i 25 anni di indipendenza non sono poi così  lunghi dopo una lotta di 30 anni.

Ci vuole tempo per ricostruire un paese. Forse i migranti non si trovano nella situazione migliore, ma comunque da come il popolo eritreo parla  della sua storia di rivoluzione, da come ne appare orgoglioso e il grande rispetto per i martiri è semplicemente impressionante e si vede che ogni eritreo è appassionato e fiero di esserlo.

Perciò penso che la gente dovrebbe dare all'Eritrea un po' di tempo e spero che il resto del mondo darà al vostro paese la possibilità di ricostruirsi da sé e secondo i sui propri principi, che ha sostenuto sin dall'inizio.

-Grazie Oliver


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