Oggi, in questo Consiglio dei diritti umani, viene commesso contro i diritti umani del popolo eritreo una grave ingiustizia, l'ennesima in una lunga serie di ingiustizie. Una risoluzione ingiusta e iniqua, che l'Eritrea respinge categoricamente che viene passata in un momento in cui l'Eritrea sta facendo marcati progressi nei settori politico, economico, sociale e culturale; quando il suo impegno costruttivo regionale e internazionale e la cooperazione è in crescita. È un tentativo inutile, almeno per alcuni, per fermare o almeno rallentare, questo progresso. L'azione ingiusta che questo Consiglio sta prendendo oggi e i cui semi sono stati piantati quattro anni fa è parte dell'agenda politica degli Stati Uniti e di alcuni dei suoi alleati europei associati nel molestare l'Eritrea. Ma le sue gravi conseguenze non saranno limitate a Eritrea e inghiottiranno l'intera regione. Ha già alimentato tensioni e versato benzina in un conflitto pericolosamente latente . Sarà usato e abusato per soffiare sul fuoco della guerra. Inoltre, l'Eritrea non può non ricordare a questo Consiglio, e in particolare ai suoi attori dominanti, degli evidenti doppi standard che guidano il suo lavoro. E' davvero ironico che l'Etiopia, il cui governo è responsabile di alcune delle peggiori violazioni dei diritti umani e dei massacri brutali della sua gente - Oromo e Ogadenis, Amhara e Gambellans, Afar e Tigreans e tutte le altre nazionalità - è concesso il lusso di un seggio in sede di Consiglio e ha permesso freneticamente alle lobby l'adozione di questa risoluzione ingiustificata contro l'Eritrea. L'Eritrea desidera inoltre ricordare questo a Consiglio che il suo territorio sovrano rimane occupato in violazione del diritto internazionale, una condizione che costituisce una grave violazione dei diritti umani del popolo eritreo. Lo stesso vale per le sanzioni ingiuste e inique che sono state imposte al popolo di Eritrea dal 2009. L'azione eminentemente politica che viene presa da questo Consiglio di oggi è un riflesso della sua crescente politicizzazione, del suo crescente allontanamento dal suo mandato.
La maggior parte degli Stati membri, tra cui quasi tutti i paesi in via di sviluppo, risentirsi e opporsi al Consiglio rischia di essere trasformato in uno strumento di coercizione politica, emarginazione, approccio conflittuale specifico del paese. Le loro opinioni e proteste sono ormai ignorate di routine. Ma per quanto tempo ancora? Per concludere, l'Eritrea non si stancherà mai di sottolineare che si tratta di una nazione nata nella lotta per i diritti umani; e che non ridurrà le sue imprese vigorose per promuovere e tutelare il benessere e la dignità della sua gente. Di fronte alla costante ostilità, la gente di Eritrea rimarrà ferma e non sarà distratta dalla propria visione e dal programma di completa costruzione della nazione. L'Eritrea desidera inoltre ringraziare sinceramente tutte le nazioni e gli individui da tutte le regioni che hanno offerto sostegno e solidarietà così come tutti coloro che si sono impegnati con essa in buona fede e correttezza. Ministro degli Affari Esteri Asmara 1 Luglio 2016
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