Lia Quartapelle, Giuseppe Civati, Gennaro Migliore. Tre onorevoli di spicco con incarichi di massimo rilievo nel Governo italiano e che nelle aspettative degli elettori avrebbero dovuto rappresentare quella ventata di gioventù capace di dare nuovi stimoli per arginare gli effetti della inesorabile deriva ideologica che sembra aver colpito tutti i partiti politici, hanno in questi giorni manifestato un gravissimo atteggiamento nei confronti dell’Eritrea e del suo legittimo governo. Da molto tempo il confronto politico nelle fasi pre-elettorali infatti si è giocato fra i contendenti principalmente sulla base di reciproche attività di discredito portate in campo senza risparmio di colpi bassi e nella quasi totale assenza di programmi politici che contenessero idee concrete e indicazioni su possibili percorsi in grado di condurre l’Italia fuori dalla spirale di decadimento morale e deontologico che da troppo tempo la attanaglia, una volta tanto ci si poteva aspettare un nuovo atteggiamento politicamente corretto ed esaustivo. Difficile per noi persone comuni capire il perché di questa situazione che appare senza possibilità di una inversione di tendenza. Difficile per noi sottrarsi a quella sensazione di sgomento di fronte al fallimento anche delle giovani leve della politica evidentemente incapaci di trasmettere sicurezza e fiducia all’elettorato come nel caso della trattazione dell’argomento che in questi mesi nell’immaginario collettivo sembra avere la prevalenza su qualunque altro tanto intenso è stato il bombardamento mediatico che lo ha sospinto alla ribalta. La migrazione clandestina ei rapporti con i paesi africani. Questa catastrofica emergenza umanitaria ha coinvolto emotivamente ogni strato della società italiana che una volta tanto lasciando da parte lo sport si è trasformata da esperta di strategie di calcio in una moltitudine di specialisti nel contenimento dei flussi migratori in possesso delle ricette capaci di stroncare il fenomeno e ripristinare lo status quo. Ovviamente ad alimentare la foga di tutta questa dotta moltitudine di risolutori è la paura, tipica di quando ci si trova ad affrontare cose che non si conoscono, indotta da capaci campagne mediatiche che evitando abilmente di sottolineare l’esistenza di una serie di ben precise motivazioni che originano il fenomeno, soffiano sul fuoco della demonizzazione del diverso e dello straniero.
Ne sono uscite dichiarazioni di ogni genere e si sono affermate contraddittorie correnti di pensiero caratterizzate in alcuni casi da forti sentimenti xenofobi e razzisti che denunciano una evidente carenza di informazione da parte del grande pubblico che ha difficoltà anche solo ad approfondire l’argomento a causa della grande influenza esercitata dai media sempre attenti a sfruttare ogni occasione per servire gli interessi dei potenti. Non ci vorrebbe molto per scoprire quante tragedie, ma anche quante responsabilità si celano dietro al fenomeno dei flussi migratori irregolari, ed è qui che dovrebbe entrare con autorevolezza in gioco il mondo della politica normalmente deputata a fare chiarezza su questioni di questa importanza attraverso specifici approfondimenti che sappiano dare delle risposte alla gente comune evidentemente non in grado di valutare il fenomeno nella sua articolata interezza. Purtroppo alla tragedia dell’immigrazione clandestina si è aggiunta quella dell’incapacità della politica italiana di dimostrarsi in grado di operare un cambiamento, e al contrario abbiamo dovuto assistere alle spericolate esibizioni pubbliche degli onorevoli Lia Quartapelle, Giuseppe Civati e Gennaro Migliore che, nel tentativo di raccogliere facili consensi nelle fila dell’elettorato, non hanno esitato a farsi avanti scegliendo ognuno non un modo diverso di mostrarsi attento e sensibile nei confronti delle tematiche di attualità, ma attraverso degli attacchi indiscriminati contro l’Eritrea che hanno sortito l’effetto di dimostrare la loro inadeguatezza culturale e i loro gravissimi limiti politici. Lia Quartapelle ha scelto di scrivere un articolo sull’Huffington Post, Giuseppe Civati ha puntato in alto con un’interrogazione parlamentare, mentre Gennaro Migliore ha preferito esprimersi direttamente in televisione nel programma mattutino di Rai 3 Agorà. Purtroppo nessuno dei tre onorevoli è riuscito ad esimersi dal presentare l’argomento in un modo così maldestro che è risultata in tutta la sua evidenza la totale incompetenza specifica di chi avrebbe dovuto garantirci la correttezza dell’informazione e dell’indagine politica, e rappresentare l’Italia in maniera degna e culturalmente capace di elaborare pensieri propri. L’impatto negativo causato dalle sconsiderate esternazioni di Lia Quartapelle, Giuseppe Civati e Gennaro Migliore nei rapporti con l’Eritrea non è calcolabile ed è certamente gravissimo, ma anche se probabilmente questo non preoccupa molto i tre onorevoli, si è comunque consumato un nuovo atto di grave ingiustizia nei confronti di un governo e di un popolo che nonostante siano le vittime sacrificali degli interessi politici delle potenze egemoni sono stati capaci di portare avanti importanti progetti di emancipazione sociale ed economica che pongono l’Eritrea nell’avanguardia dei paesi africani di eccellenza. Il non averlo capito porta con se la sensazione dell’occasione perduta, l’occasione per politici di rilievo di distinguersi e fare la differenza in un contesto di grave incertezza sociale che richiedeva prese di posizioni ferme e competenti in grado di dimostrare che almeno una parte della nostra classe politica è in grado di agire in modo intellettualmente onesto e indipendente. L’Africa rappresenta la grande sfida futura in grado di modificare molti scenari politici europei e allo stesso tempo un’ opportunità per recuperare le fila di una politica nostrana sbandata e inconcludente attraverso la selezione di partner affidabili e di sicuro riferimento ideologico. Gli onorevoli Lia Quartapelle, Giuseppe Civati e Gennaro Migliore hanno dimostrato di essere totalmente fuori strada e assai distaccati da una realtà che avrebbero dovuto saper interpretare per dare nuovo slancio alle loro attività politiche. Una vera delusione per l’elettorato e una profondissima ingiustizia nei confronti dell’Eritrea e del suo governo. Stefano Pettini
2 Comments
efrem
24/7/2016 12:04:37 pm
questi nn sono traditori... sono semplicemente infami!!!!
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lamina
24/7/2016 06:53:59 pm
Nella lista dei politici ignoranti in materia Eritrea, oltre a quelli indicati, bisogna aggiungere anche l'On. Emanuele Fiano.
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Settembre 2024
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