28 febbraio 2017 by Rudy Esiste un “difetto di struttura” nel racconto che i media ci propongono relativo alle dinamiche con le quali oggi 120.000 migranti provenienti dall’Africa, di cui il 90% maschi adulti, giungono sulle nostre coste rischiando la propria vita (cosa tristemente vera!) e spendendo cifre elevatissime che alimentano scafisti e criminalità. Il “difetto” è così evidente che non solo i giornali di destra ma persino fonti ecclesiastiche, come l’ “Ottavo Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel Mondo dell’Osservatorio Cardinale Van Thuan” da poco presentato, iniziano ad evidenziarlo. Il tema che va posto non è il salvataggio della povera gente in mare, cosa scontata e doverosa, ma capire appieno cosa porti quelle persone da casa loro fino ad una zattera sul mediterraneo. La domanda di base è abbastanza semplice: perché un ragazzo di venti anni con 5.000 dollari in tasca (una cifra elevatissima per il costo della vita in quei paesi, svariate decine di migliaia di euro qui da noi) affronta un viaggio atroce per venire in Italia a condurre una vita che sarà semi-segregata, senza prospettive, senza molte possibilità di avere una famiglia? La risposta classica dei media è che quei ragazzi fuggono dalla guerra, dalle persecuzioni, dalla fame. Ma tale versione combacia in minima parte con i dati ufficiali! Ho letto molti articoli, consultato i portali ufficiali (tutti i riferimenti sono in calce) e sono stato molto sorpreso sia nel leggere gli stralci dell’ Ottavo Rapporto, sia nello scoprire come siano molte poche le fonti che focalizzano davvero bene i numeri e le circostanze di questo fenomeno. I DATI DEL FENOMENO
E’ utile allora partire dai dati ufficiali del ministero i quali, sebbene vadano analizzati per estrapolare alcune informazioni, sono molto chiari. Preciso che stiamo analizzando esclusivamente gli immigrati provenienti dall’Africa (75-80% dei 175.000 complessivi in arrivo). Un dato già circolato su quotidiani nazionali e che dovrebbe immediatamente accendere un primo allarme è il seguente: il 90% di coloro che provengono da paesi africani e che sbarcano sulle nostre coste sono maschi adulti o in età semi-adulta (16 anni in su). Quanti di questi hanno condizioni tali da essere riconosciuti come rifugiati (cioè scappano da guerre e persecuzione)? Sono solo il 5% del totale a cui si deve sommare un 20-30% di beneficianti di status di protezione “sussidiaria” o “umanitaria”, pertanto status ottenibili in funzione di parametri meno stringenti. Da notare come in questi dati siano comprese le donne e bambini ai quali uno status protettivo viene giustamente e quasi inderogabilmente sempre garantito. Sostanzialmente il 75% (forse 80%) di coloro che sbarcano dall’Africa sono maschi adulti (o semi adulti) che vengono da noi per quelli che vengono chiamati MOTIVI ECONOMICI. ANALIZZANDO I MOTIVI ECONOMICI Immediatamente scatta una considerazione inevitabile: parliamo di giovani uomini provenienti in parte da paesi (Senegal, Ghana e altri) in crescita economica, con speranza di vita superiore ai 60 anni, reddito medio pro-capite di 1.200 dollari. Inoltre sono ragazzi con in tasca i 3.500-6.500 dollari necessari per il viaggio, probabilmente dati dalla famiglia, e pertanto da quali motivi economici sono animati per procedere a questa pericolosissima traversata? Forse più importante ancora è chiedersi: questi giovani cosa si aspettano di trovare dall’altra parte del mediterraneo o cosa gli hanno raccontato che troveranno? Nell’Ottavo Rapporto sulla Dottrina sociale Stefano Fontana ed Ettore Gotti Tedeschi affermano relativamente agli immigrati provenienti dall’Africa: “La gran parte è una migrazione economica ma non dovuta alla fame; i dati mostrano che spesso a partire sono individui abbastanza benestanti desiderosi di migliorare ulteriormente la propria situazione; non si tratta di fenomeni spontanei; quasi nessuna spiegazione è realmente sostenibile per spiegare il fenomeno nella sua interezza”. Personalmente non credo si tratti di “benestanti” in senso occidentale, ma sicuramente ci sono fra loro ragazzi con accesso ad una disponibilità economica considerata come “ceto medio” nei loro paesi. In questa analisi non vogliamo generalizzare, alcuni dei migranti economici analizzando di caso in caso sicuramente hanno storie di vita tali da giustificare una loro accoglienza. Ma non è da trascurare un’altra frase del Rapporto: “molti episcopati africani insistentemente invitano i propri figli a non andarsene, a non farsi attrarre da proposte illusorie, ma a rimanere per contribuire al progresso del loro Paese”. MA QUALI INFORMAZIONI HANNO QUESTI RAGAZZI E COSA GLI HANNO RACCONTATO? Una cosa che mi ha estremamente sorpreso è non trovare alcun articolo di giornalisti dal Senegal o Ghana (o paesi analoghi senza guerre e persecuzioni) da cui apprendere risposte a semplici domande poste direttamente ai ragazzi locali quali: “Conosci qualche ragazzo partito per l’Italia?” “Cosa sapeva delle condizioni di vita che incontrerà una volta arrivato lì?” “Come ha fatto il tuo amico a trovare 5.000 dollari per il viaggio?” “Le informazioni che hai sull’Italia come ti arrivano e cosa ti raccontano?” Alcuni degli immigrati giunti, nelle rare interviste o nei colloqui con i volontari (complicati oltretutto dalla lingua, io stesso ne ho incontrati alcuni al parco), non faticano a raccontare come non si aspettassero lo scenario che hanno davanti. Alcuni a dire il vero partono con una conoscenza “del nostro mondo” davvero superficiale (specie visto l’odierna facilità di accesso alle informazioni specie per chi ha 5.000 dollari da spendere). Noi che viviamo questa parte di mondo sappiamo quanto sia difficile la vita persino per i giovani italiani, e sappiamo bene come per questi giovani immigrati economici in Italia sia possibile solo una esistenza dura, ai margini della società, senza sbocchi e con scarsissime possibilità di crearsi una famiglia o anche di riuscire ad incontrare una compagna di vita. Possibile che loro che partono dall’Africa non lo sappiano? Quali sono allora le informazioni sul nostro paese con cui entrano in possesso spingendoli ad un viaggio pericolosissimo ed una vita senza alcuna prospettiva? E chi fa girare certe informazioni? L’Ottavo Rapporto sulla Dottrina sociale, con un accenno di “complottismo”, parla di un “fenomeno previsto e voluto per modificare la struttura sociale e religiosa della nostra civiltà”, ed in effetti il quadro è tale da animare teorie ben più stravaganti o preoccupanti (ho letto a firma di giornalisti famosi frasi come: “Li paga Soros per invaderci” “Li paga la mafia per avere manodopera” “E’ il NWO che ci vuole fare invadere”). Mettiamo per un attimo da parte i “complotti”. Sicuramente non è difficile immaginare come i governi africani, corrotti ed in genere ben poco democratici, abbiano grande piacere di liberarsi di 120.000 giovani adulti maschi all’anno, prevenienti da famiglie di ceto medio-basso, i quali la storia ci ha insegnato potrebbero rappresentare una minaccia interna allo status quo. Pertanto qualsiasi disinformazione che questi ragazzi ottengono sicuramente non è osteggiata dal potere locale. Anzi se si indagasse un attimo si potrebbe scoprire come sia addirittura orchestrata dai governi locali, i quali poi creano molte difficoltà ai rimpatri. Inoltre non ci possiamo meravigliare se ai giovani africani arrivi un messaggio del tipo: “partite perché al peggio vivrete con vitto e alloggio a carico del paese italiano, al meglio troverete fortuna” perchè è davvero così! Nessuno però dice loro come, a parte il vitto garantito, qui ad aspettarli non c’è assolutamente nulla. Non è un caso che paesi come la Svizzera sovvenzionino serie televisive in Nigeria per mostrare all’Africa come la vita in Europa non sia un Eden. Perchè l’unione europea non fa lo stesso? Ci sono grandi responsabilità europee in questo fenomeno rappresentate da fattori quali il “politicamente corretto” forzato, l’inadeguatezza e la miopia della classe politica ad affrontare il problema con anticipo e vigore, la destabilizzazione procurata dalle guerre nel mediterraneo, ed ultimo ma non per importanza il gran volume di soldi che gira intorno l’accoglienza dei migranti che alimenta cooperative ed enti. Non abbiamo prove per supportare teorie complottiste, ma continueremo a studiare e (parafrasando il rapporto) nessuna spiegazione oggi riesce a motivare il fenomeno nella sua interezza lasciando adito a molti dubbi e preoccupazioni. L’unica certezza è che coloro che hanno un interesse diretto o indiretto a favorire questa “invasione” stanno vincendo su coloro che hanno a cuore la vita dei popoli ed anche di questi ragazzi. INVERTIRE LA ROTTA! Dall’Africa prima dell’anno 2000 partivano meno di mille migranti l’anno, nel 2012 erano 20.000, oggi sono la spaventosa cifra di 120.000 (e 180.000 complessivamente provenienti da tutto il mondo). Personalmente anni fa ero fra quelli favorevoli alla loro accoglienza, ma era facile (e giusto) accogliere gli immigrati quando erano poche migliaia ed era possibile inserirli nella nostra economia, con un vantaggio sia per quei ragazzi sia per noi. Ma oggi non rendersi conto del problema significa essere ciechi! Non siamo assolutamente nelle condizioni di garantire l’accoglienza ad un milione di persone e questi ragazzi che giungono non hanno davanti alcuna prospettiva. Oltretutto nel giro di qualche anno i 500.000 già accolti, molti diventati adulti crescendo in questi residence (semi-reclusi) abitati da soli maschi e senza inserimento nella società, cosa faranno e come reagiranno? Le cronache già mostrano i primi segni di insofferenza. Sono domande che pochi si pongono e pare di essere tutti su di un treno lanciato senza freni! E’ evidente che dobbiamo invertire la rotta immediatamente: far interrompere le partenze dall’Africa andando a prendere i rifugiati direttamente nel paese di origine e stroncando gli scafisti; indagare sulla disinformazione in Africa ed interromperla; imporre i rimpatri ai paesi africani; ricollocare ed istruire gli immigrati che restano da noi. Spero davvero sia chiaro, dopo aver letto questi dati, come la versione ufficiale del fenomeno sia incredibilmente lacunosa e come ci siano i mezzi, se si cercano, per evitare che altre centinaia di migliaia di ragazzi africani vengano qui pensando di raggiungere l’eden e finendo in clausura dopo aver rischiato la propria vita! Questi ragazzi sono vittime di un sistema che li illude, li sfrutta levandogli ogni soldo, gli fa rischiare la vita e gli leva ogni prospettiva. Prendersela con loro è ingiusto, accogliere i profughi (assumendosi le nostre responsabilità per le guerre che causiamo) è doveroso, ma proseguire con questa follia è impossibile! Oggi siamo tutte vittime, noi e loro, rendiamocene conto e rimbocchiamoci le maniche. GLI EMIGRANTI ITALIANI E QUELLI AFRICANI Vorrei chiudere riflettendo sul parallelismo che molti fanno fra gli questa immigrazione economica africana e l’emigrazione di italiani verso l’America di un secolo fa e più. È indubbio come ci siano molte affinità: il disagio della vita trascorsa nel proprio paese, la speranza in un futuro migliore, il coraggio della partenza. Ma esiste una differenza sostanziale che potrebbe da sola smontare tutte queste affinità. I nostri emigranti sapevano bene di andare a condurre una vita di sacrifici e lavoro sperando di avere successo o una vita migliore. Se davvero alcuni di questi ragazzi africani partono con la consapevolezza di arrivare in un luogo che gli garantirà per sempre vitto ed alloggio sovvenzionato, almeno per coloro che partono con questa motivazione il paragone diventa totalmente inaccettabile. RUDY http://www.ilgiornale.it/news/cronache/i-migranti-che-arrivano-noi-nove-su-dieci-sono-uomini-1214265.html http://www.vanthuanobservatory.org/dossier/dossier-elenco.php?start=0&num=334 http://www.interno.gov.it/it/sala-stampa/dati-e-statistiche/i-numeri-dellasilo http://www.meltingpot.org/Il-permesso-di-soggiorno-per-protezione-sussidiaria.html#.WKlvc2_hDIU http://www.cir-onlus.org/it/comunicazione/statistiche http://www.liberoquotidiano.it/news/sfoglio/12309320/antonio-socci-discorsi-papa-francesco-gesu-profughi.html http://www.ilpost.it/2015/04/27/traffico-migranti-scafisti-mediterraneo/ https://www.google.it/webhp?sourceid=chrome-instant&rlz=1C1SKPL_enIT474IT704&ion=1&espv=2&ie=UTF-8#q=reddito+medio+senegal http://www.cir-onlus.org/it/comunicazione/statistiche http://www.meltingpot.org/Il-permesso-per-motivi-umanitari.html#.WKlmlm_hDIU http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09/10/migranti-dallafrica-solo-economici-no-ecco-i-paesi-da-cui-si-fugge-e-perche/2010056/ http://www.ilpopulista.it/news/18-Febbraio-2017/10922/a-trieste-le-cooperative-si-intascheranno-12-milioni-di-euro-per-gestire-i-profughi.html#.WKnCSnyAE4A.facebook http://blog.ilgiornale.it/rossi/2017/02/02/lo-schema-soros-e-limmigrazione-indotta/?repeat=w3tc
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