Il governo federale dell'Etiopia ha svolto ruoli costruttivi nel facilitare un fluido movimento di mezzi umanitari lungo la rotta dell'Afar per far fronte ai bisogni umanitari della regione del Tigray.
Di conseguenza, oggi (17 marzo 2022), venti (20) camion carichi di prodotti alimentari e tre (3) camion cisterna per il trasporto di carburante hanno iniziato a spostarsi da Semera a Mekelle. Il numero di camion diretti in Tigray su base giornaliera saranno presto 40 per massimizzare la portata umanitaria e soddisfare i bisogni di base nella regione. Inoltre, diciassette (17) partner umanitari hanno ottenuto l'approvazione per il trasporto di medicinali (compresi vaccini) articoli medici e forniture alimentari alla regione del Tigray a partire dal 16 marzo 2022. In conformità con l'aggiornamento quotidiano sul trasporto aereo cargo da Addis Abeba t Mekelle, più di undici (11) partner hanno trasportato 257.192 chilogrammi di medicinali, articoli medici e forniture nutrizionali. Per mettere le cose in chiaro, è evidente che a causa dei rinnovati attacchi nella regione Afar molto più di 700.000 persone sono state sfollate e la rotta degli aiuti umanitari verso il Tigray via Aba'ala era stata bloccata. Va anche ricordato che gli attacchi sono stati intensificati presso Kilibeti Resu Zona dello Stato regionale di Afar e hanno causato lo sfollamento di oltre 300.000 persone. Va anche detto che anche 43 camion carichi di generi alimentari sono rimasti bloccati a Serdo, a 38 KM da Semera. Tuttavia, a parte gli sforzi rigorosi e le decisioni prese oggi, il governo dell'Etiopia, ribadisce ancora una volta il suo impegno ad affrontare i bisogni umanitari nella regione del Tigray attraverso la creazione e la massimizzazione di un ambiente di lavoro favorevole per tutti i partner e di promuovere il trasporto terrestre e aereo verso la regione. Il governo della Repubblica Federale Democratica d'Etiopia, comunque, ritiene che non dovrebbero essere posti vincoli nell'impegno nella protezione dei diritti e nel soddisfare i bisogni umanitari del nostro popolo e si aspetta un impegno simile da parte di tutti gli attori affinché gli aiuti continuino a fluire verso le popolazioni. Ci si aspetta inoltre che la Comunità internazionale attribuisca un peso adeguato alla questione per affrontarla di concerto in modo sufficientemente rilevante. 17 marzo 2022 Ethiopian Embassy Roma
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La Giornata delle Donne in Eritrea è Festa Nazionale
Comunicato stampa
Questi sono tempi pericolosi. L'angoscia e le sofferenze umane inculcate nella guerra in Ucraina sono cosi troppo familiari che potevano e dovevano essere evitate fin dall'inizio. Più minacciosamente, il mondo è sull'orlo di una catastrofe colossale; la minaccia e il potenziale di una grande conflagrazione non possono essere minimizzati o scrollati di dosso se continuiamo su questa pericolosa rotta. Questa non è una crisi scoppiata ieri. I semi dell'attuale crisi sono stati piantati e prodotti negli ultimi trent'anni da forze di dominazione e di egemonia che bramavano di instaurare un ordine mondiale unipolare. L'inevitabile corollario di questa politica sbagliata e pericolosa è stato l'accerchiamento e il "contenimento" della Russia, poiché è stata percepita come l'ostacolo primario ai suoi obiettivi. L'Ucraina è purtroppo una vittima ed è stata presa da capro espiatorio nel suo schema generale di "stringere il cappio alla Russia". In questa prospettiva, la questione non è una questione di sostegno alla Russia o a Putin. La pace e la cooperazione globali, il futuro dell'umanità, dipendono da un sano e robusto multilateralismo ancorato all'adesione e al rispetto del diritto internazionale; dal rispetto di tutte le disposizioni della Carta delle Nazioni Unite. Un ordine mondiale unipolare, o polarizzato, è antitetico ai pilastri fondamentali del robusto multilateralismo, nonché alle aspirazioni elevate della maggioranza dei popoli e delle nazioni del mondo. Questo è ciò che è in gioco in questi tempi cruciali. Ministero degli Affari Esteri Asmara 4 marzo 2022 da shabait Signor Presidente
L'Eritrea prende la parola per una dichiarazione di voto dopo la votazione sul progetto di risoluzione A/ES-11/L1, dal titolo: "Aggressione Contro l'Ucraina". - L'Eritrea crede fermamente che il rispetto per la sovranità, l'integrità territoriale e l'indipendenza politica, come sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite, sono principi sacrosanti e dovrebbero essere rispettati da tutti, in qualunque momento, per il raggiungimento di una pace mondiale sostenibile. - Il voto dell'Eritrea è una dimostrazione della sua posizione intransigente per la pace. La sua posizione è contraria all'internazionalizzazione, retorica incessante e alle imposizioni di sanzioni unilaterali, che purtroppo polarizzano le relazioni internazionali e aggravano la situazione con enormi implicazioni per i civili. Invece, abbiamo costantemente optato affinché le regioni del mondo ricevessero lo spazio e la solidarietà necessari per affrontare le questioni politiche. - La situazione tra Russia e Ucraina desta serie preoccupazioni a livello politico, economico e di sicurezza per le sue ramificazioni in Europa e nel resto del mondo. Questa richiede una soluzione immediata dando più possibilità alla diplomazia. Ci auguriamo che i colloqui in corso tra le due parti al confine bielorusso producano rapidamente un accordo accettabile per fermare la guerra e gettare le basi per la pace nella regione. - L'Eritrea si oppone a tutte le forme di sanzione unilaterale in quanto illegali e controproducenti. L'Eritrea, come un paese che è stata sottoposta a tali misure dall'Occidente per due decenni, comprese nuove serie di misure unilaterali, comprende che le sanzioni non risolvono i problemi di pace e sicurezza. Al contrario, fanno solo male a persone innocenti e minano la strada della pace. - Sarebbe negligente se non richiamassi l'attenzione sulle notizie inquietanti che i cittadini africani che vivono in Ucraina stanno affrontando difficoltà nell'attraversare i confini. Chiediamo a tutti i Paesi di facilitare passaggi sicuri alle persone in fuga per la sicurezza indipendentemente dalla loro identità razziale. - Concludo, signor Presidente, ribadendo che l'Eritrea vorrebbe vedere le finestre della diplomazia rimanere aperte. Siamo fiduciosi della capacità delle parti di risolvere le loro divergenze e raggiungere un risultato che soddisfi gli interessi e le preoccupazioni di tutti. Ci auguriamo che la comunità internazionale supporti in modo costruttivo le parti nella loro ricerca di una pace sostenibile. Grazie credit Ghideon Musa Aron |
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Marzo 2024
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