Il Tribunale amministrativo federale ha confermato la decisione della SEM di negare l'asilo a un emigrato eritreo
Aver lasciato illegalmente dall’Eritrea – anche in presenza di motivi validi – non è più sufficiente a giustificare lo statuto di rifugiato. È quanto ha ribadito lo scorso 16 novembre il Tribunale amministrativo federale (TAF) nel respingere il ricorso presentato da un cittadino eritreo contro la decisione Segreteria di Stato della Migrazione (SEM) di respingere la sua domanda di asilo. L’uomo, arrivato in Svizzera nel 2015, aveva affermato di aver lasciato il suo Paese d’origine per paura della coscrizione nell’esercito governativo. A suo dire le forze armate di Asmara lo avrebbero incarcerato con la madre dopo aver tentato di riarruolare senza successo il padre, un veterano di guerra rimasto ferito in battaglia che si era rifiutato di riprendere le armi. Da qui la decisione di lasciare l’Eritrea anche se, ha rilevato il TAF, dalla sua liberazione non aveva più avuto problemi con le autorità e non era neppure stato convocato per il servizio militare (che, in base a una sentenza del 2017, non costituisce più un motivo tale da rendere inesigibile il rinvio di un richiedente l’asilo). Giunto in Svizzera, aveva sostenuto che a causa del suo espatrio illegale si sarebbe trovato in pericolo qualora fosse rientrato in patria. Il 28 luglio 2017, tuttavia, la SEM aveva respinto la sua richiesta di asilo e lo stesso aveva fatto il TAF, cui l'uomo si era rivolto il 1° settembre successivo. Basandosi sulla sua giurisprudenza (una sentenza del 30 gennaio 2017 secondo cui la partenza illegale non giustifica la concessione dell'asilo, ndr) la Corte aveva inoltre stabilito che “in Eritrea non vi è una situazione di guerra, guerra civile o violenza generalizzata e che il ricorrente non si troverebbe dunque in pericolo in seguito al rimpatrio". Il giro di vite da Berna - Come ricorderete in aprile Berna aveva annunciato di voler riesaminare un terzo delle ammissioni provvisorie e aveva inviato una lettera a 3’200 eritrei interessati da questa misura. In un’intervista rilasciata l Blick a inizio settembre il direttore della SEM Mario Gattiker aveva difeso le misure restrittive adottate nei confronti dei migranti eritrei ammessi sul suolo svizzero a titolo provvisorio. “Chiunque sia minacciato di persecuzioni in Eritrea continuerà a ricevere protezione da parte della Svizzera”, aveva spiegato Gattiker. “L'obiettivo è di offrire protezione a tutti coloro che in patria temono per la loro vita: se ragioniamo in senso inverso ciò significa che chi non è minacciato deve far ritorno nel suo paese”. da TICINONEWS
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Settembre 2024
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