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ERITREA ETIOPIA

Altro che bufale e fango Ecco l'inchiesta sui traffici di una Ong

5/5/2017

8 Comments

 
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Fascicolo a Trapani su un gruppo di attivisti Anche Palermo indaga sul business migranti
Chiara Giannini - 04/05/2017 -

Il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, aveva ragione. L'attenzione delle altre procure siciliane è puntata dritta verso le Ong e ora arriva la conferma che la procura di Trapani ha aperto un'inchiesta penale a tutti gli effetti su una di queste organizzazioni non governative estere.
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Si tratterebbe di un soggetto operante nel Mediterraneo già da diversi mesi.
Ma anche la Procura di Palermo ha un'indagine vera e propria aperta sul tema. Non un'indagine conoscitiva come quelle delle procure di Catania e Reggio Calabria, ma un fascicolo che punterebbe a individuare eventuali connivenze tra realtà private che si occupano del recupero migranti e gli scafisti libici.

Anche se, al momento, non ci sarebbero iscritti nel registro degli indagati. Il reato di cui sarebbe accusata la Ong messa sotto inchiesta dalla procura di Trapani sarebbe quello di immigrazione clandestina.

Per il settimanale Panorama «viene condotta nel massimo riserbo dalla Polizia di Stato ed è partita dopo una operazione in mare della nave della Ong, che sarebbe entrata in azione senza aver ricevuto un Sos e neppure una richiesta di intervento da parte delle autorità italiane». Il procuratore di Trapani, Ambrogio Cartosio, di recente aveva spiegato che «le Ong hanno necessariamente un proprio codice etico che prescinde dalla legislazione nazionale dei singoli Stati in cui operano e hanno necessità di muoversi liberamente in acque internazionali.

Ci sono Paesi in cui il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina è reato, come l'Italia, altri in cui non lo è. Non c'è dubbio che una persona può muoversi per spirito umanitario, ma può per questa regione commettere un reato. Noi facciamo i magistrati.

​Possiamo capire umanamente un determinato comportamento, ma se c'è una legge dobbiamo applicarla». A coordinare l'inchiesta trapanese sarebbe il sostituto procuratore Andrea Tarondo.
Dice invece di non potersi «esprimere sull'argomento Ong» il procuratore di Palermo Calogero Ferrara. «Posso solo dire - spiega al Giornale nel suo ufficio del capoluogo siciliano - che abbiamo un'esperienza pluriennale nel campo del traffico dei migranti.

Dopo il 2013, in seguito alla tragedia di Lampedusa del 3 ottobre, abbiamo intensificato le nostre indagini al fine di identificare non solo lo scafista, che spesso viene coinvolto in attività criminali, ma soprattutto le reti che stavano dietro questo sistema criminale. In particolare - prosegue - abbiamo costituito un gruppo di 11 magistrati all'interno della Procura di Palermo, su 60 sostituti che, in aggiunta al loro lavoro, si occupa di traffico di stupefacenti nel Mediterraneo e della tratta di esseri umani».

Ferrara prosegue chiarendo: «Abbiamo fatto operazioni come Glauco, Glauco II e Glauco III, che hanno portato in carcere un centinaio di persone, alcune già condannate in primo e secondo grado. Sono tutti eritrei ed etiopi, che fanno parte di un gruppo criminale organizzato».

E chiarisce di aver avuto evidenza di contatti anche «con soggetti italiani». Il problema maggiore nel condurre indagini sia sui trafficanti, che sulle reti criminali legate al traffico di esseri umani che per le Ong è senz'altro, come ha più volte chiarito anche Zuccaro «quello di trovare interpreti fidati e che parlino molte lingue e dialetti. Mancano i mezzi.

Le comunità somale hanno paura di ritorsioni». Ferrara conclude precisando: «Abbiamo intercettato quasi 50mila telefonate. Abbiamo collaborato anche con Paesi esteri, nell'ambito di EuroJust, agenzia Ue finalizzata a favorire la cooperazione internazionale e le operazioni giudiziarie, per scambiarci informazioni, ma servono più mezzi, questo è certo».


​Il Giornale

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8 Comments
massimo
11/5/2017 03:15:01 pm

vorrei capire qual'è la posizione di questo sito, che seguo da tempo, sui salvataggi in mare da parte delle ONG, che salvano vite di fratelli africani in mare.

Reply
Stefano link
11/5/2017 03:41:08 pm

La posizione è di ferma indignazione nei confronti di chi sfrutta la disgrazia dei migranti arricchendosi sulla loro pelle. Se le Ong sono colluse con gli scafisti per spartirsi i ricchi proventi del soccorso umanitario sono da condannare come elemento di concausa di tante terribili perdite umane. I fratelli migranti sono ingannati con false promesse e illusioni solo per indurli a lasciare il proprio paese e ingrassare gli sfruttatori. Il sito Eritrea Eritrea è contro tutto questo.

Reply
massimo
11/5/2017 05:01:03 pm

Aggiungerei che stiamo parlando di "se" e solo di alcune ong, con prove che mi auguro vengano tirate fuori al più presto. Focalizzerei l'attenzione su tutta la catena dei trafficanti, novelli schiavisti.

Reply
Stefano link
11/5/2017 05:14:12 pm

In Italia abbattere i muri che nascondono i grandi interessi illeciti è virtualmente impossibile. I poteri forti sono sistematicamente coinvolti in qualunque tipo di traffico. Tangenti, malversazioni, associazioni a delinquere, sfruttamento di qualunque cosa, sono protette e coperte ai massimi livelli. Lo sfruttamento della migrazione irregolare è un business che parte da lontano, nelle terre di origine dei poveri disgraziati che vengono indotti ad ingrossare le fila di quelli che diverranno i flussi migratori verso il sogno occidentale. Complici di questo fenomeno aberrante sono i paesi che offrono una accoglienza pelosa e indiscriminata che agisce da richiamo irresistibile per chiunque, mentre allo stesso tempo sono la causa diretta dei conflitti e degli sfruttamenti economici che impoveriscono i paesi dei bisognosi. Se la magistratura si permette di alzare il velo dell'omertà i giudici vengono messi alla gogna. Ho partecipato con le Nazioni Unite alla missione UNMEE, so di che parlo.

massimo
12/5/2017 11:28:42 pm

Non ho nulla da eccepire sulle sue argomentazioni, che qui condivido. Dico solo che il titolo dell'articolo è fuorviante perché getta fango indiscriminatamente su tutte le ONG, e non mi sembra giusto. Ricordiamoci che vengono salvate delle vite in mare, il resto non è compito delle ong. Indagare correttamente significa che solo quando si hanno le prove certe in mano si agisca repentinamente per arrestare i colpevoli. Dare in pasto ai media i sospetti e le supposizioni significa che chi fosse con la coscienza sporca avrebbe tutto il tempo per cancellare le prove.

Reply
Stefano link
12/5/2017 11:40:48 pm

Non bisogna generalizzare ma tuttavia il concetto stesso di ONG è finito per diventare qualcosa di molto diverso da quello che è nell'immaginario collettivo. Volontariato, spinta etica e umanitaria, amore per il prossimo, tutte bubbole. Forse le piccole organizzazioni ancora si salvano, ma qui parliamo di grandi ONG quelle che dispongono di navi e gestiscono ingentissimi interessi economici le quali non saranno mai parte della soluzione ma inevitabilmente proprio il contrario. La loro stessa esistenza si fonda sull'alimentazione delle disgrazie umane senza le quali non sussisterebbero. Queste sono le amare constatazioni ci chi ha vissuto la realtà nella quale tali entità si muovono e si alimentano.

Reply
massimo
13/5/2017 12:10:29 am

Volontariato, spinta etica e umanitaria, indipendenza, neutralità e imparzialità: nel mio immaginario ci credo ancora, anche se ho visto del marcio come ha visto lei, ma c'è ancora tanto di sano che va salvaguardato senza fare di ogni erba un fascio. Come credo alla bontà di molti aspetti sociali dell'Eritrea, unici nel panorama africano, almeno per quello che sono state le mie esperienze.

Reply
Stefano link
13/5/2017 07:28:45 am

Massimo in fondo diciamo la stessa cosa e aggiungo che sarebbe salutare eliminare il marcio proprio per salvaguardare chi lavora bene e con rispetto per l’etica. Tuttavia personalmente non approvo il comodo concetto che qualcuno finanzia e io bello bello faccio quello che c’è di più appagante al mondo cioè fare del bene in paesi splendidi come in Africa, leggi Missionari, Onlus, Ong ecc.
Troppo comodo e poco etico. Io le mie iniziative me le pago di tasca mia, dopo aver lavorato duramente in Italia come tutti. E così fanno molti altri che hanno sacrificato nel vero senso della parola lo loro vita per aiutare eticamente il prossimo.
L’aticolo che ho riportato comunque non criticava le ONG in senso lato ma bensì alcune ben individuate organizzazioni che in maniera già comprovata agivano in modo tale da far risultare le proprie attività degne di interesse per la magistratura.
In conclusione e a titolo di esempio, peraltro non collegato direttamente con l’argomento della discussione, vorrei ricordare che quando l’etica Eritrea si rese conto che le ONG operanti nel paese avevano assunto una deriva poco trasparente e non conforme alle aspettative del governo, fu emanata una nuova regolamentazione circa i requisiti per poter lavorare nel paese che di fatto molte non vollero o non furono in grado di rispettare. Nell’occasione le ONG che furono costrette a lasciare il paese non la presero bene e si riunirono in un cartello che presentò istanza alla Comunità Europea affinchè questa costrigesse l’Eritrea a cambiare atteggiamento e a riammetterle con questa motivazione: L’Eritrea è un paese troppo povero per permettersi di rifiutare il nostro aiuto….

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