Di Tesfay Aradom, PhD
L'intervista di PIA con ERI-TV del 15 febbraio 2020 ha suscitato enormi ripercussioni a causa della sua decisione storicamente coerente di promuovere l'armonia sociale tra gli etiopi e l'integrità politica dell'Etiopia. Tale posizione è stata un anatema per la leadership della TPLF principalmente perché la percepisce come una ragione per il suo obiettivo insoddisfatto di "Greater Tigray". Per più di due decenni la leadership cleptocratica [TA1] TPLF ha dominato il panorama politico in Etiopia attraverso un accordo federale, un eufemismo per una "politica di dividi et impera". Tale struttura politica le ha permesso di monopolizzare il potere politico e di esaurire le risorse economiche e finanziarie del Paese. Inevitabilmente, l'enorme risentimento tra la popolazione a causa delle condizioni politiche ed economiche discriminatorie e oppressive, si è gradualmente trasformato in una sollevata rivolta popolare. In linea con la sua propensione tirannica, la stretta cricca ha continuato ad adottare misure draconiane tra cui omicidi a sangue freddo, torture e massicce prigioni. Inoltre, con la tacita approvazione dell'Occidente, l'impegno dei crimini contro l'umanità è continuato senza sosta per oltre due decenni. Inoltre, la stretta cricca della TPLF era anche attivamente impegnata nella creazione di pretesti nefasti per isolare diplomaticamente l'Eritrea e inserire un cuneo tra la sua gente e il governo. L'invasione militare non provocata nel maggio del 1998 fu il culmine della predisposizione aggressiva della cricca. In collusione con altri governi della regione, ha creato un conflitto di frontiera forzato con Gibuti e non ha lasciato nulla di intentato per forgiare alleanze regionali come il Sana Forum e IGAD per imporre ulteriormente un isolamento diplomatico sull'Eritrea. Successivi governi statunitensi e nazioni europee divennero complici di questa attività cospiratoria abusando delle rispettive influenze alle Nazioni Unite. 'imposizione delle sanzioni illegali e ingiuste nel 2009 e nel 2011 attraverso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e le ridicole accuse di violazioni dei diritti umani attraverso l'HRC sono azioni riprovevoli intraprese da queste organizzazioni internazionali. Per abilitare ulteriormente il regime dittatoriale corrotto, lo hanno propagandato come un'ancora regionale, gli hanno fornito una copertura diplomatica senza restrizioni e hanno sperperato un massiccio sostegno economico. Tali azioni miopi, volte a proteggere i loro interessi economici e diplomatici nella regione, incoraggiarono il regime a invadere le nazioni vicine e minacciare continuamente l'Eritrea con il cambio di regime. Con il deteriorarsi delle condizioni economiche e politiche in Etiopia, seguirono enormi sconvolgimenti sociali, in particolare tra i giovani, e il paese stava per sperimentare una vera e propria implosione sociale. Una situazione catastrofica è stata evitata principalmente a causa della contrizione del Primo Ministro Abiy in merito ai problemi interni e di una decisione coraggiosa per quanto riguarda la decisione finale e vincolante di EEBC. Di conseguenza, la cricca cleptocratica fu resa totalmente insignificante nel nuovo discorso politico in Etiopia. Importanti fattori che hanno contribuito al crollo del regime TPLF sono stati l'ammirevole pazienza e l'applicazione della lungimirante strategia politica e diplomatica da parte del governo eritreo, nonostante le continue provocazioni militari e gli intrighi diplomatici del TPLF. Spogliata del suo potere politico interno e dell'influenza diplomatica sull'arena internazionale, la cricca, in linea con il suo comportamento passato, iniziò a ideare e finanziare attività clandestine volte a minare la nascente pace tra l'Eritrea e l'Etiopia e ad accaparrarsi lo sforzo di riconciliazione senza precedenti tra i due popoli .
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Comitato Centrale Europeo
13.03.2020 La diffusione della pandemia di Covid-19 in tutti i continenti a un ritmo allarmante sta causando preoccupazione globale. Finora oltre 100.000 persone sono state infettate in tutto il mondo, mentre oltre 4.000 pazienti infetti sono morti. Nell'ultima settimana, l'Europa è diventata l'epicentro del Coronavirus e gli ultimi sviluppi indicano una crisi più lunga. Per la sicurezza della nostra gente e della nostra comunità, non vediamo altra alternativa che ANNULLARE la sedicesima conferenza annuale YPFDJ che si doveva tenere in Svizzera dal 9 aprile al 13 aprile 2020. Il Comitato Centrale e il Comitato Organizzatore della Conferenza forniranno continuamente informazioni nel prossimo futuro attraverso i nostri leader locali in merito a tale questione. In caso di domande, non esitate a contattarci all'indirizzo ccypfdj@gmail.com Awet N'Hafash! YPFDJ Europa, Comitato centrale .
Punto dell'ordine del giorno: "Pace e sicurezza in Africa" New York, 11 marzo 2020 Signor Presidente, Vorrei congratularmi con lei per aver assunto la presidenza del Consiglio per il mese di marzo e desidero ringraziare la Cina per aver organizzato un dibattito aperto sul tema "Pace e sicurezza in Africa: Contrastare il terrorismo e l'estremismo in Africa". Vorrei anche ringraziare il sottosegretario Rosemary DiCarlo, l'ambasciatore Fatima Mohammad e l'ASG Abdoulaye Mar Dieye per le loro dichiarazioni. Vorrei esprimere lo sdegno e la condanna dell'Eritrea per il tentativo di assassinio del Primo Ministro Abdullah Hamdock e ribadisce la sua solidarietà al popolo e al governo del Sudan. Signor Presidente, La solida posizione dell'Eritrea e la lotta millenaria contro il terrorismo e l'estremismo sono altrimenti una questione record. Come paese multietnico e multi-religioso, e negli ultimi due decenni, nonostante le ardue sfide che la nostra regione ha affrontato con ideologie estreme, l'Eritrea è rimasta una nazione pacifica e armoniosa, come ha fatto per secoli. Le leggi del paese contengono disposizioni esplicite che preservano un tessuto sociale sano e secolare di reciproca tolleranza e coesistenza tra le varie fedi. La pace sociale è stata una risorsa comprovata nella lotta all'estremismo violento e questo è il risultato delle sue politiche secolari. La cultura eritrea di tolleranza e rispetto etnico e religioso è un vantaggio. L'adesione ai principi di giustizia sociale nelle sue politiche di sviluppo e un sistema educativo che mira a inculcare la cultura del servizio civile e la promozione della dignità umana continuano a svolgere un ruolo vitale nel frenare questo flagello. Oggi i locali pubblici hanno affisso volantini in tigrigna con le istruzioni per corretti comportamenti che evitino possibili contagi.
Per chi proviene da paesi a rischio, come l’Italia è stabilito un periodo di quarantena di 14 giorni. Si sconsiglia tuttavia di programmare un viaggio prima della fine della pandemia. Credit EritreaLive In sintesi il comunicato informa gli utenti che nel rispetto delle disposizioni emanate dalle competenti autorità in merito al contenimento della diffusione del Coronavirus saranno erogati solamente i servizi indispensabili ed urgenti da concordare preventivamente telefonando al numero indicato.
"Comprendiamo che l'Eritrea tutela la salute pubblica"
Roma, 3 mar. (askanews) – “Siamo un gruppo di 5 docenti che lavora nella scuola italiana di Asmara. Insieme a noi la Dirigente e il figlio maggiorenne di una collega, siamo stati posti in quarantena appena arrivati in aeroporto. Il nostro rientro in Eritrea è avvenuto per riprendere servizio e lo abbiamo fatto consapevoli, in quanto informati dal Ministero degli Affari Esteri, che la quarantena era in vigore al fine di tutelare la salute pubblica del Paese”. Lo affermano i docenti della scuola italiana che sono stati messi in quarantena per il coronavirus al loro ritorno dall’Italia in Eritrea. ”La struttura che ci accoglie è alla periferia di Asmara ed era un poliambulatorio. Le camere sono sufficientemente pulite ma i servizi igienici carenti come un po’ diffusamente in città. Abbiamo l’erogazione costante della corrente elettrica e l’acqua viene approvvigionata giornalmente. Il personale equipaggiato di maschere, guanti e tute, è cordiale, accogliente e disponibile. Veniamo trattati con gentilezza e rispetto. I pasti sono abbondanti e regolari. Siamo contattabili sui numeri di cellulari eritrei in ogni momento e da chiunque lo desideri”. “L’Ambasciatore d’Italia in Eritrea e tutto il personale diplomatico si è messo a nostra completa disposizione soddisfacendo tutte le nostre richieste nonché venendo personalmente in visita. Benché godiamo tutti noi di ottima salute comprendiamo e condividiamo la necessità di tutelare quella pubblica. Ringraziamo le Istituzioni eritree e la nostra Ambasciata che stanno facendo tutto quanto nelle loro possibilità per rendere la nostra permanenza più confortevole possibile”. (Foto di repertorio). Torniamo a parlare di Eritrea a distanza di molto tempo, ma con buone motivazioni. Alcuni temi, come il Coronavirus o le politiche in materia religiosa, hanno infatti destato anche nel nostro paese importanti polemiche: è bene, in tal senso, inquadrare i fatti ricollocandoli nella loro giusta dimensione.
Di Filippo Bovo - 2 Mar 2020 Proprio oggi giunge la notizia, riportata da varie fonti italiane, a cominciare dalle principali testate nazionali, di sei insegnanti italiani costretti alla quarantena forzata una volta giunti ad Asmara, capitale dell’Eritrea. Secondo quanto riportato dai vari articoli, si sarebbero visti imporre la quarantena pur senza provenire dalle aree di contagio, ovvero la famigerata “zona rossa”. La denuncia è stata fatta per prima dalla UIL Scuola per l’Africa, a nome della sua rappresentante Rossana Di Bianco, che ha raccontato di come i sei docenti, insieme al figlio di uno di loro, siano stati trasportati appena giunti in Eritrea in una struttura sanitaria fuori dalla città, insieme anche a cittadini d’altri paesi, in una struttura fatiscente e peggio ancora in condizioni di promiscuità. La descrizione fornita da Di Bianco alla Adnkronos è infatti la seguente: “Sabato mattina, sull’aereo proveniente dall’Italia c’erano sei docenti e il figlio di una di loro, di rientro da una settimana di vacanza in Italia. Tra loro anche la preside della scuola italiana di Asmara, nessuno proveniente dalle ‘zone rosse’ del nostro Paese. Secondo quanto stabilito dalla autorità eritree dal 29 febbraio, i nostri connazionali sono stati bloccati appena scesi dall’aereo e trasportati in ambulanza in un presidio sanitario fuori dalla città per effettuare la quarantena. Una quarantena ben lontana dagli standard occidentali”, perché avvenuta “in una struttura fatiscente, con camere a tre letti e un solo bagno, con acqua ‘razionata’ e in una situazione di promiscuità con cittadini provenienti da altri Paesi. Oltretutto a nessuno di loro è stato fatto il tampone”. Per tali ragioni, la UIL ha chiesto al Ministero degli Esteri italiano “efficaci risposte alle criticità presenti in molteplici realtà estere e che sia garantita al nostro personale scolastico all’estero l’applicazione di disposizioni sullo stato di quarantena che non abbiano impatto sulla dignità e sui diritti fondamentali dei nostri connazionali”. E’ però anche vero che lo stesso nostro Ministero degli Esteri aveva avvisato i diritti interessati, al pari di chiunque altro, di rimandare un eventuale viaggio o ritorno in Eritrea, proprio perché la situazione attuale legata alla diffusione del Coronavirus non ha quella chiarezza tale da consentire scelte o comportamenti più sicuri. L’avviso era stato dato con un’e-mail dove si chiedeva, esplicitamente, di prolungare il periodo di permanenza in Italia in attesa che la situazione si chiarisse o comunque migliorasse, ed in questo senso non si può certo dire che fosse un’idea avventata o caratterizzata da un eccessivo allarmismo. Del resto, in questo momento, molti paesi nei confronti di chi proviene dall’Italia stanno adottando protocolli e trattamenti a dir poco severi, spesso anche proprio ingiustificati: si va da paesi africani come la Nigeria a paesi mediorientali come Israele fino a nazioni dell’Est Europeo ed altre ancora. Quindi, perché scandalizzarsi se lo fa anche l’Eritrea, che oltretutto in caso di contagio esteso si troverebbe a dover affrontare quel problema da sola, senza contare sul serio o credibile aiuto di nessuno, e con mezzi che sono pur sempre lungi dal potersi considerare infiniti (e magari anche con le ironie gratuite di qualcuno)? |
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Marzo 2024
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