Nei giorni scorsi è stata diffusa un’intervista in lingua amarica all’ambasciatore etiopico presso le Nazioni Unite nel corso della quale ha rivelato che il giorno 4 marzo si è tenuta una riunione a porte chiuse del consiglio su temi riguardanti il rispetto dei diritti umani.
Uno degli argomenti proposti per essere discussi era l’emissione di un comunicato congiunto alla stampa sulla corrente situazione nel Tigrai. L’ambasciatore ha spiegato che avendo in passato fatto parte dei partecipanti a questo tipo di riunioni ne conosce bene tutti i meccanismi procedurali potendo affermare che in alcuni casi su specifiche pressioni si discutono anche casi di non diretta pertinenza dell’assemblea allo scopo di influenzare l’opinione pubblica. Di solito in questi casi la strategia è quella di esercitare pressioni sui rappresentanti di paesi con basso peso politico per giungere all’approvazione di dichiarazioni mirate, tuttavia nel caso in questione l’argomento non è arrivato neanche a essere discusso per il veto preliminare di paesi non influenzabili quali: Cina, Russia, India e altri. Questo episodio che sarebbe potuto rimanere all’interno delle porte chiuse dell’assemblea è diventato pubblico perché la stampa era stata preavvisata dell’imminente rilascio di un comunicato definito “Bomba” sulla situazione nel Tigrai. Stefano Pettini
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Agosto 2024
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