GINEVRA, 14 giu 2016 Signor Presidente, Vorrei cogliere l'occasione per sottolineare l'impegno costante dell'Eritrea con il Consiglio dei Diritti Umani, con la speranza che le sue aspirazioni per migliori e più elevati standard per il rispetto dei diritti umani saranno realizzati progressivamente, nonostante il fatto che l'adesione piena tanto atteso dal Consiglio dei Diritti Umani ai principi di obiettività, non selettività e non politicizzazione rimane elusiva. Molto lavoro è stato fatto per promuovere i diritti umani attraverso il meccanismo UPR, ma la proliferazione di mandati per paese è diventato un motivo di preoccupazione che continua a minare gli obiettivi del Consiglio dei Diritti Umani, che è stato istituito 10 anni fa. I commenti di ieri dei vari presidenti del Consiglio dei Diritti Umani da quando esiste pone in evidenza le sfide affrontate dal Consiglio Diritti Umani nel suo mandato di promuovere i diritti umani in tutti i paesi e le regioni. Le decisioni e le direttive del Consiglio inclinati a favore dei principali attori molto spesso portano alla politicizzazione delle questioni dei diritti umani, un approccio che effettivamente scomposto la Commissione dei diritti dell'uomo. Per l'umanità sarebbe di grande beneficio se mettessimo in discussione l'un l'altro sulla effettiva applicazione dei principi, degli ideali e delle pratiche senza puntare a specifici paesi sulla base di considerazioni politiche. Signor Presidente, Pochi giorni fa, la Commissione di inchiesta sull’Eritrea, in una conferenza stampa ha affermato che essa "ha fondati motivi per ritenere che sono stati commessi in Eritrea dal 1991 i crimini contro l'umanità". E' interessante che essa stessa si sia data il compito di indagare sulle violazioni risalendo all'indipendenza del paese nel 1991. Essa ha inoltre affermato che non è un organo giudiziario, eppure ha continuato a fare accuse infondate estreme e senza prove concrete e legali per sostenere la sua conclusione. Devo dire che la relazione non riflette la realtà del paese per una serie di motivi. Per citarne alcuni: 1. Il rilascio del rapporto ai mass media prima che il Consiglio ha avuto la possibilità di prendere in considerazione la relazione costituisce una campagna politica volta a ottenere il sostegno politico per la sua raccomandazione di inviare la questione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il rinvio alla Corte Penale Internazionale;
2. La raccolta di informazioni da "testimoni" organizzati dall’Etiopia permette a quest'ultima di avanzare la sua propaganda contro un paese che mira a destabilizzare. E' un paese che occupa il territorio eritreo sovrano e attivamente si impegna in condurre atti ostili come dimostrato dal recente attacco militare, non provocato, il 12 giugno 2016. L'attacco armato di due giorni fa è cronometrato con il rilascio del rapporto, presumibilmente per il massimo impatto nel minare l'integrità territoriale e la sovranità dell'Eritrea; 3. Il rigetto delle osservazioni presentate dagli oltre 42,000 eritrei come “irrilevanti” mette in evidenza solo la distorsione del COI nel non ammettere informazioni che non confermano o non sono allineate al suo racconto unilaterale della situazione in Eritrea. Fonti di informazioni provenienti da organismi delle Nazioni Unite, ricercatori, aziende private e singoli individui con una conoscenza di prima mano della situazione del paese sono state ignorate; e ancora più importante 4. La relazione non riflette l'impegno serio dell'Eritrea con la comunità e le misure adottate per promuovere i diritti umani attraverso il meccanismo internazionale UPR. Signor Presidente, La risoluzione che ha creato la Commissione d'inchiesta è stata depositata da uno stato confinante a causa di alcune questioni bilaterali e non per la questione dei diritti umani, per dare un volto africano ad altri paesi aventi come ordine del giorno un cambio di regime. Dal momento che, la relazione della Commissione d'inchiesta sarà discussa la prossima settimana, vorrei fare riferimento per tutti i membri e le parti interessate, alla risposta preliminare dell'Eritrea rilasciata la scorsa settimana, l'8 giugno, durante la conferenza stampa tenuta dall’Eritrea. Esorto i membri del Consiglio ad esercitare cautela in considerazione del rapporto che riguarda anche l'occupazione e le sanzioni come irrilevanti per il pieno godimento di tutti i diritti umani. Qualsiasi analisi sulla situazione interna ed esterna di qualsiasi paese deve essere consapevole del contesto, la prospettiva e le loro ramificazioni. Signor Presidente, La promozione dei diritti umani in Eritrea sta prendendo il centro della scena, dal momento che il governo si sta impegnando in un modo migliore ed efficace di attuazione delle raccomandazioni dell'UPR che ha accettato. Gli sforzi compiuti sono, • Il disegno di un piano d'azione nazionale, l'integrazione dei diritti umani e la costruzione di un corpo intersettoriale; • La firma di un quadro di cooperazione con le Nazioni Unite in aree che includono, lo sviluppo e la promozione dell'uguaglianza sociale; servizi sociali per un adeguato standard di vita; libertà; costituzione; amministrazione della giustizia e della cooperazione internazionale; • Il mantenimento della cooperazione tecnica con l'Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani per rafforzare il sistema giudiziario, per rispondere alle esigenze dei gruppi più vulnerabili, come le persone con disabilità, e per migliorare l'accesso all'acqua e all'igiene; • Il forgiare un fronte comune con i paesi limitrofi, AU, UE, UNODC, l'OIM e le altre istituzioni, per rafforzare la lotta contro il traffico di esseri umani e il contrabbando umano, così come il flusso illegale di migrazione; • La ricerca di supporto tecnico da UNODC al fine di internalizzare il "Regolamento Mandela" per il suo sistema penitenziario; • Il rilascio dei prigionieri di guerra di Gibuti attraverso i lodevoli sforzi di mediazione dell’Emiro del Qatar; e • Il perseguire una politica che sottolinea la giustizia sociale per mantenere la società pacifica, stabile, sicura e armoniosa in una regione che soffre di settarismo, radicalismo e terrorismo. Signor Presidente, Desidero assicurare al Consiglio che l'Eritrea resta aperta e impegnata a un dovere costruttivo per promuovere e proteggere i diritti umani e le libertà fondamentali , e l'Eritrea presterà il suo aiuto materiale per rendere questa istituzione più credibile e rilevante per tutte le parti interessate. Grazie
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