Questi sono tempi estremamente difficili per tutte le nazioni e tutti i popoli del nostro villaggio globale. La pandemia, nota come COVID-19, si sta diffondendo velocemente in tutti i continenti infettando oltre un milione di persone e provocando in breve lasso di tempo oltre 69.000 morti.
Non ci sono indicazioni definitive se la pandemia sarà posta sotto controllo nei prossimi mesi o se si diffonderà con intensità spietata in quei paesi dove l'infezione è nella sua fase relativamente iniziale. Anche l'Eritrea è stata colpita dalla pandemia e fino ad oggi ventinove cittadini sono stati diagnosticati positivi al COVID-19. E, come in tutti gli altri paesi, è difficile prevedere, con ogni senso di certezza, la traiettoria di questa pandemia nelle prossime settimane cruciali e nei prossimi mesi. L'Eritrea ha quindi adottato misure calibrate e abbastanza rigorose nelle ultime due settimane sulla base di una meticolosa valutazione e monitoraggio dell’evoluzione della situazione. La task force di alto livello su COVID-19 ha vietato i voli internazionali e i trasporti pubblici all'interno e da una città all'altra. Tutte le istituzioni scolastiche e tutte le imprese commerciali sono state chiuse. E il 2 aprile la scorsa settimana, il governo ha imposto un “fermo a casa nazionale di 21 giorni” per ridurre e fermare la diffusione della pandemia. Oltre a queste misure, il GOE ha lanciato un'ampia campagna di sensibilizzazione attraverso i principali canali di social media per rendere nota la gravità del pericolo incombente e garantire che tutti i cittadini si assumano le necessarie responsabilità sulla base di informazioni complete e chiare sulla realtà in evoluzione. I leader religiosi di tutte le fedi, le associazioni mediche professionali in patria e all’estero così come altri settori della società civile continuano a contribuire in modo visibile e significativo nel sostenere la vitale campagna di sensibilizzazione. In questa situazione una cricca minuscola di franchi tiratori, nemici dichiarati dell’Eritrea hanno visto una "opportunità d'oro" nella pandemia globale per rilanciare la propria strategia di "cambio di regime” come si capisce dalle parole di uno di questi elementi rabbiosi: “… è solo una questione di tempo per un cambio di regime; ... non c'è bisogno di agire sul terreno ... il #coronavirus si prenderà cura del vecchio regime”. Altri membri di questa piccola cricca negli ultimi giorni hanno pubblicato in modo analogo opere scandalose di demonizzazione (Etiopia Insight; Al Jazeera ecc.). Il GOE non ha tempo da perdere per rispondere a questi elementi insignificanti. Infatti, l'intera popolazione eritrea è focalizzata sul pericolo incombente. Gli eritrei a casa e all'estero sono impegnati nella raccolta di ingenti fondi a sostegno della lotta collettiva contro il COVID-19. Quello che è strabiliante è la decisione del Relatore Speciale di saltare su questo carrozzone diventa inconsapevolmente il portavoce degli arcinemici dell’Eritrea. La colpevolezza per questo atto irresponsabile non è limitata al solo relatore speciale ma anche alle autorità competenti che apparentemente hanno approvato l’inaccettabile azione di emettere un comunicato stampa diffamatorio a nome dell'Istituzione sulla base di accuse presuntive e diffamatorie. Questa non è la prima volta che un "Relatore Speciale" dell'UNHRC molesta e diffida l'Eritrea riciclando ingenuamente le campagne diffamatorie dei nemici giurati dell'Eritrea. La maggior parte delle relazioni periodiche di Sheila Keetharuth, il predecessore dell'attuale SR, erano scelte dai servizi di intelligence del regime T PLF in Etiopia, e in particolare dal capo di quell'istituzione, Getachew Assefa, che ora è un latitante che sta provando fuggire dall'accusa del governo etiope per i suoi numerosi crimini. In ogni caso è giunto il momento per l'UNHRC di porre fine alle sue ingiustificate molestie e demonizzazioni dell'Eritrea. La nomina dello SR era stata subito sconsigliata e oggi il proseguimento del suo mandato nelle circostanze attuali sta diventando sempre più insostenibile. Missione Permanente dell'Eritrea presso le Nazioni Unite Ginevra 06 aprile 2020
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