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ERITREA ETIOPIA

Africa: "La carità che uccide"

5/10/2020

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"La zambiana Dambisa Moyo, che ha studiato ad Harvard e conseguito un dottorato di ricerca a Oxford, ha identificato negli aiuti allo sviluppo occidentali una delle ragioni che impediscono all'Africa di uscire dalla povertà. «Negli ultimi cinquant'anni oltre un trilione di dollari americani è stato trasferito dai Paesi ricchi all'Africa sotto forma di aiuti allo sviluppo» ha scritto nel suo libro del 2009, La carità che uccide.

«Ma negli ultimi decenni più di un trilione di dollari nell'assistenza allo sviluppo ha davvero migliorato la condizione degli africani? No. Anzi, in tutto il globo i destinatari di questi aiuti stanno peggio, molto peggio. Gli aiuti hanno contribuito a rendere più poveri i poveri e a rallentare la crescita. [...] Il concetto secondo cui gli aiuti possono alleviare la povertà sistematica, e che ci siano riusciti, è un mito.

Oggi in Africa milioni di persone sono più povere proprio a causa degli aiuti; la miseria e la povertà, invece di cessare, sono aumentate. Gli aiuti sono stati e continuano a essere un totale disastro politico, economico e umanitario per la maggior parte del mondo in via di sviluppo»

Per essere chiari, le critiche di Moyo non sono dirette contro i soccorsi ad hoc in caso di carestie o calamità, ma contro i trasferimenti finanziari a lungo termine volti a promuovere lo sviluppo economico. Questi fondi sono finiti spesso nelle mani di despoti corrotti invece che in quelle dei poveri: «Anche quando non sono stati trafugati, gli aiuti si sono rivelati improduttivi.

Quello che conta sono i fatti, e la maggior parte delle prove tende con molta chiarezza a confermare queste conclusioni. Data l'attuale condizione economica dell'Africa, è difficile valutare se un'eventuale crescita registrata sia effettivamente un risultato diretto degli aiuti»

Uno studio della Banca Mondiale ha rilevato che ben l'85% dei flussi di tali aiuti è stato usato «per scopi diversi da quelli pensati in origine, spesso dirottati verso attività improduttive, se non grottesche». Anche quando questi fondi vengono spesi per progetti che ottengono risultati iniziali positivi, le loro conseguenze negative a lungo termine superano i guadagni a breve termine.
​
Per illustrare questo effetto pernicioso, Moyo ha utilizzato la storia di un produttore locale di zanzariere che produce circa 500 reti la settimana. I suoi dieci dipendenti mantengono ciascuno almeno quindici parenti. Poi entra in scena un ben intenzionato divo di Hollywood il quale convince i governi occidentali a raccogliere e inviare 100.000 zanzariere nella regione, al costo di un milione di dollari. Le zanzariere arrivano e il fabbricante locale viene immediatamente estromesso dal mercato, costringendo 150 persone che dipendono da quel lavoro a vivere di elemosine.

Come ha sottolineato Moyo, la povertà in Africa è passata dall'11% al 66% tra il 1970 e il 1998, quando l'erogazione di aiuti all'Africa era al suo culmine. Gli aiuti esteri «appoggiano governi corrotti, fornendo loro denaro da usare liberamente. Questi governi corrotti interferiscono con la legalità, la creazione di istituzioni civili trasparenti e la difesa delle libertà civili, scoraggiando gli investimenti sia interni che esteri nei Paesi poveri»

Questo, a sua volta, inibisce lo sviluppo di un'economia funzionante e porta quindi alla stagnazione economica e a una «cultura della dipendenza dagli aiuti» che incoraggia «i governi a sostenere settori pubblici gonfiati, lenti e spesso improduttivi: un altro modo per ricompensare i propri amici».

Per James Shikwati, direttore dell'Inter Region Economic Network di Nairobi, Kenya, «se l'Occidente cancellasse gli aiuti, nessun africano comune se ne accorgerebbe. Solo i funzionari statali ne risulterebbero colpiti»."

La forza del capitalismo. Zitelmann, Rainer
(In foto: Dambisa Moyo, economista)
da Istituto Liberale
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