di Chiara Gentili - La forza di difesa nazionale etiope ha annunciato di aver ucciso 4 alti funzionari del Fronte di liberazione del popolo del Tigray (TPLF). Tra questi, il portavoce del gruppo, Sekoture Getachew, e l’ex capo del Tigray Finance Bureau, Daniel Assefa. Anche Zeray Asgedom e Abebe Asgedom, altri due membri principali del Fronte tigrino sono stati uccisi durante l’operazione militare.
In una dichiarazione, rilasciata giovedì 7 dicembre, il capo del Dipartimento per il dispiegamento delle forze di difesa, il generale Tesfaye Ayalew, ha confermato le uccisioni, aggiungendo che altri 9 leader del TPLF sono stati arrestati a seguito di un’operazione congiunta condotta dal suo esercito e dagli organi di sicurezza federali. Ayalew non ha rivelato quando e dove sarebbero stati uccisi i quattro leader tigrini. Gli altri nove membri arrestati includono Teklewoini Assefa, ex CEO della Relief Society of Tigray (REST), Solomon Kidane, ex capo dell’Ufficio per lo sviluppo urbano del Tigray, Gebremedhin Tewolde, ex capo del Tigray Trade Bureau, Woldegiorgis Desta, ex capo dell’Ufficio dei trasporti del Tigray, Abadi Zemo, ex ambasciatore etiope in Sudan, Kidusan Nega, ex portavoce del Consiglio di stato regionale del Tigray, Tedros Hagos, ex presidente della Meles Leadership Academy, Mihret Teklay, consulente legale del Consiglio di stato regionale del Tigray e Berhane Adem Mohammed, imprenditore nel campo dei processi aziendale di proprietà e appalti. A novembre, il governo dell’Etiopia ha emesso mandati di arresto per più di 60 alti dirigenti del TPLF, ma il presidente dello Stato regionale, Debretsion Gebremichael, e molti altri leader tigrini risultano scomparsi. A metà dicembre, l’esercito etiope ha annunciato che avrebbe offerto una ricompensa di circa 200.000 euro a tutti coloro che avrebbero fornito informazioni sulla loro posizione. Addis Abeba ha ordinato l’avvio di operazioni militari nel Tigray il 4 novembre, dopo aver affermato che il TPLF aveva attaccato alcuni campi militari federali situati nella regione, affermazioni che il governo tigrino nega apertamente. Il Fronte di liberazione popolare del Tigray è stato per molto tempo, almeno dal 1991, la forza dominante nella coalizione di governo, il cosiddetto Fronte democratico rivoluzionario popolare etiope (EPRDF), un’alleanza multietnica composta da quattro partiti, che ha guidato il Paese per quasi 30 anni prima che Abiy salisse al potere, nell’aprile 2018, sulla scia di un diffuso sentimento antigovernativo nazionale. Lo scorso anno, il TPLF si è separato dall’EPRDF dopo essersi rifiutato di fondersi con gli altri tre partiti della coalizione nel neo formato Prosperity Party (PP), sotto il comando di Abiy. Molti leader del Tigray si sono lamentati per essere stati ingiustamente citati in procedimenti giudiziari basati su accuse di corruzione o per essere stati rimossi da posizioni di comando e additati spesso come capri espiatori per i mali del Paese. L’Etiopia avrebbe dovuto tenere le elezioni nazionali ad agosto, ma l’organo elettorale del Paese ha stabilito, a marzo, che tutte le votazioni avrebbero dovuto essere rinviate a causa della pandemia di coronavirus. I legislatori hanno dunque votato per estendere i mandati dei funzionari, che sarebbero scaduti a inizio ottobre, mentre i leader del Tigray si sono rifiutati di accettare la decisione e sono andati avanti con le elezioni regionali, a settembre. Il voto, tuttavia, è stato ritenuto “illegale” dal governo di Abiy. Pertanto, entrambe le parti si ritengono a vicenda “illegittime” e i parlamentari federali hanno stabilito che il governo di Abiy dovrebbe interrompere i contatti e il finanziamento alla leadership del Tigray. credit Sicurezza Internazionale
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Settembre 2024
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