di Daniel Sillas Al diavolo De Coubertin! Che te ne fai di aver soltanto partecipato quando anche i bookmaker inglesi ti davano per vincitore davanti alla Merkel e a Papa Francesco? La tua delusione è umanamente comprensibile a chiunque ed è dura da mandare giù ma ti conviene ingoiare il rospo al più presto accettando sportivamente la sconfitta e fare quella telefonata: “Congratulazioni signori, ve lo siete meritato più di me perché voi avete evitato il peggio alla Tunisia[1]”. Non è poi così difficile e per giunta sarebbe un coraggioso atto umano nonché cristiano. Ma ahimè, così non hai fatto, almeno finora… Non riesci proprio a digerirla e fatichi anche a respirare, le dita si sono irrigidite così tanto da impedirti di comporre quel numero e la bocca non proferisce parole figuriamoci se riesce ad ordinare alla tua Agenzia di stampa[2] un bel comunicato in cui tu, umilmente, confessi: “In fondo sono un prete che fa il “buono” per mestiere, è come se si premiasse un macellaio perché sa riconoscere i tagli di carne o un falegname perché sa fare gli incastri a coda di rondine.” Mosè guidava l’esodo
I media occidentali e chi ti ha candidato al Nobel ti hanno dipinto come “l’Arcangelo dei migranti”, “colui che da voce agli ultimi tra gli ultimi” e parlano di questo prete “eritreo” che salva vite umane con il solo ausilio del telefono. E tu, sventolando il tuo cellulare come fosse il breviario, ripeti ogni volta: “Ho appena ricevuto la telefonata di 569 migranti su un barcone in avaria nelle vicinanze di Lampedusa, tra loro molte donne e bambini non accompagnati...” Il Mosè del Vecchio Testamento con un bastone spaccava in due il Mar Rosso per far scappare il suo popolo mentre tu, il Mussiè moderno, usi un satellitare di provenienza americana per traghettare i migranti. Eh già, come cambiano i tempi! Oggi, caro Mussiè, il popolo riceve il tuo numero telefonico direttamente nei campi profughi in Etiopia: “Chiamate questo numero e non avrete problemi” gli viene detto, pensa un po’. Sono queste coincidenze a suscitare i dubbi di molti eritrei, dubbi circa la tua vera identità: “Non sarà mica etiopico?” dicono. Ed io, appunto per levargli quest’idea dalla testa, te lo chiedo pubblicamente: “Ma tu senti di essere più etiopico o più eritreo?” Mi auguro che il giornalista occidentale che scrive per la tua Agenzia di stampa dia una risposta credibile anche perché le malelingue dicono: è buona la prima. Per esempio: racconti di essere arrivato come profugo ante litteram nel 1992 quando in Eritrea si festeggiava ancora la Liberazione dal Dergue del Colonnello Menghistu Hailemariam fuggito dall’Etiopia. Tu da cosa fuggivi invece? “È deciso a riempire di contenuti concreti il suo ruolo di prete” aveva scritto il tuo Drudi[3] rispondendo alla mia domanda[4] poco seria e rassicurando il mondo intero che non avevi alcuna intenzione di fare il presidente dell’Eritrea “liberata”. Ma la mia era solo un’ironica provocazione alla quale non mi aspettavo certo un’immediata riposta. Avrei voluto che rispondessi semmai alle altre decine di domande che ritenevo molto più importanti. Pazienza, non si può avere tutto nella vita. Corridoi UmanitariContinui a chiedere all’Europa nuovi e più efficaci corridoi umanitari per aiutare meglio chi scappa dall’Eritrea così com’è scritto nel tuo recente Comunicato Stampa[5]: “Secondo Zerai, lo sforzo europeo deve essere concentrato esclusivamente su come azzerare l'arrivo dei profughi per vie illegali e pericolose. E questo azzeramento si potrà raggiungere solo con l'apertura di corridoi umanitari.”Ti chiedo nuovamente: “Cosa vuoi fare adesso? Far uscire tutti i giovani dall’Eritrea attraverso un corridoio umanitario e poi fargli attraversare il mare?” Non mi hai risposto, riuscirai a rispondermi stavolta? “Per prima cosa – precisa don Zerai - occorrono ponti-aerei dai paesi limitrofi con ogni Stato dove ci siano situazioni di crisi. A oggi, per esempio, si dovrebbero aprire da Libano, Turchia o Giordania per i profughi siriani, iracheni o curdi e da Etiopia e Sudan per eritrei e somali.” Fortunatamente per chi era in fuga anche dai beduini trafficanti di organi il corridoio via Egitto, Israele e Sinai è stato chiuso. Oggi c’è quello in Libia, un paese in guerra, che purtroppo continua ad uccidere troppi giovani africani e ad arricchire i trafficanti di esseri umani. Invece ora tu vuoi aprire altre strade come per esempio quelle tunisine o marocchine perché si affacciano sul Mediterraneo. Ancora ti chiedo: “Hai intenzione di svuotare dei suoi giovani tutto il continente africano con la scusa di volerli salvare dai loro dittatori invece di incoraggiarli a restare in Africa, un continente da sviluppare?” Di certo farai contento l’Alto Commissariato per i Rifugiati che a montare nuove tendopoli ci va sempre a nozze, è un sistema per creare altri posti di lavori per altrettante Ong occidentali e i suoi attivisti dell’umanitario. La pensa come te anche il “filantropo” Soros perché avvertiva l’Unione Europea con una lettera[6] a prepararsi all’accoglienza di 1.000.000 di rifugiati all’anno e io mi chiedo: “Che cosa avrà in mente di fare ai paesi che produrranno quei rifugiati il diabolico George?” Altre rivoluzioni colorate o primavere arabe? Tu non sai nulla immagino. Il ricatto alla diaspora Eritrea “La invito a fare una ricerca tra quanti usano applaudire il regime. Vedrà che la maggioranza di loro, forse addirittura il 90 per cento, ha fatto fuggire dall’Eritrea il proprio figlio, nipote, cugino… E, alla luce di questo, torno a chiederle: i figli di chi devono essere gli schiavi del regime?” Una cosa deve essere chiara, caro Mussiè, sono e saranno gli stessi eritrei gli unici a ricostruire l’Eritrea con le proprie mani. E solo un non-eritreo può liquidare questo miracolo africano come “schiavitù” perché le centinaia di dighe costruite per la sicurezza alimentare non sono certamente per uso esclusivo del regime. Vorrei ricordarti che in una zona arida come quella del Sahel, in cui siamo collocati nostro malgrado, non c’è futuro per nessuno senza una riserva d’acqua. In quanto ai giovani che scappano stufi di non vedere nell’immediato tradotta in contanti la loro fatica, ebbene sappi che la diaspora eritrea è stata ricattata a sborsare cifre che arrivano anche a 30 mila dollari per salvarli dai loro aguzzini. La nostra comunità è vista come una mucca da mungere perché “qualcuno” ha spiegato a questi trafficanti che noi eritrei nutriamo un forte legame familiare e sentire al telefono le grida dei nostri cari mentre vengono torturati ci avrebbe convinto facilmente a pagare qualsiasi cifra per il riscatto. Ora ti faccio io la domanda: Come fai tu a dire “il 90 per cento ha fatto fuggire dall’Eritrea il proprio figlio, nipote, cugino”, come fai a saperlo con tale certezza? L’International Criminal Court (ICC) è lo strumento del neocolonialismo! Ti ho già chiesto e te lo richiedo nuovamente: “Dov‘è la colpevolezza degli occidentali nei tuoi discorsi?” Perché li incoraggi a sfuggire alle loro responsabilità per aver reso il nostro continente quello che è? Perché vuoi confermare le loro menzogne facendo passare l’idea che l’Africa sta male per colpa degli africani? Se tu non fossi veramente habeshia[7], come hai battezzato la tua stessa Ong, e avessi invece una visione panafricana, ti renderesti conto che l’ICC è stata inventata per colpire a comando tutti i leader africani “scomodi” e quindi destabilizzare perennemente tutto il continente per meglio derubarlo e sfruttarlo. Solo ora alcuni paesi africani cominciano a capire la sua pericolosità e cominciano a dissociarsi[8] ma lo stesso l’ICC focalizzerà tutti i suoi sforzi sull’Africa nei prossimi decenni. Mussiè, se è rimasto in te qualcosa di africano e non solo il colore della pelle, se non vuoi accettare l’idea di essere considerato “il negro da cortile” [9] che dice sempre “Zi badrone” allora comincia a contare tra le mani gli occidentali finiti sotto processo. Non troverai nessuno. E perciò domandati perché non ci sono i Bush, i Blair o gli Obama che continua a bombardare civili ed ospedali in giro per il mondo. Eppure quanti ne hanno ammazzati loro in Afganistan, in Iraq, in Libia, in Siria, nello Yemen, in Somalia e in altri paesi africani? Costoro non meriterebbero più del sudanese Omar al-Bashir[10] la gogna dell’ICC? Evidentemente non per te, l’hai dichiarato più volte. E ti sei anche permesso di allegare alla tua risposta[11], degna di un politico arrivista, un disegno in cui è rappresentato il volto del Presidente eritreo e la scritta: “Isaias to ICC”. L’ho trovato un verdetto superficiale e di pessimo gusto che ti fa sembrare il Savonarola de’ Noantri. Spesso dimentichi di essere un prete caro Mussiè, perdi l’equilibrio e ti metti a giudicare finendo per assomigliare al Grande Inquisitore[12]. Se un prete auspica ad altri uomini la gogna dell’ICC simboleggia per me il ritorno al Medio Evo quando l’intraprendente Chiesa Cattolica promuoveva le sue crociate, la sua caccia alle streghe e i suoi roghi agli eretici. E quanti ne ha ammazzati la tua Chiesa, dico bene? E ora, tu vuoi tornare all’oscurantismo della Santa Inquisizione per governare l’ingiustizia del mondo? Mi dispiace, io non voglio salire sulla tua macchina del tempo e fare un rewind di secoli! Mi hanno insegnato che un pastore vero lascia incustodite le 99 pecore per cercare la pecorella smarrita, il pastore vero non condanna a morte un essere umano fosse pure il più peccatore del mondo, il pastore vero prega e chiede perdono a Dio per i peccati dei suoi nemici. Un sacerdote non grida “Regime, regime” ad ogni sermone domenicale durante la santa messa per i rifugiati, un sacerdote non fomenta l’odio né la vendetta. “Non giudicare perché sarai giudicato” è scritto nel Vangelo così come: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Ora se tu vuoi lanciare per primo la pietra accomodati pure ma, a questo punto, per onestà intellettuale e per fugare ogni dubbio circa la tua innocenza da ogni peccato o reato, dovresti quantomeno allegare alla risposta la fotocopia della tua fedina penale. Perché c’è chi dubita del tuo essere senza peccato se non vede con i propri occhi. Come dice il proverbio l’abito non fa il monaco! L’arcangelo senza ali Ma non disperare, anche se risultassero pendenze a tuo carico passate o presenti lo stesso ti candideranno a diventare il futuro Papa, una specie di premio di consolazione per il mancato Nobel. Dalla tua parte c’è il leggendario Nostradamus che aveva previsto che sarebbe arrivato il Papa Nero e tu potresti essere già papabile al prossimo turno. Te lo immagini: “Habemus Papam Nigrum!” No, non fare il modesto ora, te lo meriti invece. In fondo, mica c’è bisogno di essere dei veri santi per fare il Papa, non trovi anche tu? Così, tutti questi occidentali che oggi ti coprono di carezze e baci allungandoti il microfono ogni qualvolta apri la bocca si litigheranno la sedia gestatoria sulla quale ti sarai accomodato per portarti sulle loro spalle e finalmente avrai tutto il mondo ai tuoi piedi! [1] http://www.nobelprize.org/nobel_prizes/peace/laureates/2015/ [2] Agenzia Habeshia: Habeshia Agency Cooperation for Development (NGO) [3] Emilio Drudi, giornalista che pubblica su la Repubblica e il Messaggero nonché socio dell’Agenzia Habeshia di proprietà di Don Mussie Zerai [4] http://hornofafrica.de/il-mio-incontro-con-don-mussie-zerai-futuro-nobel-per-la-pace-lettera-aperta/ [5] 29 settembre 2015 http://habeshia.blogspot.it/ [6] http://www.wallstreetitalia.com/article/1828065/societa/soros-chiede-all-europa-di-ospitare-un-milione-di-rifugiati.aspx [7] Habeshia (abissino) ci chiamano così gli etiopici che non riconoscono a noi eritrei la nostra bandiera ed Indipendenza. “Siete nostri, vi conosciamo come dei nostri” ci ripetono di continuo come se 30 anni di guerra di Liberazione e 60.000 martiri fossero “niente”. Solo gli eritrei unionisti con l’Etiopia si riconoscono nell’appellativo di Habeshia e orgogliosamente dicono: “siamo tutti abissini!” [8] http://www.thetimes.co.uk/tto/news/world/africa/article4583864.ece [9] Malcolm X di Spike Lee (Negro da cortile e negro da fatica ) https://www.youtube.com/watch?v=0MjaAClNGnk [10] http://mg.co.za/article/2015-09-07-icc-demands-sa-explain-al-bashir-exit [11] http://habeshia.blogspot.it/2015/07/eritrei-in-fuga-da-guerre-senza-nome.html [12] Il grande inquisitore è il titolo dato a un capitolo del romanzo I fratelli Karamàzov, opera letteraria di Dostoevskij. Il personaggio è un inquisitore che arresta Gesù. (Da uno sceneggiato della Rai) La leggenda del Grande Inquisitore https://www.youtube.com/watch?v=GOkPY_y_rck
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Settembre 2024
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