AVVISO A TUTTI I VIAGGIATORI DELLA ETHIOPIAN AIRLINES: SOSPENSIONE DEI VOLI VERSO L'ERITREA27/7/2024 Alla luce delle costanti e persistenti pratiche commerciali dolose perseguite dalla Ethiopian Airlines in generale e dei furti sistematici e organizzati di bagagli dei passeggeri, danni, ritardi prolungati e perdite senza alcun risarcimento in particolare, insieme ad aumenti di prezzo ingiustificati e altre irregolarità osservate. In considerazione del fatto che le ripetute e incessanti richieste fatte alla Ethiopian Airlines per rettificare le criticità sopra menzionate e altre irregolarità imposte al pubblico in viaggio, non hanno ancora prodotto alcun frutto. L'Autorità per l'Aviazione Civile è costretta a sospendere tutti i voli della Ethiopian Airlines diretti in Eritrea, con effetto dal 30 settembre 2024. Di conseguenza tutti i viaggiatori della Ethiopian Airlines diretti nello Stato dell'Eritrea sono pertanto invitati a modificare i propri voli e successivamente a cercare altre opzioni, se del caso. L'Autorità per l'Aviazione Civile dello Stato dell'Eritrea Asmara
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Asmara, 21 luglio 2024 – Il ciclista professionista eritreo Biniam Girmay, membro dell'Intermarché-Wanty Team, è entrato nella storia come primo ciclista africano a vincere la classifica a punti del Tour de France.
Questo straordinario risultato rappresenta una pietra miliare per lui, per il suo Paese e per l’intero continente africano. Biniam Girmay ha vinto la Maglia Verde raccogliendo 387 punti, seguito da Jasper Philipsen di Alpecin-Deceuninck con 354 punti e Bryan Coquard di Cofidis con 208 punti nella competizione Maglia Verde. Oltre alla sua vittoria assoluta, Biniam Girmay è stato il vincitore della tappa 3a, 8a e 12a del tour. All'arrivo al traguardo, Biniam ha ricevuto un caloroso benvenuto da tutti gli spettatori, soprattutto dai cittadini eritrei presenti all'evento, che hanno cantato "Bini, Bini, Bini". Due delegazioni italiane in Eritrea giunte per iniziare la cooperazione strategica nell'ambito del Piano Mattei
di Marilena Dolce Il Piano Mattei approda in EritreaArrivando ad Asmara con un volo da Istanbul ci si chiede perché non ce ne siano di diretti con l'Italia. Ora in Harnet Avenue, la via principale della capitale eritrea, l'insegna Alitalia che campeggiava sulla cima di un palazzo, è sparita. Forse per far dimenticare che, sino alla metà degli anni Settanta, prima della caduta del negus Hailé Sellasie, la compagnia di bandiera portava in meno di cinque ore sia i numerosi turisti che andavano a tuffarsi nel meraviglioso mare delle isole Dahlak, sia gli uomini d’affari. Chissà se il nuovo vento che spira adesso, permetterà finalmente alle compagnie che hanno mostrato disponibilità, Neos Air e Air Italy, di allacciare voli diretti per raggiungere la capitale eritrea. Asmara se lo meriterebbe. È una bella città, percorsa da macchine, gente, tantissimi giovani a piedi e in bici e poi dai taxi gialli che offrono car sharing. Una città posata sull’orlo dell’altopiano “come un vaso di fiori sul davanzale”. Non è la città triste, spenta, abitata solo da vecchi e bambini che ci descrivono ogni tanto. Nell’ultima settimana di giugno, Asmara ha accolto due delegazioni italiane. La prima guidata dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso accompagnato da un gruppo di imprenditori, la seconda della Presidenza Affari Esteri e Difesa del Senato, con a capo la senatrice Stefania Craxi. Così, mentre la stagione della pioggia sull’altopiano eritreo si fa attendere, in città proseguono gli incontri iniziati a Roma lo scorso gennaio durante il vertice Italia-Africa. Il 24 giugno il ministro Ursoha incontrato il presidente Isaias Afwerki, il Ministro degli Affari Esteri, il Consigliere Economico del Presidente, il Ministro dell’Industria e del Commercio, il Ministro dei Trasporti e delle Telecomunicazioni e il Commissario alla Cultura e allo Sport. Il presidente Isaias durante i colloqui, in un clima amichevole basato sui consolidati rapporti storici fra i due Paesi, sottolinea l’importanza della ripresa delle relazioni bilaterali, soffermandosi sulle priorità d’investimento in campo energetico, delle infrastrutture ferroviarie, stradali, portuali e nel settore manufatturiero. Alla fine degli incontri il ministro Urso dice che “il presidente eritreo è consapevole del valore del Piano Mattei e del ruolo che l’Italia può assumere come ponte tra Europa e Africa”. La sensazione che si respira ad Asmara è che l’Eritrea abbia accolto con favore il rinnovato interesse italiano verso il paese con cui c’è stato, storicamente, il più forte legame. Un’opportunità per le imprese pubbliche e private italiane di lavorare in partenariato con gli eritrei su comuni obiettivi di sviluppo. “Emerge ovunque il desiderio di Italia”, conferma Urso. Del resto questo “desiderio” era stato il punto focale degli incontri a Roma tra la premier Giorgia Meloni e il presidente Isaias, che aveva deciso di prolungare il suo soggiorno in Italia anche per approfondire i possibili settori di cooperazione. I rappresentanti di Fincantieri, Enel, Bonifiche Ferraresi, Ferrovie dello Stato e Telemedicina dell’Ospedale Gemelli hanno accompagnato il ministro Urso nel tour eritreo per conoscere gli interlocutori e visitare alcuni siti che potrebbero essere oggetto di cooperazione. “Lo scopo è quello di definire, possibilmente entro l’anno, un piano strategico di partnership italo-eritrea”, ci spiega l’ambasciatore italiano Marco Mancini arrivato in Eritrea nel momento difficile della pandemia che, nonostante il numero di decessi contenuto, ha avuto un impatto economico pesante sul paese costretto a chiudersi per un lungo periodo. Il giudizio dell’ambasciatore Mancini sulla visita di questi giorni è incoraggiante, “l'accoglienza ricevuta, calorosa e ben organizzata, ha certamente avuto un effetto molto positivo sulle nostre delegazioni italiane.” “Chi non conosce l’Eritrea” continua, “deve venirci per vedere con i propri occhi e sentire con le proprie orecchie, la realtà che si vive in questo paese. Molto spesso ne viene data un’immagine confusa se non addirittura distorta. E i nostri rappresentanti di governo questo l’hanno capito”. Certo anche per merito della stessa ambasciata italiana che in questi quattro anni di lavoro ha investito tempo ed energie per promuovere i rapporti bilaterali e far conoscere meglio la realtà eritrea. Un atteggiamento per niente scontato, quindi ancor più apprezzato. Una spinta importante all’iter del Piano Mattei l’ha data Giorgia Meloni inserendolo nell’agenda del G7 in Puglia, che ha ospitato le figure più rappresentative del continente africano. In quell’occasione, l’Unione Europea, la Banca Africana di Sviluppo, gli Stati Uniti e gli altri membri G7 si sono impegnati a sostenere il Piano, per integrare i cinque miliardi di euro previsti dall’Italia ma non sufficienti per un progetto destinato ai 54 Paesi del continente africano. Così la piccola Eritrea, con i suoi cinque milioni di abitanti, potrebbe diventare il primo modello di cooperazione per poi essere replicato in altre e più complesse realtà africane. Per l’Italia familiarità e stabilità rendono l’Eritrea una destinazione sicura. Durante la permanenza ad Asmara il gruppo in missione con il senatore Urso, ha visitato alcuni luoghi “storici” della città, la stazione ferroviaria costruita nel 1911, l’ex fabbrica del vetro, una diga realizzata recentemente, un’industria agraria, un progetto immobiliare in costruzione e una fabbrica tessile un tempo proprietà dell’industriale italiano Roberto Barattolo, poi nazionalizzata negli anni Settanta dal governo militare etiopico. Quest’ultima rappresenta una storia emblematica, tanto da poter diventare l’esempio per impostare un partenariato industriale fra i due paesi, Eritrea e Italia. Lo stato eritreo aveva ceduto l’azienda da risanare per un simbolico dollaro all’industriale italiano Giancarlo Zambaiti. Da quel momento la Za.Er, questo è il suo nome, viene del tutto rinnovata, come abbiamo potuto vedere durante la visita guidati dal figlio Pietro, che ora la dirige. Si tratta di un modello di made in Italy, in cui è presente un’importante componente sociale, scuola materna ed elementare, oltre alla mensa, per venir incontro alle esigenze dei 720 dipendenti, in gran parte donne. Un bell’aiuto come sanno tutte le mamme che lavorano e “un chiaro esempio di come le imprese italiane, nell’ambito del Piano Mattei, potrebbero promuovere una partnership win-win, a vantaggio dell’economia e della popolazione locale”, dice Urso durante la visita. Quello della Za.Er inoltre è un modello che potrebbe ripetersi in altri settori industriali locali. La missione internazionale di Urso si conclude con la visita alla città portuale di Massawa, cui partecipano anche la senatrice Stefania Craxi e i senatori Enrico Borghi e Roberto Menia, prima di continuare il loro viaggio nel Corno d’Africa. A Massawa le delegazioni vedono le infrastrutture portuali esistenti e i collegamenti stradali e ferroviari. “Oltre alla ragione storica”, spiega Mancini il motivo principale per cui l’Italia ha scelto di puntare sull’Eritrea “è perché è l’unico paese stabile nel Corno d’Africa. Inoltre ha un’importanza geostrategica fondamentale con i suoi 1.200 chilometri di costa sul Mar Rosso. Il nostro governo si è reso conto che è un paese, che in base alla sua esperienza e all’esperienza del suo leader, può fungere da elemento stabilizzatore per l’intera area”. In questo senso l’Eritrea si pone quindi come paese fondamentale nel quadro di pace, premessa per il Piano Mattei. Per questo l’amministratore delegato del gruppo Alpitour, Gabriele Burgio, durante l’incontro a Roma con il presidente Isaias, gli aveva confermato l’interesse a investire nello sviluppo turistico dell’Eritrea, con un progetto a breve termine da realizzare alle isole Dahalk. “Quel che colpisce subito in Eritrea” scriveva nel 1939 Curzio Malaparte, inviato del Corriere della Sera, “è il senso di una inconsueta ampiezza di vedute: una generosità e una larghezza di idee e di propositi, di cui l’architettura, le strade, il traffico non sono che le testimonianze esteriori…e sebbene io sappia che è povera, non posso difendermi dalla precisa e insistente impressione di trovarmi in un paese ricco”. Più di ottant’anni dopo, il nostro breve viaggio ne conferma la sensazione. EriXpress Media
10 ott 2021 Salimbeni Carmelo è da record, 5 volte campione di ciclismo dell'Eritrea (1962, 1964, 1968, 1972 e 1980). Salimbeni è stato anche uno dei quattro olimpionici del ciclismo tutto eritreo (Fessehazion Greyesus, Salimbeni Carmelo, Solomon Embaye e Yemane Negasi) che furono costretti a correre sotto la bandiera etiope ai Giochi della XVIII Olimpiade o a Tokyo 1964, ed era anche uno dei cinque olimpionici del ciclismo tutto eritreo (Fessehazion Greyesus, Mehari Ogbamichael, Salimbeni Carmelo, Tekeste Woldu-Gigante e Yemane Negassi) che hanno partecipato ai Giochi della XIX Olimpiade o del Messico 1968. Si ritiene che Salimbeni abbia vinto 300 gare nella sua carriera. S'è avuta nelle ultime giornate di giugno la visita di una folta delegazione politica italiana in Eritrea. Importanti e promettenti gli elementi che potrebbero scaturire da una rinnovata partnership tra i due paesi, nel solco di quanto già prospettato attraverso il Piano Mattei.
di Filippo Bovo 30 Giugno 2024 La settimana appena trascorsa ha visto approdare in Eritrea una folta delegazione italiana, sulla base di quanto già era stato delineato in occasione della visita del Presidente eritreo Isaias Afewerki in Italia tra gennaio e febbraio in occasione della vertice Italia-Africa e della presentazione del Piano Mattei. Si tratta, al momento, della principale visita d’esponenti italiani in un paese del Continente Africano dalla presentazione del Piano, per numero di personalità e livello d’incontri svolti, nonché per tempistiche di permanenza: a riprova, di come peraltro sempre era stato ricordato ad Asmara, dove pure si faceva sentire la stanchezza verso le tante delegazioni italiane in passato già andate e venute senza poi sortir esito, che gli italiani in ogni caso sarebbero stati sempre i benvenuti. Per ben tre giorni, infatti, il Ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, insieme a personalità come la Presidente della Commissione Affari Esteri e Difesa del Senato, Stefania Craxi, o il Direttore di Enel Grids & Innovability, l’Amministratore Delegato del Polo Fincantieri Infrastrutture, il Responsabile Affari Internazionali di Ferrovie dello Stato Ferrovie dello Stato, il Direttore Agronomico Internazionale di Bonifiche Ferraresi, o ancora il Direttore Responsabile per la Telemedicina presso il Policlinico Gemelli, hanno incontrato il Presidente e le principali figure del governo eritreo, come i Ministri degli Esteri Osman Saleh Mohammed, dell’industria e del Commercio, Nesredin Bekit, dei Trasporti e delle Telecomunicazioni, Woldemichael Abraha, della Sanità, Saleh Meky, il Commissario alla Cultura e allo Sport, Zemede Tecle Woldatetios, o ancora il Consigliere Economico Hagos Gebrehiwet. Insieme hanno tenuto discussioni riservate ad Asmara e visitato numerosi siti storici e produttivi lungo tutto il paese. Si potrebbero ad esempio citare la stazione ferroviaria di Asmara, con le officine di manutenzione del materiale rotabile, l’altrettanto storica vetreria della città, una moderna diga con impianto fotovoltaico recentemente inaugurata, o ancora l’ex cotonificio Barattolo, oggi noto come ZaEr – Dolce Vita, gestito dal brillante imprenditore Pietro Zambaiti. E’ l’Agenzia Nova che in Italia si dimostra la più prodiga d’informazioni, riportando pressoché quotidianamente le varie notizie riguardanti la visita della delegazione italiana in Eritrea, in italiano come in inglese: un saggio e doveroso lavoro a cui sono dovuti il plauso e l’invito acché sempre si continui così. A livello eritreo, per chi è pratico con l’inglese, lingua di cui oggigiorno è quantomeno necessario aver un’infarinatura, ci si può sbizzarrire tra il portale del Ministero dell’Informazione, Shabait, oppure testate analogamente sempre aggiornate ed approfondite come TesfaNews o DehaiNews o NakfaPress, attivissime anche nell’oggi sempre più importante mondo dei social come Facebook o Twitter. Fin qui il suggerimento a quanti, da italiani, vorranno indagare un po’ di più su questo curioso paese che è l’Eritrea, connotato da caratteristiche storiche e politiche che molto lo distinguono dal resto del Continente, ma che proprio per questo ne incontra oggi crescenti ammirazione e desiderio d’emulazione: giacché Asmara, divenuta indipendente nel 1991 dopo trent’anni di Guerra di Liberazione con la vicina Etiopia che l’aveva annessa nel Dopoguerra, risulta oggi l’unica nazione africana a vantare una piena sovranità, svincolata da meccanismi neocoloniali come presenze e partecipazioni militari in alleanze dominate da altri (unica nel Continente a non risultare inserito e/o associato al quadro militare NATO-AFRICOM, e men che meno ad ospitare basi straniere di chicchessia, contrariamente a certe vecchie e pure recentemente ripescate bufale mediatiche) e a perseguire il proprio sviluppo in modo autonomo, basandosi sulle proprie risorse e stabilendo unicamente cooperazioni win-win (è l’unico paese africano a non presentare dalla fondazione una storia di debito con l’estero, men che meno con istituti di credito occidentali come noto egemonizzati da Washington, insieme a Libia e Botswana che tuttavia hanno visto nella loro biografia, passata e recente, altre ben note e non facili vicende). Si può ben comprendere perché Asmara sia dunque oggi tanto ammirata da molti giovani progressisti africani che, sull’onda dei recenti moti rivoluzionari che hanno scosso soprattutto il Sahel, hanno iniziato a riscoprirla dopo anni di ghettizzazione mediatica, e quanto al tempo stesso il rapporto che gli italiani sono riusciti ad incontrarvi sia importante, proprio perché può sensibilmente contribuire a promuovere anche altrove il Piano che recentemente Roma ha proposto: ricevere “disco verde” da un paese pienamente sovrano come l’Eritrea, che al contempo intrattiene fruttuose e solide alleanze anche con altri grandi colossi globali come in primo luogo Pechino, oppure Mosca o ancora Riyad, indica infatti che il suo governo, noto per le estreme caratteristiche di serietà e prudenza, ne ha riconosciute le potenzialità e fattibilità. E’ insomma un’importante indicazione che anche presso altre cancellerie del Continente non passerà di certo inosservata, venendo accolta alla stregua di un influente incoraggiamento. Non a caso, come riferito sulla sua pagina su X dal Ministro dell’Informazione eritreo, Yemane Ghebremeskel, il Presidente Afewerki ha definito il vertice Italia-Africa del 29 gennaio e i vari incontri tenuti nelle giornate successive come un insieme d’occasioni davvero molto stimolanti. Nemmeno deve passare inosservato che l’Italia sia la prima nazione europea ed occidentale a poter stabilire con Asmara, nazione di punta nel Movimento dei Non Allineati, una cooperazione d’altro livello: dopotutto, come già dicevamo, gli Stati Uniti ed il resto dell’Occidente hanno sempre detestato l’eccessiva indipendenza del paese africano, vedendolo come un pericoloso esempio per il resto dell’Africa e sostenendo i suoi vari rivali strategici nella regione, e non digerendo le sue eccessive frequentazioni con molte nazioni considerate alla stregua di “avversari strategici” o “paesi canaglia”. Ciò in tempi più recenti non aveva tuttavia impedito a Washington di ricercare ad Asmara un’alleanza per la sua traballante Operazione Prosperity Guardian contro lo Yemen, come sappiamo addirittura senza ottenere risposta. Tornando a parlare della visita in sé, al Ministro Urso il Presidente Afewerki ha proposto un Partenariato Strategico tra Roma ed Asmara, graduale e a lungo termine, che vada a riguardare settori in espansione come le risorse idriche, il manifatturiero, le energie rinnovabili, le infrastrutture, i trasporti stradali e ferroviari o ancora le strutture portuali; non mancano però, oltre a questi elementi indicati come prioritari per un Piano, altri importanti settori come le attività minerarie, l’allevamento e l’agricoltura, i trasporti aerei, il turismo, o ancora la valorizzazione del patrimonio storico e culturale di Asmara, nel 2017 divenuta Patrimonio UNESCO, e i settori sanitario e farmaceutico. Le basi da cui partire ci sono tutte, se pensiamo che l’Italia rappresenta per l’Eritrea il secondo paese importatore e il nono in cui esportare le proprie produzioni; oltre alla diffusa conoscenza della lingua e della cultura italiane, o ancora agli storici rapporti motivati dalla presenza di una solida e radicata comunità eritrea nel nostro paese e alla presenza di un’altrettanto storica, oggi piccola ma sempre molto attiva, comunità italiana ubicata soprattutto nei maggiori centri come Asmara. Sfruttare al meglio tutte queste ampie possibilità, ha ricordato il Presidente, “richiederà la formulazione congiunta di una tabella di marcia strategica che comprenda tutte le priorità”. L’Eritrea chiede ad esempio collaborazione nel perseguire la propria piena autonomia nel fabbisogno interno, ad esempio con l’elettrificazione di piccoli villaggi e comunità in aree interne, ma offre pure importanti possibilità, come riportato anche dal Ministro Urso, tra cui la volontà di realizzare una sua maggiore “filiera del freddo e industria conserviera, macchine agricole e alimentari. Ma anche lo sviluppo turistico nell’Arcipelago delle Dahlak. Inoltre le miniere di metalli preziosi come rame, zinco, ferro, manganese e ovviamente potassio e fosfati, anche per agevolare l’Eritrea nella produzione di fertilizzanti. In ogni luogo si notano macchinari italiani datati nel tempo e ovunque ti parlano della nostra presenza, da tutti evidenziata come la migliore nella storia del Paese. Ancora oggi quando possono si affidano agli italiani: i nuovi quartieri residenziali di Asmara, che saranno consegnati a breve, sono realizzati da una nostra azienda”. Il Piano Mattei può rispondere a parte di questi obiettivi, giacché le imprese italiane che vi partecipano in molti paesi africani possono lavorare su “energie rinnovabili, infrastrutture, macchine utensili, sviluppo agricolo e turistico, minerali e materie prime critiche. In alcuni casi, anche l’alta gamma italiana, perché cresce il ceto medio”: tutti aspetti che anche Asmara ritiene molto pertinenti. Non a caso, con una speranza ed un ottimismo più che motivati ed auspicabili, il Ministro conclude che stavolta forse potrebbe davvero esser arrivato il momento per poter “costruire una partnership solida, capace di rafforzare i rapporti tra i nostri Paesi. I nostri governi sono determinati a raggiungere questo obiettivo”. Un rilancio delle relazioni tra Italia ed Eritrea, dunque, appare cosa oggi più che mai opportuna e da incoraggiarsi, ancor più tenendo conto dei vari fattori di sicurezza che vi si vanno ad associare: oltre che pienamente autonoma e sovrana, l’Eritrea vanta anche una delle prime dieci forze militari nel Continente, e controlla una vasta costa di oltre 1200 chilometri in un bacino come il Mar Rosso soggetto in questa particolare determinata congiuntura storica a gravi e preoccupanti turbolenze. Trattandosi di un mare chiave, attraverso cui transitano energia e commerci tra Mediterraneo ed Indo-Pacifico, ossia tra Europa ed Asia, cintura tra Corno d’Africa e Penisola Arabica, tra Africa e Medio Oriente, dove l’Eritrea spicca come un caso pressoché unico di pace e stabilità, stabilire un rapporto diretto con Asmara appare scelta più saggia che mai, che anche altri grandi attori internazionali come già sottolineato hanno provveduto a cementare. Una buona sinergia tra Italia ed Eritrea, dunque, può rivelarsi sin da ora positiva e fruttuosa anche su altre questioni che vadano oltre i già fondamentali temi dell’economia e dello sviluppo. Nei giorni scorsi ho guidato una missione della Commissione Affari Esteri e Difesa del Senato nel Corno d'Africa, un quadrante geografico di rilevanza strategica globale.
In Eritrea abbiamo visitato il porto di Massoua, importante snodo marittimo dell'area, mentre a Dogali ci siamo recati al cimitero civile e militare italiano, dove abbiamo deposto una corona ai piedi dell'obelisco in memoria dei nostri connazionali caduti. Nella capitale, ad Asmara, c’è stato un proficuo incontro con il Presidente dello Stato dell'Eritrea, Isaias Afwerki, nel corso del quale abbiamo passato in rassegna i principali dossier che interessano la regione. Sul fronte bilaterale, ho ribadito al Presidente eritreo la volontà di promuovere un partenariato graduale, strategico e di lungo termine con l’Italia. credit Stefania Craxi |
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Settembre 2024
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