Dal Ministero dell'Informazione, La "Commissione di inchiesta sull'Eritrea" ha recentemente pubblicato inviti a "persone interessate, gruppi e organizzazioni" a presentare presunte violazioni dei diritti umani ", anche quando dette violazioni possono costituire crimini contro l'umanità perpetrati in Eritrea dalla sua indipendenza". Questo atto costituisce l'ennesima campagna di ingiustificata caccia alle streghe contro l’Eritrea da parte di un operatore che ha chiaramente scelto di strumentalizzare i diritti umani per servire agende politiche. In effetti, per la "commissione d'inchiesta", è la stessa indipendenza dell'Eritrea, vinta con una resistenza popolare contro l'occupazione coloniale, dopo tre decenni di lotta armata ed enormi sacrifici umani, che deve essere messa sotto processo. Questo è troppo indecente e irresponsabile per meritare una seria considerazione. L’imprudenza spaventosa del COI non è solo un insulto per l'Eritrea, ma trasforma anche in caricatura i pilastri fondamentali e i principi sacrosanti dei diritti umani e delle persone sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite, il Patto sui diritti civili e politici, così come altre convenzioni internazionali pertinenti. La "Commissione d'inchiesta" fin dall'inizio è stata afflitta da pregiudizi politici e da una litania di vizi procedurali nel modo in cui ha effettuato la sua "missione investigativa". L'Eritrea ha chiarito questi difetti insostenibili nella sua risposta globale alla relazione elaborata dal COI nel giugno di quest'anno. Le principali anomalie del processo sono le seguenti:
1. Le deliberazioni HRC contraddicono le norme accettate dalla maggioranza degli Stati membri contro le misure specifiche per ciascun paese in situazioni in cui il meccanismo di revisione periodica universale è operativo ed efficace. L'Eritrea è stata e rimane pienamente impegnata nel processo UPR. A questo proposito, le misure discriminatorie invocate contro l'Eritrea contravvengono le regole concordate e le procedure che non hanno nulla a che fare con la promozione e la protezione dei diritti umani. 2. Le risoluzioni HRC che hanno creato il relatore speciale e la Commissione d'inchiesta sono state adottate in maniera subdola per servire imperative agende politiche di alcuni paesi. In entrambi i casi, le risoluzioni sono state principalmente presentate e co-sponsorizzate da Somalia e Gibuti. Questi paesi sono stati pungolati per fare in modo di dare una parvenza africana a un esercizio che era in realtà "guidato dietro" da certi poteri. 3. Il relatore speciale sull'Eritrea ha una storia personale di coinvolgimento sovversivo e di parte negli affari di una nazione sovrana che conosce a malapena. Ma lei è stata scelta per il lavoro nonostante la sua posizione politica compromessa ed evidente conflitto di interessi. Inoltre, è stata nominata per il COI; un atto spiegabile legato a corrodere la neutralità, l'obiettività e la credibilità del “new fact-finding”. 4. Tutti i tre membri COI successivamente hanno superato il loro mandato impegnandosi attivamente in campagne diffamatorie militanti contro l'Eritrea, quando il loro rapporto è stato rilasciato ma molto prima che fosse presentata alla HRC per la discussione e la dovuta considerazione. Questa è stata una chiara violazione del loro mandato, ma ha anche esposto la loro mancanza di neutralità e professionalità. Nonostante questi difetti evidenti, la HRC ha omesso di adottare misure correttive necessarie. 5. Ci sono prove schiaccianti che i membri COI hanno mantenuto aperta associazione e strette consultazioni con gli elementi sovversivi eritrei della diaspora, così come con l'Etiopia e Gibuti, anche se sapevano bene che questi ultimi hanno legami contraddittori con l'Eritrea. D'altra parte, il COI continua a rifiutarsi di rispondere o ricevere osservazioni da migliaia di eritrei della diaspora così come da istituzioni neutrali e aziende private straniere che abbiano presenza in Eritrea, ma mettono in seria discussione e confutano i sui approcci errati, narrazioni e conclusioni. 6. L'ultimo rapporto del COI è stato raccolto fra poche centinaia di richiedenti asilo senza convalida rigorosa per la sua veridicità. Il processo in corso non sarà diverso in alcun modo dal mo0mento che gli standard COI di prova e validazione rimangono terribilmente soggettivi e deboli, razionalizzati come sono da quelli che vengono definiti come "fondati motivi per ritenere". Nel caso, è chiaro che la missione del COI, le modalità di lavoro e gli obiettivi non hanno nulla a che fare con la promozione dei diritti umani. Si tratta essenzialmente di un ente che si è predisposto per minare inalienabili diritti di sovranità dell'Eritrea sotto l'ombrello pretenzioso dei diritti umani. La missione del COI, tra cui la presente richiesta, deve quindi essere respinta e sfidata nella sua totalità. Ministero dell'Informazione Asmara 12 dicembre 2015
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