Lettera aperta al presidente Obama Caro Presidente: In primo luogo, mi permetta di esprimere i miei umili auguri di buone feste a voi, alla vostra famiglia e al popolo degli Stati Uniti. Dato che le persone attraverso i continenti celebrano le festività, centinaia di milioni si scambiano auguri e regali continuando la tradizione che ha avuto origine dalla offerta dei doni a Gesù Bambino dai saggi. Ebbene, nonostante la commercializzazione dilagante, il Natale, come si può capire, è incentrata sulla storia di un bambino perseguitato e la sua famiglia che alla fine è sopravvissuto per essere venerato e/o adorato dalle masse. Signor Presidente, E' un peccato che negli ultimi quattro anni, a dir poco, gli eritrei sono costretti a ricordare con un senso di sfida e tradimento, quel 23 Dicembre 2009, quando l'ingiusta sanzione è stata furtivamente posta a carico dell'Eritrea dal Consiglio di sicurezza dell'ONU, il tutto voluto e avviato dalla vostra amministrazione. Tutto è tornato al punto di partenza quando la persecuzione della nascente nazione di Eritrea è ricominciata dopo soli sette anni di pausa. Tuttavia, in contrasto con gli obiettivi dei suoi ideatori e gestori, la ingiusta sanzione ha portato solo il rallentamento del progresso dell'Eritrea, ma anche portato un onere inaspettato per molti governi europei e altri, che, in una forma o l'altra sono stati associati o coinvolti con gli inutili sforzi per compromettere la dura indipendenza conquistata dall'Eritrea. Comunque, non è così difficile verificare il suo impatto sulla vita della gente e dei residenti esteri. In un soleggiato primo pomeriggio, quando il centro della città della capitale, Asmara è più silenzioso, un ragazzino di appena tre anni sta giocando sul marciapiede creando per se stesso uno spazio, mentre sua madre seduta in un angolo, in attesa della generosità dei passanti, guarda suo figlio attraverso il velo che copre il suo volto mentre cerca di proteggere ciò che resta della sua dignità di madre premurosa.
Se non fosse a corto di risorse, il governo dell'Eritrea non avrebbe permesso per un secondo tali condizioni che sono fuori dei limiti dei nostri valori e avrebbe sistemato questa povera madre in un domicilio decente dove poter crescere il suo bambino e lasciarlo vivere come un bambino in un ambiente adeguato. Signor Presidente, Nella storica visita che hai fatto presso l'UA lo scorso agosto, lei ha sottolineato durante il suo discorso di una virtù chiave della nostra comune umanità - DIGNITÀ. << Dignità – quel concetto basilare secondo il quale, in virtù della nostra comune umanità, non importa da dove veniamo, o quello che sembriamo, nasciamo tutti uguali, toccati dalla grazia di Dio. Ogni persona ha un valore. Ogni persona conta. Ogni persona merita di essere trattata con decenza e rispetto. Per gran parte della storia, l'umanità non ha visto questo. La Dignità è stata vista come una virtù riservata a quelli di rango e privilegio, re e anziani. C’è voluta una rivoluzione dello spirito, nel corso di molti secoli, per aprire gli occhi sulla dignità di ogni persona. E in tutto il mondo, le generazioni hanno faticato a mettere questa idea in pratica nelle leggi e nelle istituzioni. >> C'è anche un segmento interessante sui progressi compiuti per la salute delle donne e dei bambini in Africa; tra l'altro, a dispetto di tutte le sfide che ha dovuto affrontare, è uno dei settori nei quali l'Eritrea sta avendo più successo anche con la collaborazione di coloro che rispettano le sue scelte dei modelli di sviluppo. << Spinta da questo progresso, e in collaborazione con il mondo, l'Africa ha raggiunto traguardi storici in materia di salute. Il tasso di nuove infezioni da HIV / AIDS è precipitato. Le madri africane hanno più probabilità di sopravvivere al parto e avere bambini sani. I morti per malaria sono stati ridotti, salvando la vita di milioni di bambini africani. Milioni di individui sono usciti dalla povertà estrema. Africa è emersa nel mondo per numero di bambini scolarizzati. In altre parole, sempre più africani uomini, donne e bambini vivono con dignità e di speranza. >> Signor Presidente, Immaginate come il bambino possa crescere fino a scoprire il motivo per la condizione di indignato che lui e sua madre stavano e stanno attraversando. Possiamo solo immaginare se dovesse identificare se stesso come uno dei bambini vittima dell'epoca impegnativa delle sanzioni che tra le altre cose lo ha derubato del la sua infanzia e della dignità della sua famiglia. Il fatto che crescendo diventi consapevole delle sue condizioni di bambino e sviluppi opinioni negative contro gli Stati Uniti è ovviamente insignificante di per sé, ma tali opinioni potrebbero svilupparsi anche in prospettive imprevedibili che potrebbero avere effetti negativi cumulativi nel tempo e nello spazio. Questo bambino che è esposto a una vita poco dignitosa può crescere e vedere se stesso e le sue coorti con la stessa luce di quelli che hanno sofferto sotto le sanzioni disposte contro l'Iraq negli anni Novanta. Signor Presidente, E' un segreto di Pulcinella come gli Stati Uniti hanno deciso o sono stati trascinati in guerra contro l'Iraq. Prima di tale politica sbagliata che ormai ha paralizzato l'Iraq, il regime più devastante nella storia delle sanzioni economiche aveva preso la vita di ben un milione di iracheni, la maggior parte dei quali bambini. In una intervista di 60 minuti andata in onda, l'allora ambasciatore americano alle Nazioni Unite, la signora Madeleine Albright, rispondendo alla domanda: "Abbiamo sentito che un milione e mezzo di bambini sono morti. Voglio dire, che sono più bambini di quelli che morirono a Hiroshima. E’ prezzo per cui sia valsa la pena? "senza mezzi termini ha detto," penso che sia una scelta molto difficile ...ma il prezzo…si che il prezzo è giusto" Lei successivamente ha espresso il suo rammarico per tale commento disumano. Tuttavia, la realtà è che ci sono molte persone in posizioni di potere nel mondo degli affari e della politica, con una tale mentalità intrinsecamente priva di qualsiasi empatia. Signor Presidente, spesso e volentieri, soprattutto dopo la fine della guerra fredda, gli Stati Uniti sono stati guidati in conflitti che hanno portato caos, piuttosto che gli obiettivi dichiarati per l'avvio delle guerre. All'interno del labirinto della politica estera dell'apparato decisionale degli Stati Uniti, ci sono coloro che o avviano o agiscono come catalizzatori chiave per tali decisioni politiche assolutamente distruttive che non solo hanno implicazioni regionali, ma anche a livello mondiale. Oltre alle conseguenze per la dignità umana di coloro che ne sono vittime, anche il prezzo del contraccolpo non è gestibile come quelli dietro a tali disastri umani potrebbe pensare o non empaticamente calcolare. La distruzione dell'Iraq e le sofferenze dei suoi cittadini "è valsa il prezzo pagato?" L'invasione della Libia, che ora ha lasciato una nazione divisa e pericolosamente instabile "è valsa il prezzo pagato"? La conflagrazione del caos che ha portato lo spostamento di un quarto della popolazione siriana "è valsa il prezzo pagato"? Signor Presidente, Nonostante le intensive ostilità a cui è stata incessantemente sottoposta, l'Eritrea attraverso i suoi forti valori e le benedizioni ha evitato di essere uno di quelli, purtroppo, condannati a trovarsi nella categoria del "è valsa la pena". Come sempre, l'Eritrea è pronta a svolgere il suo ruolo chiave per la stabilità, la pace e lo sviluppo della nostra regione che benefici tutti i suoi cittadini e coloro che condividono i suoi valori e le benedizioni fanno ricorso ai propri valori comuni di rispetto, resilienza e la resistenza contro ogni pronostico . Questo può rispondere alla domanda posta all'inizio di questa lettera; ma tali risposte si trovano in molti luoghi che sono stati alla fine vittime delle strategie del "prezzo è valso la pena" che non solo sono guidati da interessi personali, ma anche dalla mentalità che non solo manca di un certo senso di empatia, ma non ne ha affatto. Signor Presidente, Per concludere, tenendo a mente la "persecuzione" diretta o indiretta di nazioni e regioni, vorrei umilmente condividere i miei auguri per il nuovo anno. Primo come cittadino eritreo e per secondo come cittadino globale, come molti, preoccupato per le implicazioni regionali, così come del livello globale della politica estera statunitense, che si è sviluppata dalla fine della Guerra Fredda. *** Che la vostra amministrazione corregga la sua politica sbagliata verso l'Eritrea e faccia in modo che la sanzione ingiusta presto rimossa. *** Che si verificano sempre meno avventure militari distruttive, che le persone di coscienza, specialmente quelle progressiste negli Stati Uniti, escogitino modi e mezzi con cui gli individui candidati a posizioni chiave del potere politico, eletti o nominati, siano messi sotto appropriati esame psicologico/psichiatrici prima di acquisire il potere di prendere decisioni che potrebbero provocare "il prezzo vale la pena" influenzando gravemente intere nazioni, regioni e milioni di vite. Signor Presidente, Sembra che il mio primo desiderio sia già esaudito a metà, dal momento che si cominciano a osservare segnali positivi nelle attività e nelle dichiarazioni dell’ambasciata Usa ad Asmara e la rivalutazione di fatto delle posizioni sull’Eritrea espresse da autorevoli funzionari ex US che sono più che familiari con la politica della nostra regione . Per quanto riguarda il secondo, posso solo esprimere un desiderio su un desiderio affinché il bambino che gioca sul marciapiede del centro della città possa crescere con i valori eritrei della giustizia per contribuire, a qualsiasi titolo, insieme ai suoi coetanei, per sostenere e fortificare i perseguitati e gli sfruttati , perché vivevano una vita di dignità di cittadini e soprattutto di esseri umani nelle loro rispettive nazioni. Distinti saluti, Haileab Luul Tesfai 20 DICEMBRE 2015
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