Che i giornalisti italiani scrivano i loro articoli con il copia e incolla è oramai risaputo a livello internazionale, che siano anche al servizio degli Stati Uniti e stiano contribuendo ai vari regime-change per la destabilizzazione del mondo è anche questo risaputo, ma che lo facciano anche le agenzie di stampa italiane oggi è diventata una realtà. Sono loro, infatti, le prime a dare la notizia che viene poi presa e confezionata “al meglio” dalle varie redazioni giornalistiche. L’articolo firmato Fea del 23 gennaio 2016 apparso su AGI[1] riguardante l’Eritrea, oramai presa di mira da giornalisti, redazioni e agenzie di stampa italiane, dal titolo Eritrea: Afwerki, nessuna crisi alimentare minaccia il paese tratta della siccità nel Corno d’Africa che sta mettendo a rischio la vita di milioni di persone a causa di El Nino. Si legge che il Presidente Afewerki “...rifiuta la possibilità di aiuti internazionali, preferendo seguire una politica di auto-sufficienza.” È vero, nell’intervista rilasciata alla televisione eritrea del 22 gennaio, il Presidente ha dichiarato che gli eritrei non corrono il rischio di soffrire la fame e c’è da credergli perché in questi ultimi anni l’Eritrea ha costruito centinaia di dighe e fermato l’acqua piovana migliorando la sua agricoltura e aumentando le sue riserve alimentari. [1] Agenzia Giornalistica Italia http://www.agi.it/rubriche/africa/2016/01/23/news/eritrea_afwerki_nessuna_crisi_alimentare_minaccia_il_paese-444248/ Ma, a quanto pare, un presidente africano che rifiuti gli “aiuti umanitari” crea il solito mal di pancia agli occidentali, persino nei giornalisti. Gli africani non possono non aver bisogno d’aiuto! Questa è la diffusa mentalità: “Se lo fa è perché vuole uccidere la sua popolazione affamandola”. Ma ecco la frase che falsa totalmente la realtà e cambia la direzione a tutto il resto dell’articolo. Fea scrive: “Le Nazioni Unite stimano che più di 10 milioni di persone hanno bisogno di aiuti alimentari in Eritrea.” Il Presidente Afewerki, anche volendo affamare tutta la sua popolazione, non riuscirebbe a superare i cinque milioni di persone, visto che in Eritrea ci sono soltanto cinque milioni di abitanti! Quindi chi sono gli altri cinque milioni di disgraziati? Ma sbagliare una cifra non vuol dire che l’articolo sia sbagliato, infatti quella di dieci milioni è la cifra giusta, quella che le Nazioni Unite avevano dato, quello sbagliato era il paese a cui questa si riferiva. L’ONU, infatti, parlava dell’Etiopia!!! Piccola svista? No, questa non è la svista del giornalista Fea, questo è l’andazzo generale. Ai giornalisti italiani è proibito parlar male dell’Etiopia perché è l’alleato numero uno degli Stati Uniti in Africa. L’Etiopia, come dai tempi dell’Imperatore, continua a chiedere e ricevere aiuti umanitari da tutto il mondo ed è vero che 10 milioni della sua popolazione stanno soffrendo la fame per colpa di El Nino[1]. Per anni i giornali italiani hanno raccontato della sua crescita economica alla velocità della luce. Ma hanno dimenticato di dire che era un’economia insostenibile che permetteva ai ricchi di diventare sempre più ricchi mentre i poveri diventavano sempre più poveri. In questo momento in Oromia, la regione più fertile d’Etiopia in mano all’etnia più numerosa, gli oromo appunto, è in atto una rivolta popolare contro la politica del land grabbing[2] attuata nei loro confronti dal regime minoritario dei TPLF che alle elezioni di maggio 2015 ha conquistato il 100% dei seggi nonostante siano soltanto 5 milioni su una popolazione di 90 milioni di abitanti. Ad oggi sono stati uccisi circa 200 studenti oromo colpiti alla testa dai cecchini del regime, basta digitare sui motori di ricerca #oromoprotest per rendersi conto della repressione violenta iniziata a ottobre. Finora nessun giornale italiano ne ha mai scritto ma dopo che in questi giorni l’Unione Europea ha condannato ufficialmente l’accaduto forse qualcuno avrà il coraggio di farlo. E, forse, quella morbosa attenzione che i media italiani nutrono per l’Eritrea si trasferirà verso sud, verso l’Etiopia dei TPLF. Ma questo lo sapremo solo vivendo. P.S.: in seguito alla mia telefonata di richiesta di rettifica l’Agenzia Giornalistica Italia ha tagliato la contestata frase delle Nazioni Unite sull’Eritrea ma ha omesso di scrivere che fosse riferita all’Etiopia. Daniel Wedi Korbaria [1]Ethiopia: UN warns of deepening food insecurity, allocates emergency funds to tackle severe drought http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=52569#.VqZ-_ZorJdh
[2] Gambella, Etiopia: nel cuore del land grabbing http://it.peacereporter.net/articolo/27344/Gambella,+Etiopia%3A+nel+cuore+del+land+grabbing
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Agosto 2024
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