ROMA – Il primo ministro dell’Etiopia, Abiy Ahmed, ha annunciato la creazione di un ministero della Pace. La decisione ha seguito di alcuni mesi la firma di un accordo di riconciliazione con l’Eritrea dopo 20 anni di conflitto armato e tensioni. Tra il 1998 e il 2000, il conflitto tra i due Paesi provoco’ circa 80mila morti.
Ahmed ha anche dichiarato che il numero dei ministeri sara’ ridotto da 28 a 20. In carica da aprile, il primo ministro ha nei mesi scorsi anche permesso il ritorno in patria di gruppi di opposizione, in passato etichettati come “terroristi”. In un comunicato che annuncia la ristrutturazione dell’esecutivo si riferisce solo che il nuovo dicastero e l’accorpamento degli altri ministeri “rifletteranno le priorita’ del governo”. da Agenzia DIRE
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L'Eritrea diventerà membro del Consiglio Onu sui diritti umani.
Un bel risultato per un paese che fino a pochi mesi fa era descritto come la Corea del Nord africana! cit. Alessandro Pellegatta Roma, 12 ott. (askanews) – Anche gli studenti delle Medie e delle Superiori della Scuola Italiana di Asmara hanno salutato oggi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte al suo arrivo nella capitale eritrea.
La fotografia, inviata ad askanews da una professoressa della Scuola, ritrae gli studenti sul ciglio della strada, davanti al cinema Roma, attendere il convoglio del premier diretto al palazzo presidenziale per incontrare il presidente Isaias Afewerki. Conte è il primo presidente del Consiglio italiano a visitare l’ex colonia: prima di lui erano stati ad Asmara il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, nel 1997, e l’ex viceministro degli Esteri, Lapo Pistelli, nel 2014. foto originali di Scuole Italiane Asmara Asmara, 12 ottobre 2018 - Il Primo Ministro della Repubblica Italiana, Giuseppe Conte, è arrivato ad Asmara nelpomeriggio di oggi, 12 ottobre, per una visita ufficiale di un giorno.
All'arrivo all'aeroporto internazionale di Asmara, il primo ministro Conte è stato accolto calorosamente dal presidente Isaias Afwerki e da alti funzionari governativi accompagnati dalla Marching Band che ha suonato l'inno nazionale dei due paesi. Nel corso di una riunione, il presidente Isaias Aferki e il primo ministro Giuseppe Conte si sono riuniti presso la Casa di Stato per discutere sullo sviluppo delle relazioni bilaterali e su altri sviluppi regionali e globali di reciproco interesse per i due paesi. Indicando che la rivitalizzazione del rapporto storico tra Eritrea e Italia è un evento unico perché sta accadendo in un momento di una nuova dinamica nel Corno d'Africa, i due leader hanno concordato di rafforzare la cooperazione bilaterale tra Eritrea e Italia in particolare e tra i paesi del Corno d'Africa e l'Italia. In una conferenza stampa, il primo ministro Conte si è congratulato per la dichiarazione congiunta di pace e amicizia firmata dall'Eritrea e dall'Etiopia il 9 luglio per porre fine alla guerra e stabilire una nuova era di cooperazione, ha espresso il pieno sostegno del suo paese e ha offerto l'assistenza necessaria per la piena attuazione dell'accordo. Il primo ministro Conte ha anche espresso la volontà del suo paese di svolgere la sua parte nel promuovere investimenti, progetti di cooperazione, programmi di istruzione e formazione tecnica e professionale, nonché a sostenere il rafforzamento della cooperazione tra Eritrea e Unione europea. Sottolineando che l'Eritrea e l'Italia avevano relazioni storiche, che tuttavia non potevano svilupparsi come previsto a causa di vari motivi, il consigliere presidenziale Yemane Gebreab ha detto che l'Eritrea lavorerà per lo sviluppo di relazioni basate sul rispetto reciproco e la cooperazione con vari paesi. All'incontro erano presenti dal lato eritreo: Osman Saleh, Ministro degli Esteri, il Consigliere presidenziale Sig. Yemane Gebreab, Sig. Fesehatsion Petros, Ambasciatore eritreo in Italia, Sig. Amin Hassan, Direttore dell'Ufficio del Presidente, e dal lato italiano il Sig. Stefano Moscatelli, Ambasciatore d'Italia in Eritrea, Pietro Benassi, Ambasciatore e Consigliere Diplomatico del Primo Ministro, l'Ammiraglio Carlo Massagli, Consigliere Militare del Primo Ministro e Rocco Casalino, Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Primo Ministro. Il presidente Isaias Afwerki ha anche ospitato la colazione di stato in onore del primo ministro Giuseppe Conte e della sua delegazione. Il primo ministro Conte ha visitato le principali strade di Asmara e gli edifici storici della città. Il primo ministro Conte è ripartito per l'Italia a conclusione della visita ufficiale di un giorno in Eritrea. da Shabait di Vincenzo Giardina – “Ad Asmara si aspettano che l’Italia giochi un ruolo, aiutando a realizzare le promesse di pace con l’Etiopia e ad avviare un percorso di sviluppo economico”: Pietro Zambaiti, amministratore delegato di Za.er., la prima azienda tessile industriale d’Eritrea, parla con l’agenzia ‘Dire’ della missione del primo ministro Giuseppe Conte nel Corno d’Africa.
Ad Asmara il capo di governo arriverà in settimana da Addis Abeba, percorrendo una tratta che per almeno 20 anni è stata interdetta a cittadini e diplomatici. Previsti incontri con il primo ministro etiopico Abiy Ahmed e con il presidente eritreo Isaias Afewerki, firmatari dell’accordo di riconciliazione di luglio con l’impegno a rilanciare le relazioni bilaterali dopo una guerra che tra il 1998 e il 2000 provocò circa 80mila morti. “L’Eritrea è divenuta indipendente soltanto nel 1993 e poi ha vissuto in una condizione di ‘no peace no war‘ e di embargo”, la premessa di Zambaiti. Fu suo padre, nel 2004, a rilevare per la cifra simbolica di un dollaro gli stabili del Cotonificio Barattolo, storico ma anche ormai al collasso: “I macchinari erano inservibili e l’azienda necessitava di ingenti investimenti in macchinari e know-how” ricorda l’imprenditore. Oggi la Za.Er. produce circa mille camicie al giorno indirizzate al mercato italiano ed europeo, oltre ad abbigliamento da lavoro per il mercato locale ed africano. Un’azienda modello anche da un punto di vista sociale, che ha operato in un contesto difficile, sottolinea Zambaiti. Convinto che oggi l’Italia debba anzitutto “lavorare a consolidare l’accordo di pace con l’Etiopia, promuovendo l’avvio di nuove attività economiche e contribuendo a creare le condizioni necessarie ad attirare gli investimenti”. L’assunto è che, al di là del colonialismo, il nostro Paese abbia lasciato un’eredità positiva. “Gli italiani crearono aziende di eccellenza ed insegnarono una professione, fino alla nazionalizzazione da parte del governo etiopico negli anni ’70” dice Zambaiti. “Oggi potrebbero aiutare l’Eritrea nel comparto del manifatturiero, dell’agro-business e del turismo, con la bellezza delle coste, la regione della Dancalia e la stessa Asmara, proclamata dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità per i suoi edifici modernisti”. E la pace con Addis Abeba, potrà garantire benefici anche sul piano economico? “L’Etiopia è un Paese di oltre cento milioni di abitanti, con un proprio sviluppo industriale ma senza uno sbocco al mare” risponde Zambaiti: “L’Eritrea, che di abitanti ne ha appena cinque milioni, potrebbe metterglielo a disposizione contribuendo ad attirare nuovi investimenti anche grazie a un mercato di sbocco interessante ed in crescita”. Prospettive, queste, delle quali Ahmed e Afewerki hanno discusso ad Asmara ancora poche settimane fa. “Il vertice e’ stato anche l’occasione per una visita agli stand di Za.er.”, ricorda Zambaiti. “Ahmed ha indossato la maglietta della nostra campagna Peace Butterfly e poi, l’11 settembre, durante il suo discorso per il capodanno etiopico, l’ha anche mostrata in diretta tv”. da Agenzia DIRE da ADN KRONOS
"Quella del premier Conte in Eritrea è una visita importante, anche perché dall'indipendenza in poi l'Italia ha avuto con Asmara un rapporto sporadico, ma questo segnale di attenzione deve essere accompagnato da una continuità di interventi". Lo sottolinea all'Adnkronos Pietro Zambaiti, imprenditore che appartiene a una importante famiglia attiva nel tessile e che negli ultimi venti anni ha sviluppato 'Za.Er', Zambaiti Eritrea, un'azienda che produce t-shirt, camicie, abiti da lavoro sia per il settore civile che militare. La produzione è ripartita - simbolicamente - dal complesso industriale del Cotonificio Barattolo, fondato da un altro imprenditore italiano negli anni ’50: "E' stata una sfida che ci ha appassionati anche dal punto di vista emotivo, ma anche molto impegnativa visto che abbiamo rimesso in piedi da zero un'azienda tessile che non aveva più mercato, un pezzo di archeologia industriale in un paese in cui il manifatturiero era andato morendo". "Oggi - rivendica Zambaiti - l'azienda occupa circa 580 persone, tutti eritrei tranne due, con una qualità di prodotto soddisfacente al termine di un percorso di formazione che è durato anni. E ai nostri dipendenti offriamo non solo occupazione ma anche valori 'italiani', a differenza di una azienda cinese o asiatica: noi, per esempio, abbiamo un asilo interno e paghiamo borse di studio per la scuola italiana". Proprio quest'ultima istituzione - sottolinea l'imprenditore - è un esempio di come il nostro paese possa contribuire alla crescita dell'Eritrea, allacciando nuovi rapporti alla luce di un legame ancora "vivo e presente". "La Scuola Italiana è quella di riferimento, in cui si forma la classe media eritrea. Nel paese c'è un ricordo e una riconoscibilità dell'Italia, Asmara - sottolinea - resta a suo modo una città 'italiana', con un ricordo che resta presente nelle vecchie generazioni e che si trasmette a quelle nuove". "In Eritrea c'è un'empatia che ha sempre portato a guardare a noi come a un Paese di riferimento. Invece - lamenta Zambaiti - l'Italia è stata lontana, al punto che secondo me non deve chiedere 'perdono' per il suo passato coloniale ma 'scusa' per la sua assenza degli ultimi venti anni". Comunque il legame con l'ex colonia - aggiunge - apre all'Italia buone prospettive nello sviluppo economico che sta accompagnando la 'normalizzazione' dei rapporti fra Eritrea ed Etiopia dopo un conflitto durato più di 20 anni. "Ci sono investimenti che Asmara dovrà fare in materia di infrastrutture, a iniziare dai porti", elemento chiave dal momento che "l'Etiopia punta sullo sviluppo industriale ma non ha accesso al mare". Ma l'imprenditore vede anche prospettive in "settori come il manifatturiero o l'agroalimentare, senza dimenticare il turismo, che oggi è ancora di nicchia ma che ha ottime prospettive" soprattutto dopo che Asmara - con i suoi edifici modernisti disegnati da architetti italiani - è diventata patrimonio dell'Unesco. E in questa nuova fase politica fra due paesi che - al di là della storia recente - "sono davvero 'fratelli'", Zambaiti segnala un piccolo contributo del brand 'Dolce Vita Eritrea', prodotto dalla Za.Er. In occasione della prima visita all'Asmara del primo ministro etiope Abiy Ahmed - spiega - "abbiamo commissionato a un artista locale un logo che simboleggiasse i nuovi rapporti fra i due paesi. E' nata una farfalla nelle cui ali si riprendevano le bandiere di Etiopia ed Eritrea. E la t-shirt su cui era stampato questo logo è piaciuta tanto ad Abiy Ahmed che ne ha voluto indossare una anche in occasioni pubbliche durante la sua visita". Non solo. Il presidente somalo Mohamed Farmaajo, che si è unito ai due leader per un vertice tripartito, ha chiesto alla 'Dolce Vita Eritrea' un modello di t-shirt che includesse anche la bandiera del suo paese,una richiesta subito esaudita dalla Za.Er. Una soddisfazione personale per Zambaiti che ricorda di essersi "impegnato in questi anni in prima persona per promuovere" una nuova stagione ad Asmara, anche nei rapporti con il nostro paese. " Oggi - conclude - sono contento per questi segnali simbolici e importanti. La speranza è che si dia continuità a questo tipo di rapporto, perché per l'Italia c'è una responsabilità storica ma anche una opportunità" in una regione dove il nostro paese può ancora giocare un ruolo di primo piano. da ADN KRONOS I recenti fatti di pace e di integrazione che stanno riguardando l'Africa Orientale pongono l'Italia di fronte a dei chiari doveri, morali e non soltanto materiali. I benefici da entrambe le parti possono essere enormi ed ancora tutti da calcolare. Ma è importante avere coraggio.
di Filippo Bovo 8 ottobre 2018 - Pochi giorni fa il Corriere della Sera ha pubblicato una lettera firmata dal Viceministro degli Esteri, Emanuela Del Re. Nella lettera, rivolgendosi direttamente al Direttore del prestigioso giornale milanese, Emanuela Del Re non ha usato mezzi termini nel definire l’accordo fra Etiopia ed Eritrea con l’aggettivo di “storico”. Addirittura, “una svolta epocale, che potrebbe portare enormi benefici” dopo aver “provocato un sussulto nell’Africa intera e nel mondo”. Difficile, in effetti, darle torto.Tutto ciò, come viene fatto correttamente notare dal Viceministro, avrà effetti ancor oggi da valutare nel pieno sulla politica e sulla società di entrambi i paesi; e proprio per questo, in ultima analisi, sarà doveroso e necessario, moralmente prima che in base ad altri concetti, che l’Italia svolga un proprio ruolo di presenza, di accompagnatrice e di propiziatrice nel non facile contesto del Corno d’Africa. Non ci si dovrà quindi lasciar prendere da strane ed antistoriche tentazioni neocolonialiste, dalla vaga idea talvolta molto italiana che in giro ci sia qualcuno a cui poter scroccare qualcosa, e via discorrendo; semmai, sarà necessario rendersi conto che, in quanto antica potenza coloniale presente in quella regione, il nostro paese dovrà assumersi delle ben precise responsabilità, nei confronti di tutte le nazioni dell’Africa Orientale. Come ben sappiamo, il retaggio lasciato dalla presenza italiana in Africa Orientale è profondo e continua a resistere ancora oggi, malgrado il passaggio del tempo e le varie vicende che abbondantemente hanno contribuito a ridimensionarlo o a scalfirlo. La comunità italiana in Eritrea, ad oggi, si attesta per esempio ad 800 persone, concentrate soprattutto nella capitale Asmara, che hanno mantenuto una fortissima identità. Molti, del resto, sono i nomi e i cognomi italiani che si possono rinvenire fra coloro che diedero vita ai primi movimenti per l’indipendenza eritrea ben prima dell’inizio della lotta armata avviata da Idris Hamid Awate nel 1961. Signora Presidente,
Onorevoli capi delegazione, Signore e signori, Permettetemi di unirmi ai precedenti oratori per esprimere le nostre congratulazioni per la vostra elezione a Presidente della 73a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Questo forum fornisce annualmente una piattaforma congeniale per gli Stati membri per affrontare le questioni cruciali della pace e della sicurezza internazionali e le loro ramificazioni sullo sviluppo nazionale e umano. Con questo spirito, permettetemi di portare all'attenzione di questo augusto capitolo questioni cruciali di fondamentale importanza per il mio paese e la nostra regione nel suo insieme. Come tutti voi sapete, l'Eritrea e l'Etiopia hanno recentemente firmato uno storico accordo di pace che pone fine all'oscuro, vecchio di due decenni, un capitolo di guerra, una tensione costante e conflitti. Questo risultato storico - anche se tardato di quasi 16 anni - permetterà a entrambi i paesi di incanalare le loro risorse, energia potenziale e positiva esclusivamente verso lo sviluppo tanto necessario. Ha già infuso speranza e ottimismo sui popoli di entrambi i paesi. Il suo dividendo positivo per la pace e la sicurezza regionali è troppo palpabile per meritare l'enfasi. Ciò è in effetti attestato da nuovi quadri di cooperazione a tutto tondo che sono stati messi in moto negli ultimi due mesi o che sono in via di sviluppo a livello regionale. L'Eritrea desidera esprimere la sua gratitudine a vari paesi che hanno contribuito in diversi modi e che hanno dimostrato la loro buona volontà politica, per il successo del processo storico in corso. Il cantiere della nuova diga di Gahatelai è in continuo fermento ventiquattro ore su ventiquattro e l'immensa opera idraulica prende ogni giorno di più la fisionomia di una infrastruttura destinata a portare grandi cambiamenti in tutta la regione.
Il bacino più profondo, in avanzato stato di avanzamento lavori, ha già cominciato a raccogliere e a conservare le acque erranti di origine meteorica provenienti dall'acrocoro di Asmara. La vasta zona che si sente dalle pendici dell'altopiano al mare, è stata sempre soggetta a disastrose alluvioni che ne hanno anche alterato la fisionomia in maniera molto evidente. A farne le spese è stato spesso il tracciato ferroviario che risulta modificato più volte nella storia a causa delle distruzioni subite dai fiumi spontanei ed erranti che per millenni hanno agito indisturbati. Il nuovo grande sbarramento in costruzione ha lo scopo di rallentare il flusso incontrollato di acqua piovana proveniente dalle montagne circostanti, contenerlo e ridistribuirlo gradualmente in una ampia area di territorio normalmente semi desertica. Lo stesso microclima locale subirà dei cambiamenti significativi mitigando le temperature roventi e favorendo il ripopolamento della fauna terrestre arricchita da quella acquatica. La prima arrivata è una piccola colonia di pellicani che pare trovarsi perfettamente a suo agio segno che l'ambiente è sano e potenzialmente invitante anche per altre specie. Stefano Pettini Uno degli aspetti più evidenti del clima di disgelo tra Etiopia ed Eritrea è la riapertura delle frontiere con il conseguente flusso commerciale e turistico fra i due paesi.
In Asmara fin dai primi giorni dopo la normalizzazione si è materializzato un mercato spontaneo di merce varia nella centralissima Bahati Mescherem in seguito trasferito lungo la circonvallazione, nei pressi del nuovo insediamento residenziale in zona Sembel. I beni in vendita sono fra i più eterogenei: materiale da costruzione, generi alimentari, saponi e detersivi ecc. Per alcuni articoli come il cemento o il Taff i prezzi per effetto della maggiore disponibilità sono calati drasticamente, ma con il passare dei giorni appare evidente la necessità di introdurre regole che non danneggino i commercianti residenti soggetti a limitazioni e tasse. Le targhe etiopiche si possono trovare ovunque e gli alberghi risultano in gran parte occupati come non accadeva da moltissimo tempo. Anche in Massaua la presenza di etiopici appare evidente e nonostante i quarantotto gradi di temperatura il parcheggio di Gurgusum è punteggiato di targhe di Addis Abeba e di altre aree dell'Etiopia. I diversi idiomi si mescolano sulla sabbia e fanno ridere i commenti sorpresi di chi il mare non lo ha mai visto prima e scopre che l'acqua è bella, ma molto salata.... Stefano Pettini |
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