Le prime avvisaglie che qualcosa non quadrava si erano avute alcuni mesi fa quando molti eritrei rifugiati, a loro dire per ragioni politiche, in Gran Bretagna e Danimarca, si ritrovarono bloccati in Asmara in seguito al fallimento di una nuova compagnia aerea che improvvisamente aveva sospeso tutti i voli.
Costretti a rivolgersi ai consolati dei paesi ospitanti per far valere i propri diritti e poter rientrare in Europa, provocarono nelle autorità che si erano occupate della loro accoglienza una inevitabile necessità di fare chiarezza. Come era possibile che una così elevata quantità di eritrei che si supponeva fossero in tale contrasto con le autorità di Asmara da avere il diritto di essere accolti come rifugiati, andassero poi regolarmente a passare le vacanze in Eritrea? Le autorità dei due paesi chiesero al governo eritreo di poter inviare delle delegazioni ufficiali con il compito di stabilire se le dichiarazioni sottoscritte dai migranti irregolari corrispondessero alla realtà. Alla fine dei lavori, dopo aver raccolto informazioni e intervistato sia personale diplomatico delle varie delegazioni internazionali che gente comune, arrivarono alla conclusione che non vi erano ragioni che facessero pensare a eventuali rischi a carico degli eritrei che facevano rientro nel paese in seguito all'allontanamento non autorizzato. Inoltre il National Service fu dichiarato perfettamente lecito e svolto con metodologie e in condizioni logistiche nella norma. Tutto questo costituiva la premessa a un cambio di atteggiamento dei due paesi nei confronti dei migranti irregolari provenienti dall'Eritrea, che in questi giorni sta' prendendo corpo. Stefano Pettini
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Settembre 2024
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