All’interno della ex Naval Base di Massaua, in prossimità del mare, si trova un piccolo edificio antico che pur nella sua assoluta semplicità e avanzato stato di degrado, esprime ancora oggi grande dignità, si tratta della tomba di Abd El Kader. Le prime notizie a riguardo di questo sito, che dà il nome all'intera penisola, erano emerse leggendo la relazione dell’ingegner Emilio Olivieri che, in seguito all'eccidio di Dogali, fu incaricato della realizzazione del tracciato ferroviario che doveva servire a collegare Massaua con il forte militare di Saati. La relazione Olivieri fu scritta nel 1888 alla fine dei lavori e non solo descriveva con termini meramente tecnici la realizzazione dell’opera ferroviaria, ma raccontava anche dettagliatamente le impressioni dell’autore e le informazioni raccolte nel corso dei mesi occorsi per realizzare la ferrovia. In merito alla tomba di Abd El Kader nella relazione si legge: “Il seno di mare ove trovasi Massaua è limitato a mezzodì dal monte Gedam, un masso quasi isolato di graniti e lave, le cui aguglie nerastre si elevano a 900 e più metri sul mare, che si infrange al suo piede; mentre verso settentrione la spiaggia bassa formata da banchi madreporici si rompe in sporgenze ed in seni, fra i quali il mare penetra talora profondo entro la terra.
A levante quasi schierate davanti la baia stanno le isole Dahlak e le altre minori, taluna delle quali perennemente verde, mentre a ponente spiccano nel cielo a quasi 3000 metri d'altezza le lontane vette dell'altipiano Abissino, ai cui fianchi scoscesi fanno gradino le minori colline, che raggruppate in parecchie catene parallele quasi all'altipiano vanno degradando fino alla sottoposta pianura. Massaua com'è noto, è costruita sopra un'isoletta, che una diga fatta dal governatore Munzinger pascià congiunge ad un'altra isoletta detta Taulud, la quale alla sua volta mediante un'altra diga è congiunta alla terra ferma. In faccia a Taulud dalla parte di settentrione, separata da un braccio di mare di cinquecento metri di larghezza trovasi la penisola Gherar ingombra oggi di capannoni di ogni forma, di tettoie, di magazzini. Ivi è installato il comando locale del genio e ivi pure si sta costruendo con muri di mattoni una fabbrica per il ghiaccio. Parecchi binari del sistema Decauville partono di là e si diramano verso Massaua, Arkiko, Hotumlo entro un raggio di 10 a 15 chilometri, e le piccole locomotive che percorrono quelle malferme rotaie fanno un attivo servizio di trasporti per i vari bisogni militari. Procedendo ancora verso settentrione ed attraversando un altro breve tratto di mare si trova la penisola di Abd el Kader che, a forma quasi di stivale, si protende in mare fino in faccia all'isola di Massaua formando con questa l'imboccatura del porto. Abd el Kader prende probabilmente il nome dalla tomba, che ivi trovasi, di questo eroe e santo, che quegli indigeni invocano ripetutamente come protettore ogni volta che s'accingono a qualche lavoro per loro importante. Chi sia stato cotesto Abd el Kader non so, ne parmi che esso possa avere parentela coll'eroe della guerra d'Algeri. La sua tomba è un piccolo edificio coperto da una cupola araba ridotta ora a caserma dei carabinieri; al di fuori stanno alcuni sepolcri, quelli forse della famiglia. Del resto nulla ne antico, ne di monumentale. La penisola era pochi anni or sono ricoperta da bassi cespugli di mimose spinose, ed ivi andavano i pescatori a distendervi le reti…” Dunque la passione per la ferrovia eritrea mi aveva portato a cercarne le origini storiche attraverso lo studio sul campo anche della tomba del misterioso Abd El Kader, anche se però mi ero reso conto che l'area descritta nella relazione Olivieri si trovava ora all’interno della zona militare conosciuta come Naval Base e quindi inaccessibile. Nel corso della mia permanenza in Eritrea nel 2006 avevo cercato di raccogliere notizie almeno sulla esistenza di qualche resto sia della tomba che di quel tratto della ferrovia, ma l'unica notizia che mi era stata riferita diceva che tutta la zona militare era stata ceduta a un nuovo ente governativo e ora faceva parte del progetto di sviluppo denominato Free Zone. Nel marzo del 2007 grazie a un permesso speciale del responsabile della Eritrea Free Zones Authority dr. Araia Tseggai ho potuto finalmente visitare l'area che tanto avevo desiderato poter vedere, e ho scoperto che non solo la mitica tomba di Abd El Kader esiste ancora, ma che è posta sotto la tutela della autorità territoriale locale che intende restaurarla ed è anche meta di pellegrinaggio da parte di fedeli musulmani che vi si recano una volta all'anno per renderle omaggio. Stefano Pettini marzo 2007
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