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ERITREA ETIOPIA

13° anniversario della firma degli "Accordi di Algeri"

18/10/2015

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​Il 12 Dicembre 2000 furono firmati ad Algeri gli accordi di pace fra Etiopia ed Eritrea sottoscritti come testimoni e garanti da: ONU, USA, Comunità Europea, Organizzazione Unità Africana , Eritrea, Etiopia. Ricorre dunque il 13° anniversario di quell’evento che destinato a ripristinare la legalità e la pace fra i due paesi prevedeva, tra l'altro, la creazione di una Commissione  indipendente per delimitare e demarcare Confini con una decisione definitiva e vincolante.

​Quando la Commissione  concluse i suoi lavori, in data 21 aprile 2002, Badme, la città al centro del  contendere di cui entrambi i paesi sostenevano l’ appartenenza, risultò  assegnata all’Eritrea. L'Eritrea accettò la sentenza senza indugio, mentre  l'Etiopia, dopo un primo momento di euforia determinato dalla certezza che il verdetto sarebbe stato a lei favorevole, si oppose fermamente alla decisione, pur  definitiva e immodificabile, rifiutandosi di accettarla e applicarla. "... la decisione che determina  Badme come parte dell'Eritrea non può essere altro che illegale e ingiusta. ",  disse un emozionato Meles Zenawi , il compianto Primo Ministro etiopico.
​Il 12 Dicembre 2000 furono firmati ad Algeri gli accordi di pace fra Etiopia ed Eritrea sottoscritti come testimoni e garanti da: ONU, USA, Comunità Europea, Organizzazione Unità Africana , Eritrea, Etiopia. Ricorre dunque il 13° anniversario di quell’evento che destinato a ripristinare la legalità e la pace fra i due paesi prevedeva, tra l'altro, la creazione di una Commissione  indipendente per delimitare e demarcare Confini con una decisione definitiva e vincolante.

Quando la Commissione  concluse i suoi lavori, in data 21 aprile 2002, Badme, la città al centro del  contendere di cui entrambi i paesi sostenevano l’ appartenenza, risultò  assegnata all’Eritrea. L'Eritrea accettò la sentenza senza indugio, mentre  l'Etiopia, dopo un primo momento di euforia determinato dalla certezza che il verdetto sarebbe stato a lei favorevole, si oppose fermamente alla decisione, pur  definitiva e immodificabile, rifiutandosi di accettarla e applicarla. " ... la decisione che determina  Badme come parte dell'Eritrea può essere altro che illegale e ingiusta . ",  disse un emozionato Meles Zenawi , il compianto Primo Ministro etiopico.

Alla fine il regime etiope prese a utilizzare il gergo politico per coprire il suo rifiuto della sentenza . Cominciò a definire la sentenza stessa  'illegale e ingiusta' da accettare in 'principio'. Tale principio naturalmente era legato a una precondizione il “dialogo prima di attuare la sentenza” finalizzato alla revisione dei termini stabiliti dalla Commissione Confini. L'unico problema di questo stratagemma è che era illegale poiché violava la clausola finale e vincolante dell'accordo di Algeri. Se i funzionari etiopici avessero veramente voluto un vero dialogo con  l'Eritrea questa sarebbe stata  più che pronta ad accoglierli, come disse Girma Asmerom, ambasciatore dell'Eritrea presso l'UA: "Se l'Etiopia ritirerà il suo esercito dal territorio eritreo sovrano occupato, compresa la città di Badme al mattino, il dialogo tra i due paesi inizierà nel pomeriggio.

"Per molte persone, può essere difficile da capire rifiuto dell'Etiopia di rispettare decisione della Commissione. Dopo tutto  l’apparente motivo del contendere era una città che Meles ha descritto come "un villaggio dimenticato da Dio". Allora perché rifiutare la sentenza se Badme non è importante per l’Etiopia ? Il problema è che la cosiddetta "guerra di confine" in realtà aveva ben poco a che fare con il confine. Badme era solo un pretesto del l’Etiopia per innescare una guerra nel tentativo fallito di rioccupare l’Eritrea. Quando il conflitto ebbe inizio nel 1998, l’Eritrea era indipendente da soli cinque anni dopo averne combattuti 30, inutile dire che un altro conflitto era l'ultima cosa all'ordine del giorno.

​Purtroppo, 13 anni dopo la firma dell'accordo di Algeri, l'Etiopia è ancora allergica alla pace. La sua occupazione di territori sovrani eritrei viola i diritti umani del popolo di Eritrea ed è una delle principali fonti di destabilizzazione nella regione. Gli  Stati Uniti, l’Unione Africana le Nazioni Unite e l'Unione europea devono assumersi le loro obblighi morali e legali per far rispettare le decisioni di confine attraverso sanzioni punitive per l'Etiopia. Non riuscire a farlo mina solo la loro credibilità ed efficacia.
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