di Francesca Ronchin*
Se vi fosse ancora qualche dubbio sul fatto che i conflitti finiscono spesso per essere oggetto di regie esterne che, a seconda degli interessi in gioco, le possono ignorare o cavalcare in modo più o meno evidente, potrebbe essere utile dare un’occhiata a quello che sta accadendo in Etiopia, una delle economie africane in più rapida crescita (+13,5% secondo il Fondo Monetario), e sulla strada di un ambizioso programma di riforme tese anche ad attrarre investimenti stranieri. Il conflitto nella regione del Tigray, provocato dal TPLF (il Fronte popolare di liberazione del Tigray) che ha attaccato l’esercito federale, è ormai chiuso ma per quasi due anni è stato distorto dai media di mezzo mondo che hanno, trasformato l’aggressore nell’aggredito come se il governo etiope stesse scatenando un’operazione di pulizia etnica contro la popolazione tigrina. Non solo. Oggi continua a consumarsi un’altra crisi, con al centro una delle etnie più popolose del Paese, quella degli Amhara, eppure in questo caso, i media e l’onnipresente comunità internazionale dedicano all’argomento non più di qualche sporadico cenno... articolo completo su L'Antidiplomatico *Giornalista indipendente. Ha collaborato, tra gli altri, con la Rai e Panorama. E' autrice di "Ipocrisea" (Compagnia Editoriale Aliberti)
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Settembre 2023
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