1. Tre passeggeri che sono arrivati ad Asmara da Dubai con il volo Air Arebi sabato 23 marzo alle 5:00 del mattino, sono stati diagnosticati positivi per COVID-19, oggi. Tutti e tre i passeggeri sono cittadini eritrei residenti nel paese. Questo porta il numero totale di individui infetti, ad oggi, a quattro. I passeggeri che erano sullo stesso volo con i pazienti e tutti quelli che sono entrati in contatto fisico con loro sono stati messi in quarantena. Tutti i pazienti stanno ricevendo le cure necessarie all'ospedale di Villagio (Asmara) e rimangono in condizioni soddisfacenti. 2. A tale proposito, i voli passeggeri commerciali da e verso l'Eritrea non saranno consentiti da mezzanotte di oggi (25 marzo 2020). Il divieto resterà in vigore per due settimane fino a un'ulteriore revisione. 3. Il Ministero della salute continuerà a monitorare gli sviluppi e le tendenze riguardanti COVID-19 e pubblicherà, se necessario, ulteriori informazioni e linee guida. Ministero della Salute Asmara 25 marzo 2020 Awet Nhafash
0 Comments
Nella sua pubblicazione del 15 marzo di questo mese, l'Arab Weekly con sede a Londra diffonde accuse assolutamente prive di fondamento e speculative sull'Eritrea.
L'articolo è stato scritto da un certo Sabahat Khan; presunto "analista" sulla regione, Il riciclaggio di tale banale disinformazione non ha alcun significato e amplifica solo il fallimento di chi promuove il caos. Comunque sia, il governo dell'Eritrea respinge le congetture infondate e mendicanti riportate nell'articolo. Ministero dell'Informazione Asmara 25 marzo 2020 Le Comunità eritree di tutto il mondo hanno avviato una sottoscrizione per fronteggiare il Covid-19 in Eritrea
per aderire Clicca qui Il comitato istituito per supervisionare la distribuzione in Africa, ha selezionato Egitto, Sudan, Eritrea e Gibuti come paesi per ricevere la prima spedizione che è partita dall'Etiopia lunedì sera [23 marzo 2020]. Il massiccio aiuto medico della Cina per combattere la malattia Coronavirus ha raggiunto l'Etiopia domenica. Le forniture, donate dalla cinese Alibaba Group Holding Ltd. e dalla fondazione di Jack Ma comprendono 5,4 milioni di maschere facciali, oltre un milione di kit di prova, 40.000 articoli di indumenti protettivi e 60.000 set di schermi facciali. Altre forniture mediche sono previste nelle prossime settimane. In un tweet che annuncia l'inizio della distribuzione, il Primo Ministro etiope, Abiy Ahmed Ali, ha dichiarato: "Dopo aver ricevuto i materiali di prevenzione # COVID19 da @JackMa, sono lieto di condividerli con l'abile leadership di @flyethiopian e il comitato istituito per supervisionare la distribuzione #Africa, la prima spedizione partirà stasera per #Egitto, #Sudan, #Eritrea e #Djibouti" Origini straniere e nuovi successi per una generazione di artiste in ascesa. Spesso puntano alla conquista di un pubblico internazionale
di Barbara Visentin Senhit è abituata a chiamare casa tanto Bologna, dove è nata e cresciuta, quanto Asmara, la capitale dell’Eritrea da cui provengono i suoi genitori e dove torna una o due volte l’anno. «È difficile scegliere», ride la cantante, senza la minima intenzione di tenere a bada un’indole internazionale che l’ha portata in giro per il mondo con tour e musical e che ha fatto di lei una delle esponenti femminili di un universo musicale moderno, libero e senza confini. A maggio avrebbe dovuto rappresentare San Marino all’Eurovision Song Contest, ma l’emergenza coronavirus ha costretto alla cancellazione del festival. La musica, però, non si ferma, così la coreografia che stava mettendo a punto insieme al creative director Luca Tommassini per il palco di Rotterdam si sposta sul web, dove già nelle scorse settimane aveva fatto scegliere ai suoi fan con che canzone gareggiare: il brano prescelto era stato Freaky!, un concentrato di energia pop-funky cantato in inglese che Senhit definisce «un inno alla libertà, in tutti i sensi. Che sia artistica o sessuale». E un invito a non angosciarsi neanche di questi tempi «perché non serve a niente». Alla canzone si aggiunge ora un tutorial video su YouTube per imparare a ballarla dalle camere e dai salotti: anche questo, riflette, «è un modo per far vedere come la musica butti giù le frontiere e non conosca ostacoli», specie in un momento in cui tante persone sono costrette in casa. Classe 1979 e una voluminosa chioma di ricci, Senhit Zadik Zadik (questo il suo nome completo) ha capito di voler cantare da ragazzina, dopo aver vinto il Karaoke di Fiorello, fra le resistenze del padre e l’incoraggiamento della madre: «Mi sono portata a casa il “Canta Tu” e da lì ho iniziato a prendere lezioni — ricorda —. L’Italia però non mi bastava, volevo vedere cosa c’era fuori e imparare altre lingue». Una grinta con cui ha conquistato ruoli di primo piano nei musical in giro per l’Europa e una carriera solista, talvolta in italiano talvolta in inglese, che guarda sempre all’estero. Dall’Eritrea, sostiene, ha ereditato «la solarità, pazza ed eccentrica, e tanta passione, terra e sangue». E dai suoi viaggi musicali l’apertura completa al mondo. Anche in Italia, però, vede segnali incoraggianti di apertura e cambiamento: «Un po’ alla volta si sta imparando ad accettare il diverso, la gente è meno diffidente, ascolta la musica e basta». Così, negli ultimi anni, è spuntata una fila di artisti italiani di seconda generazione, a partire dagli amatissimi Mahmood e Ghali, fino a Maruego, Tommy Kuti, Amir Issaa o Laïoung. «Ed era ora!», esclama Senhit. A loro si aggiunge la carica delle ragazze, Malika Ayane in testa: padre marocchino e mamma italiana, ha un successo trasversale che va avanti da ben oltre un decennio. Ma c’è anche Elodie, il cui fascino creolo arriva dalla mamma, originaria della Guadalupa: «L’incontro tra diversità non può che fare bene», aveva raccontato, in merito alle sue origini, in un’intervista al Corriere due anni prima di stregare il pubblico di Sanremo con Andromeda. E poi largo all’autotune: la trap al femminile, in Italia, è capitanata da Chadia Rodriguez, 21enne torinese con padre marocchino e madre spagnola. Provocatoria e senza peli sulla lingua, nell’ultimo singolo La voce di Chadiacanta: «Siamo i soliti bastardi, figli di immigrati, yalla / Sembravo la piccola fiammiferaia / Oggi faccio profumo di soldi nell’aria». E Yallah è anche il titolo di un brano di Bouchra, italo-marocchina classe 1994 che si è fatta conoscere in rete cantando sia in francese che in arabo o inglese. Dall’urban al cantautorato «alternative» di Joan Thiele: un nome che racchiude origini svizzero-colombiane, una vita piena di viaggi per un’artista di 27 anni che in realtà è di Desenzano del Garda e di primo nome fa Alessandra. Cittadine del mondo, sempre più numerose e più fiere di esserlo: «Certo, vorrei che ci fossero più donne nella musica in Italia, ma siamo solo lenti — conclude Senhit —. Ci prenderemo i nostri spazi. E questo è il momento di farsi sentire». da corriere.it Asmara 23/03/2020
Il Ministero della salute dello stato dell'Eritrea Linee guida alla lotta contro COVID-19: 1. Ogni persona deve evitare movimenti non essenziali all'interno della città o del villaggio di residenza, nonché viaggiare in altri luoghi all'interno del paese. Allo stesso modo, ogni persona deve evitare di viaggiare in autobus, mini-bus e taxi se non in caso di emergenza. 2. Sono vietati tutti gli incontri pubblici, eventi sportivi e culturali che riuniscono una folla di oltre 10 persone. Cinema e night-club rimarranno chiusi fino a nuovo avviso. Negli altri luoghi e nei mercati deve essere mantenuta la distanza di sicurezza. 3. È vietata l'aggregazione di oltre 10 persone ad eventi sociali (funerali, matrimoni, lutto, battesimo e altri incontri). 4. Ogni cittadino deve osservare e le istruzioni che vengono impartite dai leader religiosi ai fedeli, alle preghiere e ai sermoni religiosi associati nelle loro case. 5. Tutti i cittadini eritrei che vivono all'estero sono invitati a prendere tutte le misure precauzionali necessarie per la propria sicurezza, la sicurezza delle proprie famiglie e delle comunità eritree. Devono anche astenersi dal viaggiare in Eritrea. 6. Saranno adottate misure legali rigorose per tutti gli individui e le imprese commerciali che si attivino in accaparramenti e aumenti speculativi dei prezzi, profittando delle misure precauzionali che vengono prese per salvaguardare la sicurezza del popolo eritreo e del paese. 7. Il Ministero della sanità continuerà a monitorare gli sviluppi riguardanti COVID-19 e pubblicherà ulteriori informazioni e linee guida, se necessario da cicloweb 22 Marzo 2020 - Michael Tkue ci porta alla scoperta di ciò che c’è dietro ai successi di Teklehaimanot, Berhane, Kudus e Tesfatsion: i collegamenti con l’Italia sono moltepliciIl 2010 è l’anno in cui sulla scena del ciclismo africano si affaccia di prepotenza una nuova nazione. In quella stagione i Campionati Africani su strada erano in programma a Kigali in Ruanda nel mese di novembre ed il protagonista assoluto della rassegna – che era giunta alla sua sesta edizione – è stato un ragazzo eritreo di 22 anni che risponde al nome di Daniel Teklehaimanot: prima di allora l’Eritrea non era mai riuscita a conquistare una medaglia e Teklehaimanot rompe il tabù guidando il paese a ben tre medaglie d’oro (strada, crono e cronosquadre) e nel giro di dieci giorni si aggiudica anche il Tour du Rwanda. Da quel momento il ciclismo eritreo entra in una dimensione: guardando solo alla categoria uomini élite, nelle ultime nove edizioni dei Campionati Continentali sono arrivati sette ori nella prova in linea, sei nella cronometro ed un’imbattibilità nella cronosquadre che dura ancora oggi. Nel 2012 Daniel Teklehaimanot ha fatto il proprio debutto nel World Tour con la maglia dell’allora Orica-GreenEDGE e negli anni a seguire altri corridori lo hanno raggiunto nella massima categoria o in quella immediatamente sotto. L’attuale stop alle gare ha fatto slittare i Campionati Africani previsti a fine mese a Mauritius, ma anche in questo inizio di 2020 i corridori eritrei hanno saputo essere splendidi protagonisti: tre vittorie di tappe ed il secondo posto nella generale (per appena 1″) alla Tropicale Amissa Bongo in Gabon, il secondo posto al Trofeo Laigueglia e finalmente il grande successo ottenuto al Tour du Rwanda da Natnael Tesfatsion al termine di un’ottima prova corale di tutta la Nazionale. L’Italia ha occupato pagine importanti nella storia dell’Eritrea ed inevitabilmente anche la nascita, lo sviluppo e l’esplosione del ciclismo eritreo sono legati in qualche modo al nostro paese. Proprio in occasione del Tour du Rwanda abbiamo volevo provare a conoscere meglio tutto quello che c’è dietro alla generazione d’oro di questi ragazzi africani. A guidarci alla scoperta del ciclismo in Eritrea è Michael Tkue, ex corridore classe 1981 che è stato per anni tra i più rappresentativi del paese (c’è anche il suo nome nell’albo d’oro del Tour of Eritrea) e oggi consigliere tecnico della federazione, preparatore e direttore sportivo qualificato. Michael, partiamo da lontano: quando è arrivato il ciclismo in Eritrea? «La grande passione che abbiamo in Eritrea è legata ovviamente al periodo coloniale: sono stati gli italiani ad introdurre il ciclismo nel paese attorno agli anni trenta [la Federazione locale è stata fondata nel 1936, ndr]. Adesso è senza dubbio lo sport più popolare anche per il fatto che tutti o quasi hanno una bicicletta come mezzo di trasporto: se non sei bravo ad andare in bicicletta, specialmente tra i bambini, tutti ti prendono un po’ in giro; è come un tabù non saper andare in bici. Io penso che uno dei segreti del successo del ciclismo in Eritrea è che è parte della nostra cultura perché, come ho detto, tutti “devono” pedalare su una bicicletta, se non sai farlo hai difficoltà o rischi di essere emarginato: molte famiglie incoraggiano i bambini anche piccoli, poi quando iniziano le scuole elementari è comune motivare i figli promettendo un bici nuova in caso di voti buoni. Poi il governo tratta abbastanza bene lo sport e sul secondo canale riusciamo a vedere in diretta corse come il Giro d’Italia ed il Tour de France: durante l’usanza della Cerimonia del Caffè non è isolito guardare le gare e discutere del ciclismo, interessa a tutta la popolazione, anche le donne». Il Ministero della Salute ha annunciato stasera il primo caso confermato di un paziente Coronavirus che è arrivato all'aeroporto internazionale di Asmara dalla Norvegia con Fly Dubai questa mattina alle 7:00 LT.
Il paziente di 39 anni è cittadino eritreo con residenza permanente in Norvegia. Il paziente è stato messo in quarantena prontamente a seguito del processo di screening in aeroporto e diagnosticato positivo per COVID-19 dopo successivi test presso il National Laboratory. Il Ministro della Sanità ha affermato che il paziente al momento sta ricevendo tutti i trattamenti necessari. Tweets @Hawelti |
Archivi
Marzo 2024
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Italia. |