da Aldo Di Biagio - In queste ore ho depositato un'interrogazione ai Ministri degli esteri e della difesa in merito alla mancata attuazione da parte del Governo italiano dell’impegno, sancito a livello normativo, di cessione, a titolo gratuito, al Governo dello Stato d'Eritrea di materiale ferroviario dichiarato fuori servizio. Per ben due volte (nel 2012 e nel 2015) è stata autorizzata questa procedura per poi cadere letteralmente nel dimenticatoio con il rischio di minare in maniera vistosa la credibilità del nostro Paese, malgrado non sussistano motivi ostativi all’attuazione della cessione che sarebbero comunque emersi prima dell’emanazione della legge. La cessione di materiale ferroviario non più utilizzabile nel nostro Paese, destinato diversamente all’abbandono, rappresenterebbe un’occasione imperdibile per ricontestualizzare le relazioni con l’Eritrea e recuperare un ruolo strategico nell’intera regione. L’auspicio è che la miopia geostrategica e diplomatica mostrata finora dall’Italia possa essere sanata dalla valutazione oggettiva di quanto si può ancora fare e di quanto invece stanno cogliendo altri Paesi, Germania in primis, che non si lasciando abbindolare da demagogia e da pregiudizi architettati ad arte dai poteri internazionali. Atto n. 4-05935
Pubblicato il 8 giugno 2016, nella seduta n. 638 DI BIAGIO , NACCARATO , MORONESE , ZIN , MICHELONI , VICECONTE , GUALDANI , RAZZI , AUGELLO , PETROCELLI , ARRIGONI , MARINO Luigi - Ai Ministri della difesa e degli affari esteri e della cooperazione internazionale. - Premesso che per quanto risulta agli interroganti: già nel 2010 il progetto di cessione a titolo gratuito di materiale da trazione per l'esercizio in linea, nonché materiale per le manovre in stazione e per i convogli da cantiere macchine alle autorità ferroviarie eritree aveva avuto l'accoglimento delle autorità italiane competenti; nel 2011 l'ambasciata dello Stato d'Eritrea comunicava alle autorità e alle amministrazioni ferroviarie dello Stato italiano di avere affidato ad un referente italiano l'incarico di svolgere delle ricerche di materiali ferroviari giacenti in disuso o destinati alla dismissione, e stabilire contatti preliminari con i rappresentanti delle competenti autorità, per un eventuale accordo di acquisizione e di riutilizzo di tale materiale presso le Ferrovie dello Stato di Eritrea; l'Aeronautica militare italiana nel 2011 sarebbe stata in procinto di dismettere il suo parco trazione da manovra ferroviario per definitivo cambio di strategia operativa e l'oggetto della dismissione era rappresentato da un numero di unità automotori a due assi non più conformi alle normative italiane ma comunque tutte con relativamente pochi chilometri di esercizio, oggetto della necessaria manutenzione, e adattabili allo scartamento ridotto italiano in uso in Eritrea, con spese a carico del ricevente Stato estero come da accordi preliminari; le macchine, originariamente oggetto della cessione, afferivano a modelli attualmente in condizionato (limitazioni alla circolazione derivanti dalla mancanza di conformità) in alcune amministrazioni ferroviarie italiane, pertanto sarebbe stata garantita l'assistenza tecnica ed eventualmente le parti di ricambio e manutenzione; a tal riguardo si ritiene opportuno segnalare per completezza e chiarezza informativa che proprio la linea ferroviaria più rilevante a livello infrastrutturale eritreo, quella che collega le due grandi città Asmara e Massaua, fu costruita durante il periodo del colonialismo italiano, e per l'epoca rappresentò un'opera di grande valore ingegneristico in ragione della complessità del territorio su cui venne strutturata: la ferrovia dopo un periodo di cessato esercizio è stata riattivata nei primi anni 2000, ragion per cui sarebbe stato particolarmente importante poter accedere a strutture ferroviarie di immediato utilizzo, anche in ragione della compatibilità strutturale di queste con i sedimi ed i binari di fattura italiana che dunque rappresenterebbero un ulteriore riduzione di onere in capo all'Eritrea; a seguito delle suddette intenzioni, veniva ufficializzato l'accordo con l'articolo 1, comma 32, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° febbraio 2013, n. 12, recante "Proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione", che disponeva l'autorizzazione a Governo italiano a cedere, a titolo gratuito, al Governo dello Stato d'Eritrea materiale ferroviario dichiarato fuori servizio; nel giugno 2014, a seguito di una visita ufficiale in Eritrea, in occasione della quale informò il presidente Isaias che si sarebbe occupato personalmente delle questioni irrisolte come quello della cessione locomotive AM, il viceministro degli affari esteri Pistelli sollecitò il reinserimento del dispositivo di cessione nel decreto proroga missioni all'estero 2015. La missione ad Asmara del 2014 ha rappresentano una testimonianza di volontà di rilancio delle relazioni bilaterali nel "provare a favorire un pieno reinserimento dell'Eritrea quale attore responsabile e fondamentale della comunità internazionale nelle dinamiche di stabilizzazione regionale", come si evidenziava in un comunicato della Farnesina datato 2 luglio 2014; a seguito di tale rinnovata attenzione, nel decreto-legge 18 febbraio 2015, n. 7, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 aprile 2015, n. 43, all'articolo 14, comma 6, si è inteso confermare la validità dell'autorizzazione alle cessioni; nel luglio 2015 il Ministero della difesa intendeva chiudere la procedura entro al massimo il 31 luglio 2015, ferme restando le indicazioni che sarebbero dovute giungere dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale in merito alla risoluzione di taluni aspetti burocratici come il coinvolgimento dell'Onu e la definizione di un timing di attuazione della procedura di cessione; nello specifico, come viene chiarito anche in una nota indirizzata in data 15 luglio 2015 dal vice capo di gabinetto del Ministro della difesa al Ministero degli affari esteri, la cessione a titolo gratuito al Governo dello Stato di Eritrea di materiale ferroviario corrispondente a 7 locomotori e 4 loco-trattori in carico all'Aeronautica militare e dichiarato fuori servizio "non avvenne a suo tempo a seguito di un cambio di indicazioni in merito all'opportunità politica di procedere, formulata dallo stesso MAECI" e di cui sarebbe stata suggerita una "riattivazione della procedura"; nella suddetta nota veniva inoltre ribadita da parte del Ministero della difesa, la conferma della disponibilità alla cessione del materiale, evidenziando di restare in attesa di conoscere gli sviluppi di quanto posto in essere dallo stesso Ministero; all'autorizzazione non ha però fatto seguito alcuna iniziativa o procedura atta a rendere esecutiva la disposizione normativa indicata, senza che, di contro, siano state fornite motivazioni ostative alla sua risolutiva attuazione; infatti, malgrado i promettenti presupposti, il preannunciato termine del 31 luglio 2015 e quello finale del 31 dicembre 2015, non si è giunti ad alcuna risoluzione dell'impasse, mancando, come risulta, la comunicazione del Ministero degli esteri al Ministero della difesa per la definitiva autorizzazione alla cessione, come più volte sollecitato dal preposto ufficio dello Stato maggiore della difesa; vale la pena segnalare che, a conferma della validità del progetto e dell'attenzione ad esso riservata dal Governo di Asmara, quest'ultimo abbia inteso farsi carico degli oneri di trasporto delle strutture evitando in tal modo di creare un onere in capo allo Stato Italiano: elemento questo che dovrebbe, in teoria, agevolare e rendere maggiormente snelle le procedure di attuazione delle dinamiche di cessione; per quanto attiene al ruolo del comitato sanzioni Onu, ed un'eventuale ipotesi di diniego da parte di quest'ultimo, questa appare pretestuosa poiché risulta già interpellato prima dell'approvazione della legge, pertanto si riterrebbe superata l'eventuale criticità: si fa fatica a comprendere la ratio del suo coinvolgimento considerando che la cessione di materiale logistico, come nel caso di mezzi ferroviari, non dovrebbe rientrare nelle categorie "sensibili" oggetto di provvedimenti di embargo o affini, pertanto un eventuale e discutibile pronunciamento di diniego da parte dell'Onu meriterebbe un approfondimento doveroso ed inderogabile da parte dell'Italia; la mancata attuazione, nei tempi originariamente pattuiti, della procedura di cessione dei materiali ferroviari ha condotto anche ad una notevole perdita di potenzialità e di fattività degli stessi: infatti vale la pena sottolineare che 4 strutture delle 11 in totale necessitavano di essere movimentate già nella seconda metà del 2015 in ragione della chiusura dei sedimi ferroviari dove queste erano collocate, in ragione di tali aspetti, il loro spostamento su aree non adibite alla loro presenza avrebbe procurato non trascurabili danni; al momento, l'autorizzazione della cessione non è stata riprogrammata nell'ambito del decreto-legge 16 maggio 2016, n. 67, di "proroga missioni internazionali", attualmente in corso di esame al Senato, sebbene non sussistano, stando a quanto risulta, elementi ostativi alla definitiva cessione di un materiale altrimenti destinato all'abbandono; si starebbe assistendo alla mancata attuazione, per ben 2 volte consecutive, e con modalità di basso livello, di una norma specifica in 2 distinti provvedimenti che ne hanno autorizzato e confermato la ratio ed in riferimento alla quale è stata ribadita la disponibilità dell'amministrazione competente e detentrice del materiale potenzialmente oggetto di cessione; ciò rappresenta un grave danno in termini di credibilità del nostro Paese, segnatamente sul fronte della compromissione delle potenzialità bilaterali con Asmara, senza trascurare il fatto che ci si troverebbe dinanzi ad un paradosso istituzionale secondo cui il Parlamento ed il Governo ratificano una determinata decisione, sottoscritta anche dal Presidente della Repubblica che poi, per ben 2 volte, viene evitata e disattesa dagli uffici amministrativi per ragioni che sfuggono; il progetto di cessione del materiale ferroviario all'Eritrea, particolarmente ambito dal Governo di Asmara, rappresenterebbe un importante input alle dinamiche di sviluppo di un Paese, dalle notevoli potenzialità economiche ed in grado di avviare un percorso di normalizzazione dell'intera area in una stagione di oggettiva complessità geopolitica; l'Italia avrebbe, nei fatti, disatteso un accordo animando la violazione di una sorta di legittimo affidamento da parte dell'Eritrea, che potrebbe allo stato attuale compromettere le relazioni tra i due Paesi già contaminate da un latente pregiudizio, infondato, da parte dell'Italia verso la reale configurazione politica e sociale del Governo di Asmara; sarebbe stato prioritario per il nostro Paese, a decorrere dall'estate 2014, in occasione della visita ufficiale del viceministro Pistelli ad Asmara, avviare un processo di ricontestualizzazione delle relazioni, seppur nelle evidenti difficoltà dettate dalla contingenza, e in questo proprio l'Italia dovrebbe compiere uno sforzo in più, mentre al momento ha collezionato soltanto un ventaglio di promesse disattese; vale la pena segnalare ulteriormente che l'Italia, per discutibili scelte politico-diplomatiche ha inteso limitare il proprio ruolo e le proprie potenzialità in Eritrea, in controtendenza rispetto ad altri Paesi europei che hanno avviato interessanti e proficui rapporti di scambio, collaborazione e cooperazione con Asmara: appare evidente, se messa a confronto con la capacità di penetrazione economica in Eritrea di Paesi come la Germania, la quasi totale inerzia del nostro Paese, che si limita a proclami, a demagogia e a promesse mai mantenute, non facendo seguito con atti di pragmatismo sia sul versante delle missioni italiane di cooperazione culturale e sanitaria, sia nella determinazione di strategie future per lo sviluppo; l'Italia, di contro, dovrebbe avere la capacità e l'ambizione di assumere un ruolo determinante, capace di riflettersi in maniera fattiva ed efficace sia sul fronte nazionale eritreo sia su quello internazionale, in una prospettiva di normalizzazione delle relazioni a livello regionale e di stabilizzazione dell'area che al momento risulta indispensabile per avviare strategie di politica migratoria e di sostegno allo sviluppo interno alternative a quelle fallimentari avviate finora, si chiede di sapere: quali siano le ragioni ostative alla definitiva attuazione del progetto di cessione di materiale ferroviario e se sussistano specifiche responsabilità in capo a determinati referenti delle amministrazioni competenti tali da giustificare la mancata applicazione di una norma e dunque la configurazione di una promessa disattesa nell'ambito di un accordo bilaterale in assenza di elementi pubblici ostativi; quale sia la posizione del comitato competente dell'Onu in merito alla suddetta progettualità italiana e se questa abbia potuto influenzare la posizione del Ministero degli esteri, ed in che modo questa eventuale posizione trovi legittimità nell'ambito della normativa internazionale vigente; se i Ministri in indirizzo intendano attivarsi al fine di rivedere eventualmente l'autorizzazione e la successiva attuazione della citata cessione nell'ambito del provvedimento di proroga delle missioni internazionali, al momento in discussione al Senato.
3 Comments
Mario Ruffin
16/6/2016 11:37:11 am
Siete matti?
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Mario Ruffin
16/6/2016 02:16:54 pm
Presentazione del libro “IL DUCE SI E’ FATTO MALE” di Mario Ruffin.
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Mario Ruffin
16/6/2016 02:22:42 pm
Confermo che la pace nel mondo e l'Italia hanno bisogno che gli USA tramite il loro alleato Etiopia riconoscano l'indipendenza dell'Eritrea, l'eroica e la gentile Eritrea.
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