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"Cara Italia, addio!" Una parodia di Daniel Wedi Korbaria

20/10/2025

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Cara Italia, addio!
Ho parodiato la famosa "Mamma Roma addio" del grande Remo Remotti in chiave immigrazione.

​Nel 2024 me ne sono andato via, come vanno via i “cervelli in fuga”, anch’io me ne sono andato nauseato, stanco da questa Italia schiavista; mi sono trovato di fronte a questa situazione, me ne sono andato via da questa Italia immigrazionista. Finalmente sono ritornato a casa!

E me ne sono andato da questa Italia anestetizzata, da questa Italia puttanona, corrotta, buonista fino al midollo, questa Italia del volemose bene, dell’accogliamoli tutti e annamo avanti, questa Italia ipocrita dei “porti aperti” ma degli aeroporti chiusi, delle potenti Ong del mare infatuate degli africani, di Sea Eye, di Sea-Watch e di Open Arms o come diavolo si chiamano, questa Italia delle infinite tragedie in mare, questa Italia dell’“Aiutiamoli a casa loro”, dei blocchi navali e dei CIE in Albania.

Me ne sono andato da questa Italia della Legge Bossi-Fini, dei commissariati affollati, delle approssimazioni e soprusi, delle impronte digitali, dei foto segnalamenti, degli appuntamenti agli sportelli ad un anno e mezzo, dei permessi di soggiorno sospirati e dei respingimenti ai richiedenti asilo, questa Italia del lavoro nero e dei pagamenti che non vengono effettuati, di perenne illegalità, di mafia capitale che “Con gli immigrati si fanno molti più soldi che con la droga”, del caporalato e dei campi agricoli che “Senza i migranti i pomodori non li raccogliamo”, questa Italia dei numerosi campi d’accoglienza off limits in cui vivono uomini e topi, dei CARA fuori le mura, dentro le mura, questa Italia del “Ehi Africa che c’hai la droga?”, e prestami una prostituta!

Me ne sono andato da questa Italia della Lega e del PD, questa Italia degli sfruttatori di destra e degli sfruttatori di sinistra, così come del Vaticano con le sue cooperative: Caritas e Auxilium che nel 2016 guadagna ben 61milioni di euro, questa Italia dei volontari dell’umanitario con l’aureola in testa, di Buzzi e di Carminati, di Lucano e di Somahoro, di Don Mussie Zerai e di Carola Rakete.

Me ne sono andato da questa Italia porto sicuro, l’Italia dalle lacrime di coccodrillo, l’Italia dell’Operazione Mare Nostrum, l’Italia della propaganda “Le navi Ong non sono un fattore attrattivo”, l’Italia antifascista della Boldrini, grande paladina dei diritti umani.

Me ne sono andato da questa Italia ch’è meglio dell’Uganda (cit.), questa Italia che vi invidiano tutti, l’Italia di Salvini, della Meloni, della Schilain, dei Vannacci e dei Casarini, della Bonino e di Dalema che si auspicavano l’arrivo di decine di milioni di immigrati per “pagarvi le pensioni”, questa Italia sempre con gli sbarchi estate e inverno, questa Italia di “Siamo stati noi a chiedere all’UE che gli sbarchi avvenissero tutti qui”.

Me ne sono andato da questa Italia dove i migranti dormono per le strade, della serie “Io non pago affitto!”, questa Italia fetente e disumana, dei ratti di Castelnuovo di Porto, dello sgombero di Piazza Indipendenza e del centro Baobab, dei mille giornalisti accoglioni, dei vari Lambruschi e Longhi, del Comitato Tre Ottobre e della Giornata della memoria e dell’accoglienza, questa Italia dell’Integrazione “immigrati bravi solo se muti” dove persino l’associazione Carta di Roma emargina le minoranze, questa Italia di tanta “brava gente”.

Me ne sono andato da questa Italia industria dell’immigrazione con il logo “Refugee welcome”, questa Italia Robin Hood che intasca i dollari di Soros per non darli ai poveri “clandestini”, questa Italia terrorizzata dalla sostituzione etnica e dall’islamizzazione che propaga la guerra tra i poveri dicendo: “Ci rubano il lavoro e le nostre donne!”, questa Italia scaricabarile che dice: “Chiamare Malta!”, questa Italia dell’omissione di soccorso responsabile di molte tragedie in mare, compresa la Tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013 in cui morirono 368 persone, questa Italia senza pudore che ogni anno si sollazza commemorando il proprio delitto.

Cara Italia, addio!


*Daniel Wedi Korbaria, scrittore eritreo e panafricanista, è nato ad Asmara nel 1970. Con i suoi libri, articoli e saggi pubblicati online e tradotti in inglese, francese, tedesco e norvegese si è battuto per offrire una voce alternativa ai racconti dei media mainstream italiani ed europei sull'immigrazione e il neo colonialismo. Nel 2019 ha pubblicato il suo primo romanzo Mother Eritrea e nel 2022 il saggio d'inchiesta Inferno Immigrazione. Di prossima pubblicazione (2026) il suo romanzo sul colonialismo italiano in Eritrea.

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