Alcuni giorni fa, immediatamente dopo il suo rientro in Italia da un viaggio in Eritrea dove si era recato come ospite d’onore per i festeggiamenti dei 25 anni dalla Liberazione, il senatore Aldo Di Biagio aveva raccontato in un articolo indirizzato all’Huffington Post i momenti salienti di una intensa esperienza che a margine delle celebrazioni gli aveva consentito di prendere contatto con una realtà sociale e politica che offriva molti e importanti spunti di riflessione. Particolarmente significativo si era rivelato poi il lungo incontro privato con il presidente Isaias Afwerky incentrato sul tortuoso percorso di incomprensioni e occasioni perdute nei rapporti Italia – Eritrea, che aveva fatto seguito al periodo post indipendenza. Il Presidente nell’occasione aveva ribadito più volte il suo sconcerto circa la difficoltà di stabilire rapporti saldi e concreti proprio con l’Italia con la quale l’Eritrea condivide un passato storico estremamente ricco e di tale importanza da far ritenere l’Italia il partner commerciale , economico e politico per eccellenza. Rispondendo al Presidente dell’Eritrea il senatore Aldo Di Biagio si era dichiarato uomo pragmatico, poco avvezzo ai convenevoli ma molto determinato a onorare gli impegni presi in prima persona, nell’ambito delle sue attribuzioni, e nel caso quelli assunti dal governo italiano. E che in linea con questi principi deontologici avrebbe attivato una serie di iniziative politiche tese, senza mezzi termini, a sanare quelle incomprensioni che hanno fino ad oggi reso incerto il reciproco processo di avvicinamento, con il preciso intento di spianare la via a un nuovo tipo di rapporto fra le istituzioni italiane e Asmara. Il primo segnale che il senatore Aldo Di Biagio ha voluto dare coerentemente con gli impegni presi con Asmara, è stata un'interrogazione ai Ministri degli esteri e della difesa (Atto n. 4-05935 Pubblicato il 8 giugno 2016, nella seduta n. 638) in merito alla mancata attuazione da parte del Governo italiano dell’impegno, sancito a livello normativo, di cessione, a titolo gratuito, al Governo dello Stato d'Eritrea di materiale ferroviario dichiarato fuori servizio. Cessione totalmente disattesa nonostante per ben due volte (nel 2012 e nel 2015) questa procedura fosse stata autorizzata e poi lasciata cadere letteralmente nel dimenticatoio. Subito dopo questo primo segnale il senatore Di Biagio ha presentato al Senato un emendamento al decreto “Proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché misure urgenti per la sicurezza, che all’articolo 4 comma 6, prevede – tra le altre cose – il rinnovo delle autorizzazioni per cessioni a titolo gratuito già predisposte in provvedimenti antecedenti e mai attuate”, con il seguente commento:
“…l'Italia avrebbe, nei fatti, disatteso un accordo animando la violazione di una sorta di legittimo affidamento da parte dell'Eritrea, che potrebbe allo stato attuale compromettere le relazioni tra i due Paesi già contaminate da un latente pregiudizio, infondato, da parte dell'Italia verso la reale configurazione politica e sociale del Governo di Asmara… … a rinnovare l'autorizzazione di cui all'articolo 1, comma 32, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° febbraio 2013, n. 12 alla citata cessione nell'ambito del provvedimento di proroga delle missioni internazionali, o in provvedimenti affini al fine di una sua realizzazione su breve periodo con l’obiettivo di esorcizzare una rinnovata compromissione della credibilità delle iniziative promosse dal nostro Paese”. L’iter procedurale è stato notevolmente condizionato da equivoci pregiudiziali che avevano avviato l’iniziativa verso un nuovo e sicuro fallimento che è stato scongiurato grazie al personale impegno del senatore Di Biagio che ha pragmaticamente affrontato e sciolto ogni nodo fatto di dubbi e incertezze fino ad ottenere dall’aula del Senato, dove si teneva nella serata ieri il dibattito, l’approvazione dell’emendamento. Un succinto comunicato stampa di ieri sera 29 giugno 2016 recita quanto segue. “Prorogare per il 2016 anche la cessione, a titolo gratuito, di materiale ferroviario dichiarato fuori servizio all'Eritrea. Lo prevede un emendamento Ap, a firma unica Aldo Di Biagio, approvato al decreto missioni in aula al Senato. L'emendamento agisce sul comma 6 dell'articolo 4 del dl su "assicurazioni, trasporto, infrastrutture, Aise, cooperazione civile-militare, cessioni, potenziamento dispositivi nazionali e della Nato". (Public Policy) Può sembrare poco ma è solo un inizio di un percorso politico che condotto con serietà di intenti e rigore intellettuale si ripropone di colmare quel divario inspiegabile che fino a oggi ha impedito a due paesi come L’Italia e l’Eritrea che tanto hanno dato come contributo al progresso dell’Europa e dell’Africa, di intendersi e cooperare pienamente. Stefano Pettini
4 Comments
teodros
30/6/2016 04:56:24 pm
questo cosa è.....elemosinare ferraglia vecchia che le esercito italiano non usa piu ...ma non dovevamo essere indipendenti e fare tutto noi ...invece siamo costretti ad elemosinare anche roba che altri non usano piu da trenta anni
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Michela
30/6/2016 05:58:37 pm
Sinceramente non sono d'accordo... Forse l'Italia non li usa più perché ha cambiato i treni per cui quei pezzi non vanno più bene ma non capisco cosa ci sia di male nel riutilizzarli nella storica ferrovia di Asmara dove invece servirebbero (penso) per mantenere in funzione un'opera che è anche turistica.. Per di più il Senatore sembra realmente una persona pragmatica e onesta sia intellettualmente sia rispetto agli impegni presi quindi mi sembra un'ottima cosa!
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MASSIMO
30/6/2016 07:33:39 pm
Teodros, non credo che sia ferraglia, ma materiale rotabile usato assai poco in quanto sono ben poche le linee in Italia a scartamento ridotto. E pensa che anche per questo ci son voluti più di 5 anni per sbloccare la situazione... Poi sono sicuro che ferrovieri eritrei sapranno sicuramente fare una buona manutenzione a beneficio di tutti.
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Anni fa in tempi di vacche grasse l'Aeronautica Militare Italiana disponeva di alcuni locomotori a due assi da manovra che trovavano utilizzo esclusivamente all'interno di siti militari lungo binari di poche centinaia di metri. Le macchine di robustissima costruzione erano della stesso tipo di quelle utilizzate dalle ferrovie per le manovre nelle stazioni merci, e capaci di fare milioni di chilometri. Quando con l'avvento dell'austerity l'amministrazione pubblica ha cambiato regime di spesa quelle macchine sono rimaste chiuse nelle loro rimesse e conservate in efficienza con le manutenzioni di base. In tempi recenti è stata decisa la definitiva alienazione per risparmiare anche sul livello minimo di spesa o perché gli enti gestori erano in chiusura. Nel super tecnologico nuovo mondo ferroviario purtroppo le onestissime macchine non avrebbero trovato collocazione per carenza di tecnologia moderna ed è maturata l'idea di riutilizzarle in un ambiente idoneo, poiché a basso tenore tecnologico, e coerente; l'Eritrea.
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