Laghi, Dighe e Canali di Diversione
Asmara come tutte le grandi città del mondo, ma anche il resto del Paese, necessita di una grande riserva di acqua per garantire alla popolazione una costante e capillare distribuzione del prezioso elemento durante tutto il corso dell'anno, e per ottenere questo fin dalla sua fondazione le autorità hanno fatto ricorso alle dighe per la conservazione dell'acqua piovana.
Nella fascia sub sahariana le piogge sono presenti solamente nel periodo che và da maggio a settembre durante il quale prima con le cosiddette piccole piogge poi con le grandi piogge, si assiste al miracolo della trasformazione del territorio che come per magia improvvisamente appare punteggiato di ruscelli e fiumi destinati poi a scomparire nuovamente alla fine della stagione. La quantità di precipitazioni annua è imprevedibile e assai variabile, per questo infatti in Eritrea non esistono corsi d'acqua permanenti.
Ad anni di sufficiente abbondanza possono succedere periodi di piogge scarse, con effetti che potrebbero essere disastrosi per le popolazioni che si ritroverebbero a dover fronteggiare siccità e carestia, oppure precipitazioni eccessive che causano enormi danni all'ambiente erodendo il terreno e diluendone i preziosi contenuti minerali.
La strategia per contrastare questi fenomeni è da sempre stata quella di realizzare dighe e sbarramenti idonei a frenare e poi contenere le acque impedendo loro una libera corsa verso il mare, pericolosa quanto dispersiva, ma soprattutto a garantire una riserva di acqua per gli anni di scarse precipitazioni.
Durante il primo colonialismo italiano furono realizzate in molte località dell'Eritrea importanti e preziose opere di alta ingegneria idraulica, ma in particolare nei dintorni di Asmara fu realizzata parallelamente allo sviluppo della città una rete di piccoli e medi invasi interconnessi fra loro che servivano sia da elemento di bilanciamento fra le stagioni abbondanti e quelle scarse, sia di supporto alla produzione di energia elettrica.
Una rete di canali, infatti, collegava le raccolte d'acqua fra di loro e aveva il doppio scopo di convogliare lungo il percorso l'acqua piovana al suo interno e di garantire un livello medio sufficiente in tutti i bacini che in questo modo potevano essere facilmente controllati e gestiti per il fabbisogno collettivo.
Con le successive colonizzazioni a opera degli inglesi prima e degli etiopici poi, si ebbe un graduale declino di tutto il sistema della rete idrica, dovuto al disinteresse delle autorità occupanti e a alla mancanza di manutenzione, al quale si aggiunse poi la devastazione della guerra che produsse danni enormi in tutto il paese e in particolare alle dighe.
Con la conquista dell'indipendenza l'Eritrea si è immediatamente data un programma che fra le priorità assolute prevedeva massicci interventi a garanzia della sufficienza idrica sia attraverso il recupero del vecchio patrimonio coloniale, sia con la realizzazione di opere moderne proporzionate alle esigenze di un paese indirizzato verso una forte futura vocazione agricola di sussistenza.
Asmara in particolare necessitava del rifacimento della rete di distribuzione cittadina, del pieno ripristino della efficienza dei bacini coloniali e, pur potendo contare sull'enorme bacino contenuto dalla diga di Mai Nefhi realizzato durante il periodo di Haile Sellasie grazie alla caparbia volontà e lungimiranza dell'allora sindaco di Asmara Dej. Haregot Abay, di una nuova diga che aumentasse le riserve della città.
A questo scopo fu individuata una area idonea in una zona non molto distante dalla capitale in direzione di Cheren e si intrapresero i lavori di quella che sarebbe diventata la splendida diga di Tokor disegnata dall’ingegnere eritreo Woldezion Mesghinna e realizzata da una ditta specializzata Coreana che si era aggiudicata la commessa, sotto il controllo della Natural Resources Consulting Engineers Inc. della quale era presidente lo stesso ingegnere Woldezion.
In prossimità del sito sorse un grosso cantiere in grado di ospitare le maestranze e il complesso delle attrezzature per la produzione dell'enorme quantità di cemento necessaria per la costruzione della diga che iniziò a prendere forma verso la metà degli anni novanta mentre il bacino cominciava progressivamente a riempirsi di acqua con l’innalzarsi dello sbarramento. La diga fu terminata alla fine del 1997, ma a causa dei nuovi eventi bellici non fu neanche possibile celebrare l’evento con una cerimonia di inaugurazione ufficiale anche se questo comunque non ha impedito alla grande opera di funzionare a pieno regime.
Oltre alla valenza puramente pratica i laghi hanno assunto anche un notevole valore naturalistico attirando una considerevole varietà di uccelli che avendo trovato il loro habitat ideale hanno costituito importanti colonie stanziali. Anche i pesci sono abbondanti e negli specchi d’acqua più ampi arrivano facilmente a pesare oltre i cinque chilogrammi, per questo anche sull’altopiano di Asmara posto a oltre 2200 metri slm, sono divenuti comuni uccelli come i pellicani, i germani reali e altri uccelli pescatori.
La presenza dell’acqua rappresenta anche un importante attrattiva per molte altre specie animali selvatiche che durante i lunghi anni della guerra avevano abbandonato del tutto quei territori divenuti ostili e che ora, annunciando un importantissima inversione di tendenza, sono oggetto di sempre più frequenti segnalazioni di avvistamento. Due esempi per tutti gli elefanti avvistati dai contadini nelle aree fertili del Gash-Barca e una varietà di grande felino con i suoi cuccioli avvistati dai guardiani della diga di Tokor mentre si abbeveravano.
La presenza e l’importanza delle dighe e dei laghi non riguarda solo l’area della città di Asmara, infatti dopo il 2000 con la relativa tranquillità seguita agli accordi di pace di Algeri in tutto il paese è stato dato corso a un intenso programma di sviluppo di infrastrutture destinate a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento idrico per la popolazione e per le esigenze della agricoltura e della pastorizia. Questo in abbinamento a due anni di abbondanti precipitazioni sta costituendo la premessa essenziale per il raggiungimento degli obiettivi primari del governo eritreo in materia di sufficienza alimentare, con la prospettiva futura di arrivare a quella eccedenza delle riserve che finalmente consentirebbe di esportare prodotti e avviare scambi commerciali.
Naturalmente oltre alla fauna selvatica della presenza di bacini d’acqua se ne avvantaggiano anche la pastorizia e l’allevamento che ora beneficiano di sempre più ampie aree di pascolo senza dover coprire distanze considerevoli per potersi abbeverare. In particolare i bufali, reintrodotti in Eritrea da pochi anni, trovano ora aree sempre più ampie dove potersi immergere e cibarsi della vegetazione che cresce lungo le rive dei bacini. Il miglioramento di queste condizioni contribuisce alla diversificazione alimentare delle popolazioni delle aree rurali che arrivano a disporre con maggior facilità di carne, latte e derivati del latte, e nel contempo una sempre minore dipendenza dagli aiuti dall’estero.
L’Eritrea ha dunque intrapreso la strada virtuosa del conseguimento delle sue strategie per la garanzia della sufficienza alimentare, attraverso la valorizzazione delle sue risorse interne e nel recupero e rispetto degli equilibri naturali del paese. Il grande impegno della gente eritrea di questi ultimi anni non potrà che dimostrare quanto importante sia per una piccola e giovane nazione lavorare con determinazione e comunità di intenti e i risultati che sapranno ottenere costituiranno certamente un importante esempio e un incoraggiamento per tanti altri paesi africani che stanno osservando con molto interesse e attenzione quanto si sta realizzando in Eritrea.
Stefano Pettini
Nella fascia sub sahariana le piogge sono presenti solamente nel periodo che và da maggio a settembre durante il quale prima con le cosiddette piccole piogge poi con le grandi piogge, si assiste al miracolo della trasformazione del territorio che come per magia improvvisamente appare punteggiato di ruscelli e fiumi destinati poi a scomparire nuovamente alla fine della stagione. La quantità di precipitazioni annua è imprevedibile e assai variabile, per questo infatti in Eritrea non esistono corsi d'acqua permanenti.
Ad anni di sufficiente abbondanza possono succedere periodi di piogge scarse, con effetti che potrebbero essere disastrosi per le popolazioni che si ritroverebbero a dover fronteggiare siccità e carestia, oppure precipitazioni eccessive che causano enormi danni all'ambiente erodendo il terreno e diluendone i preziosi contenuti minerali.
La strategia per contrastare questi fenomeni è da sempre stata quella di realizzare dighe e sbarramenti idonei a frenare e poi contenere le acque impedendo loro una libera corsa verso il mare, pericolosa quanto dispersiva, ma soprattutto a garantire una riserva di acqua per gli anni di scarse precipitazioni.
Durante il primo colonialismo italiano furono realizzate in molte località dell'Eritrea importanti e preziose opere di alta ingegneria idraulica, ma in particolare nei dintorni di Asmara fu realizzata parallelamente allo sviluppo della città una rete di piccoli e medi invasi interconnessi fra loro che servivano sia da elemento di bilanciamento fra le stagioni abbondanti e quelle scarse, sia di supporto alla produzione di energia elettrica.
Una rete di canali, infatti, collegava le raccolte d'acqua fra di loro e aveva il doppio scopo di convogliare lungo il percorso l'acqua piovana al suo interno e di garantire un livello medio sufficiente in tutti i bacini che in questo modo potevano essere facilmente controllati e gestiti per il fabbisogno collettivo.
Con le successive colonizzazioni a opera degli inglesi prima e degli etiopici poi, si ebbe un graduale declino di tutto il sistema della rete idrica, dovuto al disinteresse delle autorità occupanti e a alla mancanza di manutenzione, al quale si aggiunse poi la devastazione della guerra che produsse danni enormi in tutto il paese e in particolare alle dighe.
Con la conquista dell'indipendenza l'Eritrea si è immediatamente data un programma che fra le priorità assolute prevedeva massicci interventi a garanzia della sufficienza idrica sia attraverso il recupero del vecchio patrimonio coloniale, sia con la realizzazione di opere moderne proporzionate alle esigenze di un paese indirizzato verso una forte futura vocazione agricola di sussistenza.
Asmara in particolare necessitava del rifacimento della rete di distribuzione cittadina, del pieno ripristino della efficienza dei bacini coloniali e, pur potendo contare sull'enorme bacino contenuto dalla diga di Mai Nefhi realizzato durante il periodo di Haile Sellasie grazie alla caparbia volontà e lungimiranza dell'allora sindaco di Asmara Dej. Haregot Abay, di una nuova diga che aumentasse le riserve della città.
A questo scopo fu individuata una area idonea in una zona non molto distante dalla capitale in direzione di Cheren e si intrapresero i lavori di quella che sarebbe diventata la splendida diga di Tokor disegnata dall’ingegnere eritreo Woldezion Mesghinna e realizzata da una ditta specializzata Coreana che si era aggiudicata la commessa, sotto il controllo della Natural Resources Consulting Engineers Inc. della quale era presidente lo stesso ingegnere Woldezion.
In prossimità del sito sorse un grosso cantiere in grado di ospitare le maestranze e il complesso delle attrezzature per la produzione dell'enorme quantità di cemento necessaria per la costruzione della diga che iniziò a prendere forma verso la metà degli anni novanta mentre il bacino cominciava progressivamente a riempirsi di acqua con l’innalzarsi dello sbarramento. La diga fu terminata alla fine del 1997, ma a causa dei nuovi eventi bellici non fu neanche possibile celebrare l’evento con una cerimonia di inaugurazione ufficiale anche se questo comunque non ha impedito alla grande opera di funzionare a pieno regime.
Oltre alla valenza puramente pratica i laghi hanno assunto anche un notevole valore naturalistico attirando una considerevole varietà di uccelli che avendo trovato il loro habitat ideale hanno costituito importanti colonie stanziali. Anche i pesci sono abbondanti e negli specchi d’acqua più ampi arrivano facilmente a pesare oltre i cinque chilogrammi, per questo anche sull’altopiano di Asmara posto a oltre 2200 metri slm, sono divenuti comuni uccelli come i pellicani, i germani reali e altri uccelli pescatori.
La presenza dell’acqua rappresenta anche un importante attrattiva per molte altre specie animali selvatiche che durante i lunghi anni della guerra avevano abbandonato del tutto quei territori divenuti ostili e che ora, annunciando un importantissima inversione di tendenza, sono oggetto di sempre più frequenti segnalazioni di avvistamento. Due esempi per tutti gli elefanti avvistati dai contadini nelle aree fertili del Gash-Barca e una varietà di grande felino con i suoi cuccioli avvistati dai guardiani della diga di Tokor mentre si abbeveravano.
La presenza e l’importanza delle dighe e dei laghi non riguarda solo l’area della città di Asmara, infatti dopo il 2000 con la relativa tranquillità seguita agli accordi di pace di Algeri in tutto il paese è stato dato corso a un intenso programma di sviluppo di infrastrutture destinate a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento idrico per la popolazione e per le esigenze della agricoltura e della pastorizia. Questo in abbinamento a due anni di abbondanti precipitazioni sta costituendo la premessa essenziale per il raggiungimento degli obiettivi primari del governo eritreo in materia di sufficienza alimentare, con la prospettiva futura di arrivare a quella eccedenza delle riserve che finalmente consentirebbe di esportare prodotti e avviare scambi commerciali.
Naturalmente oltre alla fauna selvatica della presenza di bacini d’acqua se ne avvantaggiano anche la pastorizia e l’allevamento che ora beneficiano di sempre più ampie aree di pascolo senza dover coprire distanze considerevoli per potersi abbeverare. In particolare i bufali, reintrodotti in Eritrea da pochi anni, trovano ora aree sempre più ampie dove potersi immergere e cibarsi della vegetazione che cresce lungo le rive dei bacini. Il miglioramento di queste condizioni contribuisce alla diversificazione alimentare delle popolazioni delle aree rurali che arrivano a disporre con maggior facilità di carne, latte e derivati del latte, e nel contempo una sempre minore dipendenza dagli aiuti dall’estero.
L’Eritrea ha dunque intrapreso la strada virtuosa del conseguimento delle sue strategie per la garanzia della sufficienza alimentare, attraverso la valorizzazione delle sue risorse interne e nel recupero e rispetto degli equilibri naturali del paese. Il grande impegno della gente eritrea di questi ultimi anni non potrà che dimostrare quanto importante sia per una piccola e giovane nazione lavorare con determinazione e comunità di intenti e i risultati che sapranno ottenere costituiranno certamente un importante esempio e un incoraggiamento per tanti altri paesi africani che stanno osservando con molto interesse e attenzione quanto si sta realizzando in Eritrea.
Stefano Pettini