M'è capitato di leggere un articolo su Yeni Safak (EXPLAINER: What comes next for Ethiopia as tensions in Tigray threaten regional war?) , in sé onesto ma con alcune storture che meritano d'essere corrette. In primo luogo è infondato che una fazione del TPLF in Tigray, la D di Debretsion Ghebremicael, si sia avvicinata o sia divenuta alleata dell'Eritrea, contro la fazione G di Getachew Reda. Men che meno che vi siano ancora truppe eritree nel Tigray a due anni dalla fine del conflitto che oppose il TPLF al Governo Federale Etiopico.
Fidarsi del narrato di testimoni faziosi può portare la stampa a facili confusioni, e nel corso degli anni ne abbiamo avuto più volta prova. Lo stesso vale per quanto riferito all'evidentemente incauto giornalista da un altro testimone, sostenitore del diritto del suo paese, l'Etiopia, ad uno sbocco sul mare a spese altrui. Se tutti hanno diritto a qualcosa in base al principio per cui "il diritto internazionale è un'opinione", allora anche i somali dell'Ogaden avrebbero tutto il diritto d'erigere un proprio Stato o di tornare in seno alla Somalia, per non parlare dello stesso Tigray che ugualmente potrebbe fare ciò che vuole, e così via. Mi pare che molti, tra agitatori politici ed umanitari, e giornalisti che incautamente porgono loro una sponda, giochino col fuoco senza tuttavia esserne davvero consapevoli; o forse, come son più solito pensare io, facendo i "finti tonti", simulando dietro ad una fittizia inconsapevolezza una più ben costruita malafede. In Etiopia si sta giocando l'ennesima OPA tra fazioni etno-politiche ed etno-militari, con vari gruppi che ormai tallonano l'Esercito Federale, sempre più demoralizzato, sottraendogli presidi su presidi; intanto, il potere centrale ad Addis Abeba sempre più vicilla. Si sa come vanno a finire questi giochi, in certi paesi che ciclicamente nella loro storia vedono entrare in crisi l'autorità dello Stato sfaldandosi tra vari centri di potere locali: se chi ha tentato l'OPA non riesce ad ottenere "tutto il pacchetto", allora passa al piano B, quello della secessione. L'Etiopia purtroppo rientra in questa categoria, come la Somalia, il Congo, per certi versi persino il Sudan o certe nazioni del Sahel, fino alla Libia: è un aspetto doloroso, ma che nella loro storia può talvolta ripresentarsi, carsicamente, a conferma della difficoltà ad amalgamare tra loro in modo armonico le varie parti interne. Ed infatti, e non è un caso, i continui successi dei miliziani del FANO, gli Amhara, sul Governo Federale Etiopico e le sue truppe trovano immediati e facili capri espiatori proprio nell'Eritrea, con esponenti sia di Addis Abeba che del TPLF che l'accusano di dar sostegno pure a costoro; anche in questo caso, però, sempre senza uno straccio di prova alcuna. Non condanno dunque l'articolo che ho letto, che al pari di tanti soprattutto italiani lascia comunque molto a desiderare; ma al solito, e non perché voglia tessere le lodi di me stesso, per chi davvero voglia capirne di più invito piuttosto a dar una lettura al mio, pubblicato alcuni giorni fa, apparso su l'Opinione Pubblica sia in italiano che in inglese.
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Settembre 2024
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