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ERITREA ETIOPIA

L'Eritrea ai cattolici: "False le accuse di persecuzione"

22/6/2019

2 Comments

 
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'Non abbiamo chiuso i vostri ospedali. Siamo laici'

(ANSA) - ROMA, 21 GIU - La consegna dei centri sanitari gestiti dalla Chiesa cattolica allo Stato, ordinata nei giorni scorsi dal governo eritreo, non è una forma di repressione della libertà di culto che è invece sancita e tutelata dalla legge.

​La precisazione arriva con un comunicato dell'Ambasciata di Asmara a Roma che contesta le notizie diffuse il 15 giugno dall'agenzia missionaria Fides secondo la quale funzionari governativi si sono presentati nelle strutture e hanno chiesto agli amministratori di firmare un documento che sancisce il passaggio di proprietà. Di fronte al rifiuto di alcuni, ha denunciato Fides, i centri sanitari sono stati chiusi e sgomberati impedendo la prosecuzione dell'assistenza medica.

"L'Eritrea permette a tutte le confessioni di esercitare liberamente il loro credo, nel rispetto della legge 73 del 15 luglio 1995", scrive l'Ambasciata, sottolineando che "poiché la società eritrea è una società multietnica e multiconfessionale, lo Stato dell'Eritrea è per definizione uno Stato laico".

Una risposta alle accuse di padre Mussie Zerai, sacerdote eritreo, paladino dei diritti dei migranti, presidente dell'Agenzia Habeshia. "Oggi sembra che siamo tornati al 1982, quando il regime del terrore di Menghistu Hailemariam confiscava molti beni della chiesa cattolica, compresi conventi, scuole e centri medici con l'uso della forza bruta", aveva dichiarato il religioso mentre i vescovi eritrei, in una lettera al governo, esprimevano "profonda amarezza" sostenendo che la vicenda, di fatto, significava "esporre alla persecuzione i servitori (della Chiesa, ndr)".

Ma Asmara rivendica la sua assoluta correttezza nell'applicazione della legge, secondo la quale, tra l'altro, "i piani di sviluppo sociale e di servizi sociali sono di pertinenza governativa e il laicismo, nel quale lo Stato eritreo si riconosce, implica una netta separazione di ruoli, senza che la libertà di culto ne sia minacciata". Per quanto riguarda la vicenda degli centri medici, precisa la nota della sede diplomatica, "non si tratta di chiusura bensì di passaggio di gestione, secondo quanto sancito dalla legge 73/1995".

(ANSA)



2 Comments
babastif
28/6/2019 07:40:36 pm

Comprendo, anche se non lo condivido, il desiderio di uno stato laico e comunista di essere il solo gestore di opere sociali: la concorrenza è sempre fastidiosa, mentre, per me, è spinta al miglioramento.
Comprendo anche che esiste una legge del 1995 che chiarisce quanto sopra.
Ma vi domando:
- Se la legge è del 1995, come mai si sono attesi 24 anni per renderla esecutiva?
- Più importante ancora: come mai in questi 24 anni il governo ha concesso licenze di costruzione di strutture sanitarie ed educative alla Chiesa, sapendo che la loro gestione sarebbe stata contraria alla legge? Io stesso, con miei amici, ne ho finanziate alcune dopo aver verificato che i permessi fossero in regola.
- Essere laici, poi, non significa essere ladri. Se si vuole espropriare qualcosa, bisogna offrire un indennizzo a chi viene espropriato, altrimenti si tratta di un furto.
- Ultimo, ma non meno importante. Il nuovo gestore deve avere i mezzi e la capacità di gestire le opere sociali con uno standard qualitativo almeno confrontabile con quello del gestore precedente. Io, che conosco abbastanza bene le strutture sanitarie governative, ne dubito, purtroppo.

Reply
Lamina
2/7/2019 12:34:17 am

Egregio BABASTIF,

iniziare il suo commento dicendo stato " … comunista… " ( e in seguito …“ maoista ” ), penso che non sia appropriato al caso in questione.

Il lettore appena inizia a leggere il suo commento con frasi contenenti l’aggettivo "comunista", mentalmente si blocca nel continuare a leggere, perché il commento in sé per sé assomiglia a quanto detto e scritto su alcuni giornali italiani da un certo ex spacciatore di droga, con alle spalle due anni di reclusione a Rebibbia nonché oggi attivista politico e Don della chiesa cattolica.

Secondo me bastava dire uno stato “…laico…”, e in questo modo il contenuto del suo commento poteva essere interpretato come una sua opinione, ma anche una visione diversa del caso, rispetto alle dichiarazioni del Governo eritreo che dell’Ambasciata Eritrea in Italia. Una visione e una sua rispettabile opinione da me non condivisa, ma che in qualche modo poteva contribuire a dare agli stessi interessati lettori una più ampia conoscenza del caso, ed aiutarli ad esprimere il proprio giudizio.

Detto questo, ora anch’io Le domando :

- visto che nel suo commento dice: “ ...comprende il fatto che esiste una legge del 1995 ...”, come mai, nonostante era a conoscenza e comprende l’esistenza di questa legge, [ che per essere chiamata legge, all'interno ci sarà stato un art. dove vengono indicati criteri per il passaggio di consegna ], ha voluto durante questi 24 anni continuare a costruire strutture sanitarie ed educative legati al mondo della chiesa ?

- visto che nel suo commento dice che Lei insieme ai suoi amici ha finanziato alcune strutture, presumo che questi finanziamenti siano ottenuti tramite raccolta di fondi da privati, chiesa, istituzioni, associazioni, organizzazioni, ecc. amanti del popolo eritreo. A questo aggiungo che per mettere in piedi queste strutture finanziate da altri, Lei abbia beneficiato di alcune esenzioni tasse e autorizzazioni da parte del governo eritreo. Sicuramente per avere queste agevolazioni Lei o chi per Lei ha firmato un documento, dove in modo chiaro viene indicato, che lo Stato quando lo ritiene opportuno, può chiedere la consegna del bene in questione. Per questi semplici e chiari motivi indicati, penso che in questo contesto utilizzare la parola furto, indennizzo, ecc. sia inappropriato.

Infine dato che come chiusura del suo commento indirettamente dice: “…conoscendo bene lo standard qualitativo delle strutture sanitarie governative esistenti, dubita che la gestione di queste nuove sia alla loro altezza…”, Le chiedo, visto che la chiesa non è una organizzazione ecclesiale a scopo di lucro, perché non si continua a collaborare con i nuovi gestori, affinché come dice Lei, si tiene alto lo standard qualitativo per il bene dei beneficiari ?

Con rispetto.

Lamina

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