Mercoledì 18 maggio 2011 si è tenuto a Milano un incontro presso la Casa della Cultura avente come tema la presentazione del libro di Matteo Sisti Lotte sociali in Eritrea, ed. Ediesse, Roma, 2010. Un luogo milanese attento da sempre alla democrazia culturale e un libro interessante sull’Eritrea e le sue lotte sono l’inaspettato scenario per un forte attacco al popolo d’Eritrea. Il libro è stato presentato dall’autore a Bologna lo scorso ottobre 2010. A Milano, alla serata organizzata presso la Casa della Cultura, Matteo Sisti è assente ma sono presenti il Professor Calchi Novati, ISPI, il giornalista del Corriere della Sera, Massimo Alberizzi, la signora Elsa Chyrum di Human Rights Concern Eritrea e la signora Elisa Castellano in rappresentanza della Fondazione Di Vittorio. Il moderatore cede la parola alla Signora Elisa Castellano, curatrice della prefazione, che si sofferma sui motivi per i quali la Fondazione Di Vittorio si è interessata all’Eritrea e alla nascita del sindacato unitario, ribadendo i valori comuni che legano l’Italia all’Eritrea. Inoltre nella prefazione si può leggere che il lavoro di Matteo Sisti nasce da una richiesta del sindacato eritreo con il quale la Cgil intrattiene positivi rapporti di collaborazione affinché, grazie ai documenti conservati negli archivi italiani, possa essere maggiormente conosciuto il periodo storico dal 1885 al 1979, anno di nascita del Ncew, (National Confederation of Eritrean Workers). In contrasto con queste parole, l’Eritrea nelle relazioni successive diventa uno stato paria. Nel suo intervento il Prof Calchi Novati ripercorre rapidamente il passato coloniale dell’Eritrea utilizzando il libro di Sisti di cui critica però sia l’inconsistente bibliografia, sia le arbitrarie abbreviazioni. Poi Calchi Novati parla di Stefano Poscia purtroppo morto qualche anno fa, (in realtà mancato a soli cinquantasette anni lo scorso 24 ottobre) che ha scritto Eritrea colonia tradita ampiamente citato nella seconda parte del libro di Sisti. Il libro di Poscia non ha bisogno di essere presentato, casomai andrebbe ristampato perché è una lucida analisi compiuta con uno sguardo storico intenso e preziosissime fonti di prima mano. In un saggio del 2004 Calchi Novati (La controversia sull’Eritrea: Popolo, Nazione, Stato pag 142 in Il Mondo visto dall’Italia, Milano 2004), definisce il libro di Poscia un reportage che eccelle nell’ambito della pubblicistica pro-eritrea peccato, scrive, per il titolo che rivela una concezione del rapporto Italia, Eritrea che a dispetto delle buone intenzioni dell’autore, riabilita in qualche modo il colonialismo, misconoscendo l’evoluzione autonoma dell’Eritrea e subordinandola, di fatto, alla storia e alla realtà postuma dell’Italia. Il tradimento di cui Poscia scrive è quello dell’Italia che non è stata in grado di capire i lunghi anni di lotta eritrea, senza rimpiangere aiuti coloniali. Ma forse in quest’occasione parlar di tradimenti è come parlar di corda in casa dell’impiccato e poi non è la sede per una lezione di storia, infatti, Calchi Novati balza alla liberazione di Massawa e dice che Fple e Fle si convertono e vincono sul campo grazie al via libera dell’America e alla fine del Derg.
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