Shabait.com 23 Sett. 2016 di Billion Temesghen Il numero di articoli che descrivono l'Eritrea come "lucchettata" sembrano essere numerosi come le stelle nel cielo. Il fatto che lo Stato di Eritrea scelga di avere un giornalismo "responsabile" verso questioni nazionali, non acclami eccessivamente i piani e i progetti nazionali attraverso le reti di informazione internazionali, ed eviti di suscitare emozioni che potrebbero compromettere il nazionalismo, ha portato ad un vasto numero di soggetti che descrivono il paese come blindato e poco diplomatico, dove all’interno avvengono solo cose brutte. La realtà, però, è molto diversa da ciò che viene detto, e ci sono alcuni (anche se pochi) giornalisti stranieri e scrittori che forniscono un resoconto più vero del paese. Esplorando "Askanews" - un sito italiano- e altre voci sotto l'hashtag Eritrea sui social media , se ne ricavano esempi utili. Parlando con Askanews circa la recente conferenza CIEM e gli studi archeologici condotti da università e professori italiani in collaborazione con le istituzioni eritree e professionisti locali, il signor Diego Solinas dell'Ambasciata italiana in Eritrea, spiega l'importanza di "ridurre il grado di emarginazione nel settore scientifico/accademico, dando ulteriori impulsi per migliorare la qualità al settore dell'istruzione dell'Eritrea". Inoltre, Solinas ha espresso notevole orgoglio nel parlare del gran numero di professori italiani che prendono parte alla conferenza CIEM alla fine di luglio, e ha notato tentativi incoraggianti dell'Eritrea per aprire le porte ai ricercatori stranieri per valutare le questioni eritree in ambienti più versatili. Secondo Askanews, studiosi archeologici italiani sono da tempo impegnati in Eritrea, tra cui il professor Alfredo Coppa, un paleontologo dalla Sapienza, così come Andrea Manzo, Caterina Giostra, Serena Massa, e Susanna Bortolotto.
Dal 2011, gli studiosi sono stati impegnati in un progetto emozionante di scavo e riscoperta del l'antica città portuale di Adulis. In particolare, diversi mesi fa, il Professor Coppa, che ha condotto un significativo e ampio lavoro esplorando la Dankalia, ha rivelato il ritrovamento di fossili "importanti" che risalgono a circa 800 mila anni. Inoltre, il professor Castiglioni ha spiegato che gli scavi dell'antico porto di Adulis è stato intrapreso dopo un "invito del governo eritreo, con gli obiettivi di condivisione del patrimonio culturale eritreo con il mondo, la promozione del turismo internazionale, e l’incoraggiamento dei giovani locali in quel campo." Inoltre, eccitata parlando del suo lavoro in Eritrea al fianco di professionisti italiani ed eritrei, Susanna Bortolotto, descrive Adulis come "la Pompei africana", prima di rivelare che, "il Politecnico è stato convocato dall'Eritrea per realizzare un parco archeologico che sarà il primo del suo genere in Africa sub-sahariana". Che emozione! Mentre notizie e rapporti tradizionali circa l'Eritrea sono generalmente pieni di morte e distruzione, Askanews ha anche annunciato un considerevole numero di accordi significativi e partenariati tra università e istituti di istruzione superiore eritrei ed italiani. Ad esempio, dopo anni di relazioni bilaterali forti e feconde, La Sapienza di Roma, il Politecnico di Milano, e l'Ateneo di Pavia hanno ribadito gli impegni e l’intenzione di intraprendere nuove collaborazioni con le istituzioni eritree di istruzione superiore, in particolare nel settore dell'archeologia. Così, anche se è stato generalmente ignorato da molte agenzie di informazione e osservatori, Askanews ha offerto la copertura della recente candidatura di Asmara come sito del patrimonio mondiale dell'UNESCO. In particolare, l'agenzia ha sottolineato il ricco, colorato significato storico della città, prima di descrivere Asmara come un "gioiello" e affermando che sarebbe una legittima aspettativa l’aggiunta alla prestigiosa lista dell'UNESCO. Sorprendentemente, Askanews nota anche come i prodotti di Asmara abbiano fatto la loro strada verso l'Italia. In particolare, si parla della birra locale molto apprezzata - la Melotti. La fabbrica di birra di Asmara è stata fondata nel 1941 da Luigi Melotti nella capitale. Sotto il nome del suo fondatore e ancora utilizzando le stesse bottiglie dal design originale, Melotti continua a produrre i suoi prodotti di ampio gradimento. E’ importante notare, in particolare nel contesto delle ripetute affermazioni circa l'economia "decadente" dell'Eritrea, che la fabbrica di birra produce sia per i consumatori locali che per l’estero esportando anche una quantità significativa. A raggiungere i mercati internazionali sotto il tag "made in Eritrea" ci sono anche i prodotti tessili di alta qualità della Dolce Vita. Dolce Vita è la filiale del Gruppo Zambaiti (Za.Er), di base alla periferia della capitale. L'azienda è conosciuta soprattutto per i suoi designs accattivanti, l’abbigliamento in tessuto di cotone 100%, e la biancheria per la casa. Accanto ai prodotti di esportazione, Dolce Vita ha filiali in tre città eritree oltre quelli nella capitale (Dekemhare, Keren e Mendefera). Secondo una recente dichiarazione il CEO della società, Pietro Zambaiti, l'azienda è fortemente focalizzata sullo sviluppo di professionalità e competenze dei dipendenti, oltre a stabilire diversi nuovi siti, che dovrebbero essere molto attraente per i potenziali investitori. Da molto tempo gli osservatori dell’Eritrea sono consapevoli della forte difesa del paese per l’autosufficienza e l'uso sostenibile delle risorse naturali. L'energia solare, in particolare, è spesso pubblicizzata come una risposta alle sfide potenziali del Paese nel fornire una alimentazione elettrica equilibrata alle varie regioni. Asmara in questo caso potrebbe essere al centro dell'attenzione, dal momento che la politica del governo tende a prestare grande attenzione alle aree remote, in linea con il suo principio di diffondere gli stessi vantaggi, i servizi sociali e i diritti sia alle persone vicine che quelle lontane. Di conseguenza, Askanews ha presentato una copertura utile su questo argomento all'inizio di quest'anno, rivelando gli sforzi del paese a distribuire l’alimentazione elettrica sostenibile in tutto il paese. Antonio Bonanni, responsabile del progetto di Enertronica, una società elettrica attualmente impegnata nella realizzazione di impianti in Eritrea, rileva il potenziale per una generazione giornaliera di 6 kilowatt di energia solare per metro quadrato. Nella terra del sole, le possibilità sono infinite. In contrasto con le immagini tradizionali dell'Eritrea ritratte da molti media, Askanews fornisce un nuovo approccio. Questo è molto per essere un paese "blindato" ... non credete? di Billion Temesghen
2 Comments
Lorenzo
8/4/2021 12:01:53 am
Ciao Billion, complimenti per come parli e scrivi l'italiano, non sono mai stato in Eritrea ma i tuoi articoli ed un tuo video su Youtube, mi hanno fatto crescere la curiosità di scoprirla...un saluto da Roma!
Reply
Mario
2/6/2021 12:41:03 pm
Brava Billion, parli bene italiano, ho visto anche io i tuoi servizi e video su Youtube.
Reply
Leave a Reply. |
Archivi
Settembre 2024
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Italia. |